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Lucio Musto
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Licola 21/5/2012



L'unione fa la forza





Dai ragazzi non mollate! Dai ragazzi non mollate!




I tifosi incitano la propria squadra urlando, cantando e chiedendo impegno e risultati. I manifestanti proclamano con forza i propri bisogni con slogan e richieste insistenti. Le giornate mondiali contro il fumo, contro la violenza o per chiedere l'abolizione della pena di morte, ci uniscono in un impegno silenzioso che esprime tutta la forza possibile. Sempre uniti, sempre insieme, incanaliamo la nostra energia. E' davvero un bel regalo che abbiamo ricevuto, quello di moltiplicare con progressione geometrica la nostra piccola forza se la uniamo a quella degli altri.


Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
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Faenza 23/5/2012



Il dolore



Mi fa male il cuore, ma non solo il cuore. E’ da lì che si irradia, poi coinvolge tutto fin nel profondo, diventa la mia vita la mia ragion d’essere, sono tutto dolore,


E’ coinvolgente il dolore, lo provo non solo quando sono direttamente colpito da un evento che lo provoca, ma anche quando qualcun altro prova dolore. Il dolore è strano lo si avverte potente anche se non ci appartiene direttamente.
Mia figlia Delia è stata per me una grande maestra. E’ lei che mi ha messo in contatto profondo con il mio dolore, è grazie al suo dolore che ho potuto conoscermi e forse crescere. Ringraziare un evento che ci ha sconvolto la vita sembra un anatema, che il Signore mi perdoni, eppure se sono più consapevole e migliore lo devo ad esso. Una volta pensavo che il dolore per una persona scomparsa, che non potevo più vedere, fosse isopportabile, ho imparato, invece che altrettanto è il dolore che provo per chi prova dolore. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
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Faenza 24/5/2012



Lasciar andare



Ora lascia, o Signore, che il tuo servo

vada in pace secondo la tua parola;

perché i miei occhi han visto la tua salvezza,

preparata da te davanti a tutti i popoli,

luce per illuminare le genti

e gloria del tuo popolo Israele






Oggi salutiamo Carlo. Mi piace farlo con il cantico di Simeone L’amore è sempre amore,ma puo’ essere, in alcuni casi, impedimento. L’amore più profondo e più vero costa impegno, non puo’ essere manifestazione di egoismo. Oggi è il momento di liberare una persona cara dall’amore possessivo. Oggi dobbiamo essere forti e capaci , procurandoci dolore, di lasciar libero Carlo di continuare la sua strada, non deve costituire l’affetto che ci lega a lui una zavorra che lo lega a questa nostra realtà. Facciamogli sentire che lo accompagniamo in questa nuova avventura e che ci piace saperlo libero dagli affanni.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
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Faenza 25/5/2012



Frequentazioni



Mi recavo, solitamente il mercoledì alla "locanda del gigante". Partecipavo alla riunione pomeridiana con i ragazzi, si chiacchierava e verso la fine dell'incontro il mio amico-maestro, Carlo Petrella, mi chiedeva di raccontare un aneddoto o una barzelletta. Mi chiamava l'uomo del mercoledì e diceva, bontà sua, ai ragazzi della locanda che io frequentavo "i saloni di bellezza".



La mia fequentazione, per anni assidua e quasi testarda, a corsi, seminari esperienziali, gruppi di ricerca su di sè, lavori di coppia, di gruppo, che venivano definiti "saloni di bellezza", ha costituito la mia storia di quel periodo. Ora frequento altri siti, faccio il nonno, mi emoziono, mantengo il filo del rapporto con quelli che conosco e che amo. E' un filo sottile, ma molto solido. Cerco in tutto questo, di non distrarmi dal frequentare anche me. Frequentiamoci.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
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Faenza 26/5/2012




