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Gesù dettava , io scrivevo.

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vivere_13
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Viandante Residente
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Per coloro che non avessero mai letto o letto solo in parte l'impropriamente chiamato vangelo di tommaso, in quanto essendo scritto in esso Gesù dettava ed io scrivevo, significa che non sono i Pensieri di tommaso.
Ma a parte tale precisazione, penso che si comprenda leggendo tali versetti che un uomo non possa essere in grado di formulare tali concetti.

potete comunque trovare il tutto sul sito http://www.ilprimovangelo.it

Inizio riportando il commento dell'apostolo , anch'esso tradotto dal copto, e solo più avanti riporterò i versetti dettati da Gesù.

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Provate ad aprire lo sportello della gabbia ad un uccellino prigioniero: potrà succedere che, spinto da un coraggioso impulso, si precipiti fuori e voli verso la libertà, ma potrà anche succedere che si ritiri timoroso in un angolo. Se esce, può andare a finire nelle fauci di un gatto o nel becco di un uccello rapace; se resta, perde un’occasione unica e può pentirsene per tutta la vita.
E la sua vita non sarebbe degna di questo nome, se dovesse trascorrerla tutta fra le sbarre della sua prigione…
Anche l’uomo è in gabbia e, spalancargli troppo bruscamente la porta, può voler dire precipitarlo nelle fauci della droga, del suicidio della violenza e del delitto. Ne sappiamo qualcosa ai nostri giorni.
Certamente la felicità non è dentro la gabbia, è fuori, ma tutti hanno paura di essere felici. D’altra parte, le sbarre della sua gabbia l’uomo se le è costruite lui stesso, millennio dopo millennio, con un lavoro estremamente minuzioso e nello stesso tempo assurdo. Ma vi è una speranza per la vita di chi è ingabbiato: capire in che modo le sbarre sono sorte dal nulla.
Ogni sbarra è un paraocchi e ogni benda è un “diavolo”. Cosi l’uomo si trova circondato da mille diavoli che assolvono fedelmente alla loro funzione, facendo il loro dovere. Sono come tanti segnali stradali: attento, lì c’è una curva, puoi uscire di strada. Fermati e lascia agli altri la precedenza, spaventati, trema, terrorizzati…….
Andrebbe tutto bene se l’uomo capisse quei segnali. Purtroppo , là dove sembra segnata una curva, la strada è dritta. La gabbia si risolve in una esasperante perdita di tempo. Tuttavia se l’uomo troppo precipitosamente ne esce , la libertà raggiunta esteriormente, ma non ancora interiormente , diventa pericolosa per lui. Occorre dunque rimettere i segnali al loro posto giusto e soprattutto capirli: come sono nati? Come si sono formati? Che funzione hanno i “diavoli”?
Leggemmo con scandalizzata sorpresa nel libro di Enoch questa frase: “Guarda il demonio da ogni lato e non da un lato solo, come tu fai. Lo vedrai ritornare ad essere Dio!” Il diavolo, in aramaico, è definito “ stra’ ahra’ ” cioè “l’altro punto di vista”, la “visione parziale”, il paraocchi. L’ambiente in cui si sviluppano i diavoli è quello sottoposto alle ristrettezze dello spazio e del tempo . Regno del diavolo è il mondo dei corpi e delle anime. Il diavolo ha effetti sulla materia e sulla mente, dato che l’anima è fatta di pensiero limitato. Ma quando il pensiero ritornando Spirito si allarga, si completa e attinge alla verità e all’eternità, uscendo dalle ristrettezze dello spazio e del tempo , allora l’uomo fa un salto di livello.
Questa è la differenza fra l’anima e lo spirito. La prima, fatta di pensiero limitato, provvisorio, mentre lo Spirito è pensiero vittorioso, che ha superato ogni visione parziale.
Il primo atto dell’ingabbiamento dell’uomo è consistito nell’aver spezzato “il frutto dell’albero della Vita”, dividendo la Creazione in “buona” e “cattiva”. La vita deve pulsare liberamente, spinta dalle due grandi energie cosmiche: quella distruttiva e luminosa e quella costruttiva e tenebrosa. Sia la luce che la tenebra sono fenomeni positivi, tutti e due creati da Dio. Dobbiamo vederli in questo modo: la tenebra come luce che si spegne, la luce come tenebra che si illumina. La luce è ”bene”. La tenebra è un altro tipo di “bene”. Non avendo capito questa verità, restammo meravigliati, quando leggemmo Enoch: “Dio creò la luce e vide che essa era buona e creò le tenebre e vide che anch’esse erano buone…..”.
Le prime sbarre della gabbia che l’uomo si era costruito erano fatte di buio: aveva arbitrariamente stabilito che le tenebre sono malvage. Conseguenze di questo pensiero aberrante sono le frasi che sentiamo pronunciare: Dio, abbi pietà di noi, Signore misericordia, Signore non ci indurre in tentazione, liberaci dal male e dalle tenebre!
Coloro che conoscono l’Ebraico, sanno che questi imperativi in realtà sono verbi al presente: nella preghiera di Gesù è detto: “…Tu ci liberi dal male, tu non ci induci in tentazione, tu ci rimetti i nostri debiti nell’istante in cui li rimettiamo ai nostri debitori….
Così il piccolo uomo, chiuso nella sua gabbia , si è trovato all’inizio in una posizione di una certa comodità. Se ha sbagliato: è Dio che lo ha indotto in tentazione. Il male lo fa soffrire? E’ Dio che non è misericordioso. Ma la verità è un'altra. Occorre che l’uccellino impari a pensare nel modo giusto, altrimenti appena uscito dalla gabbia verrà sbranato dal gatto, cioè divorato dalla paura. Pensare nel modo giusto vuol dire liberarsi dalle opinioni sbagliate dalle false verità rubate in un terreno lavorato da altri, cioè da coloro che nel lento trascorrere dei millenni hanno trovato vantaggioso mantenere in gabbia i propri simili. Occorre Pensiero libero.
Puntualissimo , allo scattare dei segnali cosmici, questo Pensiero è venuto all’appuntamento. L’uomo ha aperto gli occhi. Antichi manoscritti sono tornati alla luce. Solo un secolo prima sarebbe stato troppo presto: li avrebbero bruciati a furor di popolo.
Una di queste voci nuove è quella di colui che fu così vicino a Gesù da respirarlo, di colui che non si è fermato alla superficie del Salvatore ma ha voluto penetrare al di là dell’epidermide, cacciando coraggiosamente il suo dito nel profondo. Più o meno a partire da Giuda, tutti gli apostoli sono stati interpreti non sempre fedeli o, come nel caso di Simon Pietro, talvolta rinnegatori di Gesù. Tutti meno uno. Soltanto uno che avesse capito Gesù avrebbe potuto riportare fedelmente il suo messaggio spirituale.
Ma capire Gesù vuol dire “ ESSERE GESU’ ”. Ecco il SEGRETO dell’essenza divina: Gesù è la STRADA, LA VERITA’, LA VITA.
Gesù è l’estremo livello raggiungibile dall’uomo. Chi lo raggiunge si trova ad essere “LUI”. Il piccolo, nervoso Giuda detto Tommaso Didimo, è passato al di là del traguardo e da quel momento è stato più che fratello gemello di Gesù, il suo alter ego: Gesù stesso, specchiato.
Ora possono trovare un’eco nella nostra coscienza le parole segrete che egli ha udite. Sono parole vere, eterne. Eccole:
“Io mi chiamo Giuda come l’altro apostolo, ma sono detto Taumà, Tommaso, cioè Didimo, e vi dirò quando e come Gesù mi ha chiamato così.”

