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Programmazione Neuro Linguistica (Pnl) : interrogativi

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victorinox
victorinox
Viandante Residente
Viandante Residente
La programmazione neuro linguistica è un modello di comunicazione interpersonale che si occupa principalmente della relazione fra gli schemi di comportamento di successo e le esperienze soggettive che ne sono alla base e un sistema di terapia alternativa basato su questo che cerca di istruire le persone all'auto-consapevolezza e alla comunicazione efficace, e a cambiare i propri schemi di comportamento mentale ed emozionale. Essa su queste basi elabora una una tecnica che postula la possibilità di influire sugli schemi comportamentali di una persona tramite la manipolazione di processi neurologici attuata tramite l'uso del linguaggio. La sua validità scientifica è tuttora in discussione.

Gli esseri umani sarebbero programmabili perchè nel creare percetti con determinate caratteristiche qualitative e quantitative, l'interpretazione individuale significa il mondo. Modificando i significati attraverso una trasformazione della struttura percettiva (detta mappa, cioè l'universo simbolico di riferimento), la persona intraprendere cambiamenti di atteggiamento e di comportamenti. La percezione del mondo, e consequenzialmente la risposta ad esso, possono essere modificate applicando opportune tecniche di cambiamento.
La PNL ha quindi tra gli scopi l'obiettivo a sviluppare abitudini/reazioni di successo, amplificando i comportamenti "facilitanti" (cioè efficaci) e diminuendo quelli "limitanti" (cioè indesiderati).


Programmazione Neuro Linguistica (Pnl) : interrogativi Flag-pnl



Il cambiamento può avvenire anche riproducendo ("modellando") precisamente i comportamenti delle persone di successo allo scopo di creare un nuovo "strato" di esperienza (una tecnica chiamata modeling, o modellamento).
L'analisi dovrebbe condurre a definire un modello comportamentale, che poi dovrebbe essere replicato nel "paziente" tramite l'acquisizione dei modelli considerati efficaci. Ai modelli acquisiti da altri, si affiancherebbero poi modelli già in possesso del "paziente", ottenuti da esperienze passate e positive.
Il modellamento, cioè la pratica di rilevare e riprodurre modelli comportamentali, può essere di due tipi: intuitivo o analitico.
Nel primo caso, il modellamento avviene tramite un'imitazione inconsapevole degli schemi di comportamento di un modello: questo processo avverrebbe nella relazione tra bambino e genitori, i quali sono imitati e presi ad esempio senza alcun genere di consapevolezza da parte del bambino.
Il modellamento analitico invece prevede una meticolosa raccolta di informazioni relative alla
strategia messa in atto dalla persona per ottenere un certo risultato. Tramite l'ascolto di racconti ed esperienze, si estrapolano i meccanismi chiave dell'abilità desiderata, e si cerca di replicarli.

Programmazione Neuro Linguistica (Pnl) : interrogativi Swish_pattern


Questo approccio riduce la complessità dell'essere umano o al contrario rispecchia le modalità di strutturazione dell'esperienza umana? La Pnl può essere efficace?

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Yale
Yale
Viandante Mitico
Viandante Mitico
C'è ben poco da discutere sull'efficacia di una tecnica che dopo quasi cinquant'anni non è ancora riuscita a dimostrare la propria validità.

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Aleister
Aleister
Viandante Storico
Viandante Storico
Menata colossale la PNL, Lacan si rivolterebbe nella tomba (infatti qui da noi lo vedo agitarsi..). Il linguaggio non è una cosa, su di esso non si ha potere ma siamo in suo potere, e nemmeno siamo - se non nel linguaggio che però se ne fotte di "noi".

Non si manipola il linguaggio ma semmai è la struttura simbolica nel linguaggio (la parola non è la cosa) che, imponendosi al bambino, già prima che egli entri nel mondo del simbolico, come un qualcosa di preesistente, rappresenta l’unico modo in cui il bambino può venire a contatto con se stesso e poi con gli altri. In altri termini, secondo Lacan, l’ordine del simbolico non è un qualcosa che sta semplicemente all’esterno di noi, ma è anche dentro di noi: una forma di linguaggio primario s’inscrive in noi fin dalla nascita; nel nostro inconscio il simbolo è presente come contenuto e come meccanismo.

Lacan applica il modello linguistico alla struttura psichica, in particolare egli vede la struttura dell’inconscio come identica a quella del linguaggio: esso sarebbe una rete di significanti che, a mano a mano che il tempo passa, aumentano e si strutturano sempre di più. In questo modo il vissuto interiore che il soggetto vorrebbe comunicare agli altri sarà filtrato dai significanti interiorizzati e questa mediazione lo allontanerà sempre di più dalla sua verità immediatamente vissuta. Ciò sarà tanto più vero quanto più, di significante in significante, la verità fondamentale si allontanerà dal soggetto che tenderà ad identificarsi sempre più con il mero significante conscio (meccanismo dell’alienazione) o, in altri termini, con l’enunciato...

