SE INCONTRI IL BUDDHA PER LA STRADA UCCIDILO.
Da sempre nel mondo gli uomini hanno intrapreso pellegrinaggi, viaggi spirituali, ricerche personali; da sempre sono andati in cerca dell'illuminazione, della pace, del potere, della gioia o dell'irrealizzabile.
Nella loro ricerca della conoscenza, gli uomini hanno però confuso l'apprendimento con la coscienza stessa e spesso hanno cercato aiuti, guaritori, guide, insegnanti spirituali dei quali poter diventare discepoli.
L'uomo di oggi, il pellegrino contemporaneo, desidera ancora una volta essere "discepolo".
Se cercherà la guida di un guru dei nostri giorni, l'uomo si troverà a intraprendere il proprio moderno pellegrinaggio spirituale.
Nel suo viaggio il pellegrino, il viandante, il discepolo, impara soltanto che nessuno può insegnargli nulla. Appena sa rinunciare al suo ruolo di discepolo, impara che ha sempre saputo come vivere, che questa conoscenza ha sempre fatto parte della sua storia. Il segreto è che non ci sono segreti.
Il monito "se incontri il Buddha per strada uccidilo" , insegna a non cercare la realtà in ciò che è esterno a noi. Uccidere il Buddha quando lo si incontra significa distruggere la speranza che qualcuno all'infuori di noi possa essere il nostro padrone. Nessun uomo è più grande di un altro.
Appena l'uomo si rende conto di non essere malato e quindi di non poter mai guarire, farebbe bene a metter fine a tutto questo. Appena si rende conto che continuerebbe per sempre nel suo ruolo di discepolo, solo allora può capire l'assurdo della sua posizione di passivo, solo allora si sentirà libero di andarsene. Ognuno di noi deve rinunciare alla ricerca, Se davvero nessun uomo è più grande di un altro, a chi ci si potrebbe rivolgere? Se siamo tutti ugualmente deboli e ugualmente forti, ugualmente buoni e ugualmente cattivi, cosa ci resta?, Dobbiamo imparare che per ognuno di noi la vita può diventare di per sè un pellegrinaggio spirituale, una ricerca, un esilio, senza fine.
La nostra unica consolazione in questo viaggio è riconoscere in ogni uomo il nostro compagno di strada.
Constantin
Da sempre nel mondo gli uomini hanno intrapreso pellegrinaggi, viaggi spirituali, ricerche personali; da sempre sono andati in cerca dell'illuminazione, della pace, del potere, della gioia o dell'irrealizzabile.
Nella loro ricerca della conoscenza, gli uomini hanno però confuso l'apprendimento con la coscienza stessa e spesso hanno cercato aiuti, guaritori, guide, insegnanti spirituali dei quali poter diventare discepoli.
L'uomo di oggi, il pellegrino contemporaneo, desidera ancora una volta essere "discepolo".
Se cercherà la guida di un guru dei nostri giorni, l'uomo si troverà a intraprendere il proprio moderno pellegrinaggio spirituale.
Nel suo viaggio il pellegrino, il viandante, il discepolo, impara soltanto che nessuno può insegnargli nulla. Appena sa rinunciare al suo ruolo di discepolo, impara che ha sempre saputo come vivere, che questa conoscenza ha sempre fatto parte della sua storia. Il segreto è che non ci sono segreti.
Il monito "se incontri il Buddha per strada uccidilo" , insegna a non cercare la realtà in ciò che è esterno a noi. Uccidere il Buddha quando lo si incontra significa distruggere la speranza che qualcuno all'infuori di noi possa essere il nostro padrone. Nessun uomo è più grande di un altro.
Appena l'uomo si rende conto di non essere malato e quindi di non poter mai guarire, farebbe bene a metter fine a tutto questo. Appena si rende conto che continuerebbe per sempre nel suo ruolo di discepolo, solo allora può capire l'assurdo della sua posizione di passivo, solo allora si sentirà libero di andarsene. Ognuno di noi deve rinunciare alla ricerca, Se davvero nessun uomo è più grande di un altro, a chi ci si potrebbe rivolgere? Se siamo tutti ugualmente deboli e ugualmente forti, ugualmente buoni e ugualmente cattivi, cosa ci resta?, Dobbiamo imparare che per ognuno di noi la vita può diventare di per sè un pellegrinaggio spirituale, una ricerca, un esilio, senza fine.
La nostra unica consolazione in questo viaggio è riconoscere in ogni uomo il nostro compagno di strada.
Constantin