Per la maggior parte degli uomini, è perlomeno... uguale. Dal punto di vista ormonale. Assistere alla partita della propria squadra del cuore equivale, infatti, a praticare un’intensa e prolungata attività sessuale, in quanto sono proprio i medesimi ormoni, testosterone e cortisolo (l’ormone dello stress), a venire sprigionati entrando in circolazione nell’organismo, con un’intensità che aumenta di pari passo con quella del match.
Ricerca del Laboratorio di Neuroscienza sociale dell’Università di Valencia e dal Dipartimento di Psicologia sociale e della VU University Amsterdam ha scritto: 50 tifosi iberici sono stati sottoposti alla misurazione dei livelli di testosterone e cortisolo attraverso prelievi di saliva in diversi momenti della partita: il primo aumentava gradualmente in tutti i soggetti, mentre l’ormone dello stress oscillava a seconda dell’età, innalzandosi molto nei giovani.
Il che ha svelato anche un legame con la “teoria dell’autoconservazione sociale”, secondo la quale chi ha livelli di cortisolo più elevati vive l’eventualità della sconfitta della sua squadra come una minaccia all’autostima, e quindi con una forte dose di stress.