Un bellissimo viaggio
Ho avuto la fortuna di farlo con una persona che ha vissuto per un po'di tempo in quella città e ci è tornata nel corso degli anni. Ho visto quindi molte cose oltre a quelle canoniche (per altro stupende) ma spero di tornarci un giorno, non fosse altro che per continuare la visita del Prado
e del Thyssen
: sono rimasta sopraffatta e stordita dalla concentrazione e varietà di opere, e ho dovuto accettare, mio malgrado, una "guida alla visita" con una proposta di selezione (gli "imprescindibili"). A ripensarci, avrei preferito girovagare per le stanze senza obbiettivi particolari, e vedere fin dove potevo. Perché mentre attraversavo, saltandole, varie stanze per andare dritta al capolavoro famoso segnalato dalla guida, non potevo fare a meno di voltarmi indietro e girare compulsivamente la testa a destra e a sinistra per dare almeno un'occhiata alle altre opere che ero costretta a tralasciare
. Tra le meraviglie che ho visto, in questo momento mi tornano in mente soprattutto la stanza delle "pitture nere di Goya", Il trionfo della morte di Bruegel il Vecchio, Il passaggio dello Stige di Patinir. Molto belli anche Il Reina Sofia (con Guernica di Picasso, naturalmente) e la casa-museo Sorolla. Ma, a parte i musei, la città offre davvero tanto dal punto di vista culturale: tra l'altro siamo capitati nel periodo del festival ''PhotoEspaña'' e abbiamo quindi visto anche alcune mostre fotografiche (come quella presso la Biblioteca Nazionale con una bella selezione di fotografie realizzate in Spagna nel XIX secolo). Una capatina anche al delizioso Cine Doré, con la sua caratteristica facciata in rosso e bianco: qui, per pochi euro, si possono guardare film d'autore (non solo spagnoli) in lingue originale con sottotitoli.
Girare per le calles di Madrid è stato divertente e suggestivo, come passare per uno stesso quartiere il giorno e la sera e vedere come si trasforma la vita che vi si svolge (Chueca, per es.). Osservare le abitudini alimentari della gente del posto: gli orari così diversi dai nostri, la centralità del bar e il modo di starci (in piedi, al banco, tra una caña con tapas e l'altra, buttando i tovagliolini di carta per terra), i musei del jamòn (con impressionanti file di prosciutti appesi!).
Il cibo mi è piaciuto tantissimo, sebbene alla fine sentissi il bisogno di tornare a un regime più morigerato (fortuna che ho camminato tanto e il mio peso non ha subito variazioni): non dimenticherò i bocadillos de jamòn e de calamares (fritti ovviamente), le croquetas de bacalao (con dentro la besciamella), la tortilla, le patatas bravas e quelle alioli, la brandade de bacalao, il gazpacho, il pulpo a la gallega, la paella mixta, i churros e porras con cioccolata, la leche frita e l'arroz con leche e cannella, il pollo asado, la tarta sidra e la tarta Santiago in un posto molto pittoresco (Casa Mingo, un tempo grande mensa per gli operai addetti alla costruzione della metro di Principe Pio: la struttura interna richiama molto questa originaria destinazione). Credo di non aver provato veri e propri piatti tipici di Madrid (come il cocido) ma piuttosto un assaggio di tante cucine spagnole.
Se non volevi pranzare o cenare con le tapas spostandoti da un bar all'altro, c'erano i ristoranti (quelli tradizionali intendo), piuttosto cari la sera ma con bei menù a prezzo contenuto per il pranzo. Un'esperienza mangereccia molto particolare, direi estrema, è stata la domenica pomeriggio al mercato del Rastro: pane tostato con gulas (un succedaneo delle pregiate e costose angulas) e sardinas a la plancha e pimientos in un locale angusto, affollatissimo e affumicatissimo.
Sempre domenica, la sera, ho voluto assistere alla corrida e non mi è piaciuta per niente: l'arena di Las Ventas era quasi vuota, con tanti turisti e qualche sporadico vero appassionato spagnolo (impressione di uno spettacolo forse non più così "sentito"). Magari da esterna non l'ho capito, ma a me è parso uno spettacolo di ripetitiva e noiosa ferocia, ancora più insopportabile per il fatto di non essere uno scontro ad armi pari.
Mi fermo qua, ché sto scrivendo un papiro, ma naturalmente ci sarebbero tante altre cose da raccontare: la sosta al Parco del Ritiro e quella al Reale Giardino Botanico (dove, cose inconsueta per me, ho dormito per due ore sdraiata su una panchina, all'ombra di alberi giganti), la visita all'Escorial etc etc.
Gran caldo (anche 40°) ma con un tasso di umidità nettamente inferiore a quello che c'è qui, per cui non l'ho sofferto particolamente. Traffico intenso ma molto disciplinato e servizi pubblici impeccabili. Eravamo in appartamento, in una zona non centrale, ma con metro e autobus abbiamo sempre raggiunto agevolmente qualsiasi luogo della città.
Il pezzo forte di questa lunga vacanza (la prima vera per me dopo anni) resta comunque Toledo. Non ho parole per descriverla. Vi lascio solo una foto che ho scattato: