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Maternità, aborto e chiesa: un interrogativo

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NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem

Magonzo ha scritto:
NinfaEco ha scritto:
E se la donna concepisce contro il suo volere ( vedi stupro) ?
in questo caso, per la dottrina cattolica - come si è distillata fino ad oggi - prevale la "difesa della Vita";
poiché l'embrione è considerato già un individuo, è normale conseguenza che si chieda il sacrificio del parto e l'eventuale cessione in adozione, ritenuto un male minore.

Chissà perchè in tutto questo continuo a vedere un'altra vita violata.
O forse ci sono vite che sono mezzi ed altre che sono fini?

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Lady Joan Marie
Lady Joan Marie
Viandante Storico
Viandante Storico
Io dico che è tutta una questione di scelta: la Madre di Dio ha scelto di esserlo perchè sapeva di concepire qualcosa di buono perchè proveniva da Dio. Una donna che decide o no di esserlo lo fa o decide di non esserlo per scelta.

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nextlife
nextlife
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato

NinfaEco ha scritto:
Magonzo ha scritto:
NinfaEco ha scritto:
E se la donna concepisce contro il suo volere ( vedi stupro) ?
in questo caso, per la dottrina cattolica - come si è distillata fino ad oggi - prevale la "difesa della Vita";
poiché l'embrione è considerato già un individuo, è normale conseguenza che si chieda il sacrificio del parto e l'eventuale cessione in adozione, ritenuto un male minore.

Chissà perchè in tutto questo continuo a vedere un'altra vita violata.
O forse ci sono vite che sono mezzi ed altre che sono fini?



Vi è un sistema, Ninfa, un impianto, che è poco compatibile con la vita terrena, l’unica evidente, ed è in sostanza: la negazione dell’uomo.
Ciò che si viene a negare, infatti, è la mancanza della modulazione, della negoziazione, dell’esercizio della razionalità e questa è la diretta conseguenza della pretesa di maneggiare e proporre assoluti.

Certi concetti: l’attenzione per la vita, la fratellanza, l’uguaglianza, sono aspetti validi che legittimamente interessano le coscienze e l’operato degli uomini; solo che si raccordano con l’immanente, il contingente e da essi vengono modulati.
Questa modulazione è la stessa che ci permette di dire che – ad esempio – aggressività e violenza sono elementi che bisogna tenere sotto controllo, ma che non sono completamente scremabili dalla vita dell’uomo e più in generale dell’ecosistema che ci ospita.

La modulazione del concetto di “rispetto per la vita” è quella che ci consente – ad esempio - di diversificare l’aggressore da colui che si difende; la stessa che non ci permette di condannare gli ebrei polacchi che in occasione della repressione nazista si sono organizzati in resistenza armata.
La stessa che ci permette di immaginare che per difendere noi stessi e i nostri cari, saremmo disposti a qualsiasi cosa.

La modulazione del concetto di «fratellanza» è quella che ci permette di dire che non abbiamo nulla da spartire con un individuo che ha ucciso e sezionato quattordici esseri umani per stiparli nel proprio frigorifero.

La modulazione è quella che ci permette di dire che il «perdono» non è un sentiero obbligato poiché conduce alla virtù, è semplicemente un’opzione possibile.

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Yale
Yale
Viandante Mitico
Viandante Mitico

xmanx ha scritto:cara Yale...esattamente come l'uomo è obbligato a pagare per sostenere un figlio che non ha voluto (che la madre ha partorito in disaccordo col padre e per il quale ha richiesto il riconoscimento legale di paternità e quindi il mantenimento)...io obbligherei la donna a pagare un risarcimento morale al padre che avrebbe voluto il figlio che la donna ha - invece - abortito.

Si, Yale. Imporrei alla donna un risarcimento economico da corrispondere al padre come risarcimento morale per non aver avuto il figlio che la donna ha deciso di abortire.

Quindi, per rispondere alla tua domanda: lascerei la facoltà di decidere alla donna. Ma imporrei un risarcimento morale da corrispondere all'uomo per il figlio che, quell'uomo, non ha potuto avere.
Questo metterebbe uomo e donna su un piano di pari dignità, perchè verrebbe riconosciuto all'uomo il danno morale di non aver potuto avere il figlio che desiderava.

Vorrei proprio vedere cosa farebbero, in questo caso, le cosiddette "donne emancipate".
Sarei proprio curioso. SGHIGNAZZARE

Bè...ci sono talmente tante situazioni diverse che è difficile generalizzare, ma faccio davvero fatica a riconoscere un danno esistenziale in un padre mancato, a meno che non dimostri di non avere nessun'altra possibilità di diventare genitore.
Però voi maschietti avete diverse armi per difendervi da queste "donne emancipate cacciatrici di mantenimenti": la vasectomia, per esempio.

30
alfio
alfio
Viandante Residente
Viandante Residente

NinaEco ha scritto:
E se la donna concepisce contro il suo volere ( vedi stupro) ?


