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L'Enigma della data di Natale : dall'errore di Dionigi il Piccolo fino agli ultimi studi

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victorinox
victorinox
Viandante Residente
Viandante Residente
Quando nacque Gesù? I vangeli di Matteo e Luca offrono alcuni dati. Il primo ricorda che vide la luce a Betlemme al tempo di Erode, re della Giudea. Il quale, stando alla narrazione dei fatti, era ancora vivo. Luca, con un racconto totalmente diverso, rammenta che sotto Erode nacquero Giovanni il Battista e, sei mesi dopo, Gesù. In base al calcolo del monaco Dionigi il Piccolo (V-VI secolo), che introdusse il computo degli anni dalla venuta di Cristo, il Salvatore sarebbe diventato uomo nel 753° anno dalla fondazione di Roma. Ma il religioso commise un errore. Erode, stando allo storico Giuseppe Flavio e a quanto scrisse nelle sue Antichità Giudaiche (XVII, 191 e 213), scomparve tra un'eclisse totale di luna e una Pasqua. Ora, sappiamo che nel 5 a.C. vi furono appunto due eclissi totali; una parziale si verificò nel marzo del 4 a.C., e di nuovo una totale nell'1 a.C. Per questo si presume che il re morisse nel 4 a.C., poco prima della Pasqua. Quindi Gesù nacque prima del 4 a.C.

E il giorno? Si è ripetuto che non lo conosciamo con precisione. Le ipotesi non sono mancate e nemmeno i primi cristiani sembrano essere d'accordo. Le chiese orientali lo fissano il 6 gennaio, le occidentali il 25 dicembre. Si giustificava l'incertezza ricordando che la nostra tradizione avrebbe cominciato a festeggiare il Natale il 25 dicembre dopo il Concilio di Nicea (325), quando il cristianesimo si diffuse grazie alla libertà di culto. Soppiantava, di fatto, la festa del Sol Invictus nel mondo del paganesimo agonizzante. La vera luce diventava Cristo.

Gianantonio Borgonovo, docente di teologia ed esegesi del primo testamento presso la Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale, dottore dell'Ambrosiana e canonico del Duomo di Milano, traduttore dall'ebraico per la Bibbia Cei del 2008, sta terminando complesse ricerche su calendari e computo del tempo nel mondo antico. Verranno pubblicate tra non molto. Si è imbattuto in dati che possono recare chiarimenti alla annosa discussione riguardante il natale di Gesù.

La prima osservazione, sottolinea Borgonovo, è la seguente: «Il 25 dicembre e il 6 gennaio fanno riferimento alla stessa data, ovvero il 25 di Tevet del calendario ebraico». «Il 25 dicembre - prosegue - sarebbe la trascrizione popolare del giorno ebraico, mentre il 6 gennaio ne sarebbe l'equivalente preciso». Certo, il calendario allora in uso nel mondo latino era quello giuliano, in vigore sino al 1582. Papa Gregorio XIII, d'accordo con gli scienziati dell'epoca, decise di «saltare» i giorni dal 4 al 14 ottobre di quell'anno per riordinare il computo del tempo. Da quel momento la riforma creò una duplicazione di date del Natale. Borgonovo aggiunge: «Ho confrontato il calendario ebraico dal 10 a.C al 10 d.C.: ebbene un solo anno presenta l'equivalenza del 25 di Tevet con il 6 gennaio. Precisamente è il 3.756 dalla creazione del mondo secondo il computo ebraico. È il nostro 5 a.C.».

È possibile anche individuare, per monsignore, seppur approssimativamente, il momento in cui nacque Gesù: «Il calendario giuliano stabilisce l'inizio del giorno a mezzanotte; per quello ebraico comincia con il tramonto del sole, grosso modo alle 18. Si può dunque dire che nell'anno 5 a.C., il 25 di Tevet iniziasse intorno alle 18 del 5 gennaio e terminasse attorno alle 18 del 6 gennaio. Era un giovedì». Detto in soldoni, l'equivalenza tra il 25 di Tevet e il 6 gennaio è solo per le ore dalla mezzanotte alle 18 del giorno dopo. Gesù sarebbe nato in questo arco di tempo.
Il lavoro di Borgonovo costituisce l'ultimo di un'infinita teoria. Gerolamo Cardano mezzo millennio fa scrisse un Oroscopo di Cristo (c'è una traduzione da Mimesis) ed ebbe più guai che consensi. Ora, un gruppo formato tra gli altri da un archeoastronomo dell'osservatorio di Brera e da un'astrologa, ha compiuto ricerche sulla data di nascita e di morte di Gesù. Una combinazione di pianeti spiegherebbe l'apparizione della cometa. Fu così? Ma questa, direbbe Kipling, è un'altra storia.