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Viandante Residente
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Gesù dettava, Io scrivevo. Ora, attraverso tante sbarre e tante spade, giunge a voi la Sua Voce. Sembrano parole oscure, ma colui che ne scopre il senso segreto si libera per sempre dalle morti. Come sorrideva Gesù quando gli dicevano che il Regno è su nei cieli. Rispondeva: “Allora gli uccelli chissà come sono in vantaggio su di voi.” Poi diventava serio e con voce dolcissima aggiungeva: “Il Regno è dovunque: fuori e dentro di voi, sopra e sotto. Il Regno non è altro che il Pensiero Vivente, il Padre Vivente. Se lo riconoscete, siete recipienti colmi di Vita. Ma se non lo riconoscete, siete il vuoto stesso!”
Quando noi lo chiamavamo: “Signore, vieni con noi a pregare e a digiunare? “Lui ci guardava con occhi pieni di ironia e ci rispondeva “Ma che male ho fatto?” E poi aggiungeva: “Non dite sciocchezze e non perdete tempo a fare ciò che intimamente non vi sentite di fare”.
Una sera al tramonto, vedemmo nel deserto, dall’alto di un colle, un leone balzare su un povero uomo e divorarlo. Gesù ci disse, meravigliandoci: “Quel leone ha fatto quello che doveva fare, mentre sarebbe orribile che l’uomo uccidesse e mangiasse il leone.” Quando gli chiedemmo il perché, Egli rispose: “E’ il leone che, nello scorrere del tempo, diventa uomo, imparando a prendere decisioni umane, mentre l’uomo che mangia il leone, regredisce, prendendo decisioni bestiali.”
Un giorno Gesù ci spiegò i segreti delle stelle: Era mattino di Primavera. Dall’alto di un colle vedevamo, nella pianura lontana, sorgere il Sole là dove all’orizzonte ancora brillava una luminosa costellazione “Passano le costellazioni, disse Gesù, dopo l’ariete i Pesci. E poi verrà il segno dell’Acquario. Allora l’uomo scoprirà che i morti sono vivi e che la morte stessa non esiste”.
E’ giunto il momento che io vi dica, miei cari amici, quando fu che Gesù mi chiamò per la prima volta TAUMA’, cioè DIDIMO (il suo gemello). Eravamo tutti a tavola. Al termine del pranzo il Maestro ci disse: “facciamo un giuoco. Ciascuno di voi cerchi di paragonarmi a qualcuno o qualcosa. Naturalmente Simon Pietro parlò per primo “Per me Tu assomigli ad un angelo giusto” . Intervenne Matteo: “Assomigli ad un filosofo saggio”. Uno dopo l’altro, tutti dissero la loro. Alla fine, giunse il mio momento.
Gesù mi guardava. Dissi: ”Maestro mio, la bocca rimane chiusa e si rifiuta di dire a chi somigli perché Tu non puoi essere paragonato a niente e a nessuno. Gesù, allora davanti a tutti, disse: “Io non sono più il tuo Maestro, perché hai bevuto sino alla pienezza, alla sorgente infuocata di cui Io stesso mi sono riempito. Hai capito Chi sono. Tu ora sei il pesce grande e buono e per stringere te io getto da parte tutti gli altri. Tu ora sei la più grande e la più coraggiosa delle mie pecore, hai scavalcato ogni recinto ed io ti voglio bene più che a tutte le altre. D’ora in poi ti chiamerò TAUMA’, DIDIMO, perché tu sei Me ed Io sono te. Poi Gesù mi prese dolcemente per la mano e mi portò in una “ANACOREIA”, un luogo appartato. Era un’altana. Il Sole al tramonto colpiva la figura del mio Maestro che appariva grandiosa e luminosa. Sentii da quella polvere d’oro di luce vivente, giungere a me le sue parole:
—TAUMA’!
—Dimmi Sazzolòs”, mio dolce Maestro.
—E’ giunto il momento. Ora ti dico le tre Parole, infinitamente sacre, infinitamente buone, infinitamente vere”.
Mi guardò negli occhi. Si avvicinò al mio orecchio. Era la grandiosa Luce che parlava.
Udii e rimasi sconvolto! Mi aveva detto le tre parole che l’umanità giudica più sconvenienti di tutte le altre! Il mio pensiero si fermò. Fui preso in un vortice.
Avevo abbassato gli occhi e temevo che, quando li avessi sollevati di nuovo, mi sarebbe apparsa la visione di un diavolo sghignazzante, al posto di Gesù.
Accadde invece un fatto straordinario. Vidi, dolce e rassicurante, il sorriso del mio Maestro. E allora le tre parole presero corpo nella mia mente. Le vidi luminose e bellissime. Un’ansa misteriosa ed ovale sovrastava una torre terminante con una cuspide conica. I due segni viventi quello della femminilità e quello della maschilità, palpitavano e si attiravano con estrema forza. Tra loro, il terzo segno era come il battito altalenante del cuore e mi appariva con due ali: una fatta di ombra e una di luce. Non saprei descrivere meglio quel segno sconosciuto.
Nella sua totalità io vidi dunque la CROCE ANSATA degli egizi, il simbolo della Vita.
Il mio volto si trasformò. Ero pieno di gioia. Ciò che, nella visione divina appare grandiosamente buono e saggio, nella distorta e diabolica visione umana sembra volgare e meschino. L’uomo si è posto agli antipodi di Dio.
Allora udii le parole di Gesù, che mi scossero fino nelle fibre più nascoste:
“Le vedi, ora, le due croci, TAUMA’, la croce vera, della MADRE, del PADRE e del FIGLIO, e la croce falsa degli uomini?”
“Le vedo tutte e due, Maestro mio, e purtroppo vedo Te, il Figlio inchiodato su quella falsa!
Quando tornai tra gli amici, ognuno mi interrogava: “Cosa ti ha detto? Quali segreti ti ha rivelato? Ti ha parlato del padre?
“Risposi loro:” Mi ha detto soltanto tre parole, non una di più”.
—Possibile? Tre parole? Vuoi dire una frase formata da tre parole?
—No, tre parole staccate.
—Diccele, che cosa aspetti?
—Fossi matto. Se io vi rivelassi anche una soltanto, di quelle tre parole, afferrereste le prime pietre a portata di mano e mi lapidereste. Ma allora un fuoco eterno uscirebbe da quei sassi e vi trovereste tra le fiamme per sempre. Amici miei, le tre parole ognuno le deve scoprire da solo.
—Ma tu le hai sentite da Gesù!
—E non è la stessa cosa?


Una sera, Gesù mi prese in disparte e mi disse:
—TAUMA’ ti farò delle domande, e tu che sei sapiente, rispondimi.
Quante mani devi prendere per avere una unità di mani?
—Una mano Maestro.
—E qual’ è l’unità di piedi?
—Un piede.
—E l’unità di occhi?
—Un occhio
—No, Tommaso. Ti sbagli. Una mano funziona. Un piede funziona. Ma a un occhio solo sfuggono le profondità.
—ho capito, Maestro. L’unità di occhi sono due occhi.
—E l’unità di umanità?
Stavo per rispondere”un uomo”, ma, col volto imporporato, corressi il mio pensiero. Risposi:
—E’ la coppia, Maestro.
—Ora non sei soltanto sapiente, ma sei Saggio.

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Viandante Residente
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Un giorno Gesù disse: “ Non perdete tempo a digiunare perché, cosi facendo, fate la vostra rovina spirituale. Non perdete tempo a pregare perché, cosi facendo, vi costruite un inferno.
Trattenetevi dal fare elemosina perché fareste torto al vostro Spirito”.
Molti di noi non capivano. Gesù, quasi ridendo, aggiunse:”Tu Matteo, che eri chiamato il grassone, sai bene quale rovina fosse per te l’ingordigia che ti squilibrava: altrettanto squilibrante è il digiuno”. Replicammo:”Questo lo abbiamo capito, ma perché la preghiera ci danneggia?”
Gesù ci chiese: “come pregate?”
—Diciamo: “Signore abbi pietà di noi”
—Pensate forse che il Padre sia crudele? E che altro dite?
—Diciamo” “Signore facci avere questo, concedici quest’altro”
—Questa è ingiustizia! Non così dovete pregare.
—E come, allora?
—Tacendo e ascoltando la voce del Silenzio che parla dentro di voi, il Pensiero Vivente, vera preghiera, che crea e non ripete, che entra in voi ed è pura. Ciò che entra non vi contamina, ma ciò che esce vi sporca.
—E per l’elemosina?
—Ciò che dai a te stesso lo chiami forse elemosina? E ciò che voi chiamate elemosina non è altro che quel piccolo obolo che una coscienza addormentata paga volentieri per poter continuare tranquillamente a dormire! – poi Gesù aggiunse: Chi ha orecchie per intendere, intenda.
Molti di noi non avevano capito.
Gesù sorridendo, disse:
—Lo Spirito è Perfezione. Pensate sia perfetto un mondo in cui sia necessaria l’elemosina?
—No, E’ un mondo ingiusto.
—L’elemosina stabilizza questa situazione di ingiustizia.
—E allora, cosa dobbiamo fare, in questo mondo che, purtroppo è ingiusto, quando un povero, affamato, viene da noi?
—Fate a lui quello che vorreste fosse fatto a voi stessi. Fate il vostro dovere e fatelo in silenzio.
—Adesso abbiamo orecchie per intendere.

