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Noi, gli Altri e le nostre Aspettative

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1
NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Per aspettativa, intendo ciò che il soggetto si aspetta che accada.
Il fatto di nutrire aspettative rimanda quindi a due aspetti: uno riguarda l'appagamento o delusione delle proprie aspettative in relazione all'altro e il secondo ambito riguarda l'appagamento o delusione rispetto a se stessi, relativamente alla propria capacità di: prevedere,anticipare le conseguense delle nostre azioni.


Che ruolo giocano, secondo voi, le aspettative nel rapporto con l'altro?
E' possibile che cambino in itinere, o nella maggior parte dei casi, se non vengono rispettate, comportano una delusione?Le nostre aspettative sono condizionate dal nostro passato e contribuiscono a determinare il nostro futuro?

2
Il_Soldatino_di_Stagno
Il_Soldatino_di_Stagno
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Le aspettative sono un'invenzione micidiale dell'essere umano.
E giocano un ruolo immenso.
Malauguratamente.
E provocano una realtà con risvolti terribili.
La loro caduta dà origine ad una sorta di irreversibilità del sentimento.
La cosa più angosciante è l'incontro di due soggetti che nutrono aspettative, i quali evidentemente cercano disperatamente dei "riscatti"da delusioni precedenti (per esempio), e che vengono "delusi" reciprocamente : dinanzi a loro si apre una voragine entro la quale, quasi sempre, precipita solo uno dei due, per somma fortuna dell'altro.
Vi precipita colui che maggiormente si era proteso.
Ciò procura al più sfortunato un effetto rebound per cui la fonte della fiducia cercata è irrimediabilmente prosciugata e lui, senza acqua, sempre più assetato, non riuscirà più a risalire.

E adesso non ditemi che è una visione pessimistica...! :ç-*:



Ultima modifica di Il_Soldatino_di_Stagno il Gio 9 Set 2010 - 10:44 - modificato 1 volta.

3
Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Il_Soldatino_di_Stagno ha scritto:Le aspettative sono un'invenzione micidiale dell'essere umano.
E giocano un ruolo immenso.
....
....


E adesso non ditemi che è una visione pessimistica...! :ç-*:

No, è una visione ottimistica.
Più o meno come quella di fondare il proprio futuro sulla certezza di vincere prossimamente una bella quaterna.

4
Il_Soldatino_di_Stagno
Il_Soldatino_di_Stagno
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Esatto pietra

5
NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Il_Soldatino_di_Stagno ha scritto:
La cosa più angosciante è l'incontro di due soggetti che nutrono aspettative, che evidentemente cercano disperatamente dei "riscatti"da delusioni precedenti (per esempio), e che vengono "delusi" reciprocamente : dinanzi a loro si apre una voragine entro la quale, quasi sempre, precipita solo uno dei due, per somma fortuna dell'altro.

Hai centrato un punto chiave secondo me.
L'aspettativa in sè stessa fa parte della natura umana, cioè non è una costruzione evitabile ma una modalità di organizzazione dell'esperienza.
Mi spiego: il gatto impara in base all'esperienza (il passato vissuto) che se va in una certa zona trova i topi e che i topi si acchiappano meglio facendogli agguati, in ogni situazione o luogo che presenta caratteristiche simili a quella zona, il gatto si aspetterà di trovare topi e agirà per cxatturarli nel modo appreso ( aspettativa sul futuro).
Nello stesso modo fa l'uomo. L'aspettativa è uno schema interpretativo con valore predittivo che serve ad organizzare l'esperienza.
Nel caso dei sentimenti umani però ci sono molte variabili in più.
Tu giustamente ricordi quella delle fantasie e delle immagini che hanno reso forma a seguito di esperienze passate.
Anche questo è normale ed inevitabile.
Il problema sorge in due casi: se questi schemi sono rigidi e se non si è capaci di scindere la realtà dell'altro dalla nostra fantasia dell'altro.
Questo mi pare sia il caso di cui tu parli.
Se ci comportiamo copsì lo scacco è certo per tante ragioni: la principale è che NON ESISTE RISARCIMENTO, il passato ferito è un passato affamato che non è mai sazio di rassicurazioni. Inoltre nessuna persona incarna le nostre fantasie, quindi anche senza farci del male gli altri verrebbero comunque scartati. Infine, ci si fa del male: facciamo e riceviamo un torto. Infondo cerchiamo "cose per noi" e non l'altro, e altrettanto fa l'altro con noi. Mi è capitata a 18 anni una cosa così.