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paolo iovine
paolo iovine
Viandante Mitico
Viandante Mitico
l' arcangelo Gabriele che dice ?

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Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Dice che è per noi irrilevante il preciso giorno e l'anno di nascita di Gesù.

Una curiosità: presumibilmente Gesù nacque d'inverno.   Ce lo dice il presto accorrere dei pastori alla Natività.
Per essere arrivati così in fretta ci fa pensare che fossero vicini alla città, probabilmente coi greggi a ricovero.  
Ed intorno a Betlemme ci sono parecchie grotte da sempre, ed ancora oggi, utilizzate come ricoveri invernali per le bestie, a causa del freddo.

Già, perché a Betlemme, che è a 800 metri di altezza, la neve la fa, ed anche abbastanza spesso!

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paolo iovine
paolo iovine
Viandante Mitico
Viandante Mitico
be, se fosse nato in Agosto il bue e l' asinello avrebbero solo portato le mosche.

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Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
paolo iovine ha scritto:be, se fosse nato in Agosto il bue e l' asinello avrebbero solo portato le mosche.


vero!... lo sai che in tanti anni non ci avevo mai pensato?
continuando a meditare si scoprono sempre cose nuove, è proprio vero...

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paolo iovine
paolo iovine
Viandante Mitico
Viandante Mitico
una volta fui invitato a un matrimonio; la funzione non si svolse in chiesa, ma in un santuario; in questo santuario, erano conservate varie opere, per lo più quadri raffiguranti eventi miracolosi, tra cui stanze con letti con malati poi guariti, marinai scampati a naufragio, ecc.; all' interno, una statua della Madonna, non avrebbe attirato l' attenzione del visitatore per una qualche particolare abilità artistica dell' esecutore, ma perché era nera...

vacce a capì...

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Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
cosa c'è da capire, di poco chiaro?

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paolo iovine
paolo iovine
Viandante Mitico
Viandante Mitico
cosa c' è da capire ? Be, non so, c' era un qualcosa di luterano in quel santuario...

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Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Ah!... forse era un santuario luterano...

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paolo iovine
paolo iovine
Viandante Mitico
Viandante Mitico
già, luterano kinghiano.

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Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
se lo dici tu... io di Stefeno King non ho mai letto niente!

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paolo iovine
paolo iovine
Viandante Mitico
Viandante Mitico
Martin Luther King; no Stephen King.