Un giorno chiedemmo a Gesù: “Quale sarà la nostra fine?” Ed Egli ci rispose: “Se scoprite il principio non dovete preoccuparvi della fine, perché dove è la fine, là è il principio. E chi conosce il principio, conosce la fine e si libera dalle morti”.
Disse proprio così, “dalle morti” e poi aggiunse: “volete sapere in che modo un uomo si libera dalle morti? Ve lo dico subito: divenendo consapevole di essere già esistito prima di ogni nascita.
Queste parole sono di fondamento di ciò che vi dico. Allora, pur restando coi piedi su questo pianeta, diverrete padroni dei cinque alberi meravigliosi del Paradiso che sono sempre fiorenti, estate e inverno e non perdono mai le foglie. Chi conosce questi alberi si libera dalle morti.”
—E cosa sono questi cinque alberi? – Chiedemmo noi. Gesù rispose sorridendo:
—Sono le cinque strade infinite, che portano a Dio. Son fatte di vita, di spazio, di tempo. Si percorrono avanti e indietro.
Se cammini su di esse, facendo tanti passi in un senso e un ugual numero di passi nell’altro, muovendoti, starai fermo, come il Padre.
Un giorno Gesù, sulla cima di un monte, si staccò dagli apostoli e, prendendomi per mano, mi disse: “ Tommaso, tutto quello che tu vedi quassù, quello che tu tocchi e che senti è materia, è la carne. Questa è la Grande Madre.
—Maestro, è dunque la carne nobile quanto lo Spirito?
—“Assai di più, Tommaso! Se lo spirito si trasforma in carne è cosa meravigliosa, ma se la carne si trasforma in Spirito, questa è la meraviglia di tutte le meraviglie. E’ straordinario come tanta ricchezza possa nascere da tanta presunta povertà”.
Un giorno Gesù ci disse: “Quando voi vi sedete in tre intorno a un tavolo tre siete e tre restate. Ma se una coppia si siederà intorno a un tavolo, e mi chiamerà, io verrò tra quella donna e quell’uomo e non saranno più due, ma uno solo!”
Un’altra volta Gesù mi disse: “Tommaso, non nascondere mai la verità. Ciò che ti entra da un orecchio, fallo uscire dalla bocca, gridandolo forte a tutti! Sono stati i ladri e gli assassini ad inventare, per loro convenienza, l’usanza che sia peccaminoso fare la spia. Verrà il giorno in cui non sarà più possibile tenere segreta alcuna cosa.
L’uomo non avrà più nascondigli, maschere, scudi e foglie di fico. Anche il pensiero più recondito sarà in piena luce.
Tutte le lampade usciranno dai loro nascondigli e brilleranno nei luoghi alti.
Alcuni discepoli si lamentavano con Gesù: “Molti dei tuoi pensieri ci appaiono ancora oscuri, non tutto quello che dici è chiaro. Quando potremo vederti senza veli?”
Gesù rispose: “I veli non sono miei ma vostri. Buttate via le vostre bende, dimenticate il vostro pudore che non è altro che malizia. Strappatevi le vesti di dosso, buttatele a terra e calpestatele come fanno i bambini. Io non ho bende, e quando anche voi avrete gettato via i vostri abiti e sarete nudi, allora vedrete il Figlio del Pensiero vivente e da quel momento per voi non vi sarà né paura né morte.
Gesù ci metteva in guardia: “Siate prudenti, molta gente nel mondo vive nell’ignoranza degli altri. Molti hanno il monopolio delle chiavi della conoscenza e hanno nascosto così bene queste chiavi che nemmeno loro le possono più usare. Cercate le cose nascoste. Questa vostra ricerca sia prudente e silenziosa. Penetrate, senza dare nell’occhio, fra le rovine dei grandi monumenti che nascondono l’antica verità rivelata. Insinuatevi in essi silenziosi e prudenti come serpenti, ma conservate sempre puro il vostro cuore, come quello di una colomba.
Un giorno Gesù ci disse: “La legge dei vasi comunicanti vale nel mondo della materia. Prendete dei recipienti più o meno riempiti di liquido e metteteli in comunicazione fra loro. Vedrete allora i vasi più pieni cedere il liquido a quelli più vuoti. Ma nel mondo dello Spirito, questo fenomeno avviene alla rovescia. Dai vasi più vuoti verrà risucchiato tutto il liquido che andrà e riempire quelli che quasi traboccano. Così a colui che ha, sarà dato, e a colui che non ha, verrà tolto anche quel poco che ha.
—Maestro, ci sembra ingiusto tutto questo.
—Dividete un pane in pezzi e questi divideteli in briciole. Se poteste riunire le parti divise, per tornare a formare la pagnotta, le briciole, per prime sparirebbero, assorbite dai grossi pezzi. Questa strada del riunire è la via dello Spirito. Un giorno Gesù, sorridendo, mi disse: “Tommaso, ora tu sei qui con me a passeggiare su questo monte. Quando sarai dall’altra parte, se vorrai, con un sol balzo potrai tornare quaggiù a riprendere la tua passeggiata nel mondo,
—Lo farò, Maestro mio, sono innamorato, di questo pianeta!
Dopo morto, con due balzi e col tuo aiuto, tornerò giù.
Un giorno alcuni uomini lo avevano ascoltato parlare, chiesero a Gesù: “Ti devi sentire molto importante, per affermare certe cose”. Ed egli rispose: “Dalle cose che dico, non capite chi sono? Io sono ciò che dico ma, a quanto pare, voi siete come quella gente che divide l’albero dal frutto. Se amano l’albero, odiano il frutto. Se amano il frutto odiano l’albero….”
—Come è possibile che esista gente simile?
—Quanta gente odia le ferite ma ama le armi, le lustra, le appende ai muri, le fa vedere agli ospiti?
Ero con Gesù al tramonto, in cima ad un monte. Divenne triste e mi disse con voce malinconica: “La mia Grande Madre da troppo tempo soffre per la stupidità degli uomini! Quando inchioderanno al legno le mie membra, la vera crocifissa sarà Lei. Ascolta e ricorda, Tommaso: “A colui che bestemmia il Padre, sarà fatta misericordia, a colui che bestemmia il Figlio, sarà perdonato. Ma colui che sevizia la Madre non troverà perdono, né in terra , né in cielo”. E sai perché? Perché Lei non si difende e tutto riceve.
“Maestro, gli risposi, il Figlio sei Tu, ma chi è la Madre, chi è il Padre?”
“Tommaso, rispose Gesù, l’Universo nasce dall’amore del Padre e della Madre. Il Pensiero Vivente pervade tutto il cosmo: noi veniamo dalla luce di questo Pensiero che vive in eterno e che è Padre ed è Madre. Veniamo di là, dove la luce stessa si crea, da sola. Anche tu, Tommaso, dovrai rendere manifesta a tutti la realtà di questa luce di vita. Così, sia che te lo chiedano, sia che non lo vogliano sapere, tu devi dire sempre a tutti che fai parte dei figli della Luce e di coloro che il Padre vivente a scelto e che la Grande Madre ama.”
—“Sì, Maestro, ma chi è questo Grande Padre? E chi è questa Grande Madre?” Allora Gesù sorrise e rispose: E’ movimento. E’ quiete.”
Passavamo in mezzo ad un antico cimitero ed uno dei discepoli chiese a Gesù: "Cosa resta di questi poveri morti, oltre alle loro ossa che vanno in polvere e in quale giorno, coloro che sono morti, si risveglieranno dal loro riposo e in quale giorno ricomincerà per loro la vita e il mondo nuovo? " Gesù allora rispose: “Vi siete lasciati troppo distrarre da quelle tombe e da quelle ossa. Ciò che voi attendete è già avvenuto. Ma voi non ve ne accorgete e seguitate a dire: i morti riposino in pace!”.
Un giorno, alcuni discepoli chiesero a Gesù: “E’ giusto Che noi Ebrei si dia tanta importanza alla circoncisione? “Gesù rispose:” Se la circoncisione fosse davvero tanto importante e tanto utile per gli uomini, il grande Padre li farebbe nascere già circoncisi dalla loro madre. La vera circoncisione non è quella effettuata dal sacerdote col suo coltellino di pietra, ma è compiuta dallo Spirito della Grande Madre. Se lasciate che lo Spirito dia alla carne questa impronta non vi serve più il piccolo coltello di selce: la circoncisione trova il suo fondamento nello Spirito Liberatore. E’ lo Spirito a togliere le museruole, i bavagli e i prepuzi!
Un giorno, un gruppo di discepoli, venuti alla presenza di Gesù, si inchinarono ad adorarlo e gli dissero: “Signore, noi crediamo in Te perché, nelle Sacre Scritture, ben ventiquattro profeti hanno parlato di te ed hanno annunciato chiaramente la Tua venuta”. Gesù, sorridendo, disse: “Su, alzatevi in piedi e venite a toccarmi. Come vedete, sono vivo e sono tra voi; dunque, mi respingereste se quei ventiquattro morti non avessero parlato di me ma dei fatti loro?