Alfio ha scritto:C= cambiamento; m= incentivazione (inclusione); p= tradizionalismo (probabilità); q= progressismo (quantità/qualità); n= punizione


Allora, io percorro la mia strada, ma colgo i frutti che pendono ai margini.
Sulle prime Lisandro mi ha turbato, però certe immagini durante la giornata hanno preso a legarsi tra loro.
La frase che ho riportato... pardon quotato, esprime una criticità. A parte che come evento emblematico, la procreazione (dal concepimento al parto) è uno dei pochi casi della vita in cui attesa e speranza si sovrappongono con estrema intensità ( simmetria e complementarità), quindi il demandare ad altra epoca presuppone che vi sia una quantità-qualità probabilistica alta. Se ciò non è un dato reale, va di conseguenza che la coscienza sia posta di fronte ad una scelta epocale (di nuovo sovrapposizione simmetria/complementarità = come fattore esponenziale), dove la donna in oggetto è in uno stato "neutrale" (impersonale), poiché è nell'evento, fa parte dell'evento, è essa stessa evento in assoluta unione e sintesi con tutto il creato.
Ed ecco l'intersecazione: essere distanti e non percepire più la cosa come evento; essere fuori dal creato. Qui s'inserisce nella quantità-qualità come condizione di rimando: ciò che è da sempre, come lo si perpetua come fatto innovativo?
Coll'aumento demografico ogni nascituro è percepito e inquadrato come elemento da aggiungere come unità in più di rischio e di qui lo stato di criticità: un evento che idealmente ci dovrebbe rendere compartecipi del creato, rapportato al reale è constatato come ulteriore avanzamento di rischio.
Così la mia perplessità m'induce a lateralizzare e ricorro alle vie già precorse.
Quando penso al Cristianesimo praticato nel concreto, mi rifaccio a quegli uomini che in tutte le epoche hanno dovuto sublimare le criticità tramite una figura ideale, un super uomo, un Cristo-untore.
Un uomo concreto fu S.Agostino e quando penso al Cristianesimo lo pratico secondo il suo pensiero; uno dei suoi aforismi detta: "usa le cose terrene e godi quelle spirituali".
Quando Lisandro si è chiesto se la vita provenisse dal cielo o dalla terra, ebbene la procreazione in terra dovrebbe essere concepita da un godimento in cielo, quasi se infuso col seme del Cristo.
Il frutto di uno stupro, se la donna non lo percepisse aderente con un senso sacro dell'evento, non dovrebbe essere usato a pretesto e strumentalizzato dal potere; un potere appannaggio di uomini che impongono un'ortopratica di cui beneficia solo lo stupratore (anch'egli maschio), premiando un'impellenza degenerata (è stato scritto che la felicità è nel tempo dilatato. Nel tempo immediato ed effimero è una politica che genera attrito). Si usi il terreno per godere il cielo e si sarà più prossimi a l'untore.
C'è la probabilità che il frutto di quello stupro possa essere un prodigio mancato, ma Sergio suggerisce che la statistica fa l'etica. Allora rileviamo i dati sin qui ottenuti: col Cattolicesimo quanti geni si sono procreati con gli stupri e compariamoli con i casi di sola degenerazione (la valutazione estimativa è l'ultimo processo per degli adeguamenti dottrinari in seno alla stabilità comunitaria. Ovvero, rapportare l'ideale al concreto e consideare se il cambiamento è più un apporto inclusivo o quantitativamente/qualitativamente è deducibile come punizione divina).
Gli apicoltori che ho frequentato per tanti anni, mettevano in primo piano il rischio dell'ibridazione con le api per la purezza del miele. Da una parte la diversità biologica è richiesta dove le risorse sono state depauperate. Ma in condizione di abbondanza, i coltivatori usano metodi di precauzione contro l'ibridazione degli insetti pronubi, per sperimentare colture selettive.


----------------------
(Lisandro, non mi hai risposto nell'altra discussione e... quando ho letto quel tuo "cento volte aborrito e abortito" mi sono sentito come una fitta nelle parti basse, per me che non ho avuto un figlio, forse proprio per il timore di non averlo perfetto a mia immagine e somiglianza, beh insomma... se l'avessi avuto, magari anche un po' "stronzo"... avrei adesso con chi raffrontarmi).

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Robocop Omega
Robocop Omega
Viandante Residente
Viandante Residente

NinfaEco ha scritto:Questo pensiero mi è balzato in mente ieri mentre lavavo il pavimento.
Non chiedetemi perchè mi sia venuto in mente in quel momento perchè lo ignoro SGHIGNAZZARE
Non stavo pensando a nulla ( almeno consapevolmente Paura )


In genere chi è cattolico è anti abortista. La chiesa condanna l'aborto ( se sbaglio mi corriggerete Sorriso Scemo )
Eppure Dio stesso tramite l' Angelo ha chiesto a Maria il suo consenso a diventare madre. Se Maria lo avesse negato non le avrebbe imposto alcun salvatore in pancia. Insomma il messaggio che passa da questa antica novella  è che Dio riconosce alle donne il diritto di decidere della propria maternità. Eppure altre persone, uomini e per di più maschi, se sentono in dovere di dettar legge alla donna laddove Dio stesso le ha riconosciuto potere.
Perchè? Solo io avverto un certo  inghippo logico?