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miriam85
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Pazza_di_Acerra
Pazza_di_Acerra
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Prima di iniziare due premesse:
1) All'università mi sono specializzata in storia antica, segnatamente quella romana, e più specificatamente in epigrafia latina, e ho dunque dovuto sostenere tre esami di storia romana, due di epigrafia latina, uno di epigrafia greca, nonchè altre delizie consimili tipo topografia dell'Italia antica, etruscologia, etc. etc. Lo dico non per menar vanto di me e della mia vita (cit.), ma soltanto perchè chi legge possa almeno supporre che ho una certa conoscenza di quello di cui sto parlando.
2) Premessa ancor più importante: non ho nessuna intenzione di mettermi a discutere se Gesù sia il figlio di Dio o non. Secondo la mia opinione è un personaggio realmente esistito e poi mitizzato, a quello che qui mi interessa è mettere in rilievo qualche bizzarria evidente relativa alla sua nascita (quelle sulla sua morte le tratterò in un altro post).
Matteo e Luca affermano che Gesù sarebbe nato durante il regno di Erode. Siccome questo re è morto incontestabilmente nel 4 a. C., i primi problemi nascono già nel fissare la data della nascita di Cristo, che può essere nato al più tardi proprio in quell'anno. Inoltre si afferma che sia nato a Betlemme dove i suoi si erano recati per il censimento allestito da Augusto. Il primo problema è che i Romani censivano le popolazioni nel luogo di residenza e non in quello di nascita, quindi Giuseppe non avrebbe avuto nessun motivo per andare a Nazareth. Il secondo problema, ancora più spinoso, è che il censimento di Augusto, realizzato da Quirino, avvenne incontestabilmente nel 6 d. C. Ciò significa che Maria avrebbe dovuto avere una gestione di almeno dieci anni (dal 4 a. C. al 6 d. C.), una durata sconosciuta persino alle balene e ai capodogli.
Molti studiosi contemporanei, sia di formazione laica sia cristiana, considerano i racconti evangelici della Natività non fondati storicamente. Secondo questa interpretazione, i principali eventi delle narrazioni sarebbero elaborazioni tardive, a carattere simbolico o leggendario, redatte sulla base delle profezie messianiche contenute nell'Antico Testamento, che vengono espressamente o implicitamente citate in particolare in Matteo. Seguendo queste premesse il luogo di nascita a Betlemme, patria del messia atteso, dovrebbe quindi essere rifiutato anche se è citato da entrambi i racconti, e sono state proposte altre località, in primis Nazaret dove Gesù risiedeva da adulto. Un discorso analogo si può fare per il concepimento verginale: Matteo lo riporta per dimostrare che si è avverata la profezia di Isaia, Luca per dimostrare che Gesù è il Figlio di Dio; queste motivazioni sono interessate e rendono improbabile la storicità di quanto raccontato.
Lo stesso Ratzinger ha ammesso che "con Gesù non c'erano il bue e l'asinello". E nemmeno il fiume di carta stagnola.

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terranovas
terranovas
Viandante Forestiero
Viandante Forestiero
Scusami se provo a replicare al tuo post non avendo, a differenza tua, nessun titolo accademico.
Al punto n° 2 dici tutta una serie di cose alle quali personalmente ho un opinione molto diversa.
Non entro nel merito.
Ma su un punto vorrei fare una critica.
È quando scrivi: " Siccome questo re è morto incontestabilmente nel 4 a. C. ".

La prima critica è che mi stupisco di come, nell campo della storia, tu possa utilizzare un termine come incontestabilmente. Di incontestabile, sopratutto nella storia antica, non c'è praticamente nulla.
Basta la scoperta di un nuovo reperto archeologico per mandare all'aria anni e anni di studi.
Quindi io per principio proprio eviterei.

Seconda critica è che probabilmente non conosci gli studi del dott. Liberato De Caro sulla cronologia di Cristo.
Ebbene questi studi sono formati da due libri già editi e un terzo in fase di pubblicazione.
Il dott. De Caro incrocia i dati calendariali con quelli astronomici, infatti i suoi libri sono titolati I Cieli Raccontano
e utilizza le indicazioni provenienti da due mistiche della Chiesa Cattolica.
Premesso che i dati che utilizza soggiaciono ad entrambe le due mistiche, cioè loro scrivono cose di cui neppure lontanamente si immaginano la portata. I risultati sono stupefacienti e collimano con la tradizione della Chiesa Cattolica fornisce, da secoli, per gli avvenimenti principali della vita di Cristo.

Concludo affermando che in merito al Re Erode si possono fare diverse ipotesi che trovano conferma anche in altri contesti storici. La data del 4 a.C. che oggi viene proposta come quella della sua morte potrebbe essere invece quella del periodo di interregno con i suoi figli. Ci sono anche delle monete che risalgono proprio a quel periodo e anche in altri contesti la pratica era molto comune e logica in quanto si evitavano passaggi traumatici da un re ad un altro. Nel caso del re Erode sappiamo che era molto malato e quindi è un ipotesi più che plausibile.
Il problema è che quando nel campo accademico prevale una una ipotesi questa diventa spesso una realtà e nessuno si prende la briga di contestarla. Occorrerebbero riscontri archeologici che in questo caso non ci sono.
Ma il dott. De Caro, da buon ricercatore, evidenzia come l'ipotesi sia molto plausibile e sopratutto accorda con molti altri elementi che già conosciamo. Insomma... molte volte un buon libro aiuta molto più che tante presunte certezze!

