Il 90 % della produzione mondiale dell’angora proviene dagli allevamenti cinesi, e il prezzo di mercato varia tra i 25 e i 34 euro al chilo. La pratica che si dovrebbe usare è la tosatura, ripetuta ogni 3 mesi per tutta la durata della vita dell’animale, che di norma vive in allevamento 2/3 anni, molto meno di quanto potrebbe in condizioni normali (fino a 10 anni). Ma l’angora di qualità superiore, quella più lunga e più pregiata, che dà maggior profitto perché può essere venduta addirittura a più del doppio del valore di mercato è quella che si ottiene scuoiando i conigli vivi. Come mostra il video di Peta girato nel 2013 da un attivista infiltrato in 10 allevamenti nelle province cinesi di Jiangsu e Shandong. In stanze zeppe di gabbiette, gli animali vivi vengono appesi o legati ad assi di legno per poi essere spellati mentre gridano dal dolore. Poi nudi, sanguinanti, terrorizzati, in profondo stato di sofferenza e anche di agonia vengono rimessi in piccole gabbia e tenuti al gelo allo scopo di produrre velocemente altro pelo, che ricresce dopo circa 2/3 mesi, poi si ricomincia a strappare di nuovo la loro pelliccia. Questa pratica viene ripetuta ogni 2/3 mesi per circa 2 anni, cioè fino a quando il pelo non ricresce più, quindi vengono sgozzati e venduti come carne di seconda qualità. Nonostante i capi d’angora siano ancora facilmente acquistabili on line su vari siti, come riportano le etichette all’interno dei prodotti: Angora fur, angora rabbit,, angora wool, angora wolle, rabbit angora fur .
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