6
Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Il discorso, banalmente, è sempre lo stesso.

O ci si mette in atteggiamento di "donazione evangelica"
O ci si mette in atteggiamento di "affare commerciale".

Nel primo caso, i guadagni sono "doni" graditi quanto insperati.
Nel secondo caso l' "affare" fatto da uno è "fregatura" per l'altro.

Come diceva Lavoisier?... "nulla si crea, nulla si distrugge!"

7
Il_Soldatino_di_Stagno
Il_Soldatino_di_Stagno
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
...E poi ci rammarichiamo che il Mondo va a ramengo! evil bat

8
Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
? ? scratch confused

9
The Royal
The Royal
Viandante Storico
Viandante Storico
NinfaEco ha scritto:Per aspettativa, intendo ciò che il soggetto si aspetta che accada.

Le nostre aspettative sono condizionate dal nostro passato e contribuiscono a determinare il nostro futuro?


Ottima questione con tanti "ma" e tanti "se".

Si, NinfaEco, la definizione sarebbe quella che hai fornito tu. Un soggetto, si aspetta che accada qualcosa.

E le aspettative realizzate o fallite, secondo me influiscono sul tipo di aspettativa futura, avendo visto succedere cio' che potremmo aver visto accadere.

Ti faccio un esempio: io sono stato testimone in un'azienda di un fatto.
Una persona aspettava un certo evento a suo favore che tardava.

Vista la reticenza del dirigente in questione, il soggetto si e' rivolto al superiore di quel dirigente, che approvando ha interessato il sottoordinato per una risoluzione.
Ma il sottoordinato ha continuato nella propria reticenza ed il sopraordinato non ha insistito piu' di tanto.

Ci si sarebbe aspettati , con un panorama del genere che quella questione andasse a posto.
Cosi' non e' stato appunto.

Aspettativa delusa.

E quindi, quando il soggetto deluso, formulera' una qualsivoglia aspettativa futura, porra' probabilmente, proprio per questa esperienza un sacco di "ma" e di "se".

Come dire che non ci sia qualcosa di sempre scontato e di conseguentemente raggiungibile.

Sulla carta, si', ma bisogna poi vedere di fatto. rotolarsi dal ridere

10
Ospite
Anonymous
Ospite
La parola "aspettativa" penso di poterla paragonare alla parola "illusione", perchè l'aspettativa in fondo non è altro che il riflesso delle nostre speranze, di quello che vogliamo, delle illusioni che spesso ci creiamo da soli.
Quanto le nostre aspettative possano condizionare? Molto, direi.

11
Il_Soldatino_di_Stagno
Il_Soldatino_di_Stagno
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Lucio Musto ha scritto:? ? scratch confused

Effettivamente la mia frase, forse, è risultata sibillina.
Intendevo dire che tra i due aspetti che illustravi tu, e che sono quelli che solitamente si incontrano/scontrano, ci sarebbe forse la solita cara dimenticata via di mezzo che potrebbe limitare i danni.
E specifico : se chi agisce in modo esclusivamente opportunistico fosse meno "avido" ne risulterebbero meno morti e feriti sul campo.
Oltre a prendere atto che le cose vanno così da tempo, (troppo tempo aggiungerei, da qui l'andare a ramengo del Mondo) credo che dovremmo iniziare a stigmatizzare con maggior convinzione chi "rapina".
In tutti i campi : materiale e spirituale.

