Il tempo, sto pensando al tempo. Troppi fra noi trascorrono la loro esistenza senza neanche più chiedersi cosa sia importante per loro.
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Constantin ha scritto:Perché è scomparso il piacere della lentezza? Dove mai sono finiti gli uomini lenti di un tempo? Dove sono quegli eroi sfaccendati delle canzoni popolari, quei vagabondi che vanno a zonzo da un mulino all’altro e dormono sotto le stelle? Sono scomparsi insieme ai sentieri tra i campi, insieme ai prati e alle radure, insieme alla natura...
Il tempo, sto pensando al tempo. Troppi fra noi trascorrono la loro esistenza senza neanche più chiedersi cosa sia importante per loro.
Non è vero, mia cara, che i vagabondi siano liberi da tutto e hanno la sola preoccupazione di trovare una coperta e un pasto caldo. Io ne ho conosciuti tanti, anche per il mio impegno di volontariato, e quasi tutti non hanno un tetto sulla testa, nè hanno i denti e non si capisce quando parlano, alcuni sono alla Galleria Sordi ( Via del Corso, Roma) a fare i Tarocchi, per avere un pasto caldo alla Caritas devono fare regolare domanda al loro municipio da rinnovare ogni 3 mesi, che dimostri che siano veramente poveri, per avere esenzione ticket devono andare, sempre al municipio, a dimostrare di essere disoccupati e ricevono un certificato che li esenti dal ticket sanitario, infine, hanno tutti (o quasi) la carta d'identità (se la richiedono) con una via fittizia, a nome di una persona non fittizia, però, realmente esistita, una storia troppo triste, una certa Modesta Valenti, morta nell'83, a Termini, a Roma, a 71 anni, era una barbona, neanche gli infermieri si sono avvicinati a caricarla sull'ambulanza per i pidocchi che aveva, ebbene è morta, e i senzatetto devono pur avere un indirizzo sulla carta d'identità, e il Comune di Roma ha deciso che abbiano Via Modesta Valenti, così possono votare, mangiare alla Caritas, avere il medico curante...,è davvero una bella cosa essere dei vagabondi. Peccato che qui ho calpestato la poesia, raccontando la realtà, un'altra volta parlerò del Canto del pastore errante nell'Asia.Arwen ha scritto:Constantin ha scritto:Perché è scomparso il piacere della lentezza? Dove mai sono finiti gli uomini lenti di un tempo? Dove sono quegli eroi sfaccendati delle canzoni popolari, quei vagabondi che vanno a zonzo da un mulino all’altro e dormono sotto le stelle? Sono scomparsi insieme ai sentieri tra i campi, insieme ai prati e alle radure, insieme alla natura...
Il tempo, sto pensando al tempo. Troppi fra noi trascorrono la loro esistenza senza neanche più chiedersi cosa sia importante per loro.
Io invece me lo chiedo, è per questo che riconosco che ci sono delle priorità e non si può arrivare a fare tutto.
Gli uomini che che vanno a zonzo, i vagabondi sono i clochard, gli unici forse veramente liberi da tutto, non hanno grandi preoccupazioni se non quelle di trovare un piatto caldo e una coperta per coprirsi.
tiziana ha scritto:Non è vero, mia cara, che i vagabondi siano liberi da tutto e hanno la sola preoccupazione di trovare una coperta e un pasto caldo. Io ne ho conosciuti tanti, anche per il mio impegno di volontariato, e quasi tutti non hanno un tetto sulla testa, nè hanno i denti e non si capisce quando parlano, alcuni sono alla Galleria Sordi ( Via del Corso, Roma) a fare i Tarocchi, per avere un pasto caldo alla Caritas devono fare regolare domanda al loro municipio da rinnovare ogni 3 mesi, che dimostri che siano veramente poveri, per avere esenzione ticket devono andare, sempre al municipio, a dimostrare di essere disoccupati e ricevono un certificato che li esenti dal ticket sanitario, infine, hanno tutti (o quasi) la carta d'identità (se la richiedono) con una via fittizia, a nome di una persona non fittizia, però, realmente esistita, una storia troppo triste, una certa Modesta Valenti, morta nell'83, a Termini, a Roma, a 71 anni, era una barbona, neanche gli infermieri si sono avvicinati a caricarla sull'ambulanza per i pidocchi che aveva, ebbene è morta, e i senzatetto devono pur avere un indirizzo sulla carta d'identità, e il Comune di Roma ha deciso che abbiano Via Modesta Valenti, così possono votare, mangiare alla Caritas, avere il medico curante...,è davvero una bella cosa essere dei vagabondi. Peccato che qui ho calpestato la poesia, raccontando la realtà, un'altra volta parlerò del Canto del pastore errante nell'Asia.Arwen ha scritto:Constantin ha scritto:Perché è scomparso il piacere della lentezza? Dove mai sono finiti gli uomini lenti di un tempo? Dove sono quegli eroi sfaccendati delle canzoni popolari, quei vagabondi che vanno a zonzo da un mulino all’altro e dormono sotto le stelle? Sono scomparsi insieme ai sentieri tra i campi, insieme ai prati e alle radure, insieme alla natura...