Non mi distraggo

“.. non lasciarti condizionare dal contorno, non distrarti sugli orpelli, concentrati su di me. Io sono in ogni chiesa, in ogni tabernacolo, e certo le pareti del piccolo tempietto non ostacolano il mio sguardo, né offuscheranno il tuo parlarmi…” Dice il Signore per bocca del mio amico-maestro Lucio.
Imparate a concentrarvi, a meditare, senza farvi distrarre da ciò che vi circonda. Diceva un mio maestro : Barrye Simmons


Certamente ho avuto amici, insegnanti, familiari, conoscenti, persone incontrate per caso e poi non riviste più, in molti casi ho prestato attenzione ad essi, si è creato un passaggio emozionale, ho ricevuto insegnamenti, spesso al di là del tipo di rapporto che avevamo; a volte mi sono distratto e certamente, avrò perso qualcosa. Non posso fare a meno, comunque di definire, chi mi ha stimolato, o direttamente mi ha dato qualcosa, maestro. E’ sempre bello riconoscere un maestro.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
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Faenza 27/5/2012


Guardiamoci


Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardare d’all’alto in basso un altro uomo solo per aiutarlo a rimettersi in piedi.



Se ci capita di guardare qualcuno dall'alto in basso, ricordiamoci di quella volta che abbiamo guardato qualcuno dal basso. Impariamo anche noi quel che ha imparato Gabriel Garcia Marquez, non facciamoci sopraffare dall'arroganza. Guardiamoci ed in quest'altalena di alti e bassi verrà il momento che trovandoci alla stessa altezza, potremo guardarci dritto negli occhi.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
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Faenza 28/5/2012




Fotografare




Fotografare, etimologicamente, significa scrivere con la luce. Il raggio più o meno luminoso passando su di una superficie, incide più o meno il materiale sensibile di cui essa é composta.



Sono passati poco meno di duecento anni da quella che puo' essere ritenuta la prima fotografia; nonostante gli enormi cambiamenti tecnologici, si parte sempre da un pennello luminoso per giungere ad una immagine. E' un po' improbabile poter paragonare questo processo a ciò che si verifica tra il nostro occhio (obbiettivo?) ed il nostro cervello (pellicola?). E' difficile il paragone anche se vogliamo soffermarci solo all'aspetto fisico-anatomico (hardware?) della formazione dell'immagine, non ne parliamo se poi aggiungiamo tutte le variabili psicoemotive e culturali. Cerchiamo allora, se é possibile, di fotografare un po' della nostra sensibilità. Portiamo sulla pellicola, o su ciò che la sostituisce, un po' della nostra emozione e della nostra cultura.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
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Faenza 30/5/2012




L'insegnante


Mi spiegò per filo e per segno come dovevo fare. Compresi tutto e subito. Era un ottimo insegnante.


In diversi campi penso di poter insegnare qualcosa. Conosco i rudimenti e la tecnica di molti lavori manuali. Ho una cultura varia anche se raramente approfondita, ma , come diceva un mio amico-maestro, "beati monoculi in terra cecorum", che poi é un bel modo per dire " fai o' gallo 'ncopp'a munnezza". L'insegnante non é da tutti, ma se si ha un po' di comunicativa e delle cognizioni, possiamo certamente passarle agli altri. Altra cosa é il maestro. Il maestro puo' anche non esser colto, puo' anche non avere conoscenze tecniche, il maestro va al di là della spiegazione, quella che all'università si chiama scienza della comunicazione. Sarò stato anch'io qualche volta maestro, anche senza accorgermene, ma in quel momento si sarà creata l'alchimia della mia capacità di trasmettere e dall'altra parte di ricevere. Penso, in effetti, che, fortunatamente é più probabile che siamo maestri che insegnanti. Mi sembra buono che sia così, perchè abbiamo più bisogno di mestri che di insegnanti. Attenzione, però, i maestri sono tanti, ma quanti ne riconosciamo?