Hai toccato un argomento dalla valenza strutturale enorme. Siamo di fronte al tema della vita, del libero arbitrio parallelamente ad implicazioni etiche e religiose che in realtà vanno oltre una mera valenza politica. L'osservazione, o meglio la riflessione che tu hai fatto, a mio avviso presenta, e lo dico in senso neutro, un errore di fondo in quanto hai analizzato la questione in chiave sociologico politico. Libertà tua, beninteso. Credo che il tema vada visto in un'ottica diversa , che superi la semplice polemica politica  ed argomentalmente stereotipa di una visione ridotta. La vita è di per se una realtà che si proietta verso l'infinito, al di là del domani per giungere alle soglie dell'eternità. La vita è il preludio di un  misterioso ed affascinante avvenire segnato da glorie e grandezze che ancora non si vedono. Ed è per questo, che la vita , portando in sè stessa le proprie giustificazioni, diventa "sacra" , cristianamente sacra e laicamente sacra. La vita è il soffio vitale dell'infinitudine segno a sua volta della divinità e dell'eternità medesima. L'aborto è l'interruzione di questo immenso processo teologico e dinamico che alimenta il mondo stesso. Vero e sacrosanto il diritto di una donna a rinunciare di essere madre, ma attenzione. Rinunciare alla maternità potrebbe diventare il tragico muro etico e spirituale che potrebbe impedire alla vita stessa di manifestarsi in tutto il suo mistico fulgore. Che poi ci sia stata una strumentalizzazione politica maschilista o femminista, ebbene questo fatto è semplicemente minimalista, se si guarda alla realtà vitale come realtà universale e non come un alibi politico. Nobile realtà la politica, deformata purtroppo da interessi di parte e da gruppi settari. Ma siamo alle porte di una tematica così complessa da non potere certo essere affrontata in un solo post e tanto meno in un solo topic.

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Magonzo
Magonzo
Viandante Storico
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Robocop Omega ha scritto:Hai toccato un argomento dalla valenza strutturale enorme. Siamo di fronte al tema della vita, del libero arbitrio parallelamente ad implicazioni etiche e religiose che in realtà vanno oltre una mera valenza politica. L'osservazione, o meglio la riflessione che tu hai fatto, a mio avviso presenta, e lo dico in senso neutro, un errore di fondo in quanto hai analizzato la questione in chiave sociologico politico. Libertà tua, beninteso. Credo che il tema vada visto in un'ottica diversa , che superi la semplice polemica politica  ed argomentalmente stereotipa di una visione ridotta. La vita è di per se una realtà che si proietta verso l'infinito, al di là del domani per giungere alle soglie dell'eternità. La vita è il preludio di un  misterioso ed affascinante avvenire segnato da glorie e grandezze che ancora non si vedono. Ed è per questo, che la vita , portando in sè stessa le proprie giustificazioni, diventa "sacra" , cristianamente sacra e laicamente sacra.
bene, e questa è la tua opinione, che si può condividere o meno;
quando la vai a confrontare con quelle altrui, se non si tratta di mere preferenze private e indifferenti - tipo la pizza preferita - si determina ciò che riduci a "politica", cioè allocazione autoritativa di valori;

possiamo anche essere d'accordo sulla "sacralità della vita" come nozione astratta; ma poi, in concreto, a quale dottrina della sacralità ci rifacciamo ? alla tua ? alla mia ?
ti si pone comunque la questione di chi debba decidere cosa e in base a quale concezione, e convenuta come ?

di solito, la retorica di ciò che è "altissimo" sottintende l'imbuto che porta ad una determinata nozione di "sacro", e non bisogna aver letto Barthes per capirlo.

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SergioAD
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Viandante Storico
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Potremmo discutere di religione, di stato o di ideali individuali e tutto va bene finché non le mettiamo insieme e decidere come possono interagire tra loro "in armonia". Lo stato è laico per volere del popolo, sia religioso che non religioso. L'ingerenza v'è stata in origine per costruire lo stato con le sue leggi poi essa viene rigettata finché non si vuole cambiare.

Allora religione e ideali diversi da essa non hanno la forza rispettivamente per portare a termine tutte le gravidanze e nemmeno di interrompere le stesse poco prima del parto. È vero che gli esseri umani tendono a soddisfare l'ideale contenuto nella religione, attraverso l'umanesimo senza che sia necessaria la fede o la conoscenza della religione.

Quando e se la gravidanza diverrà un impedimento all'eguaglianza allora come l'istinto di sopravvivenza viene soddisfatto attraverso l'industria alimentare anche per quello della riproduzione avverrà qualcosa di simile. In fondo ogni cosa che l'uomo fa la realizza a sua immagine e somiglianza ed è sempre stato cosi le volte che abbiamo immaginato il futuro.

Adesso per l'occidente, relativamente alla crescita demografica, le cose stanno bene come stanno ma va scientificamente realizzata una riduzione demografica perché al benessere conquistato nessuno rinuncia, esattamente come nessuno tornerebbe in paradiso dopo quel che siamo diventati, si vede anche da come difendiamo le nostre idee nei fori.

Sono un po' fuori tema ma non v'è modo da rispondere, col modello sociale ipersessuale che c'è manca il senso della maternità – ecco perché rimando una ipotesi di soluzione all'evoluzione della specie. Dobbiamo vincere malattie o difficoltà dalle banali come il raffreddore alle malattie rare, capire i dettagli del nostro cervello – ma poi cambieremo civiltà per forza.

Exploring the Future Frontiers of Human Health, with Francois Nader

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Robocop Omega
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Magonzo ha scritto:


possiamo anche essere d'accordo sulla "sacralità della vita" come nozione astratta; ma poi, in concreto, a quale dottrina della sacralità ci rifacciamo ? alla tua ? alla mia ?
ti si pone comunque la questione di chi debba decidere cosa e in base a quale concezione, e convenuta come ?