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Viandante Residente
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Una sera Gesù, guardando il tramonto dall’alto di una montagna, mi disse: “Tommaso, non ti lamentare, se tutto ti va di traverso. In fondo, queste prove che tu devi superare, le inventasti tu stesso. Quanti dal cielo, si affacciano per vedere se cadi nelle trappole che tu stesso ti sei preparato! Felice l’uomo che supera queste prove perché, al di là, egli trova la Vita ”.
Una sera vedemmo un samaritano che effettuava un lungo viaggio portandosi dietro un agnello. Eravamo ai confini della Giudea, proprio nel luogo della dogana. Gesù ci disse: “Sapete perché quel viaggiatore porta con sé un agnello? Tra l’altro non lo può cavalcare e ad ogni dogana deve pagare il dazio. Lo porta perché, quando sarà affamato, lo ucciderà e se lo mangerà “. Gesù sorrise e aggiunse: “certo non potrà mangiarlo quando è vivo. Prima lo ucciderà e poi lo mangerà. Anche voi potete essere come quell’agnello, che può essere mangiato soltanto quando è già cadavere. Vincete la paura per non diventare cadaveri. Finché sarete vivi, la morte non vi potrà toccare. Nessuno potrà mangiarvi. Se la morte vi trova vivi, non vi toccherà.
Gesù una sera ci disse: “Voi possedete una grande facoltà;
ma non la conoscete”.
—E qual’è questa facoltà, maestro?
—E’ come la coda della lucertola. Vi potete sempre rigenerare da soli
—E con quale materiale potremo rigenerarci, quando verrà la fine?
—Con quello che è già in voi. Infatti, ciò che è in voi vi salverà, ma ciò che non è in voi vi farà perire”.
Una mattina ci trovavamo lungo il mare che segue il litorale fino a Tiro. Vi erano alcuni uomini. Con vanghe, badili e zappe stavano lavorando intorno ad un’antica tomba fenicia, per estrarne i tesori. Quando la grossa pietra fu rimossa, all’interno apparvero, accanto ad un’urna, molti oggetti preziosi: oro, gemme, vasi bellissimi ed anche recipienti che dovevano aver contenuto cibarie. Gesù ci disse: “Vedete, quel ricco Fenicio ha voluto portare con sé, dopo morto, le cose che lo arricchivano quando era vivente. Vi sembra dunque che il Regno del Padre su questa terra possa essere formato da uomini simili? Il Regno del Padre è simile invece ad un ricchissimo mercante che possedeva ogni genere di tesori, ma quel mercante era saggio.
Quando venne il momento di lasciare la terra rinunciò a tutti i suoi beni, gli ori, i vasi, le gemme preziose ed ebbe al loro posto un granellino tanto piccolo e misterioso da non potersi paragonare nemmeno a un seme di senape. Aveva però un grande vantaggio: non poteva diminuire più di così. Non poteva alterarsi. Non poteva essere corroso dai tarli o mangiato dai vermi. Non poteva essere fuso, né sbriciolato, né rotto. Io aggiunsi: “Maestro mio, era come il frutto di quei cinque alberi che fioriscono nel Paradiso?”
—Si, Tommaso. E’ il frutto dell’Eternità. Non può trasformarsi perché è senza forma, non può consumarsi perché è senza sostanza.
Dopo il tramonto, Gesù in cima alla montagna, mi venne accanto e mi disse: “La senti, TAUMA’, la Luce che si diffonde ovunque, e la dolce tenebra che l’accoglie? “La sento, Maestro mio. Il Sole è tramontato, ma la luce che esce da Te non tramonta”. “Si, DIDIMO, è la luce del Pensiero Vivente. La Luce che parla. Ascolta quello che dice”. Poi, come in un respiro, soggiunse: “Io sono il Tutto e il Tutto esce da Me e ritorna in Me, eternamente”.
Stavamo andando verso Gerusalemme e, giunti alla piscina di Siloe, ci fermammo a sedere, a mezzogiorno, sui bordi della grande vasca coi piedi immersi nell’acqua. Gesù mi disse: “Quante cose si manifestano ai vostri occhi, sotto questa luce forte e nitida. Alberi, oggetti, esseri viventi, migliaia di immagini, miriadi di forme, una diversa dall’altra. Brillano per un istante, si muovono, mutano, spariscono, trasformandosi. Cosa c’è dietro quelle forme? Nascosto in esse è il Pensiero Vivente, che un giorno si rivelerà completamente all’uomo. Allora, al di là delle apparenze, l’uomo saprà vedere la vera funzione delle cose. Sì, Didimo, verrà il giorno in cui potrete vedere a chi rassomigliate e allora vi rallegrerete. Ma questo è niente. Quando saprete scoprire i vostri Archetipi, i ventidue Segni Viventi che non muoiono e non nascono, non si deteriorano e non spariscono, né si manifestano, ma semplicemente ed eternamente sono, i segni che un giorno erano in voi e che in voi ritorneranno, allora sì che resterete abbagliati e stupefatti”.
—Maestro mio, cosa sono queste funzioni?
—Ti dirò cosa non sono: non sono forma, non sono materia.
—Ma come possono funzionare?
—Semplicemente perché il pensiero funziona.
—Può forse pungere uno spino che non ha né forma né materia?
—Io direi di sì, mio caro Taumà.
Gesù rideva, dicendomi queste parole. Poi aggiunse:
—Lo spino della rosa non è forse Pensiero che ha preso forma e sostanza?
Gesù un giorno, prendendo in mano un calice e sollevandolo verso il cielo ci disse: “Guardate bene questo oggetto e ditemi: “Vi sembra concavo o convesso? Non avete dubbi in proposito; ma non capite che è contemporaneamente concavo e convesso?
Non capite che colui che ha creato la parte visibile delle cose, ne ha creato anche la parte invisibile? Non curate troppo la parte visibile del vostro recipiente, trascurando quella interna! Il Padre vi ha creato fuori e dentro. Una sera Gesù era molto triste e i suoi occhi erano perduti in un lontano futuro. Disse: “Mi faranno apparire amante del dolore e della sofferenza. Sento dire dovunque che il mondo è una valle di lacrime e che l’uomo è nato per soffrire. Nulla di più falso. Solo per la sua stupidità e per la sua visione limitata l’uomo si circonda di sofferenza. Il mio giogo è leggero come una ghirlanda di fiori e la mia autorità è dolce. Se seguirete la strada che vi indico, troverete una felicità che è come un albero sempre verde.
La più cara discepola di Gesù, Salomè, gli disse:
—Sazzolòs, mio piccolo Maestro, facciamo anche oggi il gioco degli indovinelli? Non mi hai ancora fatto una delle tue domande.
—Ti accontento subito; Salomè:
“Due amanti si abbracciano sul loro letto: chi dei due vivrà, chi invece morrà?
—Ho capito. Tu sei quello che resta, perché esci da Colui che è Eterno. Ma devo proprio essere io quella che muore? Non sono forse la tua discepola?
—Ascolta, Salomè. Se in te non vi saranno divisioni, sarai piena di Vita e non offrirai materiale alla morte.
—Allora, sul nostro letto, uno vivrà e l’altra vivrà…
—Sei in errore, Salomè. Se in te non vi è divisione non sarai separata da Me. Tu sarai Me.
—E allora, Maestro, sul letto resteranno i nostri corpi vuoti…
—Sei in errore. Non vi saranno corpi, perché ogni granellino della nostra carne sarà trasformato in Spirito.
—Per me è presto, Maestro mio, solo tu sei capace di tanto.
Quindi io sono quella che muore. Ma ti raggiungerò, Sazzolòs, e sarò unita a te.. e torneremo ad abbracciarci, noi due.
—Sei ancora in errore, Salomè. Dovrai dire: noi “uno”.
Salomè sorrise e , accarezzando i capelli di Gesù , rispose , facendolo sorridere a sua volta:
“Si, Salomè!”

