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Movimento interiore dell'anima

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Top-man
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Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Lucio Musto ha scritto:
Top-man ha scritto:
Lucio Musto ha scritto:no. Nel mio modo di vedere, la coscienza è solo un frammento dell'anima, diciamo uno strumento.
Io che sono cristiano spesso chiamo la coscienza "la Bibbia che noi abbiamo scritta dentro", cioè il nostro catechismo comportamentale come uomini. E l'anima va a consultarla.
Perciò i concetti fondamentali di bene e male sono così uniformi nell'uomo, e tutti li sentono in modo simile!

Vediamo se ho capito, la coscienza sarebbe un frammento dell'anima ma l'anima stessa dipenderebbe dalla coscienza per quanto attiene il comportamento o le scelte in genere?

non "dipende", a mio avviso, perché l'anima umana è libera. La coscienza è proprio il Grillo Parlante di Pinocchio.
Ti dice quello che è bene e quello che è male; poi tu scegli.
Una volta affermavo in modo obbligato, poiché immaginavo l'uomo come risultante di un patrimonio innato influenzato e modificato dagli stimoli esterni... oggi invece in modo autonomo, poiché non mi soddisfa più quel semplice quanto inutile meccanicismo, ed immagino l'uomo arricchito di una stilla di soprannaturale, di "divino" se ti piace la parola; quello che appunto chiamiamo "soffio", anima...

Quindi sempre secondo te, la coscienza "funziona" per tutti allo stesso modo. Per capire estremizzo, quindi un cannibale o un criminale avrebbero gli stessi impulsi di coscienza che potrebbe avere un occidentale nei confronti dell'uccisione di altre vite umane?
L'anima quindi sarebbe il contenitore al dentro della quale trovemmo tante realtà, eppure essa sarebbe libera da questi meccanismi essendo superiore ad essi ma allo stesso tempo incapace di "giudicare". Ma allora un anima immaginata in questo modo potrebbe essere immortale, insomma quale sarebbe la sua fine? E l'eventuale fine della coscienza? Ogni uomo si porterebbe nel dopo morte sia l'anima che tutto il contenuto, oppure cosa?

27
Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Vedo troppo meccanicismo e semplificazione, nelle tue parole; proverò a fare un discorso più completo, ma stasera, ora purtroppo non ho tempo.
Ti invito nel frattempo a pensare al "desiderio" di Giovanni, che oggi mi sembra particolarmente appropriato.
te lo riporto qui.
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Faenza 28/5/2012


Contro voglia


Solo per oggi, farò almeno una cosa che non desidero fare; e se mi sentirò offeso nei miei sentimenti, farò in modo che nessuno se ne accorga, guarderò al Crocifisso e mi sentirò consolato.


Il settimo punto del decalogo di Giovanni XXIII, come tutti gli altri , é diretto a tutti, non solo ai cattolici. Se proprio non voglio guardare il Crocifisso, mi basterà guardarmi intorno, troverò tanti ultimi che potranno darmi conforto. Farò oggi una cosa contro voglia, non occorrerà una gran cosa, anche un gesto che mi costa fare, o una parola che non vuole uscire dalle labbra. Questa azione la farò di buon grado e sono certo che mi porterà benessere. Un abbraccio a tutti. Giovanni

28
Top-man
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Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Ma, io non mi scandalizzo per nulla, figuriamoci, neppure per quello che chiamano il Crocifisso.
E stranamente non trovo cose che non desidero fare, cerco di farle tutte.
Il significato stesso del Crocifisso è stato sovvertito, e poi quello che io credo conti veramente è la nostra scelta, una scelta dell'anima, altro che se conta l'anima.

29
Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
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.

Coscienza


Eccomi dunque a te e scusami se non ho potuto dialogare prima.
La riflessione del mio amico sulle parole di papa Giovanni XIII non l’ho messa certo per scandalizzarti, ma solo per rilevare che nemmeno un papa preconciliare parlava “solo” per gli aderenti alla sua Chiesa, ma per tutti gli uomini.