La concretezza alla quale ci rifacciamo è semplicemente l'impedimento verso il nascituro di venire al mondo per partecipare a progetti, scelte ideologie ed una tale molteplicità di interessi da non poter nemmeno essere elencati. La sacralità è proprio questo: lasciare che nasca qualcuno il quale possa decidere, deliberare, vagliare riflettere e magari anche sbagliare. Se si ammettesse solo il diritto alla soppressione di un  nascituro, avremmo di fatto l'annientamento del genere umano.Il diritto dell'autodeterminazione della donna. Benissimo. E colui che non può ancora parlare? Se la madre di una ipotetica donna che propugna l'autodeterminazione, avesse usato lo stesso metro concettuale della futura figlia, la futura figlia non potrebbe autodeterminarsi, perchè inibita nel momento della nascita. La vita presenta una gloria vitale insita in se stessa che si proietta solo in avanti e mai indietro.

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Magonzo
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Viandante Storico
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Robocop Omega ha scritto:
Magonzo ha scritto:


possiamo anche essere d'accordo sulla "sacralità della vita" come nozione astratta; ma poi, in concreto, a quale dottrina della sacralità ci rifacciamo ? alla tua ? alla mia ?
ti si pone comunque la questione di chi debba decidere cosa e in base a quale concezione, e convenuta come ?

La concretezza alla quale ci rifacciamo è semplicemente l'impedimento verso il nascituro di venire al mondo per partecipare a progetti, scelte ideologie ed una tale molteplicità di interessi da non poter nemmeno essere elencati. La sacralità è proprio questo: lasciare che nasca qualcuno il quale possa decidere, deliberare, vagliare riflettere e magari anche sbagliare. Se si ammettesse solo il diritto alla soppressione di un  nascituro, avremmo di fatto l'annientamento del genere umano.Il diritto dell'autodeterminazione della donna. Benissimo. E colui che non può ancora parlare? Se la madre di una ipotetica donna che propugna l'autodeterminazione, avesse usato lo stesso metro concettuale della futura figlia, la futura figlia non potrebbe autodeterminarsi, perchè inibita nel momento della nascita. La vita presenta una gloria vitale insita in se stessa che si proietta solo in avanti e mai indietro.
sai, bisogna stabilire da che momento si può parlare di "individuo";

si adottasse il criterio di potenzialità, qualunque procedura anticoncezionale, persino il coitus interruptus sarebbe suscettibile di precludere la "vita"; e perché no nel caso di due che decidono di non copulare affatto ?

e qui torniamo alle sacralità diverse, perché si può considerare già individuo l'ovulo fecondato - come tu sembri sottintendere scontato - oppure no, e considerare invece su altre basi biologiche che esso si costituisca più tardi;

chi non vuole gli aborti dovrebbe battersi per la contraccezione e l'educazione sessuale diffusa, e la pillola del giorno dopo di facile reperimento; nessuna donna abortirebbe più.

36
Robocop Omega
Robocop Omega
Viandante Residente
Viandante Residente

Magonzo ha scritto:


sai, bisogna stabilire da che momento si può parlare di "individuo";


Ma guarda, intanto, più che di individuo io parlerei di persona poichè individuo è un termine cadaverico che indica un'entità fatta per la non comunicazione e la collaborazione. Per quanto dicevi poi del momento in cui si potrebbe parlare di individuo, direi dal momento in cui lo sperma è stato volutamente lasciato entrare , o meglio dal momento in cui all'interno di una donna avviene la moltiplicazione cellulare. Il coito interrotto è invece una scelta di piacere che io posso anche condividere, ma attenzione: un conto è interrompere un coito per evitare l'introduzione di sperma, un conto è intervenire dopo che lo sperma ha iniziato una trafila genetica. Allora, solo per godere, e magari anche giustamente penserei fosse meglio un coito anale. Facile, sicuro e di soddisfazione, per carità.

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Rupa Lauste
Rupa Lauste
Viandante Storico
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Magonzo ha scritto:
Robocop Omega ha scritto:
Magonzo ha scritto:


possiamo anche essere d'accordo sulla "sacralità della vita" come nozione astratta; ma poi, in concreto, a quale dottrina della sacralità ci rifacciamo ? alla tua ? alla mia ?
ti si pone comunque la questione di chi debba decidere cosa e in base a quale concezione, e convenuta come ?

La concretezza alla quale ci rifacciamo è semplicemente l'impedimento verso il nascituro di venire al mondo per partecipare a progetti, scelte ideologie ed una tale molteplicità di interessi da non poter nemmeno essere elencati. La sacralità è proprio questo: lasciare che nasca qualcuno il quale possa decidere, deliberare, vagliare riflettere e magari anche sbagliare. Se si ammettesse solo il diritto alla soppressione di un  nascituro, avremmo di fatto l'annientamento del genere umano.Il diritto dell'autodeterminazione della donna. Benissimo. E colui che non può ancora parlare? Se la madre di una ipotetica donna che propugna l'autodeterminazione, avesse usato lo stesso metro concettuale della futura figlia, la futura figlia non potrebbe autodeterminarsi, perchè inibita nel momento della nascita. La vita presenta una gloria vitale insita in se stessa che si proietta solo in avanti e mai indietro.
sai, bisogna stabilire da che momento si può parlare di "individuo";

si adottasse il criterio di potenzialità, qualunque procedura anticoncezionale, persino il coitus interruptus sarebbe suscettibile di precludere la "vita"; e perché no nel caso di due che decidono di non copulare affatto ?

e qui torniamo alle sacralità diverse, perché si può considerare già individuo l'ovulo fecondato - come tu sembri sottintendere scontato - oppure no, e considerare invece su altre basi biologiche che esso si costituisca più tardi;

chi non vuole gli aborti dovrebbe battersi per la contraccezione e l'educazione sessuale diffusa, e la pillola del giorno dopo di facile reperimento; nessuna donna abortirebbe più.