12
Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Il_Soldatino_di_Stagno ha scritto:
Lucio Musto ha scritto:? ? scratch confused

Effettivamente la mia frase, forse, è risultata sibillina.
Intendevo dire che tra i due aspetti che illustravi tu, e che sono quelli che solitamente si incontrano/scontrano, ci sarebbe forse la solita cara dimenticata via di mezzo che potrebbe limitare i danni.
E specifico : se chi agisce in modo esclusivamente opportunistico fosse meno "avido" ne risulterebbero meno morti e feriti sul campo.
Oltre a prendere atto che le cose vanno così da tempo, (troppo tempo aggiungerei, da qui l'andare a ramengo del Mondo) credo che dovremmo iniziare a stigmatizzare con maggior convinzione chi "rapina".
In tutti i campi : materiale e spirituale.

Naturalmente quello "sarebbe" l'ottimo, ed in effetti quello normalmente succede fra noi umani, che non siamo né angeli perfetti né perfidi diavoli,
e continuiamo a vivere lo stesso. Un po' donando, un po' esigendo.

Ma nel discutere, occorre fare delle estremizzazioni, per spiegarsi, e tirar fuori la teoria, da applicare poi "cum grano salis"... sennò sai che succede?...
Che si apre una diatriba infinita e senza logica di quale sia effettivamente "l'ottima via di mezzo".
Perché il giusto mezzo, visto dalla sponda tua, è spesso assai distante dal giusto mezzo visto dalla sponda mia.
E stiamo daccapo a far calcoli trigonometrici... rolleyss

13
Il_Soldatino_di_Stagno
Il_Soldatino_di_Stagno
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Sai...sarà che la "piega" presa dai nostri usi & costumi, ormai, mi procura talmente tanto sdegno in rapporto all'impunità diffusa che, forse, trovo il semplice discuterne troppo blando.

Ci sono danni e sconvolgimenti esistenziali derivanti dalla cupidigia e dall'assenza di scrupoli altrui che non permettono altro fuorchè l'indignazione perpetua.

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Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Il_Soldatino_di_Stagno ha scritto:Sai...sarà che la "piega" presa dai nostri usi & costumi, ormai, mi procura talmente tanto sdegno in rapporto all'impunità diffusa che, forse, trovo il semplice discuterne troppo blando.

Ci sono danni e sconvolgimenti esistenziali derivanti dalla cupidigia e dall'assenza di scrupoli altrui che non permettono altro fuorchè l'indignazione perpetua.


Io ti comprendo perfettamente, Soldatino_di_Stagno e puoi facilmente convincertene se solo pensi alla mia educazione parecchio stagionata.
e risalente ad un'epoca di tanti tabù, tanti scrupoli, tante orgogliose indefettibili virtù, tanti insuperabili recinti...

Si, anch'io vivo in una indignazione perpetua, ed "indignazione" è termine adatto alle labbra di una signora... ma fortemente riduttivo.

Eppure... eppure ti esorto a fare con me due considerazioni, che senz'altro "buoniste" nella forma, sono atrocemente attuali, per me e forse per te, ed anche vere.

La prima - il mondo è cambiato, certo. ma non siamo noi, gli arbitri del mondo; e tanto meno lo siamo quando più ci avviciniamo al declino delle vita. Molte cose le vediamo sbagliate, e probabilmente sono sbagliate in assoluto e solo forse sono sbagliate perché la vista ormai stanca e la mente rallentata ci impedisce di vederle bene, ma sono le cose del mondo, del mondo di oggi, come noi lo abbiamo condizionato ieri e come le nuove generazioni se lo stanno plasmando oggi. Ed il mondo, è soprattutto il loro.

La seconda - Danni, sconvolgimenti esistenziali, cupidigie, assenza di scrupoli... con quali unità di misura valutiamo queste cose?... con le nostre, con quelle che abbiamo deciso essere giuste dopo averle (civilmente, certo) imposte ai nostri genitori che la pensavano diversamente... oh!... quanto diversamente!
Ebbene, le nostre certezze incrollabili, i nostri principi, le nostre virtù... oggi non valgono più nulla, ed il metro di valutazione delle cose è del tutto differente.
Nolenti o volenti, non ci resta che rassegnarci.