Tornando a noi, ti dicevo che il tuo discorso mi sembra troppo meccanicistico.
Se le coscienze funzionassero tutte in modo identico, se il bene ed il male fosse esprimibile in un doppio elenco valido sempre ed identico per tutti, la coscienza individuale non servirebbe affatto, ed anche il libero arbitrio sarebbe null’altro che la consultazione di un indice:
voglio essere buono?... mi attengo alla colonna di sinistra, cattivo?.. a quell’altra.
E sarebbe finita.
Interpretarono così la legge per esempio, come ben sai, gli antichi ebrei, scegliendo la via facile.
Com’è scritto nel Deuteronomio?... cosa è inciso nelle tavole della legge?... se faccio così, sto a posto e sono popolo eletto, se faccio diversamente, la folgore divina è giustificata. Comodo sistema di scaricabarile; la responsabilità delle mie azioni non è più mia, ma di chi ha scritto la legge. A me basta dimostrare, con qualsiasi mezzo, di essere in regola.

Purtroppo, o fortunatamente per noi, non è così!... noi siamo uomini, non robot assoggettati alla rigida immutabilità delle tre famose leggi della robotica scritte da Asimov!
Le leggi esistono, eccome!... e vanno rispettate, e sissignori!... ma servono di guida al nostro progredire, non sono comodi sedili cui accomodarci!.

Sin troppo evidente,e banalmente constatabile che la materia su cui applicare la coscienza è diversa fra un banchiere inglese ed un aborigeno australiano, ma non è la materia che conta, ma lo spirito!
Se un banchiere inglese da a mangiare ai suoi figli scarafaggi è da galera, se lo fa un aborigeno australiano è un paterno atto d’amore!... ed altrettanto sarebbe un atto d’amore sarebbe e non più meritevole di galera per il banchiere inglese se il figlio avesse fame e lui non avesse altro da dargli da mangiare che gli scarafaggi della sua cantina!...
Non è quindi lo scarafaggio, il “bene” o il “male”, ma lo spirito che ad esso si applica nell’azione.
Ma voglio aggiungere ancora che se può essere “comprensibile” (poco e fra virgolette) il disinfestare la propria cantina dai brutti ed invadenti animaletti, lo schiacciare volutamente uno scarafaggio che ti attraversa la strada nella tua passeggiata nei campi è solo crudeltà inutile e gratuita, che dovrebbe ripugnare una coscienza limpida.

Già, perché nel difficile equilibrio del nostro cammino verso la luce (o perfezione, o realizzazione dell’Io, o salvezza… chiamala pure come ti pare per me non fa differenza), anche la coscienza può appannarsi, sciuparsi e corrompersi.
Come pure l’intelligenza, l’anima, e la fede!

Grazie per avermi letto; spero di aver risposto in modo accettabile al tuo “Secondo te”.
Naturalmente ti ho risposto con un “secondo me”!... nulla osta che, secondo altri, tutto sia totalmente differente!

cordialità


Lucio Musto 28 maggio 2012
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Top-man
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Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Grazie della spiegazione dettagliata, è che la vedo in maniera diversa.
Secondo me la coscienza è qualcosa che non fa parte dell'anima e come tale è logico che sia molto differente da individuo a individuo, da cultura a cultura e da periodo storico a periodo storico.

Penso anche che l'anima sia "il luogo" deputato allo spirito e che insegua valori che non vadano oltre il Bello, il Vero e il Buono, inteso non in senso strettamente materiale e terreno ma come espansioni dell'anima stessa. Come riflesso di quello che con i nostri sensi possiamo vedere come Bello, fare come Buono e pensare come Vero.

Ma la prerogativa specifica dell'Anima (che in questo caso è qualcosa di abbastanza simile per ognuno) è quella di fare una scelta, in vita e o di scegliere definitivamente il Buono, il Bello e il Vero a livello universale e per l'eternità oppure di rifiutarlo in tutte le sue forme, siano esse anche soltanto materiali o dei sensi.

31
Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
a me sembra giusto che dell'inconoscibile ognuno si disegni il suo archetipo personale che in qualche modo glielo rappresenti.
Virtù, a mio avviso, è comportarsi coerentemente a quel disegno.
Malizia è essere disponibili ad adeguare il disegno a seconda dei comodi e delle furbizie del momento.

32
Top-man
Top-man
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Ma, io credo che l'anima sia un punto fermo sul quale tutti debbano, prima o poi, "fare i conti".
Nel senso che, se della coscienza si può fare a meno o la si può zittire, Pinocchio docet è del tutto inutile invece cercare di fare lo stesso con la parte di noi che è già di se potenzialmente immortale.

