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ADHD: sindrome da deficit di attenzione e iperattività. Creazione della psichiatria o malattia?

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victorinox
victorinox
Viandante Residente
Viandante Residente
Più di60.000 bambini ogni anno sono trattati con psicofarmaci perchè diagnosticati ADHD.
6.000 vengono ricoverati in psichiatria.
70 vengono addirittura sottoposti a trattamento sanitario obbligatorio.

Ma cos'è questa sindrome?
ADHD è la sigla della sindrome da deficit di attenzione e iperattività.
Si tratta di un disturbo del comportamento caratterizzato da inattenzione, impulsività e iperattività motoria che rende difficoltoso e in alcuni casi impedisce il normale sviluppo e integrazione sociale dei bambini. La proposta di una sindrome così ben definita si affaccia in Italia dopo la pubblicazione negli Stati Uniti del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali DSM III, che definiva le caratteristiche cliniche di questo disordine.

Eppure all'epoca non mancarono le critiche.
Oggi invece creata la malattia, si trova la base genetica a fondare ex post la scoperta.
A causa di un difetto evolutivo nei circuiti cerebrali che stanno alla base dell’inibizione e dell’autocontrollo il mantenimento dell’attenzione, i la capacità di posticipare le gratificazioni immediate in vista di un successivo e maggiore vantaggio sarebbero impossibili a questi bambini.

ADHD: sindrome da deficit di attenzione e iperattività. Creazione della psichiatria o malattia? Brain
Ma la sindrome non inquadra l'antica iperattività la cui caratteristica era proprio il fatto di essere originata da innumerevoli fattori, per lo più ambientali? Intanto comunque il Ritalin vende.

ADHD: sindrome da deficit di attenzione e iperattività. Creazione della psichiatria o malattia? Ritalin3

Cosa ne pensate? Si tratta di una mallattia reale o piuttosto di una creazione della psichiatria ?
Credete nella causa genetica o piuttosto credete che la ragione per cui certi bambini sono così vada cercata nella società? In quale aspetto della società?
Siete favorevoli alle cure farmacologiche ?


Vi lascio anche un articolo
http://www.infanziaineuropa.eu/index.phtml?id=272

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meteopsi
meteopsi
Viandante Forestiero
Viandante Forestiero
"Cosa ne pensate? Si tratta di una mallattia reale o piuttosto di una creazione della psichiatria ?
Credete nella causa genetica o piuttosto credete che la ragione per cui certi bambini sono così vada cercata nella società? In quale aspetto della società?
Siete favorevoli alle cure farmacologiche ?"

Penso che questo problema sia da vedere sotto molti aspetti, molti che hai tra l'altro già elencato...
A mio parere il DSM ha dato un nome ad un insieme di sintomi identificandoli in un unica patologia, peccato che la realtà si sia subito manifestata come ben più complessa. Innanzitutto è una delle "patologie" con più alta comorbilità della storia della psicologia! Se si guardano i dati scientifici nella "pizza" statistica compaiono segnali (da differenziare) di psicosi, DOP, depressione, disturbi del pensiero etc etc.    
Inoltre l'ambiente familiare e sociale in cui il ragazzo/bambino vive sono fortemente incidenti sull'evoluzione dei suoi sintomi. Il parent-training è di fondamentale importanza!
Nella quasi totalità dei casi la terapia farmacologica (come tale) non cura l'origine dei sintomi ma solo i sintomi. Inoltre può creare una forma di dipendenza psicologica verso il farmaco nascondendo le cause del vero problema.
La storiella che la mefistofelica patologia deriverebbe da una causa organica è fantastica! Il nostro cervello è fondamentalmente organico e in continuo sviluppo e modificazione, infatti risponde modificando l'attività e frequenze cerebrali in base agli stimoli esogeni ed endogeni. Quelle ricerche che mostrano mappe cerebrali alterata non sono fatte analizzando lo stesso cervello con e senza sintomi ma facendo medie matematiche (!!) su cervelli di soggetti "normali" e su altri di soggetti "patologici". Fa acqua da tutte le parte perchè il confronto è scarsamente attendibile!
Si potrebbe parlare per ore...ma vabbè!

