Quale tipo di personalità ha chi prende i voti ? una certa personalità può spingere verso questa scelta?
Ha provato a rispondere a questa domanda Antonio Cerasa, un ricercatore dell Cnr di Cosenza, organizzando uno studio di psicologia della personalità su un gruppo di preti italiani.
Per la ricerca ha reclutato circa 200 sacerdoti, prevalentemente nel centro-sud Italia, e li ha sottoposti a uno dei più noti e standardizzati test per la valutazione della personalità, quello basato sulla teoria delle cosiddette cinque dimensioni.
Questo test misura le tendenze caratteriali in base a cinque grandi fattori che descriverebbero le differenze tra individui: stabilità emotiva, estroversione, amicalità, apertura mentale e coscienziosità.
Come termine di paragone sono stati presi altri due gruppi, uno di 300 persone, laici che frequentano la chiesa, e un altro di 200 che si sono dichiarate non credenti e non dedite ad attività legate a pratiche religiose.
In particolare, tra i sacerdoti è emersa un carattere scarsamente orientato alla ricerca di novità ed esperienze diverse dalle solite, piuttosto incline ad affidarsi a figure di riferimento accettate dalla comunità, una alta amicalità (più alta anche rispetto a quella dei religiosi laici), cioè un carattere tendenzialmente altruista e cooperativo, e un’alta coscienziosità, il tratto delle persone ordinate, precise, che rispettano gli obiettivi.
Anche se i numeri sono piccoli, e perciò non "solidi" dal punto di vista statistico, oltre alla comunanza generale di tratti di personalità, emergerebbero anche delle differenze tra un ordine religioso e l'altro. Per esempio, i francescani sembrerebbero meno coscienziosi dei diocesani.
Se si dovesse però trarre una “morale” più generale da questo studio, è che c’è chi è fatto per avere una vita spirituale e chi no. La tendenza a credere, o in generale ad avere una vita spirituale, sarebbe frutto (anche) del carattere.
( informazioni tratte da focus.it)
Ha provato a rispondere a questa domanda Antonio Cerasa, un ricercatore dell Cnr di Cosenza, organizzando uno studio di psicologia della personalità su un gruppo di preti italiani.
Per la ricerca ha reclutato circa 200 sacerdoti, prevalentemente nel centro-sud Italia, e li ha sottoposti a uno dei più noti e standardizzati test per la valutazione della personalità, quello basato sulla teoria delle cosiddette cinque dimensioni.
Questo test misura le tendenze caratteriali in base a cinque grandi fattori che descriverebbero le differenze tra individui: stabilità emotiva, estroversione, amicalità, apertura mentale e coscienziosità.
Come termine di paragone sono stati presi altri due gruppi, uno di 300 persone, laici che frequentano la chiesa, e un altro di 200 che si sono dichiarate non credenti e non dedite ad attività legate a pratiche religiose.
In particolare, tra i sacerdoti è emersa un carattere scarsamente orientato alla ricerca di novità ed esperienze diverse dalle solite, piuttosto incline ad affidarsi a figure di riferimento accettate dalla comunità, una alta amicalità (più alta anche rispetto a quella dei religiosi laici), cioè un carattere tendenzialmente altruista e cooperativo, e un’alta coscienziosità, il tratto delle persone ordinate, precise, che rispettano gli obiettivi.
Anche se i numeri sono piccoli, e perciò non "solidi" dal punto di vista statistico, oltre alla comunanza generale di tratti di personalità, emergerebbero anche delle differenze tra un ordine religioso e l'altro. Per esempio, i francescani sembrerebbero meno coscienziosi dei diocesani.
Se si dovesse però trarre una “morale” più generale da questo studio, è che c’è chi è fatto per avere una vita spirituale e chi no. La tendenza a credere, o in generale ad avere una vita spirituale, sarebbe frutto (anche) del carattere.
( informazioni tratte da focus.it)