Sí peró all'interno del criterio di potenzialitá c'é una grande differenza tra un processo "attivo" (l'atto sessuale) e un processo innescato in cui il divenire assume valenza fisica e non teorica o possibile. Un embrione va di per sé nel suo sviluppo. Il grado di potenzialitá a me pare piú alto, decisamente alto. Se lo lasci diventa feto e poi essere.
Lo stesso non si puó dire del seme che di certo individuo non é.

Il concetto di individuo mi pare abbastanza chiaro almeno dal punto di vista biologico. Di sicuro é "individuo" giá prima dei 90 giorni.

Il problema é che tolti quei numerosi casi estremi e tragici in cui una donna decide di abortire, donna che non ho il diritto di giudicare, esiste tutta una casistica in cui é palese che il valore della vita é praticamente nullo.  Non solo il valore della vita ma anche il diritto alla libertá di scelta, sacrosanto, perde peso e consistenza.
Ma qui si entra nel merito delle opinioni maturate in seguito a esperienze personali (indirette per fortuna) e con le opinioni e le esprerienze individuali non si fanno le leggi e neanche le statistiche, che piaccia o meno.

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Magonzo
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Robocop Omega ha scritto:Ma guarda, intanto, più che di individuo io parlerei di persona poichè individuo è un termine cadaverico che indica un'entità fatta per la non comunicazione e la collaborazione. Per quanto dicevi poi del momento in cui si potrebbe parlare di individuo, direi dal momento in cui lo sperma è stato volutamente lasciato entrare , o meglio dal momento in cui all'interno di una donna avviene la moltiplicazione cellulare.
è un'opinione, rispettabile; e allora, perché non prima ? perché non considerare responsabile chiunque non cerchi di copulare sempre con qualsiasi donna, e la donna che non si renda disponibile ?

retorica a parte, capisci bene che una nozione di "persona", come qualsiasi altro riferimento atto a normare, deve essere convenzionale; cioè, ti devi mettere d'accordo con gli altri, e sulla base di estremi oggettivi atti a costituire un comune denominatore;

non è una questione di lana caprina, perché le nozioni filosofiche applicate al diritto si ripercuotono ad effetto domino su tutto l'impianto; attribuire una personalità giuridica sulla base di una concezione anziché un'altra significa adottare un principio sovrastante che trascina tutto il resto.

39
Robocop Omega
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Viandante Residente
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è un'opinione, rispettabile; e allora, perché non prima ? perché non considerare responsabile chiunque non cerchi di copulare sempre con qualsiasi donna, e la donna che non si renda disponibile ?[/quote]

Per il semplice motivo che le due categorie di persone che citavi non cercano il piacere: viceversa il piacere estremo porta alla eiaculazione, segno che quel liquido ha una sua finalità.

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SergioAD
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La legge (194) sull'aborto è costituzionale, inoltre, in Italia l'aborto minorile si può fare in anonimato senza nemmeno che sia necessaria l'autorizzazione dei genitori.

Poi ci sono le opinioni, ipotesi di reato e le ingerenze nella vita pubblica che per fortuna risultano poco rilevanti anche quando alzano della polvere - come nel seguente caso -

Negò la pillola, si va in tribunale col licenziamento

Se leggete l'articolo capirete quanto sta roba "prende" in qualche ambiente...

Commentai l'articolo della rivista cosi -

SergioAD ha scritto:Il farmaco Norlevo, di cui si vede l'immagine sopra, pillola "del giorno dopo" è inefficace dopo l'annidamento e non provoca l'aborto. Una società secolarista dovrebbe fare a meno di questo tipo di ingerenza.

41
Magonzo
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Robocop Omega ha scritto:
è un'opinione, rispettabile; e allora, perché non prima ? perché non considerare responsabile chiunque non cerchi di copulare sempre con qualsiasi donna, e la donna che non si renda disponibile ?

Per il semplice motivo che le due categorie di persone che citavi non cercano il piacere: viceversa il piacere estremo porta alla eiaculazione, segno che quel liquido ha una sua finalità.
ecco, vedi che vai a cadere dove era facile immaginare ?

se ti metti a contemplare "finalità" nei processi naturali, e ad attribuirvi un valore da tutelare sempre e comunque, perché mai si dovrebbero curare le malattie ?
il bimbo ha la leucemia ? eh, purtroppo è una cosa naturale; ci sarà una finalità, no...? chi siamo noi per interferire col progetto frutto di una Volontà superiore ?
anche alle malattie si può attribuire la speculare "finalità" di sfoltire la specie in un ambiente che per definizione è limitato e non può permettersi la progressione demografica geometrica;

io capisco, e pure condivido, certe sensibilità, e non rimuovo certo il disagio della questione; però sarei un po' più prudente nell'enunciare principi che ignorano e dismettono l'equilibrio che si è determinato nel confronto libero tra diverse sensibilità e filosofie.