Il tempo, sto pensando al tempo. Troppi fra noi trascorrono la loro esistenza senza neanche più chiedersi cosa sia importante per loro.
Io invece me lo chiedo, è per questo che riconosco che ci sono delle priorità e non si può arrivare a fare tutto.
Gli uomini che che vanno a zonzo, i vagabondi sono i clochard, gli unici forse veramente liberi da tutto, non hanno grandi preoccupazioni se non quelle di trovare un piatto caldo e una coperta per coprirsi.
tiziana ha scritto:Non è vero, mia cara, che i vagabondi siano liberi da tutto e hanno la sola preoccupazione di trovare una coperta e un pasto caldo. Io ne ho conosciuti tanti, anche per il mio impegno di volontariato, e quasi tutti non hanno un tetto sulla testa, nè hanno i denti e non si capisce quando parlano, alcuni sono alla Galleria Sordi ( Via del Corso, Roma) a fare i Tarocchi, per avere un pasto caldo alla Caritas devono fare regolare domanda al loro municipio da rinnovare ogni 3 mesi, che dimostri che siano veramente poveri, per avere esenzione ticket devono andare, sempre al municipio, a dimostrare di essere disoccupati e ricevono un certificato che li esenti dal ticket sanitario, infine, hanno tutti (o quasi) la carta d'identità (se la richiedono) con una via fittizia, a nome di una persona non fittizia, però, realmente esistita, una storia troppo triste, una certa Modesta Valenti, morta nell'83, a Termini, a Roma, a 71 anni, era una barbona, neanche gli infermieri si sono avvicinati a caricarla sull'ambulanza per i pidocchi che aveva, ebbene è morta, e i senzatetto devono pur avere un indirizzo sulla carta d'identità, e il Comune di Roma ha deciso che abbiano Via Modesta Valenti, così possono votare, mangiare alla Caritas, avere il medico curante...,è davvero una bella cosa essere dei vagabondi. Peccato che qui ho calpestato la poesia, raccontando la realtà, un'altra volta parlerò del Canto del pastore errante nell'Asia.Arwen ha scritto:Constantin ha scritto:Perché è scomparso il piacere della lentezza? Dove mai sono finiti gli uomini lenti di un tempo? Dove sono quegli eroi sfaccendati delle canzoni popolari, quei vagabondi che vanno a zonzo da un mulino all’altro e dormono sotto le stelle? Sono scomparsi insieme ai sentieri tra i campi, insieme ai prati e alle radure, insieme alla natura...
Il tempo, sto pensando al tempo. Troppi fra noi trascorrono la loro esistenza senza neanche più chiedersi cosa sia importante per loro.
Io invece me lo chiedo, è per questo che riconosco che ci sono delle priorità e non si può arrivare a fare tutto.
Gli uomini che che vanno a zonzo, i vagabondi sono i clochard, gli unici forse veramente liberi da tutto, non hanno grandi preoccupazioni se non quelle di trovare un piatto caldo e una coperta per coprirsi.