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PaperMoon
PaperMoon
Viandante Mitico
Viandante Mitico
il linguaggio poetico è quello meno strutturato?

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Aleister
Aleister
Viandante Storico
Viandante Storico
PaperMoon ha scritto:il linguaggio poetico è quello meno strutturato?

Assolutamente, il linguaggio poetico è forse quello in cui si ri-vela la natura simbolica, rinviante della parola non ridotta a chiacchiera e de-finizione.
Ed infatti il linguaggio poetico non è in nostro potere.
Poesia e pensiero condividono la luce contemplativa che custodisce i tempi della rivelazione e del dono, del consenso all'offerta che l'enigma fa di se stesso.

La parola che invoca, che fa appello, dispone il luogo all'approssimarsi dell'evento circoscrivendo l'universo creaturale che corrisponde all'appello della parola e che la parola dal canto suo accoglie. Lo svuotamento e il congedo costituiscono l'estremo traguardo della poesia come discorso votato al segreto, disposto a riceverlo per custodirne e salvaguardarne l'essenza, per lasciare che esso risuoni nel fondo della parola...

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galadriel
galadriel
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Oltre a questo post, ho letto altre cose in giro.
Vi riporto L'ANALISI DEI MOVIMENTI OCULARI.
Confesso che a questo punto la mia perplessità cresce.

L’analisi sui movimenti oculari in PNL si basa su una teoria nota con il nome di “Eye Accessing Cues”  (indicazioni oculari di accesso – intendendosi per accesso, quello a determinate aree cerebrali). Tale teoria venne elaborata per la prima volta nei tardi anni ’70 da Richard Bandler e John Grinder, padri fondatori della Programmazione Neurolinguistica (PNL). La PNL potrebbe essere definita come unabranca della psicologia, basata sull’ipotesi che il comportamento umano segue strutture comuni a tutti. Noi abbiamo cinque sensi (vista, udito, olfatto, gusto, tatto) e possiamo parlare: questi sono gli unici strumenti di cui disponiamo per conoscere la realtà. Secondo la PNL, attraverso i canali percettivi ciascun individuo costruisce una propria “mappa del mondo”, diversa da tutte le altre. Tuttavia, a livello cerebrale, la mappa è organizzata per macroaree, comuni a tutti. È noto come il cervello umano presenta settori specializzati in determinati compiti (corteccia visiva, Area di Broca, etc.). Per Bandler e Grinder, l’intero “archivio” sensorialmente basato, che ogni uomo ha immagazzinato nella propria mente è articolato in macroaree chiamate “Rep Systems” (Sistemi di Rappresentazione). I Sistemi di Rappresentazione sono otto e ciascuno trova correlazione con un diverso canale percettivo. Alcuni Sistemi (in particolar modo i primi quattro) sono relativi anche alla lateralità, cioè all’utilizzo di un emisfero cerebrale piuttosto che l’altro. Secondo Bandler e Grinder, possiamo individuare i seguenti Sistemi di Rappresentazione (dalle iniziali di ogni sistema è stato coniato il termine VAKOG).
Per accedere a ciascun Rep System, la maggior parte delle persone (non tutte e non in tutte le culture) tende a muovere gli occhi in specifiche direzioni. Quando un soggetto si trova nella condizione di dover recuperare dalla propria mente un determinato ricordo o una determinata informazione, siano essi immagini, suoni o particolari sensazioni fisiche, muoverà gli occhi per una brevissima frazione di tempo.
Prima ancora di emettere verbo, i suoi occhi saranno i primi a parlare: un linguaggio non scritto, che segue tuttavia alcune regole (Movimenti Standard).

In linea generale, un movimento degli occhi verso l’alto indicherà l’accesso all’area visiva, un movimento orizzontale chiamerà in causa il sistema di rappresentazioni auditive, mentre un movimento verso il basso introdurrà il soggetto nell’area cinestesica o di dialogo interno. Per una persona destrorsa, inoltre, un movimento verso la propria destra (a sinistra per chi guarda) sarà collegato a dati costruiti; verso la propria sinistra invece (a destra per chi guarda) ci sarà un accesso a dati ricordati. Alcuni mancini (ma non tutti) possono presentare un’inversione del lato destro/sinistro.

Il breve movimento oculare o, se vogliamo, la fugace occhiata che si dà al proprio database mentale è di norma un atto di cui non si è pienamente consapevoli, anzi è quasi automatico. Anche un osservatore esterno dovrà allenarsi a lungo, prima di imparare a distinguere e a riconoscere la grammatica del linguaggio degli occhi.
Immaginiamo ora di sovrapporre a un viso la griglia presentata qui di seguito e otterremo la serie dei Movimenti Standard, cioè le correlazioni specifiche tra movimenti oculari e Sistemi di Rappresentazioni.


http://www.news-aziende.it/pnl/cos%27%E8_la_pnl/linguaggio-occhi-pnl_20060731246.html

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