Gèca ha scritto:Secondo me bisogna anche sapersi arrendere.
O non condannare la perdita, purchè si sia fatto tutto ciò che sia in nostro potere per vincerla tale sfida.
Anch'io comunque ho perso delle sfide:
Ricordo quando mi ero preposto l'obbiettivo, per altro neanche molto importante dal punto di vista professionale in considerazione delle esperenze amministrative e di joint venture maturate con diverse multinazionali mondiali (
Wal Mart Stores,
British Petroleum,
Gazprom e
Toyota Motors, esperienza quest'ultima che fra l'altro ricodo con una certa simpatia poichè, incontrando quell'amicone dell'allora amministratore generale della
General Motors, Ed Whitacre, scommisi 1 dollaro che gli avrei strappato la leadership che deteneva la sua fabbrichetta di carriole), di scalzare dal trono l'amministratore delegato della filiale Italiana di
General Electric approfittando della crisi globale che aveva debellato gli utili del sementre in questione, sminuendo le strategie finanziare intraprese. Purtroppo, complice anche gli impegni intrapresi in simultanea con l'American Bank Goldman
Sachs (che fra l'altro per il nome simile, confondevo sempre con la
Sachs Performance, che conobbi ai bei tempo della mia prima laurea in ingegneria meccanica) in cui dovevo gestire una delicata indagine su presunti manovre fiscali sospette di alcuni banchieri-clienti, non riuscii ad attivarmi nel migliore dei modi in questa scalata, venendo scavalcato dall'Ing. Nino Biredda, che per quanto testa di minchia aveva decisamente più tempo ed energia di me e ne raccolse le ovvie conseguenze.
Certo, non me la sono preso a male, anche se è stato un duro colpo per la mia immagine, ed imparai che le sfide si possono anche perdere, l'importante e non mollare finche non è conclusa la corsa.
Per fortuna mi rifeci con una squisita proposta che mi venne dalla Casa Bianca per far fronte alla crisi economica (e sul qaule non posso disquisire, essendo legato al segreto professionale).