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Pazza_di_Acerra
Pazza_di_Acerra
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem

terranovas ha scritto:Scusami se provo a replicare al tuo post non avendo, a differenza tua, nessun titolo accademico.
Al punto n° 2 dici tutta una serie di cose alle quali personalmente ho un opinione molto diversa.
Non entro nel merito.
Ma su un punto vorrei fare una critica.
È quando scrivi: " Siccome questo re è morto incontestabilmente nel 4 a. C. ".

La prima critica è che mi stupisco di come, nell campo della storia, tu possa utilizzare un termine come incontestabilmente. Di incontestabile, sopratutto nella storia antica, non c'è praticamente nulla.
Basta la scoperta di un nuovo reperto archeologico per mandare all'aria anni e anni di studi.
Quindi io per principio proprio eviterei.

Seconda critica è che probabilmente non conosci gli studi del dott. Liberato De Caro sulla cronologia di Cristo.
Ebbene questi studi sono formati da due libri già editi e un terzo in fase di pubblicazione.
Il dott. De Caro incrocia i dati calendariali con quelli astronomici, infatti i suoi libri sono titolati I Cieli Raccontano
e utilizza le indicazioni provenienti da due mistiche della Chiesa Cattolica.
Premesso che i dati che utilizza soggiaciono ad entrambe le due mistiche, cioè loro scrivono cose di cui neppure lontanamente si immaginano la portata. I risultati sono stupefacienti e collimano con la tradizione della Chiesa Cattolica fornisce, da secoli, per gli avvenimenti principali della vita di Cristo.

Concludo affermando che in merito al Re Erode si possono fare diverse ipotesi che trovano conferma anche in altri contesti storici. La data del 4 a.C. che oggi viene proposta come quella della sua morte potrebbe essere invece quella del periodo di interregno con i suoi figli. Ci sono anche delle monete che risalgono proprio a quel periodo e anche in altri contesti la pratica era molto comune e logica in quanto si evitavano passaggi traumatici da un re ad un altro. Nel caso del re Erode sappiamo che era molto malato e quindi è un ipotesi più che plausibile.
Il problema è che quando nel campo accademico prevale una una ipotesi questa diventa spesso una realtà e nessuno si prende la briga di contestarla. Occorrerebbero riscontri archeologici che in questo caso non ci sono.
Ma il dott. De Caro, da buon ricercatore, evidenzia come l'ipotesi sia molto plausibile e sopratutto accorda con molti altri elementi che già conosciamo. Insomma... molte volte un buon libro aiuta molto più che tante presunte certezze!

Io non c'ero, quindi non te lo garantisco. Però ho usato la formula "incontestabilmente" perché tutte le fonti antiche datano la morte di Erode al 750 a.u.c., anzi, è anche possibile fissare la data precisa del funerale al 13 marzo perché quel giorno, come scrive Flavio Giuseppe, ci fu un'eclissi di luna, che gli astronomi hanno confermato. Chissà che ne dice De Caro. La storia non si fa con i "potrebbe essere", nemmeno quando si tenta di far collimare dati che non tornano. La stessa Enciclopedia Cattolica dà il 4 a. C. come data "probabile perché riconosce che le alternative non sono convincenti per la stragrande maggioranza degli storici.
Comunque ti ringrazio di avermi segnalato l'opera del dottor De Caro, che cercherò di procurarmi quanto prima.

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terranovas
terranovas
Viandante Forestiero
Viandante Forestiero
Io ho letto entrambi i volumi del dott. De Caro e sono molto lontani dal "potrebbe essere".
Per quanto concerne Erode il grande c'è un intero capitolo dedicato che ne parla.
La soluzione del periodo di interregno con i figli è a mio avviso molto plausibile.

Se hai fatto studi di storia antica ti segnalo un altro ricercatore:
il prof. Fernando La Greca
anche lui è favorevole a questa ipotesi e per altro mi ha insegnato a diffidare proprio della formula "incontestabilmente"

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Pazza_di_Acerra
Pazza_di_Acerra
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Qualcosa che è riportato da più fonti tra loro indipendenti è, per convenzione, "incontestabile", altrimenti non si può parlare più di niente. Se Flavio Giuseppe e le fonti romane riportano che Erode è morto nel 750 a.u. c. senza evidenti motivi per mentire, uno storico anche mediocremente dotato prende la notizia per buona. Mi piacerebbe sapere se De Caro e La Greca parlano dell'eclissi di luna del 13 marzo del 4 a. C., giorno del funerale di Erode. Fammi sapere.

