Trovato l'articolo di cui parlavano stamattina
Le sfide della tecno-modernità secondo Zygmunt Bauman Oggi il confronto con Ezio Mauro
ZYGMUNT BAUMAN
Per cominciare, i social network rappresentano più di qualsiasi altro strumento di sorveglianza una modalità più economica, accurata e in generale più facile per identificare e localizzare i dissidenti attuali o potenziali. E la sorveglianza esercitata attraverso i social network è resa assai più efficace grazie alla collaborazione delle sue stesse vittime. Viviamo in una società confessionale, che promuove la pubblica esposizione di sé al rango di prova eminente e più accessibile, oltre che verosimilmente più efficace, di esistenza sociale.
Milioni di utenti di Facebook fanno a gara tra di loro per rendere pubblici gli aspetti più intimi e altrimenti inaccessibili della propria identità, delle proprie relazioni sociali, dei propri pensieri, sentimenti ed attività. I social network sono il terreno di una forma di sorveglianza volontaria, fai-date, di gran lunga preferibile (sia per volume che per costi) alle agenzie specializzate nelle quali operano professionisti dello spionaggio e del pedinamento. Una vera manna per qualsiasi dittatore e i suoi servizi segreti, una pioggia di monete cadute dal cielo.
Uno dei capitoli di L’ingenuità della rete (saggio di Evgeny Morozov che esplora proprio questi temi, ndr) si intitola “Perché il Kgb vuole che tu ti iscriva a Facebook”. Morozov vi passa in rassegna i molti modi in cui i regimi autoritari, o meglio: tirannici, possono sconfiggere i presunti combattenti della libertà al loro stesso gioco, servendosi della stessa tecnologia alla quale gli apostoli e i panegiristi delle propensioni democratiche di internet hanno affidato le proprie speranze. Non c’è nulla di nuovo; come ci ricorda L’Economist, un tempo i dittatori del passato impiegavano le vecchie tecnologie in maniera analoga per mettere a tacere e disarmare le proprie vittime: alcune ricerche dimostrano che i tedeschi dell’Est che avevano accesso ai programmi televisivi occidentali erano meno portati ad esprimere insoddisfazione nei confronti del regime. Quanto ai ben più potenti mezzi dell’informatica digitale, Morozov sostiene che internet fornisce a coloro che vivono sotto regimi autoritari così tante distrazioni facilmente accessibili e a buon mercato da complicare considerevolmente i tentativi di indurre le persone ad interessarsi minimamente alla politica. A meno che la politica si ricicli a sua volta in un’avvincente varietà di intrattenimento, piena di impeto e passione e tuttavia rassicurantemente sdentata, sicura e innocua.
Testo tratto da Moral blindness. The loss of Sensitivity in Liquid Modernity di Zygmunt Bauman and Leonidas Donskis, (Polity Press 2-013), di prossima uscita per i tipi degli Editori Laterza
http://interestingpress.blogspot.it/2014/06/i-rischi-della-societa-liquida-tra.html