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
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lo so che questa poesia di Erri de luca è una ripetizione per il Forum, che già è stato aperto un apposito thread,
ma non vorrei interrompere la catena dei 2desideri di Giovanni


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Faenza 31/4/2012





ancora

Valore

Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca..
Considero valore il regno minerale, l'assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finché dura il pasto,un sorriso involontario,
la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varrà più niente e quello
che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe,
tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi,
provare gratitudine senza ricordare di che.
Considero valore sapere in una stanza dov'è il nord,
qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca,
la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l'uso del verbo amare e l'ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto




Erri De Luca





Quando tacere é un valore,accettiamo di buon grado di tacere.

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Lucio Musto
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Faenza 1/5/2012

Secondo mese di appuntamento quotidiano. Prima di tutto, voglio ringraziare tutti voi che mi seguite con affetto e pazienza, qualcuno e ne sono lusingato, anche con aspettativa, voglio scusarmi delle ripetitività, in alcuni casi volute(repetita iuvant), in altri casi per distrazione.


Aspettativa


L'appuntamento era importante. Io ero un po' teso ma speranzoso. Già immaginavo come sarebbero andate le cose. Poi per una sciocchezza andò tutto a carte quarantotto.



Io amo farmi aiutare dall'etimologia. L'uomo nel corso del tempo, ha spesso travisato, filtrando alttraverso la sua emotività, il significato delle parole. Aspettare deriva dal latino ad spicere: guardare verso. L'apettativa é quindi, l'atto del guardare verso attendendo, in modo statico, che si verifichi l'evento. Noi però, carichiamo questa attesa di prospettive, di speranze che si verifichino gli eventi che desideriamo. E' qui che inizia il malessere, perchè in ogni caso la realtà si discosterà più o meno dalle nostre " aspettative ", creandoci quasi sempre delusione. Aspettiamo tranquilli senza precorrere i tempi. Non costringiamoci a fare bilanci confrontando ciò che abbiamo immaginato con ciò che si é verificato.

Due abbracci a tutti (per recuperare quello di ieri). Giovanni

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Lucio Musto
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Faenza 2/6/2012



Pace



Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.





La pace è un valore universale. La settima beatitudine, parla a tutti, credenti e non. La pace oggi ci sembra un’utopia. Non dobbiamo essere per forza segretari delle nazioni unite per cercare di attuare la pace nel mondo. Iniziamo dalla realtà più vicina a noi, iniziamo da noi. Non dico che è facile, ma è, forse, l’unica possibilità che abbiamo per seminare questo prezioso seme. Non ci spaventiamo, con attenzione e consapevolezza, possiamo annidare nel nostro intimo l’esigenza della pace, un po’ per volta giorno per giorno, se l’alimentiamo, diventerà una realtà della quale non potremo più fare a meno nella nostra vita. E’ un augurio grande.


Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
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Faenza 3/6/2012


Fine-mezzo


Il cammino e' come la vita solo concentrato in poco intensissimo tempo e come la vita c'e' tutto e ti capita tutto, per questo poi e' difficile raccontarlo perche' sarebbe come raccontare una vita intera in poche righe. Comunque oggi mi son fatto la solita domanda che ogni volta ti ripeti sul cammino: ma che cazzo ci sto a fare qui.
La risposta non la conosco ma so che in questo momento non vorrei essere in nessun altro posto se non qua.



Così mi scrisse il mio carissimo amico Gigi mentre faceva il cammino di Santiago. Partiamo per arrivare, poi ci accorgiamo che siamo già arrivati momento per momento. Che fine ha fatto il nostro fine? E cosa ne é stato del mezzo che usiamo per raggiungerlo? Un po' di tempo fa mi sembrava di esser convinto che fosse una distorsione far diventare il mezzo fine. Forse questa mia convinzione puo' essere ancora valida per il danaro, il lavoro, lo studio, la ricerca, l'allenamento e chi più ne ha più ne metta. Quante volte però ci capita di voler continuare a studiare o ricercare o far soldi o lavorare o allenarci, perche ci realizziamo in queste attività? E' forse sbagliato, ma così ci capita. Non é forse la vita un mezzo che diventa fine?