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paolo iovine
paolo iovine
Viandante Mitico
Viandante Mitico
nell' età della crescita, coi farmaci ad azione centrale sarebbe da andarci parecchio cauti, perché inevitabilmente interferiscono sullo sviluppo dell' equilibrio.

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Yale
Yale
Viandante Mitico
Viandante Mitico
meteopsi ha scritto:Penso che questo problema sia da vedere sotto molti aspetti, molti che hai tra l'altro già elencato...
A mio parere il DSM ha dato un nome ad un insieme di sintomi identificandoli in un unica patologia, peccato che la realtà si sia subito manifestata come ben più complessa. Innanzitutto è una delle "patologie" con più alta comorbilità della storia della psicologia! Se si guardano i dati scientifici nella "pizza" statistica compaiono segnali (da differenziare) di psicosi, DOP, depressione, disturbi del pensiero etc etc.    
Inoltre l'ambiente familiare e sociale in cui il ragazzo/bambino vive sono fortemente incidenti sull'evoluzione dei suoi sintomi. Il parent-training è di fondamentale importanza!
Nella quasi totalità dei casi la terapia farmacologica (come tale) non cura l'origine dei sintomi ma solo i sintomi. Inoltre può creare una forma di dipendenza psicologica verso il farmaco nascondendo le cause del vero problema.
La storiella che la mefistofelica patologia deriverebbe da una causa organica è fantastica! Il nostro cervello è fondamentalmente organico e in continuo sviluppo e modificazione, infatti risponde modificando l'attività e frequenze cerebrali in base agli stimoli esogeni ed endogeni. Quelle ricerche che mostrano mappe cerebrali alterata non sono fatte analizzando lo stesso cervello con e senza sintomi ma facendo medie matematiche (!!) su cervelli di soggetti "normali" e su altri di soggetti "patologici". Fa acqua da tutte le parte perchè il confronto è scarsamente attendibile!
Si potrebbe parlare per ore...ma vabbè!
Passi il DOP, ma la comorbidità con la psicosi e il disturbo del pensiero?
Che la terapia farmacologica controlli solo i sintomi non è una novità in questo ambito.
Allo stesso modo il parent training è efficace, ma solo a breve termine; senza contare che, esattamente come il farmaco, non cura l'origine.
Non ho capito questa frase: "Quelle ricerche che mostrano mappe cerebrali alterata non sono fatte analizzando lo stesso cervello con e senza sintomi ma facendo medie matematiche (!!) su cervelli di soggetti "normali" e su altri di soggetti "patologici". Perché tu riusciresti a fare una mappa cerebrale di uno schizofrenico con o senza sintomi?

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Yale
Yale
Viandante Mitico
Viandante Mitico
paolo iovine ha scritto:nell' età della crescita, coi farmaci ad azione centrale sarebbe da andarci parecchio cauti, perché inevitabilmente interferiscono sullo sviluppo dell' equilibrio.
Premesso che non sono favorevole al farmaco "sempre e comunque", ma vorrei farti notare che anche il non utilizzo del farmaco, in un bambino con ADHD, spesso influisce sulla sua autostima, le sue relazioni sociali e il suo rendimento scolastico, indi sul suo sviluppo.

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paolo iovine
paolo iovine
Viandante Mitico
Viandante Mitico
e non è meglio che sia un adulto, in tema di autostima, relazioni sociali e rendimento scolastico, a trasmettere al bimbo la giusta percezione della realtà, invece di un farmaco ? Il fatto che una serie di cervelli campione sia stato sottoposto scanner ad emissione di positroni, mostrando iperattività celebrale non dimostra niente - dal punto di vista eziologico; e siccome è pressoché impossibile attuare una biopsia senza causare danni gravi permanenti, sarei molto cauto nell' attribuire al problema cause genetiche. Inoltre, la plasticità del cervello, particolarmente attiva nella fase di crescita, se il bimbo ha la fortuna di essere in giuste mani, un attento educatore può conferirgli un architettura neuronale tale da condurre una vita normale.