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andre51
andre51
Viandante Forestiero
Viandante Forestiero
LA MIA madre biologica aveva 17 anni ed era incinta di sette mesi e mezzo quando decise di abortire con una soluzione salina”, racconta Gianna. E aggiunge: “Io sono la persona che non doveva nascere. Invece di morire sono sopravvissuta”.
Questa è la testimonianza che nel 1996 Gianna, una ragazza di 19 anni, rese davanti a un comitato governativo americano sul soggetto dell’aborto. Nei sette mesi e mezzo in cui Gianna era rimasta nel grembo materno le parti del suo corpo si erano chiaramente sviluppate. Con tutta probabilità converrete che Gianna era davvero una persona, dato che ha continuato a vivere come tale anche al di fuori dell’utero.
Ma che dire di Gianna quando era un embrione di cinque settimane, lungo un centimetro? È vero che le parti del suo organismo non si erano ancora completamente formate, ma era già iniziato il processo che avrebbe portato allo sviluppo del sistema nervoso, incluso il cervello. Il suo cuore, pulsando a una frequenza di 80 battiti al minuto, pompava il sangue attraverso i vasi sanguigni. Pertanto, se nell’utero Gianna era una persona dopo sette mesi e mezzo, non sarebbe logico concludere che lo era anche dopo cinque settimane, pur non essendo ancora pienamente sviluppata?
Il miracolo del concepimento
Lo sviluppo di tutte le parti di un embrione inizia al concepimento, quando l’ovulo (o cellula uovo) femminile viene fecondato dallo spermatozoo maschile. Grazie ai progressi della tecnologia, gli scienziati sono riusciti a osservare gli straordinari cambiamenti che avvengono nel nucleo dell’ovulo fecondato. Le molecole che compongono il DNA (acido desossiribonucleico) del padre e della madre si uniscono per dare origine a una vita che prima non esisteva.
Questa singola cellula iniziale dà il via al processo veramente miracoloso che porterà alla formazione di un essere umano completo. Il modo in cui si articola questo processo viene deciso dai geni, che sono segmenti di DNA. I geni determinano praticamente tutto di noi: l’altezza, i lineamenti, il colore degli occhi e dei capelli e migliaia di altre caratteristiche.
Dopo ciò, man mano che la cellula originale si divide, l’intero patrimonio genetico viene duplicato in ogni nuova cellula. È sorprendente il fatto che ciascuna di queste cellule abbia in sé tutte le informazioni per differenziarsi nelle cellule di cui c’è bisogno. Ciò comprende le cellule cerebrali, quelle del tessuto cardiaco, delle ossa, della pelle e perfino quelle della membrana trasparente degli occhi. Questo lavoro di “programmazione” iniziale mediante cui da una cellula originale si sviluppa una persona assolutamente unica è stato spesso definito, a ragione, “un miracolo”.
“Dal momento in cui si forma la prima cellula, viene stabilito il programma che caratterizzerà la crescita e lo sviluppo di una persona per tutta la vita”, ha detto David Fu-Chi Mark, noto biologo molecolare. E ha concluso: “Non c’è più alcun dubbio: dal preciso istante in cui avviene la fecondazione ogni essere umano è straordinariamente unico”.
C’è una persona nel grembo materno?
Da quando avviene il concepimento il bambino non è semplicemente un tessuto aggiuntivo della madre, ma un individuo a sé. L’organismo della madre lo considera un corpo estraneo. Se non fosse per l’ambiente protetto che si crea all’interno dell’utero, verrebbe prontamente rigettato. Questa nuova vita, che una membrana protettiva separa dalla madre, è una persona con un codice genetico a sé.
Alcuni affermano che a causa di anomalie il corpo di una donna abortisce spontaneamente molti ovuli fecondati, e perciò si chiedono perché mai un medico non dovrebbe interrompere una gravidanza. Tuttavia c’è una grande differenza fra una morte accidentale e un omicidio volontario. In un paese sudamericano 71 bambini su 1.000 non raggiungono il primo anno di età. Ma sarebbe accettabile uccidere un bambino che ha meno di un anno solo perché ne muoiono così tanti in modo prematuro? Ovviamente no!
È interessante notare che secondo la Bibbia quello che si trova nel grembo materno è già un essere umano. Rivolgendosi a Dio, il salmista Davide scrisse: “I tuoi occhi videro perfino il mio embrione, e nel tuo libro ne erano scritte tutte le parti”. (Salmo 139:16) Davide non dice semplicemente “un embrione”, ma “il mio embrione”, a indicare con accuratezza che la sua vita aveva avuto inizio al concepimento, molto prima della nascita. Sotto ispirazione divina, Davide rivelò inoltre che al concepimento lo sviluppo delle parti del suo corpo era avvenuto secondo un piano preciso, ovvero delle istruzioni “scritte” nei minimi dettagli, cosa che lo aveva reso la persona che era.
Inoltre la Bibbia non dice che una donna concepisce un ammasso di tessuti. Piuttosto afferma: “È stato concepito un uomo robusto!” (Giobbe 3:3) Anche questo fa capire che, secondo la Bibbia, un bambino è una persona sin dal concepimento. In effetti, è in quel momento che inizia la vita.
[Nota in calce]
L’aborto salino consiste nell’iniettare nell’utero della madre una soluzione salina tossica che il bambino ingerisce morendo in genere nel giro di due ore. Dopo circa 24 ore inizia il travaglio e la madre partorisce un bambino morto o, in alcuni casi, in fin di vita.
Ciao Riccardo

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xmanx
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Viandante Ad Honorem
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@andre51

E' del tutto ovvio che, fin dal concepimento, si ha a che fare con un individuo umano.
Solo gli imbecilli affermano il contrario.
Solo gli imbecilli affermano che l'embrione è solo un grumo di cellule.