Maestro, chiesi un giorno a Gesù, come è possibile che le ricchezze del Regno si siano perdute senza che l’Umanità se ne sia accorta? Qual’è la vera causa di così grande perdita?”
Passava un uomo dallo sguardo irato. Inseguiva un suo bambino assai piccolo che forse aveva compiuto qualche marachella. L’uomo gridava: “Bastardo, figlio di un cane, se ti raggiungo, ti squarto e getto ai lupi le tue budella!” I suoi occhi brillavano dalla soddisfazione di aver avuto il coraggio di dire tanto, senza che la sua voce tremasse nemmeno un poco. Non sapeva quel padre che nella frase, che giudicava uno scherzo, sarebbe stata fatale”.
Gesù allora aggiunse: “Vedi, Didimo, come si è perduto il Regno? A furia di scherzi, di frasi inutili, di pensieri stolti, che sembravano solo innocenti passatempi”. Io capii e aggiunsi: “Non avevo mai pensato che fosse tanto pericoloso scherzare”.
I discepoli non si rendevano conto del fatto che fra tutta la folla Gesù, proprio la sua mamma e i suoi fratelli se ne stessero in disparte. “Perché li fai stare così, non vuoi loro bene?” chiesero. Gesù rispose: “Io voglio bene a tutti coloro che, stando quieti e in disparte e senza troppe parole, fanno la volontà del padre mio. Anche loro sono i miei fratelli e la mia madre, anche loro entreranno nel Regno”.
Una volta, Gesù si lasciò sfuggire l’altissima verità. Pochi di noi la accolsero, solamente coloro che avevano orecchie per intendere. Erano arrivati gli esattori dell’imperatore romano ed esigevano anche dai seguaci di Gesù l’obolo del tributo che consiste in una moneta. Qualcuno non aveva denaro. Chiedemmo a Gesù: “Cosa dobbiamo fare?” Rispose: “Date a Cesare quello che è di cesare, ma date a Dio ciò che appartiene a Dio. Poi aggiunse a bassa voce: “Ciò che è mio, datelo a Me”.
Mi guardò. Colse nei miei occhi un lampo di comprensione. Già da molto tempo avevo capito chi era veramente Gesù.
Un’altra volta il Maestro fu chiaro sulla sua vera essenza.
Mi disse: “Io so, mio dolcissimo Didimo, che tu sei pronto per me ad abbandonare tuo padre e tua madre. Hai capito che è giusto amare il proprio padre e la propria madre, ma questo amore viene dopo l’amore di Dio. Si, una donna ci ha messi al mondo. Ma cosa è questa piccola madre di fronte alla Grande Madre del cosmo che, assieme al Padre da vita a tutti gli esseri e fa pulsare tutti i cuori?”
Gesù disse: “Vi dovete esercitare a dimenticare voi stessi e ad uccidere quel personaggio che si crede grande e si annida in voi. Snudate la spada del pensiero unificante e trafiggete ogni parete divisoria. Se la mano non trema, riuscirete ad uccidere l’orgoglio e il Regno del Padre vi spalancherà la sua porta.”
Vi era in mezzo ai discepoli di Gesù uno schiavo fuggitivo.
Era magro, tanto da sembrare uno scheletro e aveva la pelle colore della cenere e i capelli di un bianco tendente al giallo. Tutti lo trattavano male, perché puzzava. Un giorno un uomo grosso autoritario gli disse: “Scostati da me, brutto figlio di puttana!”
Gesù si avvicino a quell’uomo brutale e con voce dolce gli disse “Vedi, lui conosce meglio di te suo Padre e sua Madre. Come puoi dunque chiamarlo cosi?”
Ricordi, Didimo, la parabola del Buon Pastore? L’ho raccontata tante volte”.
“Certo, Maestro, la ricordo molto bene. Possedeva cento pecore e una di loro, la più grande, era sparita. Con un salto aveva scavalcato la staccionata e si era avventurata verso l’ignoto”.
—Si, Didimo, la pecora più grande. La più ardita. Sai cosa andava a
cercare quella pecora?
—Maestro mio, cercava la verità.
—La mia pecora più grande, Didimo, sei tu e ti amo più delle altre novantanove, perché tu non ti fermi dietro le staccionate.

La verità che trovi, serbala!.

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vivere_13
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Viandante Residente
Viandante Residente
Ecco ho finito il mio racconto. E’ un racconto vero, una testimonianza che però vale solo per una generazione futura. Per questo resterà chiusa al buio, protetta dalla Grande Madre.
Qual’è la conclusione di queste mie parole? E’ la grande scoperta che io ho fatto stando vicino a Gesù.
Ho scoperto che tutti gli uomini sono brocche vuote: sono automi, privi di pensiero. L’uomo non sa pensare. E’ Dio che pensa per noi, e noi deformiamo i suoi messaggi. Le brocche sono sporche e l’acqua
perde di limpidezza. Le brocche sono bucate e l’acqua si perde.
Gesù mi ha detto: “ Chi beve all’acqua della mia sorgente diventa Me ed Io divento lui e ciò che è nascosto gli viene rivelato.
Una volta, gli uomini erano brocche pulite, colme di acqua divine e il pianeta era felice. Anche allora Dio pensava per gli uomini, ma loro trasmettevano fedelmente quei messaggi, erano lo specchio di Dio.
Fu l’epoca del Regno, ma il Paradiso, a poco a poco si insabbiò.
Nessuno sa più dove sia andato a finire questo tesoro del nostro pianeta. Ogni tanto qualcuno, scavando, trova un‘antica moneta di quel tesoro e allora, invece di conservarla, cosa ne fa? La getta, perché la crede fuori corso. Verità eterne, tratte dal passato vengono gettate via perché si crede che non si adattino più ai nuovi tempi.
Ho visto Dio. Anche i miei compagni hanno visto Dio, il Vivente uscito dal Vivente, Colui che non conosce paura, Colui che in tre giorni trionfa su qualsiasi morte. Dio, con la voce di Gesù, ci ha raccontato il Regno e ci ha detto “Non statelo a cercare un po’ più in qua, un po’ più in là, un po’ prima e un po’ dopo. Non sta in alto, non sta in basso né a destra né a sinistra. Non cercatelo in cielo. Il Regno del Padre è dovunque, fuori e dentro di voi. Il Regno è qui, se vogliamo.
Voi direte: “Se Dio parla con la voce di Gesù, allora Gesù è soltanto un portavoce? “Non è così. Gesù è la “SCEKINA”, cioè la viva presenza di Dio fra noi. Gesù è uomo, ma il suo pensiero è perfetto. Mai ci delude. Gesù è carne che tutta si fa Spirito, muore e non lascia cadavere. Rivelando alla perfezione il messaggio di Dio, è Dio stesso. Se noi Lo imitiamo, diverremo così trasparenti, che, attraverso di noi, sarà possibile vedere Lui.
Voglio terminare con un episodio che ritengo il più significativo di tutti. Non lo commenterò. Anch’io ricorrerò alla formula del mio Maestro dicendo: “Chi ha orecchie per intendere, intenda”.
Dunque, un giorno, Simon Pietro disse ai suoi discepoli, con voce forte, perché anche il Maestro udisse: “Non sarebbe ora che questa Màriza venisse allontanata dal nostro gruppo? Che ci sta a fare tra noi? E’ inutile che ascolti le parole del Maestro, tanto è una donna e le donne non sono degne della Vita Eterna.”
“Gesù allora disse: “Màriza, vieni più vicina e stai qui, dolcissima creatura, stretta a me!Non dar retta alle parole di quell’uomo. Anche tu entrerai nell’eternità, quando saprai completarti, arricchendoti di quella parte maschile che ti manca. Allora diventerai Spirito, eternamente vivo. E voi, discepoli, ascoltatemi, e anche tu Pietro: la stessa cosa avviene per voi maschi: ognuno di voi è un “ESSERE” tagliato a metà, ma se questa mezza anima sarà capace di completarsi con l’altra metà che le manca, potrà entrare nel Regno, perché nel Regno si entra a due a due, una donna e un uomo, un uomo e una donna.
Per fare l’altalena, due persone non possono stare sedute dalla stessa parte.”
Allora io intervenni e chiesi al mio Maestro:
Perché il Regno è stato perduto?
Gesù mi prese in disparte e mi rispose a bassa voce:
“ Grave e terribile errore fu l’invenzione delle croci, dei veleni, dei patiboli, dei cilici e di tutto ciò che fa abortire la Vita e provoca dolore.
Ma non fu questo l’errore diabolico da cui uscirono il male e la morte”.
“Maestro mio, come fu inventata la morte? Come fu inventato il male?”
“Ascolta Tommaso. Dio è coppia: Sposa e Sposo. Tutto quello che è vivente è coppia. L’uomo credette uno ciò che era soltanto metà. Vide in Dio il Padre e rifiutò la Madre. Questo è l’errore diabolico. La Vita fu spezzata in due parti, il Bene e il Male. Una metà dell’Infinito Bene fu creduta il Male. Così anche l’uomo fu spezzato: si vergognò di una parte dei suoi pensieri e li nascose. Ecco, Tommaso, come fu perduto il Regno. Era il Regno della felicità, ma l’uomo non ne fu degno, perché amò il dolore e respinse la Saggezza. Da allora la Sposa soffre, lontana
dallo Sposo, e il Regno è vuoto. Hai capito perché è avvenuto questo?”
“Si, mio dolce maestro. Perché, prima. Eravamo uno e poi siamo divenuti due.”
“E ora che siete due, cosa dovete fare? Cosa dovete fare?”
“Dobbiamo farci uno nello Spirito, ricostruendo con Te, che sei Amore, la perfetta trinità, perché Tu risiedi nel cuore delle coppie che sono nel Tutto”.
Questo era voluto da sempre. Fu sciupato. Ma è ancora e sempre voluto. Io non torno indietro dal mio eterno progetto d’Amore. L’uomo creò i diavoli, nutrendosi di cose spezzate e morte che, uscendo da lui, ebbero una vita larvata e provvisoria, ma dovranno rientrare nella “non esistenza”. E’ già pronto il mio magnifico vivente tappeto, unico e tutto intero, e la madre del Cosmo ne sta saldando i nodi sul rovescio. Lente ruotano le costellazioni, TAUMA’. Questo cielo, passerà. Il cielo che viene dopo, passerà. Ma i morti resteranno morti, e i vivi mai non moriranno.”