Voglio chiudere con una notarella autobiografica. Mia moglie ed io abbiamo avuto quattro figli, per fortuna (o grazia di Dio) sani, intelligenti, riusciti bene, inseriti nel mondo, felicemente sposati e felici dei figli che hanno avuto...
Prontissimi ad indicarci come genitori di successo... ma assolutamente refrattari a qualunque consiglio non richiesto, Mai, alleverebbero un figlio come noi abbiamo allevato loro, mai gli darebbero quelle pappine, gli racconterebbero quelle storie, indicherebbero loro quei percorsi di sviluppo... e che?... gli vogliamo rovinare i figli?... che i nonni pensino a fare i nonni, e basta!

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Il_Soldatino_di_Stagno
Il_Soldatino_di_Stagno
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
La seconda - Danni, sconvolgimenti esistenziali, cupidigie, assenza di scrupoli... con quali unità di misura valutiamo queste cose?... con le nostre, con quelle che abbiamo deciso essere giuste dopo averle (civilmente, certo) imposte ai nostri genitori che la pensavano diversamente... oh!... quanto diversamente!
Ebbene, le nostre certezze incrollabili, i nostri principi, le nostre virtù... oggi non valgono più nulla, ed il metro di valutazione delle cose è del tutto differente.
Nolenti o volenti, non ci resta che rassegnarci.


Infatti. Mi baso sulle mie esperienze.
L'unità di misura sono appunto i danni esistenziali subiti.
Un tempo il grado di coscienza di ogni singolo individuo, magari anche di uno soltanto, ne sono certa, avrebbe interrotto la catena che ha permesso di arrivare a determinati livelli.
Converrai con me che, per chi è stato "misurato" da "questo" metro di valutazione, è inaccettabile fermarsi alla mera rassegnazione.
Pur comprendendo benissimo che accettare la realtà, invece, sarebbe il male minore BeautyfulSuina

PS : scusa per l'imperfezione "tecnica" : non so come si possono estrapolare singoli brani di un post salvo che col "vecchio" copia&incolla.
Perciò manca l'intestazione col tuo nick imbarazzo

16
Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Il_Soldatino_di_Stagno ha scritto:....
...
L'unità di misura sono appunto i danni esistenziali subiti.
Un tempo il grado di coscienza di ogni singolo individuo, magari anche di uno soltanto, ne sono certa, avrebbe interrotto la catena che ha permesso di arrivare a determinati livelli.
...

Non far caso al problema tecnico, prima o poi imparerai.
Certamente dici cose giuste, e voglio fare una osservazione su quella che ho quotato.

Ma siamo sicuri che quei danni si sarebbero potuti evitare?... certamente si, si potevano evitare, se chi ci ha fatto il danno avesse agito diversamente.
Ma chi ci ha fatto quel danno, "era in grado" di agire diversamente?... cioè era sufficientemente preparato, e nella giusta direzione, e con le giuste convinzioni?...
I pedagoghi di una volta (questo è un esempio) riempivano i loro discenti di bacchettate e punizioni, facendo nascere complessi di inferiorità o temperamenti violenti... ma mica erano sadici o malvagi!... nella loro mentalità, nella loro cultura, lavoravano ed agivano nel migliore dei modi!... e così abbiamo fatto noi, e così fanno i nostri figli oggi...
E se i monelli adesso sono irriverenti e birbaccioni... sicuro che sia solo colpa loro?... o dei loro genitori che non hanno saputo educarli?... o forse anche nostra, che a suo tempo sbagliammo qualcosa con quei nostri figli finalmente allevati "nel rispetto e nella libertà dell'individualità del piccolo"?...
Quei nostri figli allevati nella "pedagogia permissiva" di Benjamin Spock, da lui stesso rinnegata giusto prima di morire.

I cattivi ci sono, per carità!... ma non gettiamo la croce indiscriminatamente!... tanti, o forse tutti noi sbagliamo, ma nella coscienziosa certezza di star facendo del nostro meglio.
Sforziamoci di convincerci che non tocca a noi giudicare; non possiamo farlo bene, dalla nostra posizione. Cerchiamo di amare, e basta.