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
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Faenza 4/6/2012



Reincarnazione


Si overo more 'o cuorpo sulamente
e ll'anema rinasce 'ncuorpo a n'ato,
i' mo so' n'ommo, e primma che so' stato?
na pecora, nu ciuccio, nu serpente?
E doppo che sarraggio, na semmenta?
n'albero? quacche frutto prelibbato?
Va trova addò starraggio situato:
si a ssulo a ssulo o pure 'mmiez' 'a ggente.
Ma i' nun 'e faccio sti raggiunamente:
i' saccio che songh'io, ca so' campato,
cu tutt' 'o buono e tutt' 'o mmalamente.
E pe' chello che songo sto appaciato:
ca, doppo, pure si nun songo niente,
sarraggio sempe n'ommo ca so' nato




Al di là delle credenze, la poesia di Raffaele Viviani mi sembra bellissima, lascia poi lo spazio al dubbio.
Origene, un dotto Padre della Chiesa, sviluppò una dottrina che prevedeva negli uomini vite precedenti, egli morì nel 253 . Nel 543 , fu indetto il sinodo di Costantinopoli, nel quale fu emesso un decreto di scomunica nei confronti di chi credesse nella trasmigrazione delle anime. Tale sinodo fu, però da molti ecclesiastici ritenuto invalido in quanto, in modo anomalo, non vi prese parte il papa Virgilio, che si rifiutò di parteciparvi.
Questo, tanto per aggiungere qualche altro punto interrogativo.

Un abbraccio a tutti. Giovanni


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Lucio Musto
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Licola 5/6/2012


Contemplare


La contemplazione é uno sguardo che ha questa virtù, che a furia di guardar l'ombra ne fa scaturire la luce.


E' bello utilizzare questo termine nella vita corrente, dà sacralità alla nostra azione, come esprime la frase di Hugo. Se contempliamo un panorama o il volto di una persona cara, in quell'attimo cogliamo il divino che é in essi. Andiamo oltre il guardare, contempliamo.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
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Licola 6/6/2012


Leggerezza



Come mi pesa l'esistenza, come posso sostenere il peso dei miei errori, che peso essere uomini.


No! Non si puo', non é corretto vivere così tutti i giorni della nostra vita. Endrigo diceva " che fatica essere uomini", ma la fatica ci sta, si supera, passa, é, comunque attiva. Vivere col peso che ci grava addosso no, non si deve fare. Rimaniamo bloccati, svolgiamo una vita inutile, finiamo la vita senza averla iniziata. Voglio essere leggero, voglio ascoltarmi senza giudicarmi, non voglio sempre contraddire le mie azioni ed i miei pensieri, voglio imparare ad esser contento di me, o per lo meno ad accettare quel che sono.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
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Licola 8/6/2012



Comunicazione


Mi é capitato più di una volta, quando ero in ufficio, di rispondere a telefono e sentire un collega che partiva sparato ad illustrarmi un problema che doveva esser risolto. Più di una volta, come dicevo, non capivo di che si stava discutendo e , con la mia spocchia, dicevo al collega:" per cortesia, ripeti facendo attenzione al soggetto, predicato verbale e complemento".



Il problema della comunicazione é vecchio quanto il mondo. L'uomo ha creato le regole, le convenzioni ed infine gli standard. Io sono tacciato per razionale, un po' rigido, e quindi mi piace che vengano rispettate le regole, in particolare in tema di comunicazione. Tante volte mi capita di non capire quando il comunicatore parte per la tangente, fa voli pindarici o apre troppe parentesi. Sono in fin dei conti una persona semplice che é stata abituata dal padre, insegnante di matamatica, a non saltare i passaggi delle espressioni, ma ad eseguirli pedissequamente. Altrimenti si puo' sbagliare e peggio ancora é più difficile individuare l'errore.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
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altro che spocchia!... io me lo ricordo, e posso testimoniare:
la sua era raffinatissima azione di didattica da sottoposto a presuntuoso.