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vivere_13
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Viandante Residente
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Ecco le parole segrete
che Gesù Vivente ha detto
e che Didimo, Giuda Tommaso, ha
trascritto.


1.
E Lui ha detto:
"colui che trova il senso segreto di
queste parole
non assaggerà la morte.


Dal greco didymos = gemello e dall’ebraico Taumà = gemello

Senso nascosto, non comprensibile di prima lettura ma solo attraverso una ricerca, e avvicinandoci ad esse con la convinzione che essendo concepite e poi dettate da Gesù esse sono buone. Siamo noi che dobbiamo avvicinarci a Lui per riuscire a leggere i significati di amore. E Mai! di conflitti/o.
Avvicinandoci ad esse sempre più nudi in noi stessi , permetteremo a tali scritture di leggerci interiormente, avete letto bene , ho detto Leggerci, perchè in verità non siamo noi a leggere esse ma bensì esse che come in uno specchio leggono noi, e ci fanno crescere in amore al fine della ricerca della pace interiore, il paradiso che abita fuori e dentro di noi, il Regno del Padre.
La morte in verità non esiste , ma può essere solo assaggiata da coloro che credono in essa. Perchè "ciò che è dentro di noi è pure fuori di noi , vana è la fuga, rimane solo l'incontro con l'imperscrutabile di noi stessi".

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Viandante Residente
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2.
Gesù disse:
"chi cerca non smetta di cercare
finché non trova
e quando troverà
resterà sconvolto
e, così sconvolto,
farà cose meravigliose
e regnerà sul Tutto".


Mai pensare di essere arrivati a comprendere il tutto, perchè come l'amore vero non ha limiti così pure Dio essendo Egli stesso Amore non ha limiti, potremmo arrivare a comprendere e andare oltre il mondo materiale rimanendo sconvolti dalla visione dei nostri archetipi, ma cmq vi sarà ancora altro da cercare, e scopriremo che oltre al cosmo ci siamo noi ad immagine e somiglianza di Dio, che ci troviamo in uno stato di Movimento e Quiete come il Padre.
Potremmo arrivare a faredentro di noi cose meravigliose in quanto non vi potrà più essere alcun posto ove potremmo soffrire, perchè saremmo andati oltre al concetto di "posto" ma lo avremmo sostituito con un concetto di "Gustare la Coscienza di Se con il Padre" E quando saremmo consci che il Tutto è in noi sia dentro che fuori, da tale Consapevolezza arriverà il regnare sul Tutto stesso.

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3 .
Gesù ha detto:
"Se chi vi guida vi dice:
sì, il Regno è nei Cieli,
allora gli uccelli del cielo saranno in
vantaggio,
se vi dicono che è nel mare,
allora i pesci saranno in vantaggio.
Ma il Regno è dentro voi
e fuori di voi.
Quando voi vi conoscerete,
allora sarete consci,
e saprete che siete voi
i figli del Padre Vivente.
Ma se vi capita di non conoscere voi
stessi.
allora restate poveri
e siete la povertà stessa!"



Ci hanno insegnato a cercare Dio come in un luogo quasi irraggiungibile posto nei cieli, ma Gesù ci è venuto a ricordare e ribadire che il Regno la Casa, il Tempio di Dio siamo Noi stessi immersi è facenti parte del Tutto, per cui la vera ricerca è interiore, e da tale presa di Consapevolezza arriveremo poi ad avere anche una visione esteriore amorevole verso tutto e tutti ciò che ci circonda, in quanto tutti facciamo parte dell ' UNO il TUTTO.
Ma se invece non arriveremo a tale consapevolezza , autocondanneremo le nostre anime ad un oblio di una mancata Coscienza di Se, appunto ci autocondanneremo, perchè Dio non ci condanna MAI Egli ci ama tutti (siete la povertà, e non siAte la povertà)..


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4.
Gesù ha detto:
"l'uomo vecchio non esiti
a rendere i suoi giorni
come i sette giorni di un neonato
all'origine della vita,
e continuerà a vivere,
perché ciò che è prima diviene ciò che è dopo
e tutto si unisce"



Questo rappresenta il percorso delle nostre anime, e vale a dire il reincarnarci in un corpo nuovo , in cui sino ai prime sette giorni di vita nella mente non esiste ancora il concetto di bene e di male ma bensì del tutto " é " , ma tale neonato non ha la consapevolezza dell'esistenza del mondo della materia o corpi in senso lato, e pertanto non è ancora iniziato in lui il processo di crescita del cosidetto "peccato" che non è altro che il concetto di "mio"(non nasciamo con nessun "peccato originale", egli può solo crescere piano piano in noi), il progetto d'amore di Dio è di farci fare tale percorso nella materia tornando ad essere Uno e vale a dire uniti in noi stessi con anima e corpo, ma con motivi di amore vero.. perchè eravamo Uno siamo divenuti Due e dobbiamo ritornare UNO con la Consapevolezza di Esserlo.

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Gesù ha detto:
"Conoscerai il tuo futuro
e ciò che è nascosto ti sarà svelato,
perché non vi è nulla di nascosto che
non apparisca".


