Massimo Vaj ha scritto:Vedi PorceDi, il termine "teoria" indica esclusivamente una serie di valutazioni, ordinate consequenzialmente tra loro, in una gerarchia logica e temporale di causa-effetto. In sé il termine non qualifica né squalifica alcunché, potendoci essere una teoria falsa e una vera. Attribuire a una qualsivoglia teoria un carattere auto-limitativo solo per il fatto che di teoria trattasi è scorretto. Questo perché la teoria si trova su un piano diverso dalla sua possibilità realizzativa. Non si può negare a priori la validità di una teoria solo perché non si vedono ancora le conseguenze realizzative che quella teoria prevede o non prevede.
Allora restiamo in religiosa attesa, come ho già detto.
Tu che chiami in causa la logica di chissà quali frotte di pensatori, comincia a leggerti Popper.
Secondo cui una teoria, per essere controllabile, dev'essere falsificabile.
Ovvero dev'essere sempre possibile dedurre le condizioni di un esperimento che la possa dimostrare falsa.
Tutto ciò che non è dimostrabile né smentibile, metafisica compresa, non appartiene alla scienza e non è oggetto della sua indagine.
Comincio a chiedermi chi me lo fa fare di continuare a discutere con chi non ha neppure le basi minime per comprendere. Devo supporre che sia la simpatia suscitata dalle tue stringate battute che mi ha suggerito che ci potesse essere anche una sensibilità intelligente, affiancata da onestà intellettuale.
Penso sia opportuno mantenerci al livello in cui ci metteranno le battutine che, pur essendo piacevoli e simpatiche, non aiuteranno che a passare del tempo in attesa di morire, e non intendo dal ridere...
Paradossalmente, se tu mi assicurassi di percepire in qualsiasi modo la realtà di quanto asserisci, io potrei anche crederti.
Ma se non ci dai modo di sperimentare o verificare la teoria metafisica, tutto il discorso lascia il tempo che trova.
Chiunque di noi potrebbe inventarsi una teoria che non sia suscettibile di verifica, né di smentita: è sufficiente che non cozzi con l'ordinaria realtà fenomenica.
A chiosa di queste considerazioni, ti dirò qualcosa di più.
Gli
uomini di conoscenza possono presentarsi sotto varie fogge, ma non hanno bisogno di spiattellare ciò che
vedono al primo venuto.
Anzi, nel loro sapere sono molto umili, e si muovono con i piedi di piombo.
Le teorie che formulano, nei rari casi in cui lo fanno, sono diretta conseguenza di un vissuto esperienziale che essi percepiscono direttamente.
Non sono certo frutto di un mero esercizio intellettuale.
E sono ben consci che tale apparirebbe agli occhi degli altri, se ne parlassero.
Perciò se ne guardano bene, o si scelgono con molta cura i loro interlocutori.