Infatti soprattutto verso i capoccioni, gli alti dirigenti, quelli che pensano di far valere
la propria superiorità a colpi di stellette, di strilli e di prosopopea,
la calma olimpica e consapevole di Giovanni lanciava il suo umilissimo, micidiale strale:
Il sottinteso: "Ma lei sa di cosa sta parlando?..." normalmente raggiungeva il suo scopo,
ed il presuntuoso scendeva immediatamente a più miti consigli, fra il nostro sommesso e nascosto sghignazzare.

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Lucio Musto
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Licola 9/6/2012


Comunicazione bis



Siccome mi piacciono le regole, sono rimasto completamente spiazzato quando, nel nuovo coro in cui mi trovo, ho visto che non si rispettano posti stabiliti all'interno delle corde, le scalette dei concerti vengono stabilite all'ultimo momento e spesso cambiate in corso d'opera. Il maestro propone una cosa poi cambia idea, riuscire ad avere uno spartito é cosa a dir poco ardua. Un brano si mette in programma dopo pochissime prove. A dispetto di tutto ciò, il pubblico che ci ascolta é contento di noi e ci fa sempre i complimenti.



E' vero, sono razionale, rigido, poco propenso a far atto di umiltà, ma non credo di esser stupido. L'intelligenza, mi ha aiutato a sapere che i modi di comunicare possono essere infiniti. Ci sono tante chiavi per accedere alla comprensione dell'altro. E' giusto aprirsi ed essere disponibile a capire, bisogna fare il possibile per abbassare le proprie difese e consentire agli altri di entrare. Queste cose le conosco, ma evidentemente continuo a far resistenza. Mi si é creata, quindi, l'opportunità di mettermi alla prova, Pina mi chiede di andare in un nuovo coro , io accetto, e per me ogni volta é un esercizio di comprensione. Del resto per far si che popoli di lingue diverse comprendessero contemporaneamente lo stesso predicatore, ci volle l'intervento dello Spirito Santo.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Licola 10/6/2012


La metamorfosi dell'attore


Anni fa composi un'immagine unendo tre scatti fotografici e la chiamai "la metamorfosi dell'attore". Era il periodo in cui mi dedicavo alla ricerca sulle fotografie in movimento. Mi affacinava l'idea di rendere attraverso il mosso il passaggio dall'uomo al personaggio.


Ho partecipato a diversi lavori e seminari teatrali, che mi sono stati molto utili. Questo impegno mi ha portato alla convinzione che l'attore é prima di tutto un uomo che cerca, scava ed indaga il proprio essere. L'attore é consapevole che nel suo profondo c'é di tutto, coraggio e paura, odio ed amore, codardia, disprezzo, orgoglio, amore universale, passione e tutto il resto. La metamorfosi consiste, quindi nell'attingere il sentimento, anche se non manifestato nella vita corrente, ed esprimerlo per dar vita al personaggio. E' un lavoro originale, la paura che voglio esprimere deve essere quella mia, non quella dell'attore famoso a cui voglio ispirarmi. Facciamo come l'attore, anche se non dobbiamo salire sul palcoscenico, ricerchiamo per conoscerci.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Licola 11/6/2012



Consapevolezza



8 Solo per oggi, mi farò un programma: forse non lo seguirò a puntino, ma lo farò. E mi guarderò dai due malanni: la fretta e l'indecisione.

La fretta mi infastidisce, l'indecisione mi attanaglia. Giovanni XXIII nell'ottavo punto del suo decalogo ci pone ancora di fronte alle nostre responsabilità. Lo fa con amore, non ci chiede un programma importante, non pretende che lo eseguiamo in modo completo, ma per lo meno, guardiamo in faccia alla realtà, evitiamo i falsi agguati, siamo consapevoli e pretendiamo da noi il giusto.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Licola 12/6/2012



Decisione



"Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi."