Se riusciremo a essere come Gesù, ci apparirà il teatro/matrix della mondo materiale in cui le anime reincarnate fanno il loro percorso di crescita in amore vero, percorso materiale già conosciuto da tali anime prima di reincarnarsi, quando appunto erano nella Luce, per poi cadere una volta reincarnate nel torpore del buio del mondo.

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hakimsanai43
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1:" Chi comprenderà il significato segreto di queste mie parole,non
gusterà in eterno LE MORTI (peanmòi)."

Se si traduce con"LA" morte,la frase non ha nessun senso.
aspetto

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La traduzione è giusta, perchè la morte è quella del corpo, l'anima non muore , può solo cadere in un oblio di una mancata consapevolezza di Sè, mentre ci si può liberare da tutte le precedenti morti (dei corpi)-paure pregresse- , divenendo consapevoli e avendo la certezza interiore di esserci reincarnati.

Un giorno chiedemmo a Gesù: “Quale sarà la nostra fine?” Ed Egli ci rispose: “Se scoprite il principio non dovete preoccuparvi della fine, perché dove è la fine, là è il principio. E chi conosce il principio, conosce la fine e si libera dalle morti”.
Disse proprio così, “dalle morti” e poi aggiunse: “volete sapere in che modo un uomo si libera dalle morti? Ve lo dico subito: divenendo consapevole di essere già esistito prima di ogni nascita.



Per cui Gesù ti dice già come liberarti dalle MORTI, e pertanto non avrebbe senso comprendere tutto il suo vangelo per non gustare tali "morti", mentre Egli afferma che se riusciamo a comprendere il suo messaggio anche grazie all'aiuto di tale vangelo, non assageremo la morte.

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I suoi discepoli lo interrogarono e gli chiesero:
"vuoi Tu che digiuniamo,
in che modo pregheremo,
come faremo l'elemosina
e quali regole seguiremo riguardo ai cibi?"
Gesù rispose:
"Non dite sciocchezze
e ciò che non vi sentite di fare, non lo fate,
perché tutto si svela di fronte al cielo.
Non vi è nulla di nascosto che, in verità,
non venga alla luce,
alla lunga non possa apparire".


Molti dei messaggi e insegnamenti di Gesù, sono stati adeguati alle debolezze degli uomini, venendo di fatto modificati, come appunto il Digiunare, che secondo Gesù dobbiamo si digiunare, ma il mondo materiale , e vale a dire almeno un giorno alla settimana fermiamoci a pensare i motivi del nostro lavorare e accumulare, di modo che esso non sia solo fine a se stesso, portandoci via e divorandoci. Il pregare, anch'esso assai non buono, in quanto quando preghiamo chiediamo in continuazione , mentre dobbiamo imparare a Dare e non a Chiedere, inoltre anche inconsciamente nel nostro pregare/chiedere, ci eleviamo al di sopra di Dio stesso, andando ad insegnare a Dio cosa sia buono e giusto per noi o i nostri fratelli, come se Lui che ci ha creato con immenso amore a Sua immagine, non sapesse cosa veramente è buono e giusto per noi. E se ci troviamo in difficolta interiore dobbiamo pregare /meditare in noi stessi per conprendere i motivi delle nostre debolezze.
Lo stesso Padre Nostro non è affatto una preghiera, ma bensì un insegnamento, l'errore è entrato dal non utilizzo dei verbi al presente:

l'insegnamento..................................................................la preghiera

Padre nostro, che sei nei cieli:...................................................Padre nostro, che sei nei cieli:
Il Tuo nome é santificato..........................................................Sia santificato il tuo nome.
Il Tuo Regno è qui...................................................................Venga il tuo regno.
La Tua volontà é fatta.............................................................Sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra..........................................................come in cielo così in terra.
Tu ci dai il pane quotidiano.........................................................Dacci oggi il nostro pane quotidiano.
Tu ci rimetti i nostri debiti nell'istante...........................................E rimetti a noi i nostri debiti come
esatto in cui noi li rimettiamo ai nostri debitori...............................noi li rimettiamo ai nostri debitori
Tu non ci induci in tentazione.....................................................E non ci indurre in tentazione.
Tu ci liberi dal Male...................................................................Ma liberaci dal male amen.

L'elemosina, anche qui dipende dai motivi, e valea dire se noi quando diamo la consideriamo una elemosina , per cui se aiutiamo per l'amore di aiutare o se lo facciamo solo per avere la coscienza illusoriamente a posto. E tutto questo nostro pensare è ben conosciuto da Dio, e noi stessi non possiamo continuare a mentirci nel momento in cui iniziamo ad ascoltarci interiormente.

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hakimsanai43
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Viandante Storico
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vivere_13 ha scritto:La traduzione è giusta, perchè la morte è quella del corpo, l'anima non muore , può solo cadere in un oblio di una mancata consapevolezza di Sè, mentre ci si può liberare da tutte le precedenti morti (dei corpi)-paure pregresse- , divenendo consapevoli e avendo la certezza interiore di esserci reincarnati.

Un giorno chiedemmo a Gesù: “Quale sarà la nostra fine?” Ed Egli ci rispose: “Se scoprite il principio non dovete preoccuparvi della fine, perché dove è la fine, là è il principio. E chi conosce il principio, conosce la fine e si libera dalle morti”.
Disse proprio così, “dalle morti” e poi aggiunse: “volete sapere in che modo un uomo si libera dalle morti? Ve lo dico subito: divenendo consapevole di essere già esistito prima di ogni nascita.



Per cui Gesù ti dice già come liberarti dalle MORTI, e pertanto non avrebbe senso comprendere tutto il suo vangelo per non gustare tali "morti", mentre Egli afferma che se riusciamo a comprendere il suo messaggio anche grazie all'aiuto di tale vangelo, non assageremo la morte.
aspetto
Peanmòs = LA morte.
Peanmòi = Le Morti !
E parlare delle morti implica SAPERE che esiste la reincarnazione.
E Tommaso era un Illuminato come Buddha,Shamkara e tanti altri e non poteva non SAPERE nulla della reincarnazione.Tanto più che questo Vangelo è stato scritto in India,dove Gesù si chiamava Ishwara Putram.
E anche il finale qui sopra è errato.La traduzione è:"Chi comprenderà il significato SEGRETO di queste
mie parole,non assaggerà in eterno LE morti."

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vivere_13
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hakimsanai43 ha scritto:
vivere_13 ha scritto:La traduzione è giusta, perchè la morte è quella del corpo, l'anima non muore , può solo cadere in un oblio di una mancata consapevolezza di Sè, mentre ci si può liberare da tutte le precedenti morti (dei corpi)-paure pregresse- , divenendo consapevoli e avendo la certezza interiore di esserci reincarnati.

Un giorno chiedemmo a Gesù: “Quale sarà la nostra fine?” Ed Egli ci rispose: “Se scoprite il principio non dovete preoccuparvi della fine, perché dove è la fine, là è il principio. E chi conosce il principio, conosce la fine e si libera dalle morti”.
Disse proprio così, “dalle morti” e poi aggiunse: “volete sapere in che modo un uomo si libera dalle morti? Ve lo dico subito: divenendo consapevole di essere già esistito prima di ogni nascita.



Per cui Gesù ti dice già come liberarti dalle MORTI, e pertanto non avrebbe senso comprendere tutto il suo vangelo per non gustare tali "morti", mentre Egli afferma che se riusciamo a comprendere il suo messaggio anche grazie all'aiuto di tale vangelo, non assageremo la morte.
aspetto
Peanmòs = LA morte.
Peanmòi = Le Morti !
E parlare delle morti implica SAPERE che esiste la reincarnazione.
E Tommaso era un Illuminato come Buddha,Shamkara e tanti altri e non poteva non SAPERE nulla della reincarnazione.Tanto più che questo Vangelo è stato scritto in India,dove Gesù si chiamava Ishwara Putram.
E anche il finale qui sopra è errato.La traduzione è:"Chi comprenderà il significato SEGRETO di queste
mie parole,non assaggerà in eterno LE morti."

Che importa se Giuda-didimo-tommaso fosse o meno un illuminato??
mica è farina del suo sacco...

??
Per cui dopo essere stato scritto in india è stato messo dentro alla giara a nag hammadi?

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hakimsanai43
hakimsanai43
Viandante Storico
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sorriso

1 In questo mondo esistono persone che leggono una sola frase di un libro
e capiscono se chi scrive è un illuminato oppure no.

