L'ingresso di Andrea51 e altre considerazioni fatte in altre occasioni, confrontandomi con credenti e atei, mi spingono ad aprire questa discussione.
La religione è per me irrilevante e vedo invece sia da parte di chi crede che da parte di chi non crede il forte bisogno di confrontarsi con la figura di Dio. Sia atei che credenti sentono necessario confrontarsi con questa figura e si definiscono in relazione ad essa. In altre parole entrambi non si definiscono in modo autonomo ma eteronomo, al di là delle apparenze. La loro identità si definisce sulla base dell'appartenenza ad un gruppo che si qualifica per la fedeltà a qualcosa che si afferma o si nega. Su Atei Italiani aprii una discussione su questa cosa, chiedendo se l'ateismo poteva essere una forma di fede. Ora vorrei chiedere un altra cosa, più semplice.
Dobbiamo per forza definirci in relazione a Dio?
È necessario alla nostra identità dire credo o non credo, oppure la nostra identità può prescindere da questo polo di confronto?
Se può prescinderne allora, non è segno di dipendenza legarsi a Dio o al Non-Dio nel definire se stessi? Non è qualcosa di simile a ciò che farebbe uno schiavo liberato nei confronti del suo padrone? Chi non è mai stato schiavo invece non dovrebbe sentire alcun bisogno di definire se stesso sulla base dell'emancipazione conquistata nei confronti di qualcun altro.
A voi.
La religione è per me irrilevante e vedo invece sia da parte di chi crede che da parte di chi non crede il forte bisogno di confrontarsi con la figura di Dio. Sia atei che credenti sentono necessario confrontarsi con questa figura e si definiscono in relazione ad essa. In altre parole entrambi non si definiscono in modo autonomo ma eteronomo, al di là delle apparenze. La loro identità si definisce sulla base dell'appartenenza ad un gruppo che si qualifica per la fedeltà a qualcosa che si afferma o si nega. Su Atei Italiani aprii una discussione su questa cosa, chiedendo se l'ateismo poteva essere una forma di fede. Ora vorrei chiedere un altra cosa, più semplice.
Dobbiamo per forza definirci in relazione a Dio?
È necessario alla nostra identità dire credo o non credo, oppure la nostra identità può prescindere da questo polo di confronto?
Se può prescinderne allora, non è segno di dipendenza legarsi a Dio o al Non-Dio nel definire se stessi? Non è qualcosa di simile a ciò che farebbe uno schiavo liberato nei confronti del suo padrone? Chi non è mai stato schiavo invece non dovrebbe sentire alcun bisogno di definire se stesso sulla base dell'emancipazione conquistata nei confronti di qualcun altro.
A voi.