Un'amica, che fa parte di coloro che ricevono le mie elucubrazioni, mi ha ricordato giorni fa questo brano del vangelo di Matteo: " " le perle ai porci " è uno dei miei motti evangelici di base. " Mi ha scritto così e subito si é allertata la mia attenzione. Chi decide chi sono i porci? Ed ancora chi decide quali sono le perle? Noi, certamente noi, ed é giusto così, correremmo altrimenti il rischio di non agire più, rimanere passivi ed indecisi tutta la vita. Mi piace però lasciare un po' di margine al dubbio. E' diverso, credo, se l'indicazione ci viene data dalle sacre scritture, se siamo persone di fede, o da un maestro, se gli diamo la nostra stima, oppure se viene da un governo, che magari é di un'altra nazione e quindi non ci siamo scelto. Partendo da questa considerazione, penso che dobbiamo prestare massima attenzione, quando diamo indicazioni agli altri. Indicare ed esprimere i propri convincimenti, magari cercare di esser convincenti, é cosa buona, ma ricordiamoci che la decisione della strada da intraprendere é strettamente personale.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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e questo lo propongo proprio come argomento di discussione nel forum!

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Licola 13/6/2012



Caos


Oggi sto tanto allero ca quasi quasi me mettesse a chiagnere pe sta felicità.



Il pianto certo non si addice alla felicità. Il dolore non va d'accordo col piacere. L'agitazione con la calma. Quante volte però, proviamo contemporaneamente contrastanti sensazioni, un'emozione che ne suscita una contraria. Noi vogliamo comunque ad ogni costo stabilire delle regole e mettere ordine nel caos. Oggi no. Oggi sto tanto allero ca quasi quasi me mettesse a chiagnere.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
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Licola 14/6/2012


Mi fruscio



9 Solo per oggi, crederò fermamente, nonostante le apparenze, che la buona provvidenza di Dio si occupa di me come se nessun altro esistesse al mondo.



Frusciarsi significa pavoneggiarsi, ed io oggi voglio pavoneggiarmi. Voglio pensare di essere il preferito, anzi l'unico, come mi suggerisce Giovanni XXIII.Questo vale per me che sono credente, ma certamente vale anche per tutti gli altri. Basta, una volta tanto, pensare che si é importante per se stesso, che oggi voglio prendermi in considerazione, voglio curarmi ed anche coccolarmi. Voglio essere buono con me, non essere giudice inflessibile. Oggi sarò per me un buon pater familias e mi tratterò con quella che i romani definivano "pietas" (amore compassionevole).

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Licola 16/6/2012


Sogni



"C'era una volta una gara... di ranocchi. L'obiettivo era arrivare in cima a una gran torre. Si radunò molta gente per vedere e fare il tifo per loro. Cominciò la gara. In realta, la gente probabilmente non credeva possibile che i ranocchi raggiungessero la cima , e tutto quello che si ascoltava erano frasi tipo: "Che pena!!! Non ce la faranno mai!"
I ranocchi cominciarono a desistere, tranne uno che continuava a cercare di raggiungere la cima. La gente continuava "...che pena!!! Non ce la faranno mai!..." E i ranocchi si stavano dando per vinti tranne il solito ranocchio testardo che continuava a insistere. Alla fine, tutti desistettero tranne quel ranocchio che, solo e con grande sforzo, raggiunse alla fine la cima. Gli altri volevano sapere come avesse fatto. Uno degli altri ranocchi si avvicinò per chiedergli come avesse fatto a concludere la prova. E scoprirono che ...Era sordo!


Sii sempre sordo quando qualcuno ti dice che non puoi realizzare i tuoi sogni."

Tratto da "lettere da un bosco" del mio amico-maestro il sociologo Carlo Petrella. Carlo é una persona adorabile, forte e delicata, dolce e tenace. Egli ci insegna, con la sua vita, a realizzare l'utopia.

Un abbraccio a tutti. Giovanni


…. …..

Un grande abbraccio ed il mio grazie anche a te, Giovanni.
Ed un grazie ed un abbraccio anche a Carlo Petrella che da sempre è nel mio cuore come maestro portatore di realtà bellissime, per me difficilmente concepibili.

Lucio

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