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Constantin
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Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Incontestabile (Indiscutibilmente valido, inconfutabile, inoppugnabile, evidente, certo, sicuro); vorrei proseguire con altri argomenti che reputo incontestabili.   Parliamo di Gesù; direi che per assonanza di usi e costumi, dobbiamo anche un pò parlare di qualcosa che abbia a che fare con la religione.
Gesù, però, non ha mai detto di voler fondare una religione, una Chiesa, che portassero il suo nome, non ha mai detto di dover morire per sanare con il suo sangue il peccato di Adamo ed Eva, per ristabilire un'alleanza fra Dio e gli uomini, non ha mai detto di essere nato da una vergine che lo avrebbe concepito per l'intervento di un dio, mai e poi mai ha detto di essere unica e indistinta sostanza con suo padre, Dio in persona, e con una vaga entità immateriale denominata Spirito.
Gesù, inoltre, non ha mai dato al battesimo un particolare valore; non ha istituito alcuna gerarchia ecclesiastica finche visse, mai parlò di precetti, norme, cariche, vestimenti, ordini di successione, liturgie, formule; mai gli è passato per la testa di creare una sterminata falange di santi.
Non è stato lui a chiedere che i vangeli riferissero i suoi discorsi o le sue azioni, nè ha mai scritto personalmente alcunchè.
Gesù era un ebreo, e lo è rimasto per sempre; in Matteo 5,17 ha detto " non pensiate che io sia venuto ad abolire la Legge o i profeti; non sono qua per abolire, ma per dare compimento"; sia quando sul punto di morire, ha ripetuto l'attacco straziante del Salmo 22 " Dio mio, Dio mio, perchè mi hai abbandonato?"
Queste sono incontestabili  verità.
Gesù non ha mai pensato di rendere obbligatori certi comportamenti stabilendo norme o procedure.
Ha pregato, ha dato l'esempio.
La vicenda cristiana, ricostruita nel suo effettivo svolgimento secondo le leggi della ricerca storica e non della teologia, rappresenta una complessa avventura umana ricca di drammi, di contrasti, di correnti d'opinione.
Dialettica: invenzione ingegnosa, ricostruzione ipotetica di eventi sconosciuti a costo di affrontare i più inverosimili paradossi; l'amore per gli uomini, certo, nella convinzione di fare il loro bene, ma anche interessi politici, arbitrii e gli inganni, non di rado l'opposizione al mutamento spinta sino allo spargimento di sangue.
Diceva Sigmund Freud " dove sono coinvolte questioni religiose, gli uomini si rendono colpevoli di ogni sorta di disonestà e di illecito intellettuale". Il filosofo Rousseau era arrivato a dire " il cristiano non può essere un buon cittadino. Se lo è, lo è di fatto, ma non di principio, perchè la patria del cristiano non è di questo mondo".
Una qualsiasi narrazione che sia basata su documenti è cosa molto diversa da una costruzione teologica, che per suscitare la fede deve trasformare i fatti, filtrarli attraverso categorie sottratte al controllo della ragione.
Continuiamo con l'ottica storica alcuni dei principali eventi della vita terrena di Gesù.
Yehoshua ben Yosef, nacque durante il principato di Ottaviano e la pax romana da Augusto decretata per il suo regno. L'imperatore era un uomo geniale, consapevole delle sue qualità, assurto a un rango equiparato a quello divino: Divus Augustus era il suo appellativo (figlio di dio); era scritto in migliaia di insegne sparse in tutto il mediterraneo.
In terra d'Israele regnava Erode il Grande, uomo brutale, ambizioso, di notevole successo, però costretto alla rigida obbedienza nei confronti di Roma, cui doveva il trono. Erode avrebbe potuto fare molto; l'occupazione romana lo rese un re-fantoccio, poteva salvare solo le apparenze. Non sapeva di essere destinato ad una memoria esecranda.
Nella sua mente ambiziosa sognava che Gerusalemme potesse rivaleggiare con Roma o Atene, con edifici stupendi ed un tempio meraviglioso di dimensioni gigantesche. Costruì, pure un nuovo porto sul Mediterraneo, che in onore dell'imperatore romano, Erode aveva chiamato Cesarea.
Gesù nacque in quest'epoca, in un paese militarmente occupato, dove la brutalità romana si dispiegava ogni giorno; si capisce poco di lui se non si tiene conto degli eventi che influenzarono la sua vita e, successivamente le sue parole.
Intanto: Nato quando? L'anno 1, dal quale si è cominciato a contare è puramente convenzionale. Erode il Grande, morì nel 4° secolo a.C.; Gesù nacque prima che lui morisse, ma non si sa quanto prima. Un altro dato ci aiuta a datare la sua vita. Sappiamo infatti che il governatore Ponzio Pilato resse la Giudea dal 26 al 36 e che Gesù venne ucciso durante la sua magistratura.
La sua vita e la sua morte si collocano dunque in quell'arco di tempo.
Nato a Betlemme come dicono i vangeli?
Nato più probabilmente in un villaggio della Galilea a nord di Israele, chiamato Nazareth. Quella della Galilea era una regione nota per un possente fermento politico e i sentimenti di rivolta verso Roma che la attraversavano.
Non dobbiamo pensare a Nazareth come ad una remota località rurale, abitata da contadini straccioni e pastori di capre e pecore, analfabeti. La capitale della regione, Sefforis, sorgeva a soli 5 Km. di distanza, verso ovest.