Prima o poi, significa che o presto o tardi ognuno di noi è chiamato a fare una verifica di e su questo elemento immateriale che possediamo, nostro malgrado.

La verifica riguarda il rapportarsi del nostro IO con certi valori eterni e il risultato di questa verifica è la possibilità di proseguire il percorso che oggi abbiamo iniziato.
La coscienza ci da la possibilità di orientarci nel mondo, l'anima invece è il passaporto per l'eternità.
La cosa in comune è che come la coscienza può essere zittita, così anche l'anima può essere volutamente interdetta e abbandonata.

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Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Top-man ha scritto:
Ma, io credo che l'anima sia un punto fermo sul quale tutti debbano, prima o poi, "fare i conti".
Nel senso che, se della coscienza si può fare a meno o la si può zittire, Pinocchio docet è del tutto inutile invece cercare di fare lo stesso con la parte di noi che è già di se potenzialmente immortale.

Prima o poi, significa che o presto o tardi ognuno di noi è chiamato a fare una verifica di e su questo elemento immateriale che possediamo, nostro malgrado.

La verifica riguarda il rapportarsi del nostro IO con certi valori eterni e il risultato di questa verifica è la possibilità di proseguire il percorso che oggi abbiamo iniziato.
La coscienza ci da la possibilità di orientarci nel mondo, l'anima invece è il passaporto per l'eternità.
La cosa in comune è che come la coscienza può essere zittita, così anche l'anima può essere volutamente interdetta e abbandonata.

credo che il nostro pensiero sia sostanzialmente simile.
Forse io vedo più l'uomo immerso nella sua realtà concreta (infatti solo attraverso i nostri attributi fisici, mente, parola, sensazioni, vista... noi sappiamo esprimerci) mentre tu riesci a svincolare l'uomo dalla sua esistenza materiale e vederne solo la parte spirituale... ma poi naturalmente devi lo stesso comunicare attraverso la materia, ed i tasti del PC.
Oggi siamo un composto di materia e spirito, domani i nostri elementi saranno staccati.

34
Top-man
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Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Tutto al contrario,
pur consapevole dell'aspetto spirituale e che esso è l'unica realtà che esiste veramente sono qui a "combattere" con elementi tutti materiali. Il vedere l'aspetto spirituale non fa di me un privilegiato o qualcuno che si è staccato dal mondo per sempre, anzi farebbe di lui una persona che maggiormente si impegna su tutti i fronti per portare avanti questo progetto che credo sia in comune con molti.
Inevitabilmente però, le difficoltà si accavallano e ci si rende conto che quasi nulla è possibile materialmente parlando e che ogni uomo è davvero artefice del proprio destino, nel bene e nel male.

35
Top-man
Top-man
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Lucio Musto ha scritto:
Oggi siamo un composto di materia e spirito, domani i nostri elementi saranno staccati.

Questo è interessante, direi invece che anche oggi non tutti siano un composto di materia e di spirito, la scelta si attua in vita e chi non sceglie anche lo spirito rimane solo materia, sin da oggi

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Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
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Top-man ha scritto:
Lucio Musto ha scritto:
Oggi siamo un composto di materia e spirito, domani i nostri elementi saranno staccati.

Questo è interessante, direi invece che anche oggi non tutti siano un composto di materia e di spirito, la scelta si attua in vita e chi non sceglie anche lo spirito rimane solo materia, sin da oggi

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Top-man
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Viandante Affezionato
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Lucio Musto ha scritto:
Top-man ha scritto:
Lucio Musto ha scritto:
Oggi siamo un composto di materia e spirito, domani i nostri elementi saranno staccati.

Questo è interessante, direi invece che anche oggi non tutti siano un composto di materia e di spirito, la scelta si attua in vita e chi non sceglie anche lo spirito rimane solo materia, sin da oggi

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E questo discorso lascia spazio alla "terra di mezzo" che praticamente è quella in cui una coscienza diventa muta è sinonimo che quella scintilla eterna se n'è andata. Ed ecco allora che la coscienza sta a testimoniare quel malfunzionamento dell'anima.(quasi sempre)

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