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Yale
Yale
Viandante Mitico
Viandante Mitico
paolo iovine ha scritto:e non è meglio che sia un adulto, in tema di autostima, relazioni sociali e rendimento scolastico, a trasmettere al bimbo la giusta percezione della realtà, invece di un farmaco ? Il fatto che una serie di cervelli campione sia stato sottoposto scanner ad emissione di positroni, mostrando iperattività celebrale non dimostra niente - dal punto di vista eziologico; e siccome è pressoché impossibile attuare una biopsia senza causare danni gravi permanenti, sarei molto cauto nell' attribuire al problema cause genetiche. Inoltre, la plasticità del cervello, particolarmente attiva nella fase di crescita, se il bimbo ha la fortuna di essere in giuste mani, un attento educatore può conferirgli un architettura neuronale tale da condurre una vita normale.
Qui non si tratta di rintracciare l'eziologia dell'ADHD anche se è presente una tendenza alla familiarità del disturbo.
E' stata dimostrata un'alterata fisiologia cerebrale su cui si può eventualmente intervenire, cosi come si fa nella depressione e nella schizofrenia.
L'ultima frase, poi, è un tuo parere totalmente infondato.

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meteopsi
meteopsi
Viandante Forestiero
Viandante Forestiero
risposta a YALE
"Non ho capito questa frase: "Quelle ricerche che mostrano mappe cerebrali alterata non sono fatte analizzando lo stesso cervello con e senza sintomi ma facendo medie matematiche (!!) su cervelli di soggetti "normali" e su altri di soggetti "patologici". Perché tu riusciresti a fare una mappa cerebrale di uno schizofrenico con o senza sintomi?"

Ma uno schizofrenico lo è da sempre o da quando iniziano i sintomi? Se è da sempre le "alterazioni organiche" definite dal QEEG saranno difficilmente rimediabili. Quindi? Che si fa?
Ma un problema non è forse il portare sullo stesso piano l'ADHD con patologie come la Schizofrenia?

In Neurofisiopatologia esistono EEG con e senza anomalie o alterazioni sostanziali. Definire Normale o Malato un cervello solo perchè ha delle alterazioni del ritmo Theta nelle aree frontali e pre-frontali e un'alterazione della coerenza interemisferica (...) in assenza di anomalie visibili è piuttosto curioso. I valori di normativa di molti studi con mappe cerebrali sono ottenuti in modo generalmente trasversale, mediati in gruppi etnici di diversi paesi internazionali e messi insieme in un bel merge. Un QEEG di un ragazzo "definito normale" in Australia è perfettamente uguale a quello di un ragazzo "definito normale" in Cina?
La terapia con farmaci agisce su tutte le aree cerebrali contemporaneamente e non solo su quelle frontali "definite" alterate. Quindi cosa provocherà nella parte "non alterata" del cervello? E' stato verificato che i QEEG dei ragazzi sotto terapia farmacologica dimostrano di avere o una conferma o un'assenza o addirittura una modifica peggiorativa delle "alterazioni" tipiche ADHD, questo a prescindere dagli effetti clinici. Quale deduzione si può trarre?
Quanti fattori endogeni e esogeni possono modificare l'attività EEG? Forse anche per questi motivi che i falsi negativi e falsi positivi di queste ricerche condotte con QEEG sono decisamente alti, troppo alti?  
Insomma, un ragazzo ADHD ha un cervello sicuramente e irreversibilmente (visto che l'alterazione è supposta essere organica) MALATO? Ricerche che utilizzano le terapie con Neurofeedback hanno dimostrato una netta diminuzione delle attività theta frontali (in molti casi la scomparsa) dopo 3-6 mesi di terapia. Quindi?
Il problema vero è: a cosa serve realmente un QEEG?
E' necessario per fare diagnosi con l'ADHD?
E ancora...ci sono bambini con epilessia assenze che hanno quadri di ADHD. E' ADHD per le alterazioni epilettiche (e assenze) o perchè è anche ADHD? Quanti danni dovrebbe avere a livello organico? Nasce prima l'uovo o la gallina? Difficile dirlo vero? Ma questo è solo un semplice esempio...
Non critico però in assoluto il QEEG ma consiglierei di riportarlo al livello di ricerca sperimentale (da dove era nato molti anni fa) e toglierlo da clinici che fanno diagnosi troppo facili.

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Yale
Yale
Viandante Mitico
Viandante Mitico
Credevo fosse chiaro che quello della schizofrenia fosse un esempio per sottolineare come sia la norma paragonare cervelli "normali" a cervelli con "attività anomala".
Ma evidentemente non è così, visto che hai sciorinato 'sta manfrina sulle mappe che, oltretutto, è una crociata priva di senso visto che non sono comunemente usate per fare diagnosi ma solo per attività di ricerca.
E visto che chiami in causa anche il Neurofeedback, come ben saprai, si è dimostrato utile anche per controllare l'epilessia, eppure viene preferita la cura farmacologica. Quindi?