Recenti scoperte archeologiche mostrano che, fin dai primi anni di vita, Gesù fu a contatto con ambienti vivaci, nei quali erano frequenti gli scambi; e dove sono frequenti gli scambi giocoforza si devono conoscere lingue diverse. Gli storici concordano sul fatto che il giovane Yehoshua che aveva l'aramaico come lingua madre, dovesse conoscere anche l'ebraico, il greco e, probabilmente qualche elemento latino, lingua degli invasori.
La sua condizione sociale doveva essere abbastanza buona, tale da permettergli di imparare presto a leggere.
Assoluta la sua osservanza della fede dei padri.
Il grande tempio di Gerusalemme, era il cuore religioso, nazionale e simbolico della terra di Israele, per gli ebrei il luogo sacro per eccellenza.
Gli ebrei (come del resto tuttora) erano divisi da varie correnti di pensiero e si distinguevano per i diversi atteggiamenti nei confronti di numerosi aspetti della vita, compreso quello verso gli occupanti romani.
C'erano fra loro i collaborazionisti, gli indifferenti, i rassegnati, gli ostili e, fra costoro quelli che spingevano l'avversione sino al punto di prendere le armi contro i romani.
Le tre correnti meglio individuate erano quelle dei sadducei, dei farisei, e degli esseni. I primi potenti e aristocratici rispettavano la Torah alla lettera, i farisei osservavano e rispettavano precetti e riti con stretta ortodossia, ma erano malvisti e considerati con ipocrisia. Degli Esseni si sa che dissentivano da tutti gli altri e costituivano spesso comunità di tipo monastico ( scusate l'anacronismo), dove si entrava dopo un particolare giuramento che obbligava ad osservare discipline tratte da un manuale, o libro sacro,  ( il Serekh ha Yahad). Aspettavano, come setta apocalittica, il giudizio universale, considerato immminente.
Di Gesù, se ne sono dette di cotte e di crude; la appartenenza alla setta degli Esseni, ammessa dal Papa Benedetto XVI°, poi invece lo si trova discepolo di un eccentrico profeta di nome Giovanni, che annunciava l'arrivo imminente di Dio (visione apocalittica?).
Inventato il rito del battesimo (immersione nellle acque del fiume Giordano così  ci si mondava da ogni peccato). Si sa che Gesù fu battezzato, cosa che fa pensare ad una sua subalternità rispetto a quel profeta.
Dopo il battesimo Gesù comincia la sua attività di predicatore e guaritore. Evita le città, possibili luoghi dove persone facoltose non avrebbero certamente colto con favore il suo messaggio, vaga per campi, parla ai più semplici, agli umili, a pastori, i suoi riferimenti riguardano la vita dei campi, greggi e stagioni.  Uomo colto, parla per metafore, tocca malati pronunciando formule, alle volte mischiando terra e saliva con la quale cosparge il capo di bambini.
Gesù ha una forte connotazione riformatrice e sociale, rivaluta donne e bimbi allora considerati poco più che oggetti, eleva gli schiavi al rango di esseri umani, disprezza le ricchezze ed esorta alla loro rinuncia. In una parola, capovolge i criteri sociali esistenti ed inoltre annuncia l'arrivo del regno di Dio sulla terra, dice imminente il momento in cui il genere umano conoscerà finalmente pace e giustizia.
Facile per i romani vedere in lui una persona a dir poco scomoda. Invasori di un regno ribelle, badano al sodo, si preoccupano delle conseguenze politiche di una predicazione che affascina molti, gli umili e gli insofferenti della dominazione brutalmente pagana incarnata dai legionari.
Praticamente Gesù aveva avuto un comportamento carente nei confronti dei dominatori e le sue reazioni inopportune. Aveva affrontato le emergenze in modo quanto meno inadeguato, un insieme di atteggiamenti che trasformano ogni atto di Gesù in un atto di aperta sovversione politica.
Bisogna ovviamente, rendersi conto, che non era lecito turbare impunemente l'ordine imposto da Roma. Era quindi necessario trattare quel ribelle come Roma aveva sempre fatto con i sediziosi: inchiodarlo ad una croce e lasciare che lentamente morisse; non dissanguato come comunemente si crede, bensì per asfissia, poichè il corpo indebolito non riusciva più ad assumere una postura tale da consentire la respirazione. La lunga agonia sulla croce era straziante, membra contorte inchiodate al patibolo, lasciate per giorni preda degli avvoltoi.
Non si dispone di molti dettagli sulla morte di Gesù in croce.
Le sue ultime parole riferite da Marco sono prese dal salmo 22, quel grido di terrore e solitudine.
Il cartello inchiodato sopra di lui "Gesù Nazareno re dei Giudei" rappresenta una delle poche prove evidenti che si hanno su questa confusa vicenda, e dice chiaramente che il capo d'accusa era politico: aver attentato alla pax romana .
Con quel grido di straziante agonia, si chiude la vita di Yehoshua ben Yosef.
E qua mi ritorna in mente quello che disse Rousseau : "...la patria del cristiano non è di questo mondo"
Gesù, muore straziato sulla croce. Muore nella sua vita terrena. Perchè in quello stesso momento inizia per lui (concepita da altri) un'altra vita che, possiamo ben dirlo, continua ancora oggi.

