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17 marzo - festa dell'Unità d'Italia

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Viandante Ad Honorem
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L'anniversario dell'Unità d'Italia viene fatto coincidere con il 17 marzo, ricordando la promulgazione della legge n. 4671 del Regno di Sardegna con la quale il 17 marzo 1861, in seguito alla seduta del 14 marzo dello stesso anno della Camera dei deputati nella quale fu approvato il progetto di legge del Senato del 26 febbraio 1861, Vittorio Emanuele II proclamò ufficialmente la nascita del Regno d'Italia, assumendone il titolo di re per sé e per i suoi successori.

Vorrei ricordare brevemente il Risorgimento italiano:

1- Prima guerra d'Indipendenza 1848-1849

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L'Italia al tempo della prima guerra di indipendenza.

Gli anni 1847-1848, la cosiddetta "Primavera dei popoli", videro lo sviluppo di vari movimenti rivoluzionari in tutta Europa.

In Italia il 1848 fu principalmente segnato dalla decisione da parte del Regno di Sardegna (Piemontesi) di farsi promotore dell'unità italiana, anticipando l'azione del movimento rivoluzionario e dei mazziniani, temendone la spinta sovvertitrice e la possibilità che questa assumesse il ruolo guida nel processo di unificazione. Primo passo in tal senso fu la Prima Guerra d'Indipendenza, anti austriaca, scoppiata a seguito della rivolta vittoriosa antiaustriaca delle Cinque giornate di Milano (1848).

La guerra si articolo' in quattro fasi:
- cinque giornate di Milano (dal 18 marzo al 22 marzo 1848). I milanesi cacciarono gli austriaci da Milano e questa vittoria spinse Carlo Alberto a dichiarare guerra all'Austria il 23 marzo 1848.
- una prima campagna militare contro l'Austria (dal 23 marzo al 9 agosto 1848) iniziata da Carlo Alberto dopo le Cinque Giornate di Milano e appoggiata inizialmente anche dallo Stato Pontificio e dal Regno delle due Sicilie. Questi ultimi due stati si ritirarono ben presto dal conflitto, ma gran parte dei loro soldati scelsero di rimanere e continuare a combattere l'Austria insieme con l'esercito piemontese e assieme agli altri volontari italiani tra i quali Giuseppe Garibaldi;
decisiva fu la sconfitta dei piemontesi nella battaglia di Custoza (22-27 luglio 1848);
- armistizio del 9 agosto 1848 (ritorno degli austriaci a Milano 6 agosto 1848);
- una seconda campagna militare (dal 20 al 24 marzo 1849);
decisiva fu la sconfitta dei piemontesi nella Battaglia di Novara (23 marzo 1849).

La guerra condotta e definitivamente persa da Carlo Alberto si concluse territorialmente con un sostanziale ritorno allo statu quo ante e, a seguito dell'abdicazione del padre, con la salita al trono di Vittorio Emanuele II.

2- Seconda guerra d'Indipendenza

La seconda guerra di indipendenza italiana o campagna d’Italia del 1859 secondo la terminologia francese (campagne d'Italie de 1859) fu combattuta dalla Francia e dal Regno di Sardegna contro l'Austria dal 27 aprile 1859 al 12 luglio 1859.

Nel gennaio 1859 venne siglata l'alleanza sardo-francese preparata con l'incontro di Plombières fra Cavour e Napoleone III del 21 luglio 1858. Tale alleanza, lungi dal prevedere l'unità della nazione italiana, auspicava di dividere la penisola in zone d'influenza piemontese e francese.
Secondo gli accordi presi, Napoleone III sarebbe entrato in guerra contro l'Austria solo in seguito ad un attacco austriaco al Piemonte.

Dopo mesi, durante i quali sembrava si potesse giungere a una pacificazione, giunse l'ultimatum austriaco al Piemonte con l'ingiunzione di disarmare l'esercito e il corpo dei volontari di Giuseppe Garibaldi. Cavour in risposta all'intimazione austriaca dichiarò di voler resistere all'«aggressione» e a fine aprile giunse la dichiarazione di guerra degli austriaci che attaccarono il Piemonte attraversando il confine sul fiume Ticino (26 aprile 1859).

Alle notizie della guerra all'Austria il 27 aprile 1859 i ducati emiliani, le legazioni pontificie, e il Granducato di Toscana, chiedevano ed ottenevano l'invio di commissari sabaudi per l'annessione al Regno sardo.

La guerra si svolse con una serie di vittorie militari dei sardo-francesi, fra le quali le determinanti furono la Battaglia di Magenta (4 giugno 1859) e quella di Solferino e San Martino (24 giugno 1859).

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Una carta francese del 1859 della battaglia di Magenta.

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Lo scontro di Solferino in una carta francese del 1859.

La Battaglia di Solferino e San Martino  viene ricordata in Italia per essere il primo concreto passo verso l'unità nazionale italiana e in tutto il mondo per aver ispirato ad Henry Dunant la creazione della Croce Rossa Internazionale.

La guerra si concluse con l’armistizio di Villafranca (11-12 luglio 1859) e la sconfitta dell’Austria che fu costretta a cedere alla Francia la Lombardia, girata poi al Regno di Sardegna.
Come conseguenze portò all’annessione da parte del Regno di Sardegna, oltre che della Lombardia, anche dei territori (Toscana, Parma, Modena e Romagna pontificia) le cui autorità lasciarono il potere a governi provvisori filopiemontesi.