E' del tutto ovvio che, fin dal concepimento, siamo in presenza di un individuo umano.
Ed è del tutto ovvio che l'aborto è la soppressione di un individuo umano.

Tutte queste cose sono ovvie e note. E sono scientificamente inattaccabili.
E non do nessun peso alle affermazioni imbecilli di chi sostiene il contrario.

Siamo quindi in presenza di un diritto sacrosanto: il diritto alla vita di ogni individuo concepito.

Tuttavia esiste anche un altro diritto: il diritto dei genitori - o della madre - di allevare un figlio in piena coscienza e consapevolezza. Cioè allevare un figlio non può essere una coercizione, ma deve essere una libera scelta.

Un figlio non è subito indipendente. Richiede cura, attenzione, dedizione, impegno. E nessuna di queste cose può essere imposta.
Non si può, cioè, affermare il diritto alla vita e, contemporaneamente, imporre ai genitori - o alla madre - il dovere di allevare un figlio se questi non si sentono pronti ad accoglierlo.

E' una grande e grave responsabilità. E ogni responsabilità deve essere il frutto di una libera scelta.
E, per quanto mi riguarda, riconosco il diritto della libera scelta di accettare o meno questa responsabilità.

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nextlife
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Viandante Affezionato
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Ecco, vedi X: questa è un’occasione, l’ennesima, per farti riflettere.
Osservati, rileggi quello che hai scritto e nota cosa è all’opera.
Non è forse all’opera una negoziazione? Una modulazione?
Diciamo che, su questa tematica - come su altre - individui un principio, un elemento etico al quale tendere: il rispetto per la vita.
Non noti come il momento nel quale sei tentato ad ascrivergli tratti assoluti, di fatto, venga modulato, relativizzato, un istante dopo?

Accade su questa tematica, accade quando in qualche modo illustri l’importanza di difendersi da coloro i quali, a tuo avviso, attentano alla nostra civiltà, al concetto stesso di civiltà.
Non hai forse decretato che la dimensione assoluta del concetto, dell’ideale, non è idonea ad affrontare la dimensione immanente, fisica, terrena?
Il ragionamento dicotomico, certo, impone la totale presenza o la totale assenza, ma è esso è un limite; conclamato.

Non è più conveniente, per tutti noi; per il nostro rapporto con gli altri; per la piccola porzione di visione di realtà che possiamo sperimentare con la nostra vita, dichiarare una tensione, una propensione a…
Affermando al contempo che dobbiamo combattere gli estremi, ovvero l’assenza di tale tensione o la tendenza a stratificarla ed elevarla; elevando al contempo noi stessi in una dimensione che non è affatto detto ci appartenga e che non abbiamo conferme sia poi così sublime.

Il processo evolutivo ci ha consegnato spiccate doti dell’intelletto; doti capaci di un’astrazione così elevata ed estrema che  facilmente tracima i confini della dimensione fisica nella quale, come unità organiche, affrontiamo quel percorso chiamato vita; ad essa però, alla dimensione immanente e contingente, in qualche modo dobbiamo tornare, ed è in essa che incontriamo davvero gli altri.
Abbiamo investito molto sul concetto di uomo, cosa lo abbia permesso, cosa lo abbia facilitato, è relativamente semplice da isolare, ma abbiamo bisogno di semplicità; di ritornare alla base; di decostruire per poi ricostruire.
Saranno sicuramente strutture meno appariscenti, con pretese architettoniche più modeste, ma più vere e, cosa più importante: più solide e più ampie.
Caratteristica importante se l’esigenza è quella - almeno in potenza -  di ospitare noi tutti.

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xmanx
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Viandante Ad Honorem
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No next, non è relativizzato proprio niente.

Semplicemente esistono due principi, che - a volte - entrano in conflitto tra di loro.

Da una parte c'è il principio del diritto alla vita.
Dall'altra c'è il principio di una paternità e maternità in piena coscienza e consapevole.

I due principi sono collegati. Perchè è vero che un bambino ha il diritto alla vita. Ma è altrettanto vero che c'è anche il diritto di avere un figlio con coscienza e consapevolezza da parte di un padre e una madre che lo vogliono.

Il problema si pone - per me - quando questi due principi non si saldano ed entrano in conflitto tra loro.

Non c'è nessuna relativizzazione.
Semplicemente, nella mia vision, quando si verifica un conflitto tra questi due principi il secondo è prioritario o prevalente.
Si tratta di scelte e di priorità di scelte in un conflitto di principi, non di relativizzare.