2:Esattamente ! Ma dopo 300 anni circa.
All'età di 17 anni il Gesù STORICO emigrò in India dove si trovavano le "pecore perdute della casa di Israele" (Kashmir indiano) e all'età
di circa 30 anni tornò in Israele assieme all'ignoto scrittore del Vangelo detto "Di Tommaso".E dopo una crocifissione mal riuscita ritornò in India dove morì ultracentenario e fu sepolto a Phalgam nel mausoleo Rozabal.

Se ti interessa,Francesco Forgione,il direttore della rivista Hera organizza
ogni anno o quasi,in Agosto una gita a Phalgam per visitare la tomba del Gesù STORICO.
inchino

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BigBossStigazzi
BigBossStigazzi
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
dettato

dire parola per parola quello che altri ha da scrivere

derivati

dittatore... ciò che dettava (ordinava) era legge

... quanta legge c'è nei vostri dettati e quale assenza di amore...quanto siete poveri

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vivere_13
vivere_13
Viandante Residente
Viandante Residente
Non saprei cosa rispondere :-) , perchè per quante cose possiamo udire o anche dire , esse rimarranno solo e sempre le loro e nostre verità. perchè o un concetto prende vita e corpo in noi, oppure rimarrà sempre una verità altrui.. dato che "Ciò che è dentro di noi è pure al di fuori di noi" e quel che è sopra è come ciò che stà al di sotto. :-)

Tanto da riuscire a scambiare il Vero amore, per cinismo ... se siamo cinici vediamo cinismo , se dentro abbiamo amore, vediamo amore...

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BigBossStigazzi
BigBossStigazzi
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
...se abbiamo dentro frasi fatte e La Verità vediamo La Verità e la esprimiamo con frasi fatte...continua/ate pure, scusa/ate l'interruzione....

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vivere_13
vivere_13
Viandante Residente
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Disse Gesù:
“È nel giusto il leone che divora l'uomo:
è il leone che diventa uomo.
Sbaglia l'uomo che mangia il leone:
è sempre il leone che diventa uomo".


Quando il nostro lato materiale prende il sopravvento nei confronti della nostra parte spirituale anima/cuore egli è nel giusto , ed è lui a guadagnarci nello scambio, perchè in tal caso regrediamo rivolgendo il nostro pensiero al mondo materiale, ed il materiale ci guadagnerà sempre dal confronto, un uomo non potrà mai essere come un animale , perché potrà sempre essere meglio di esso oppure peggio, ma mai uguale, perché l’uomo possiede il Libero Arbitrio. Dobbiamo invece trovare l'equilibrio interiore con motivi di amore vero, tra la parte Spirituale e la parte materiale.



Ultima modifica di vivere_13 il Mer 30 Gen 2013 - 0:17 - modificato 1 volta.

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vivere_13
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Viandante Residente
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BigBossStigazzi ha scritto:...se abbiamo dentro frasi fatte e La Verità vediamo La Verità e la esprimiamo con frasi fatte...continua/ate pure, scusa/ate l'interruzione....

perchè senti il bisogno di scusarti dei tuoi pensieri.. ???

1 pensi di aver espresso troppi giudizi?
2 sarcasticamente ti senti superiore (Ego) ?
3 temi di aver ostacolato o non aver contribuito positivamente alla discussione?
4 La vedi una perdita di tempo, in quanto chi scrive .. è irrecuperabile?
5 Non ti senti ancora all'altezza per poter affrontare tali concetti?
6 Senza alcun tuo motivo?

Sei anche tu uno strumento nelle mani di Dio, sia che tu ne abbia o meno la Consapevolezza.. dunque perchè scusarti del tuo percorso?
Dato che tutti i percorsi sono indissolubilmente legati?

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lisandro
lisandro
Viandante Storico
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hakimsanai43 ha scritto: 1:" Chi comprenderà il significato segreto di queste mie parole,non
gusterà in eterno LE MORTI (peanmòi)."

-Chi comprenderà il significato segreto è presumibilmente un illuminato, perché solo in quanto tale riesce a carpire il segreto. E' una prerogativa propria degli illuminati. Che illuminato sarebbe se non fosse in grado di disvelare i misteri che si celano dietro alle apparenze? Ecco... l'illuminato scorge delle evidenze nel mare di apparenze nel quale galleggiano tutti gli altri, e così diverrà un privilegiato, ovvero si eviterà di morire. Non come tutti quegli altri obnubilati dalla vaghezza dell'eterno rinascere per rimorirne eternamente. Ecco dunque... l'illuminazione, pur avendo a che fare con le leggi cosmiche, è un fatto puramente individuale. Ovvero, se io m'illumino, io scampo alla morte. Non che io non muoia propriamente, piuttosto non rinasco fattivamente.

grazie ar ca'...
- taci tu!
Spero sia stato chiaro eloquentemente.

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vivere_13
vivere_13
Viandante Residente
Viandante Residente
@lisandro
Non credo che vi siano segreti da "Carpire", non vi è un premio/caramella di Dio, il premio stà nella bellezza di poter gustare assieme al Padre il premio che non esiste. sorriso

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lisandro
lisandro
Viandante Storico
Viandante Storico
vivere_13 ha scritto:@lisandro
Non credo che vi siano segreti da "Carpire", non vi è un premio/caramella di Dio, il premio stà nella bellezza di poter gustare assieme al Padre il premio che non esiste. sorriso

Ah beh! Mi credevo! Dunque non esiste?
Perché anch'io nutro la convinzione che sia tutto frutto di una grande fantasia, alla maniera dei poeti e degli artisti.

Se rigirassi a te le domande che hai posto a BIG Boss, ti accorgeresti di una sorta di cortocircuito. Come risponderesti? Alla n°1 non staresti giudicando troppo chi ti sta giudicando? Alla n°2 il tuo ego non risulterebbe troppo tronfio nel criticare come inferiore chi ti si pone con sarcasmo? E via dicendo...

Concordo con te invece quando dici: "il premio sta nella bellezza di poter gustare".
Qui ci ho messo un bel punto ·
Tutto il resto è folklore, come le fiabe che leggo alle mie figlie che di per sé non sono né belle, né brutte, ma solo hanno il potere di suscitare sensazioni (da gustare).

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BigBossStigazzi
BigBossStigazzi
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
vivere_13 ha scritto:
BigBossStigazzi ha scritto:...se abbiamo dentro frasi fatte e La Verità vediamo La Verità e la esprimiamo con frasi fatte...continua/ate pure, scusa/ate l'interruzione....

perchè senti il bisogno di scusarti dei tuoi pensieri.. ???

1 pensi di aver espresso troppi giudizi?
2 sarcasticamente ti senti superiore (Ego) ?
3 temi di aver ostacolato o non aver contribuito positivamente alla discussione?
4 La vedi una perdita di tempo, in quanto chi scrive .. è irrecuperabile?
5 Non ti senti ancora all'altezza per poter affrontare tali concetti?
6 Senza alcun tuo motivo?

Sei anche tu uno strumento nelle mani di Dio, sia che tu ne abbia o meno la Consapevolezza.. dunque perchè scusarti del tuo percorso?
Dato che tutti i percorsi sono indissolubilmente legati?


Rispondo alle domande
le scuse erano retoriche, esprimere giudizi è conseguente all'atto di pensare (con la propria testa), sì nella mia ignoranza, mi sento superiore a chi crede di conoscere La Verità (anche solo perchè gliel'hanno dettata), non è una discussione ma un monologo di un "illuminato" interrotto a tratti da un altro che si ritiene "illuminato", "irrecuperabile"? ..a quale verità? io non ritengo nessuno irrecuperabile, ipocrita o demenziale sì, ma tutti possono migliorarsi e quindi diventare più ipocriti e più demenziali ancora, non è questioni di altezza in "tali concetti" ma di ...quale aggettivo usare? comunque questi argomenti mi interessano solo in quanto disvelamento delle panzane, senza alcun mio motivo? cosa significa? vivo mio malgrado? non capisco la domanda.

Io uno strumento di dio? Sì forse sono il modo che ha scelto per sparire e farsi ingiuriare...sul fatto dei percorsi legati dissento, ognuno ha il suo ed il mio è proprio un'altra cosa Sorriso Scemo

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