Nei disegni di Alessandro Diddi le figure sembrano saltare fuori dalla carta, interagire con la realtà, addirittura scappare dal loro triste mondo a due dimensioni. Come di fronte a un prestigiatore, l'osservatore inizia a sfogliarli chiedendosi dove stia il trucco.
La tecnica è quella dell'anamorfismo (o anamorfosi), già utilizzata dai tempi di Leonardo da Vinci. Nel caso specifico, Alessandro Diddi utilizza per ogni disegno un unico foglio che può essere steso, piegato o ritagliato, senza ricorrere a ritocchi in post-produzione. Gli elementi al di fuori del foglio bianco sono tutti reali.
Non si tratta soltanto di disegnare, perché nell'anamorfismo l'illusione è efficace da un solo punto di vista. La parte più difficile è proprio la composizione della scena finale e lo scatto della fotografia che deve essere di precisione millimetrica
La tecnica è quella dell'anamorfismo (o anamorfosi), già utilizzata dai tempi di Leonardo da Vinci. Nel caso specifico, Alessandro Diddi utilizza per ogni disegno un unico foglio che può essere steso, piegato o ritagliato, senza ricorrere a ritocchi in post-produzione. Gli elementi al di fuori del foglio bianco sono tutti reali.
Non si tratta soltanto di disegnare, perché nell'anamorfismo l'illusione è efficace da un solo punto di vista. La parte più difficile è proprio la composizione della scena finale e lo scatto della fotografia che deve essere di precisione millimetrica