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meteopsi
meteopsi
Viandante Forestiero
Viandante Forestiero
risposta a YALE
"

.Credevo fosse chiaro che quello della schizofrenia fosse un esempio per sottolineare come sia la norma paragonare cervelli "normali" a cervelli con "attività anomala".
Ma evidentemente non è così, visto che hai sciorinato 'sta manfrina sulle mappe che, oltretutto, è una crociata priva di senso visto che non sono comunemente usate per fare diagnosi ma solo per attività di ricerca.
E visto che chiami in causa anche il Neurofeedback, come ben saprai, si è dimostrato utile anche per controllare l'epilessia, eppure viene preferita la cura farmacologica. Quindi?"


Forse non sei al corrente che ormai in tutti i congressi sull'ADHD vengono inseriti studi e ricerche con QEEG. Non solo. In alcune realtà ospedaliere utilizzano le mappe come completamento dell'iter diagnostico! Il fatto che anche dall'autore di questo post venga inserita un'immagine delle mappe dovrebbe far pensare che questo test è (e vorrà essere) sempre più presente nell'ambiente diagnostico quindi non solo per ricerca.
E' vero che il Neurofeedback ha applicazioni (e qualche efficacia) sull'epilessia ma solo su qualche tipologia. Sulla maggior parte delle rimanenti non ha effetti a causa di diversi motivi, non ultimo quello della partecipazione (leggi capacità di concentrazione) del bambino alla terapia, poichè questo è un vincolo importante e non trascurabile nel Neurofeedback.
Sia chiaro che resto molto favorevole al suo utilizzo...
P.S. mi spiace per la manfrina, ma pareva anch'essa importante nel contesto del post.

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paolo iovine
paolo iovine
Viandante Mitico
Viandante Mitico
no Yale, non è un mio parere; sono i neuroni che funzionano così. Poi, se si trascura l' eziologia di una - eventuale - patologia ( anche perché prima di concludere che un comportamento sia patologico questo è tutto da dimostrare e, a tal proposito, d' obbligo sarebbe una sorta di 'diagnosi differenziale' col prodotto di un contesto ), qualsiasi intervento, anche farmacologico, in considerazione del fatto che si tratta di soggetti in piena fase di crescita, non sono ammissibili errori, perché una volta che il soggetto diviene adulto, formato, potrebbe trovarsi in condizioni peggiori di quando era bambino. Questi errori, è facile che si commettano, quando ignari delle cause di un problema si brancola nel buio e, facile è, o 'malalingua' dice, che i soggetti in questione siano caduti vittime del business del farmaco.

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Yale
Yale
Viandante Mitico
Viandante Mitico
meteopsi ha scritto:
Forse non sei al corrente che ormai in tutti i congressi sull'ADHD vengono inseriti studi e ricerche con QEEG. Non solo. In alcune realtà ospedaliere utilizzano le mappe come completamento dell'iter diagnostico! Il fatto che anche dall'autore di questo post venga inserita un'immagine delle mappe dovrebbe far pensare che questo test è (e vorrà essere) sempre più presente nell'ambiente diagnostico quindi non solo per ricerca.
E' vero che il Neurofeedback ha applicazioni (e qualche efficacia) sull'epilessia ma solo su qualche tipologia. Sulla maggior parte delle rimanenti non ha effetti a causa di diversi motivi, non ultimo quello della partecipazione (leggi capacità di concentrazione) del bambino alla terapia, poichè questo è un vincolo importante e non trascurabile nel Neurofeedback.
Sia chiaro che resto molto favorevole al suo utilizzo...
P.S. mi spiace per la manfrina, ma pareva anch'essa importante nel contesto del post.
Non cercare di rigirare la frittata.
Che lo studio delle mappe sia diffuso lo so bene, ma siamo ancora a livello di ricerca sperimentale.
Che alcune neuropsichiatrie lo utilizzino pure, tant'è che scrivo "non sono comunemente usate" e non "non sono affatto usate"; ma come ti correggi tu stesso cercando di rimediare alla tua affermazione categorica, sono eventualmente utilizzate A COMPLETAMENTO dell'iter diagnostico.
E visto che riconosci i limiti del Neurofeedback ti renderai conto, se hai mai avuto a che fare con un bambino con deficit di attenzione e iperattività, che non può certo essere la soluzione più idonea.
Quanto alla manfrina, hai solo criticato una disegno di ricerca molto usato nelle neuroscienze...vedi tu.