3- La spedizione dei Mille

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L'Italia dopo la Seconda guerra d'Indipendenza

Ulteriore passo verso l'unità fu la spedizione "dei Mille" garibaldini in Sud Italia. La spedizione dei Mille (5 maggio - 26 ottobre 1860) è un episodio del Risorgimento, avvenuto nel 1860, quando un corpo di volontari, protetto dal Regno di Sardegna, al comando di Giuseppe Garibaldi, partendo dalla spiaggia di Quarto, in Liguria, nella notte tra il 5 e il 6 maggio, sbarcò l'11 maggio in Sicilia, presso Marsala, e successivamente riuscì a conquistare il Regno delle Due Sicilie, permettendone l'annessione al nascente stato italiano.

Queste le tappe principali:
- I Mille ebbero un primo scontro nella Battaglia di Calatafimi (15 maggio 1860), contro circa 4.000 soldati borbonici guidati dal generale Francesco Landi. Dopo Calatafimi Garibaldi proseguì verso Palermo, per Alcamo e Partinico, giungendo in vista della città;
- insurrezione e conquista di Palermo (dal 27 al 30 maggio 1860);
- la battaglia di Milazzo e la caduta di Messina (dal 17 al 24 luglio 1860);
- l'ingresso a Napoli. Il re Francesco II abbandonava Napoli per portare l'esercito fra la fortezza di Gaeta e quella di Capua, con al centro il fiume Volturno. Così, il 7 settembre, Garibaldi, praticamente senza scorta, poté entrare in città accolto da liberatore. Le truppe borboniche, ancora presenti in abbondanza ed acquartierate nei castelli, non offrirono alcuna resistenza e si arresero poco dopo.
- Battaglia del Volturno (1º ottobre 1860). Circa 50.000 soldati borbonici persero lo scontro con gli uomini di Garibaldi, i quali erano approssimativamente la metà. Dopo la sconfitta, il re, la regina e i resti dell'esercito borbonico si asserragliarono a Gaeta, ultimo baluardo a difesa del Regno delle Due Sicilie.
- L'assedio di Gaeta (dal 13 novembre 1860 al 13 febbraio 1861), iniziato dai garibaldini il 13 novembre 1860, fu concluso dall'esercito sabaudo il 13 febbraio 1861. Con la resa di Francesco II, gli ultimi Borbone di Napoli andarono in esilio a Roma sotto la protezione di Pio IX.

Le truppe di Vittorio Emanuele II intanto scendevano da nord ed entravano nello Stato della Chiesa scontrandosi con l'esercito pontificio nelle Marche, durante la Battaglia di Castelfidardo (18 settembre 1860), che sarebbe stato l'ultimo grande scontro armato prima dell'unità italiana. Dopo aver ottenuto la vittoria, le truppe piemontesi inseguirono quelle pontificie asserragliatesi ad Ancona, che venne subito assediata. Quando i pontifici cedettero anche là, fu possibile per il Piemonte annettere la Legazione delle Marche e quella dell'Umbria, a seguito di un plebiscito.

Il 12 ottobre Vittorio Emanuele II varca il confine tra lo Stato della Chiesa ed il Regno delle Due Sicilie (delimitato dal fiume Tronto).

Dopo alcuni tentennamenti e sotto la pressione di Cavour e dell'imminente annessione di Marche ed Umbria alla monarchia sabauda, Garibaldi, pur di idee repubblicane, non pose ostacoli all'unione dell'ex Regno delle Due Sicilie al futuro Stato unificato italiano, che già si profilava all'epoca sotto l'egida di Casa Savoia. Tale unione fu formalizzata mediante il referendum del 21 ottobre 1860.

Vittorio Emanuele II, dopo aver salutato il proprio esercito, si recò quindi a Teano, dove il 26 ottobre del 1860 incontrò Giuseppe Garibaldi che gli consegnò le terre appena conquistate. Con l'incontro di Teano si conclude simbolicamente la Spedizione dei Mille.

La Battaglia del Garigliano del 29 ottobre 1860: fu la battaglia dei piemontesi contro l'esercito borbonico, prima dell'assedio di Gaeta che causerà la resa di re Francesco II.

4- 17 marzo 1861: proclamazione del re d'Italia

Il 27 gennaio e 3 febbraio 1861 si svolsero le prime elezioni politiche italiane e il 18 febbraio 1861 venne aperta la nuova legislatura italiana.
Il nuovo governo era presieduto da Cavour, con altri 8 ministri originari di diverse regioni italiane: un piemontese, due emiliani, due toscani, un campano, un calabrese ed un siciliano.

Il 17 marzo 1861 il parlamento subalpino proclamò Vittorio Emanuele II «re d'Italia, per grazia di Dio e volontà della nazione». Non "primo" re d'Italia, come avrebbe dovuto essere, ma "secondo" come segno distintivo della continuità della dinastia di casa Savoia.

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L'Italia prima della terza guerra di Indipendenza: in azzurro il Regno d'Italia, in viola lo Stato Pontificio, in verde il Veneto austriaco, in blu le regioni passate alla Francia nel 1860.

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