17
Il_Soldatino_di_Stagno
Il_Soldatino_di_Stagno
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Tu, comprensibilmente, ti soffermi sulla questione pedagogica perchè ti tocca da vicino.
Io, invece, non ricerco le cause.
Mi riferisco agli effetti.
Che sono quelli di adulti ben consapevoli della situazione che avevano davanti e che hanno deliberatamente operato scelte oggettivamente dannose nei confronti di un singolo.
Si possono fare grossi danni anche contravvenendo ai propri doveri professionali, per esempio, anche senza un'azione palese bensì con omissioni.
Queste scelte sono state fatte per assenza di una benchè minima linea morale.
Per codardia.
La viltà mista ad amoralità ed opportunismo è il leit motiv dei nostri, ahimè, tempi.
Anche se le eccezioni esistono sempre, probabilmente. Ma sono eccezioni.
Mentre sarebbe stata auspicabile una realtà che contenesse l'esatto contrario.
Ed una volta era così.
Io non posso certamente cambiare il mondo, tantomeno voglio farlo.

Il risultato di un mondo come questo, però, è quello che non è poi così automatico amare.

18
herbaemme
herbaemme
Viandante Residente
Viandante Residente
Più che determinare il futuro, credo che le aspettative siano degli ostacoli che si frappongono al libero svolgimento di una relazione.

In qualche modo, una relazione che parte con un'aspettativa è già una relazione malata. Questo, naturalmente, se ci limitiamo alle relazioni puramente interpersonali, senza altri presupposti.

Per esempio, i rapporti di lavoro si fondano su delle aspettative, come è giusto che sia. Oppure, quando entriamo a far parte di una comunità ci si aspetta da noi piena partecipazione e condivisione degli obiettivi comunitari.

In un rapporto a tu per tu, nell'amicizia come nell'amore, ci si sceglie sulla base di affinità e dati istintuali: e fin qui è la parte sana della relazione. Spesso, nella fase iniziale della reciproca conoscenza, sulla parte sana iniziamo ad innestare delle aspettative, che vanno a "guastare" la pianta nella sua crescita. Questo perché tendiamo a proiettare sull'altro i nostri desideri, come se il comportamento dell'altro fosse funzionale al loro soddisfacimento. Con le aspettative, è come se negassimo all'altro una parte della sua libertà, volendo attuare una forzatura, un controllo sul suo operato.
Ciò avviene normalmente in maniera implicita, allusiva, perché il nostro inconscio è abilissimo nell'arte della manipolazione e del condizionamento.

Tuttavia, ritengo che avere delle aspettative sia umano, e pressoché inevitabile.
Per fortuna, nel corso dei secoli ci siamo adattati benissimo a vivere in una società sostanzialmente malata. E questo è testimoniato dal fatto che tutte le epoche hanno avuto i loro martiri, cioè coloro che hanno osato combattere la malattia, perseguendo l'utopia di un mondo sano.

Ma questo è un mondo dove l'idealismo è destinato a soccombere davanti al potere dirompente del compromesso. E forse è meglio così...

Scusate la digressione sociologica pietra

19
Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Il_Soldatino_di_Stagno ha scritto:Tu, comprensibilmente, ti soffermi sulla questione pedagogica perchè ti tocca da vicino.
Io, invece, non ricerco le cause.
Mi riferisco agli effetti.
Che sono quelli di adulti ben consapevoli della situazione che avevano davanti e che hanno deliberatamente operato scelte oggettivamente dannose nei confronti di un singolo.
Si possono fare grossi danni anche contravvenendo ai propri doveri professionali, per esempio, anche senza un'azione palese bensì con omissioni.
Queste scelte sono state fatte per assenza di una benchè minima linea morale.
Per codardia.
La viltà mista ad amoralità ed opportunismo è il leit motiv dei nostri, ahimè, tempi.
Anche se le eccezioni esistono sempre, probabilmente. Ma sono eccezioni.
Mentre sarebbe stata auspicabile una realtà che contenesse l'esatto contrario.
Ed una volta era così.
Io non posso certamente cambiare il mondo, tantomeno voglio farlo.

Il risultato di un mondo come questo, però, è quello che non è poi così automatico amare.