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Yale
Yale
Viandante Mitico
Viandante Mitico
paolo iovine ha scritto:no Yale, non è un mio parere; sono i neuroni che funzionano così. Poi, se si trascura l' eziologia di una - eventuale - patologia ( anche perché prima di concludere che un comportamento sia patologico questo è tutto da dimostrare e, a tal proposito, d' obbligo sarebbe una sorta di 'diagnosi differenziale' col prodotto di un contesto ), qualsiasi intervento, anche farmacologico, in considerazione del fatto che si tratta di soggetti in piena fase di crescita, non sono ammissibili errori, perché una volta che il soggetto diviene adulto, formato, potrebbe trovarsi in condizioni peggiori di quando era bambino. Questi errori, è facile che si commettano, quando ignari delle cause di un problema si brancola nel buio e, facile è, o 'malalingua' dice, che i soggetti in questione siano caduti vittime del business del farmaco.  
Davvero?
Spiegami meglio come funzionano 'sti neuroni.
Hai messo insieme un po' di termini medici senza dire nulla di concreto: la tua solita supercazzola, insomma.
Straparli dell'importanza fondamentale dell'eziologia senza considerare che altre patologie sono di origine ignota ma nonostante questo si riescono a "trattare".
Ed elencami queste "condizioni peggiori", visto che hai ben chiaro il funzionamento del farmaco in questione.

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paolo iovine
paolo iovine
Viandante Mitico
Viandante Mitico
supercazzola ?

Carissima, noto che l' argomento ti appassiona, ma noto anche che necessiti di passaggi che io do per scontati, per cui porterò pazienza.
Non sapendo quale sia il tuo bagaglio di conoscenze, spiegarti come funzionano i neuroni, posso provarci ad un livello che mi piacerebbe fosse standard. Dunque, senza partire da occhi, orecchie, naso, lingua e dita, vado direttamente ad una delle funzioni dei neuroni, quella che più, nella fattispecie, sembra interessarti. Nell' ambito dell' educazione, durante la fase di crescita di un individuo, le cellule cerebrali, i neuroni, in risposta agli imput educativi esterni, si collegano uno all' altro a seconda del tipo di imput. Questo collegamento è un vero e proprio collegamento elettrico, interrotto nel mezzo dalle cosiddette sinapsi. Le sinapsi sono delle specie di valvole che attivano o disattivano il collegamento tra neurone e neurone, secernendo una sostanza detta mediatore chimico. Venendo al punto che ha in te suscitato curiosità, se un individuo che ha avuto un educazione, od ha vissuto in contesto particolare, per cui ha sviluppato una rete neuronale che determina un comportamento patologico, il farmaco, ad esempio, interviene - al posto del mediatore chimico - sulle sinapsi della rete neuronale disattivandola momentaneamente e, per la durata dell' effetto del farmaco modifica il comportamento dell' individuo. Per queste ed altre ragioni ho tenuto a sottolineare l' importanza e dell' eziologia di un problema e dell' importanza dell' educazione durante la fase di crescita.
Riguardo alle "condizioni peggiori", va da se che in un individuo adulto, formato, intervenire sulla sua architettura neuronale risulta assai difficile.

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Magonzo
Magonzo
Viandante Storico
Viandante Storico
paolo iovine ha scritto:supercazzola ?

Carissima, noto che l' argomento ti appassiona, ma noto anche che necessiti di passaggi che io do per scontati, per cui porterò pazienza.
Non sapendo quale sia il tuo bagaglio di conoscenze, spiegarti come funzionano i neuroni, posso provarci ad un livello che mi piacerebbe fosse standard
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nextlife
nextlife
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Cavolo... un altro incredibile campione, il nostro Iovine.
Auguri Yale.

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Yale
Yale
Viandante Mitico
Viandante Mitico
paolo iovine ha scritto:supercazzola ?