Sia la morte di Gesù sia la distruzione di Gerusalemme e del Tempio sono tragedie che avrebbero veramente potuto essere conclusive e finali.
Invece non conclusero alcunchè. Al contrario, dall'una e dall'altra avrà inizio una nuova fase della storia e della civilizzazione umane, lentamente nascerà da quegli eventi una nuova religione conosciuta come "cristianesimo".





rif. Augias\Cacitti

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Pazza_di_Acerra
Pazza_di_Acerra
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Interessante, ma impreciso in più punti. Appena ho tempo e voglia ci torno sopra.

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terranovas
terranovas
Viandante Forestiero
Viandante Forestiero

Pazza_di_Acerra ha scritto:Qualcosa che è riportato da più fonti tra loro indipendenti è, per convenzione, "incontestabile", altrimenti non si può parlare più di niente. Se Flavio Giuseppe e le fonti romane riportano che Erode è morto nel 750 a.u. c. senza evidenti motivi per mentire, uno storico anche mediocremente dotato prende la notizia per buona. Mi piacerebbe sapere se De Caro e La Greca parlano dell'eclissi di luna del 13 marzo del 4 a. C., giorno del funerale di Erode. Fammi sapere.

Appena possibile vedo di mettere, a grandi linee, la posizione del dott. De Caro in merito all'eclissi di luna.
Ribadisco però un aspetto determinante dei suoi studi che è quello della presa in esame di due mistiche cattoliche per l'impostazione del suo lavoro.