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Il gatto
Il gatto
Viandante Residente
Viandante Residente
NinfaEco ha scritto:Questo pensiero mi è balzato in mente ieri mentre lavavo il pavimento.
Non chiedetemi perchè mi sia venuto in mente in quel momento perchè lo ignoro SGHIGNAZZARE
Non stavo pensando a nulla ( almeno consapevolmente Paura )


In genere chi è cattolico è anti abortista. La chiesa condanna l'aborto ( se sbaglio mi corriggerete Sorriso Scemo )
Eppure Dio stesso tramite l' Angelo ha chiesto a Maria il suo consenso a diventare madre. Se Maria lo avesse negato non le avrebbe imposto alcun salvatore in pancia. Insomma il messaggio che passa da questa antica novella è che Dio riconosce alle donne il diritto di decidere della propria maternità. Eppure altre persone, uomini e per di più maschi, se sentono in dovere di dettar legge alla donna laddove Dio stesso le ha riconosciuto potere.
Perchè? Solo io avverto un certo inghippo logico?


Le due cose non mi sembrano correlate, per la seconda puoi sempre negare il rapporto sessuale al netto di culture maschiliste.

Per l'aborto la dottrina cattolica considera l'embrione titolare di anima nell'immediato della fecondazione, quindi persona a tutti gli effetti da subito, di conseguenza equipara l'aborto all'omicidio.
Per la legge civile la persona esiste solo dopo nata e, definendo i limiti convenzionali, politici, dell'aborto, crea il reato di aborto illegale, molto diverso da quello di omicidio che esiste solo per i nati.

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Miss.Stanislavskij
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Viandante Mitico
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Il gatto ha scritto:
NinfaEco ha scritto:Questo pensiero mi è balzato in mente ieri mentre lavavo il pavimento.
Non chiedetemi perchè mi sia venuto in mente in quel momento perchè lo ignoro SGHIGNAZZARE
Non stavo pensando a nulla ( almeno consapevolmente Paura )


In genere chi è cattolico è anti abortista. La chiesa condanna l'aborto ( se sbaglio mi corriggerete Sorriso Scemo )
Eppure Dio stesso tramite l' Angelo ha chiesto a Maria il suo consenso a diventare madre. Se Maria lo avesse negato non le avrebbe imposto alcun salvatore in pancia. Insomma il messaggio che passa da questa antica novella  è che Dio riconosce alle donne il diritto di decidere della propria maternità. Eppure altre persone, uomini e per di più maschi, se sentono in dovere di dettar legge alla donna laddove Dio stesso le ha riconosciuto potere.
Perchè? Solo io avverto un certo  inghippo logico?


Le due cose non mi sembrano correlate, per la seconda puoi sempre negare il rapporto sessuale al netto di culture maschiliste.

Per l'aborto la dottrina cattolica considera l'embrione titolare di anima nell'immediato della fecondazione, quindi persona a tutti gli effetti da subito, di conseguenza equipara l'aborto all'omicidio.
Per la legge civile la persona esiste solo dopo nata e, definendo i limiti convenzionali, politici, dell'aborto, crea il reato di aborto illegale, molto diverso da quello di omicidio che esiste solo per i nati.

Non e vero che la chiesa riconosce l'anima all'embrione appena concepito, e/o se è l'interpretazione di oggi non è sempre stato così.

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Il gatto
Il gatto
Viandante Residente
Viandante Residente
Ora e' cosi' ed e' per questo che valutano l'aborto come una soppressione di vita umana e lo stesso dicasi per gli anticoncezionali abortivi, come la spirale che intervengono dopo il concepimento, la discriminante e' il possesso dell'anima.
Na strage per loro.

Nei secoli non so esattamente, anche le donne ebbero l'anima in seguito, prima erano solo oggetti del peccato, ma la sepoltura agli aborti era rifiutata in quanto non battezzati, terribbile per la legge di dio.
Sul sesso questi hanno legiferato in tutte le sfumature, degli esperti, per il resto ordinaria amministrazione.
Il piacere matrimoniale in regolare matrimonio consacrato fu ammesso meno di mezzo secolo fa dopo tormento dibattito fra gli ispirati interpreti della vera volonta' di dio di cui sentono portavoce monopolisti.

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Il gatto
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Viandante Residente
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Doppio

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paolo iovine
paolo iovine
Viandante Mitico
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NinfaEco ha scritto:Questo pensiero mi è balzato in mente ieri mentre lavavo il pavimento.
Non chiedetemi perchè mi sia venuto in mente in quel momento perchè lo ignoro SGHIGNAZZARE
Non stavo pensando a nulla ( almeno consapevolmente Paura )


In genere chi è cattolico è anti abortista. La chiesa condanna l'aborto ( se sbaglio mi corriggerete Sorriso Scemo )
Eppure Dio stesso tramite l' Angelo ha chiesto a Maria il suo consenso a diventare madre. Se Maria lo avesse negato non le avrebbe imposto alcun salvatore in pancia. Insomma il messaggio che passa da questa antica novella  è che Dio riconosce alle donne il diritto di decidere della propria maternità. Eppure altre persone, uomini e per di più maschi, se sentono in dovere di dettar legge alla donna laddove Dio stesso le ha riconosciuto potere.
Perchè? Solo io avverto un certo  inghippo logico?


http://www.repubblica.it/esteri/2015/09/01/news/giubileo_papa_chiede_grande_amnistia_e_concede_ai_preti_facolta_di_assolvere_aborto-121996184/?ref=HREA-1

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