Carissima, noto che l' argomento ti appassiona, ma noto anche che necessiti di passaggi che io do per scontati, per cui porterò pazienza.
Non sapendo quale sia il tuo bagaglio di conoscenze, spiegarti come funzionano i neuroni, posso provarci ad un livello che mi piacerebbe fosse standard. Dunque, senza partire da occhi, orecchie, naso, lingua e dita, vado direttamente ad una delle funzioni dei neuroni, quella che più, nella fattispecie, sembra interessarti. Nell' ambito dell' educazione, durante la fase di crescita di un individuo, le cellule cerebrali, i neuroni, in risposta agli imput educativi esterni, si collegano uno all' altro a seconda del tipo di imput. Questo collegamento è un vero e proprio collegamento elettrico, interrotto nel mezzo dalle cosiddette sinapsi. Le sinapsi sono delle specie di valvole che attivano o disattivano il collegamento tra neurone e neurone, secernendo una sostanza detta mediatore chimico. Venendo al punto che ha in te suscitato curiosità, se un individuo che ha avuto un educazione, od ha vissuto in contesto particolare, per cui ha sviluppato una rete neuronale che determina un comportamento patologico, il farmaco, ad esempio,  interviene - al posto del mediatore chimico - sulle sinapsi della rete neuronale disattivandola momentaneamente e, per la durata dell' effetto del farmaco modifica il comportamento dell' individuo. Per queste ed altre ragioni ho tenuto a sottolineare l' importanza e dell' eziologia di un problema e dell' importanza dell' educazione durante la fase di crescita.
Riguardo alle "condizioni peggiori", va da se che in un individuo adulto, formato, intervenire sulla sua architettura neuronale risulta assai difficile.
Nonostante il ripasso sulla trasmissione neuronale, di cui ti ringrazio, non mi è ancora chiara la frase che mi ha fatto muovere le critiche: "un attento educatore può conferirgli un architettura neuronale tale da condurre una vita normale".
Insomma...se non ho capito male, secondo te, basterebbe una buona educazione per correggere una patologia, poiché l'educazione è talmente potente da "aggiustare" le sinapsi. Giusto?

P.S. si chiamano "input".

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paolo iovine
paolo iovine
Viandante Mitico
Viandante Mitico
alt Yale; tu dai per assodato che trattasi di patologia, ma qui il discorso è assolutamente 'relativo' per molteplici ragioni, che possono anche indurre a concludere che patologia sia un termine eccessivo.
Tanto per fare un esempio, come già ( non da me ) riportato nel 3d, è indispensabile tener conto che trattasi di 'patologia' annoverata nell' elenco delle malattie negli USA. Negli USA, sempre ad esempio, un tasso di colesterolo a 400 è considerato nei limiti della norma, in Italia la soglia è della metà.
Il punto è che, sulla base dei dati a disposizione, forse un po' scarsi, non convince che trattasi di patologia; non convince ritenerla tale.



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Yale
Yale
Viandante Mitico
Viandante Mitico
paolo iovine ha scritto:alt Yale; tu dai per assodato che trattasi di patologia, ma qui il discorso è assolutamente 'relativo' per molteplici ragioni, che possono anche indurre a concludere che patologia sia un termine eccessivo.
Tanto per fare un esempio, come già ( non da me ) riportato nel 3d, è indispensabile tener conto che trattasi di 'patologia' annoverata nell' elenco delle malattie negli USA. Negli USA, sempre ad esempio, un tasso di colesterolo a 400 è considerato nei limiti della norma, in Italia la soglia è della metà.
Il punto è che, sulla base dei dati a disposizione, forse un po' scarsi, non convince che trattasi di patologia; non convince ritenerla tale.



Ennesimo escapotage per non rispondere alla domanda. Il prossimo passo qual è? Sostenere che i bambini, in realtà, non esistono?
Ma stiamo al gioco e togliamo la parola patologia, anche se non è un termine così relativo come dici e non sono io a darlo per assodato: dicevamo...se non ho capito male, secondo te, basterebbe una buona educazione per correggere una lieve difficoltà, poiché l'educazione è talmente potente da "aggiustare" le sinapsi. Giusto

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paolo iovine
paolo iovine
Viandante Mitico
Viandante Mitico
escamotage ? La tua domanda, Yale, decade nel momento in cui tu comprendi, se lo comprendi, che è eccessivo parlare di patologia.
Inoltre non ho mai detto di sinapsi da "aggiustare", né che l' eventuale problema risieda nel malfunzionamento di queste. Queste, pur funzionando benissimo, se l' architettura neuronale che mediano, è tale questa da indurre a comportamento patologico, è essa stessa il problema, non le sinapsi; però, agendo coi farmaci sulle sinapsi, si può aggirare il problema in quanto si può inibire l' architettura neuronale che determina comportamento patologico.