Intanto ti segnalo questo articolo di alcuni anni fa che, in modo molto più competente e brillante del sottoscritto, prende in esame quell'aspetto che riguarda l'incontestabilità della data di morte del re Erode.
In questo articolo si spiega molto bene come i dati in nostro possesso non ci possono dare quelle certezze che alcuni invece danno per assodate.

http://www.lanuovabq.it/it/archivioStoricoArticolo-in-che-anno-mor-erode-un-test-per-i-lettori-553.htm

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Pazza_di_Acerra
Pazza_di_Acerra
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem

terranovas ha scritto:
Pazza_di_Acerra ha scritto:Qualcosa che è riportato da più fonti tra loro indipendenti è, per convenzione, "incontestabile", altrimenti non si può parlare più di niente. Se Flavio Giuseppe e le fonti romane riportano che Erode è morto nel 750 a.u. c. senza evidenti motivi per mentire, uno storico anche mediocremente dotato prende la notizia per buona. Mi piacerebbe sapere se De Caro e La Greca parlano dell'eclissi di luna del 13 marzo del 4 a. C., giorno del funerale di Erode. Fammi sapere.

Appena possibile vedo di mettere, a grandi linee, la posizione del dott. De Caro in merito all'eclissi di luna.
Ribadisco però un aspetto determinante dei suoi studi che è quello della presa in esame di due mistiche cattoliche per l'impostazione del suo lavoro.

Intanto ti segnalo questo articolo di alcuni anni fa che, in modo molto più competente e brillante del sottoscritto, prende in esame quell'aspetto che riguarda l'incontestabilità della data di morte del re Erode.
In questo articolo si spiega molto bene come i dati in nostro possesso non ci possono dare quelle certezze che alcuni invece danno per assodate.

http://www.lanuovabq.it/it/archivioStoricoArticolo-in-che-anno-mor-erode-un-test-per-i-lettori-553.htm

Va bene, vediamo che cosa dicono le fonti romane:
La disposizione testamentaria con cui Erode assegnava il regno ai suoi tre figli
superstiti doveva essere resa esecutiva dall’imperatore. Pertanto nel 4 a.C. Archelao,
Antipa e Filippo si recarono a Roma.

Nella capitale erano però arrivati anche alcuni gruppi di Giudei i quali, stanchi delle
angherie subite fino alla morte di Erode, avrebbero voluto impedire ai suoi
discendenti di assumere il potere.
Augusto ascoltò tutti quanti, poi provvide ad assegnare gli incarichi, ma non
esattamente come aveva indicato il defunto sovrano. Diede infatti ad Archelao la
Giudea e la Samaria, ad Antipa la Galilea e la Perea e a Filippo l’Iturea e la
Traconitide.
Fu così che nell’anno 4 a.C. la Palestina ebbe tre Erodi al posto di uno.
Tuttavia, in considerazione delle proteste dei Giudei, l’incarico ad Archelao fu
assegnato “in prova” col titolo di etnarca (titolo inferiore a quello di re).
Comunque la “prova” di Archelao fallì (oltre a contrarre un matrimonio che i Giudei
consideravano illegale, aveva infatti intrapreso un programma di costruzioni
smisurate, imponendo tasse inique e suscitando ovunque enorme malcontento).
Nel 6 d.C. Augusto lo convocò a Roma per rispondere delle accuse mossegli dai sudditi
e dagli stessi fratelli e, appurato che le lamentele erano fondate, lo rimosse
dall’incarico.
L’etnarcato che gli era stato affidato venne abolito ed Augusto trasformò la GiudeaSamaria
in “provincia romana”, assegnandone l’amministrazione ad un governatore da
lui direttamente nominato (l’amministrazione romana subì una breve interruzione dal
41 al 44 quando il governo della Giudea-Samaria venne assegnato a re Agrippa I).
Uno storico serio si chiederebbe innanzitutto che interesse avessero gli storici romani e Flavio a indicare la data del 4 a. C, mentre non occorre gran fantasia per capire gli interessi di chi propende per l'1 d. C. Se in quell'anno vi fu l'eclissi di luna, ciò non significa che non vi sia stata nel 4 a C. Le motivazioni addotte per dubitare della datazione 4 a C. sono storicamente risibili.

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