Concordo pienamente con quello che dici, e naturalmente non nego la cattiveria, e la malafede, e nemmeno l'immoralità o l'amoralità.
Ma mi sforzo (forse per continuare a sopravvivere?) di essere il meno drastico possibile, nel giudizio.

A noi cattolici hanno insegnato, fin da bambini a riflettere sulle nostre azioni, e chiedere perdono a Dio delle imperfezioni.
Ad ogni inizio Messa confessiamo "di aver molto peccato in pensieri, parole, opere ed omissioni", e sarebbe giusto che questa non fosse
una semplice giaculatoria, ma sottendesse un esame di coscienza, una "scorsa critica" delle nostre azioni.
Io, provo a farlo; e sai dove mi trovo più carente e meno giustificabile?... nelle "omissioni". Cioè nelle cose buone che avrei potuto fare concretamente, e mi sono lasciato sfuggire tradendo il mio essere uomo di fede, ma anche semplicemente uomo "di buona volontà".

Io sono certo (o almeno mi consolo sperando, per via del "mal comune...") che tutti siamo manchevoli, e tutti abbiamo bisogno
della misericordia. Soprattutto quella delle altre persone.

E mi fermo... sennò andiamo nel difficile!

20
Il_Soldatino_di_Stagno
Il_Soldatino_di_Stagno
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Capisco.

La Fede è un grande dono e aiuta molto : fortunato chi lo ha ricevuto.

21
Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Il_Soldatino_di_Stagno ha scritto:Capisco.

La Fede è un grande dono e aiuta molto : fortunato chi lo ha ricevuto.

concordo

22
Il_Soldatino_di_Stagno
Il_Soldatino_di_Stagno
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Lucio Musto ha scritto:
Il_Soldatino_di_Stagno ha scritto:Capisco.

La Fede è un grande dono e aiuta molto : fortunato chi lo ha ricevuto.

concordo

E' una fortuna, salvo quando il dogma rende ciechi ed integralisti ed impedisce una visione obiettiva e rispettosa delle situazioni, beninteso.

23
NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
The Royal ha scritto:

E quindi, quando il soggetto deluso, formulera' una qualsivoglia aspettativa futura, porra' probabilmente, proprio per questa esperienza un sacco di "ma" e di "se".

E' esattamente ciò che mi preoccupa.
Se una persona, avendo subito perdite inattese e violente, si trincera dietro "ma" e "se", continuamente la sua aspettativa ( in questo caso l'attesa di una infelicità il cui arrivo si da per certo dubitando solo dell'ora) deciderà del suo presente e del suo futuro in senso negativo ( "profezia che si autoadempie").

24
The Royal
The Royal
Viandante Storico
Viandante Storico
NinfaEco ha scritto:

E' esattamente ciò che mi preoccupa.
Se una persona, avendo subito perdite inattese e violente, si trincera dietro "ma" e "se", continuamente la sua aspettativa ( in questo caso l'attesa di una infelicità il cui arrivo si da per certo dubitando solo dell'ora) deciderà del suo presente e del suo futuro in senso negativo ( "profezia che si autoadempie").


Scusa NinfaEco: io invitavo ad una cautela previsionale che a te suonerebbe come una autolimitazione.

Ma, sarebbe stato solo per migliorare la qualita' della previsione.

Io attendo si' la felicita' e l'inseguo attivamente, sempre che io non trovi ostacoli come quelli che mi avrebbero frustrato in precedenza e che per te, appunto il fatto di metterli in conto, se ben capisco sarebbe gia' una chiusura iniziale.

Ed in effetti sara' pur vero, ma mi sembra che sarebbe bene mettere in conto ll fatto che chichessia, nel tentativo di realizzazione di un progetto, intoppi in qualche persona-sabotante che ti mandi tutto a carte e quarantotto.

Comunque e' molto bello il tuo pensiero; cercare di non autocondizionarsi. Noi, gli Altri e le nostre Aspettative 274731 Noi, gli Altri e le nostre Aspettative 73990920 Noi, gli Altri e le nostre Aspettative 274731

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NinfaEco
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Viandante Ad Honorem
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Sorriso Scemo cerco ... non è detto che ci riesca

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