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nextlife
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Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
paolo iovine ha scritto:alt Yale; tu dai per assodato che trattasi di patologia, ma qui il discorso è assolutamente 'relativo' per molteplici ragioni, che possono anche indurre a concludere che patologia sia un termine eccessivo.
Tanto per fare un esempio, come già ( non da me ) riportato nel 3d, è indispensabile tener conto che trattasi di 'patologia' annoverata nell' elenco delle malattie negli USA. Negli USA, sempre ad esempio, un tasso di colesterolo a 400 è considerato nei limiti della norma, in Italia la soglia è della metà.
Il punto è che, sulla base dei dati a disposizione, forse un po' scarsi, non convince che trattasi di patologia; non convince ritenerla tale.

Mi inserisco un istante, perdonatemi.
In quanto tu dici Mr. Paolo, vi è un concetto importante, oggetto tra le altre cose di accessi dibattiti e scontri, sui limiti della diagnosi patologica, psicopatologica.
L’ADHD però, compare in sistemi nosografici di riferimento - quindi usati anche da noi - sin dal 1970 (più o meno, non ho verificato la data esatta) da parte dell’OMS e, direi, una decina di anni dopo nel DSM III.
Che le diagnosi di ADHD, nel nostro Paese, siano numericamente inferiori anche solo rispetto agli altri Paesi Europei, è un dato, ma come dicevo: un riferimento ad un sistema nosografico condiviso esiste, esiste eccome.

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Yale
Yale
Viandante Mitico
Viandante Mitico
@ Paolo Iovine
Eccessivo? Non direi. Quale sarebbe, secondo te, la definizione di "patologia", e perché l'ADHD non vi rientrerebbe.
E comunque ho riformulato la domanda: perché non rispondi ugualmente? Non dovresti aver problemi visto che tutta la tua dissertazione sulle sinapsi è stata fatta considerando un comportamento non patologico.
Ah no...aspetta...tu stesso scrivi: "se un individuo che ha avuto un educazione, od ha vissuto in contesto particolare, per cui ha sviluppato una rete neuronale che determina un comportamento patologico, il farmaco, ad esempio, interviene - al posto del mediatore chimico - sulle sinapsi della rete neuronale disattivandola momentaneamente".
Coerente!
Infine ti svelo un segreto: l'architettura neuronale è costituita dalle sinapsi.

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paolo iovine
paolo iovine
Viandante Mitico
Viandante Mitico
coerente, coerentissimo. Tant' è che ciò che riporti è rafforzativo del' importanza della formazione della rete, durante il periodo di crescita, senza che questa sia sofisticata da farmaci.
Vuoi sapere inoltre perché non vi rientra nella definizione di patologia ? Perché altro non è che uno scaricabarile di responsabilità educative che competono a genitori e insegnanti; non sicuramente alla alfa Wasserman, Abbot o altro.

PS
lascia perdere i segreti, perché in campo medico non penso ne abbia molti per me.

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paolo iovine
paolo iovine
Viandante Mitico
Viandante Mitico
l' OMS, next, con rispetto parlando, è una specie di club i cui membri hanno visto gente in ospedale che sta male giusto durante il conseguimento della laurea in medicina, sempre che l' abbiano.

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nextlife
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Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Anche all’interno della comunità che redige il DSM vi sono molteplici perplessità, vi sono sempre state, relativamente a metodi, risultati, ingerenze.
Basti pensare a quanto è appena successo per il DSM V.
Però, come dicevo, partendo da un elemento che merita ogni più ampia discussione, bisogna farlo in un modo serio, altrimenti poi si generalizza in una maniera che non porta da nessuna parte anzi, proprio per la sua inadeguatezza, neutralizza l'importante abbrivio iniziale.

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