@ Arwen. Beh, non credo cha a una moglie fedifraga spetti un qualche euro di mantenimento, ma non sono esperta di questioni legali.Arwen ha scritto:tiziana ha scritto:Non è vero, mia cara, che i vagabondi siano liberi da tutto e hanno la sola preoccupazione di trovare una coperta e un pasto caldo. Io ne ho conosciuti tanti, anche per il mio impegno di volontariato, e quasi tutti non hanno un tetto sulla testa, nè hanno i denti e non si capisce quando parlano, alcuni sono alla Galleria Sordi ( Via del Corso, Roma) a fare i Tarocchi, per avere un pasto caldo alla Caritas devono fare regolare domanda al loro municipio da rinnovare ogni 3 mesi, che dimostri che siano veramente poveri, per avere esenzione ticket devono andare, sempre al municipio, a dimostrare di essere disoccupati e ricevono un certificato che li esenti dal ticket sanitario, infine, hanno tutti (o quasi) la carta d'identità (se la richiedono) con una via fittizia, a nome di una persona non fittizia, però, realmente esistita, una storia troppo triste, una certa Modesta Valenti, morta nell'83, a Termini, a Roma, a 71 anni, era una barbona, neanche gli infermieri si sono avvicinati a caricarla sull'ambulanza per i pidocchi che aveva, ebbene è morta, e i senzatetto devono pur avere un indirizzo sulla carta d'identità, e il Comune di Roma ha deciso che abbiano Via Modesta Valenti, così possono votare, mangiare alla Caritas, avere il medico curante...,è davvero una bella cosa essere dei vagabondi. Peccato che qui ho calpestato la poesia, raccontando la realtà, un'altra volta parlerò del Canto del pastore errante nell'Asia.Arwen ha scritto:Constantin ha scritto:Perché è scomparso il piacere della lentezza? Dove mai sono finiti gli uomini lenti di un tempo? Dove sono quegli eroi sfaccendati delle canzoni popolari, quei vagabondi che vanno a zonzo da un mulino all’altro e dormono sotto le stelle? Sono scomparsi insieme ai sentieri tra i campi, insieme ai prati e alle radure, insieme alla natura...
Il tempo, sto pensando al tempo. Troppi fra noi trascorrono la loro esistenza senza neanche più chiedersi cosa sia importante per loro.
Io invece me lo chiedo, è per questo che riconosco che ci sono delle priorità e non si può arrivare a fare tutto.
Gli uomini che che vanno a zonzo, i vagabondi sono i clochard, gli unici forse veramente liberi da tutto, non hanno grandi preoccupazioni se non quelle di trovare un piatto caldo e una coperta per coprirsi.
Non parlo per chi vi è costretto e non ha alternativa , c'è anche chi, almeno in passato l'ha fatto per scelta, mollare tutto moglie, famiglia lavoro per non dare un euro di mantenimento alla moglie fedigrafa.
Poi con questo non intendo dire che sia ne una vita facile e tanto meno desiderabile.
Arwen ha scritto:Tiziana, il cellulare non è sempre esistito.
Ti potranno sembrare inverosimi ma non c'è bisogno di fuggire in Africa o scappare lontano, eppure esistono casi in cui qualcuno per scelta decide per un motivo o un altro di mollare tutto e ridursi a vivere da clochard, tutto il giorno seduto sulla panchina all'interno di un supermercato, rendendosi utile per racimolare qualcosa da mangiare e andare a dormire su una panchina poco lontano, uno di questi lo conosce mio figlio.
Cosa faccia scattare una reazione simile di rifiuto verso tutto e una vita "normale" non si sa a parte il tradimento subito come dicevo, magari c'è dell'altro che non possiamo sapere, sta di fatto che vive come un "barbone" senza tetto e lì lo conosco tutti, gli danno qualcosa, perchè un tempo ci lavorava ma ha volontariamente mollato lavoro e famiglia, tutto.
P.S. non ha un cellulare
@ Constantin.Constantin ha scritto:Arwen ha scritto:Tiziana, il cellulare non è sempre esistito.
Ti potranno sembrare inverosimi ma non c'è bisogno di fuggire in Africa o scappare lontano, eppure esistono casi in cui qualcuno per scelta decide per un motivo o un altro di mollare tutto e ridursi a vivere da clochard, tutto il giorno seduto sulla panchina all'interno di un supermercato, rendendosi utile per racimolare qualcosa da mangiare e andare a dormire su una panchina poco lontano, uno di questi lo conosce mio figlio.
Cosa faccia scattare una reazione simile di rifiuto verso tutto e una vita "normale" non si sa a parte il tradimento subito come dicevo, magari c'è dell'altro che non possiamo sapere, sta di fatto che vive come un "barbone" senza tetto e lì lo conosco tutti, gli danno qualcosa, perchè un tempo ci lavorava ma ha volontariamente mollato lavoro e famiglia, tutto.
P.S. non ha un cellulare
La scelta di vivere al di fuori della società esiste da sempre. Comunque voglio fare solo due \ tre esempi che troviamo nel corso degli ultimi 50 anni (anno più, anno meno): tutti i poeti, scrittori, artisti ( J. Kerouac, Carr, Allen Ginsberg, William Burroughs, Gregory Corso, Neal Cassady, G. Snyder, Norman Mailer, ecc. ecc. ) e tutte le migliaia di ragazzi "on the road" della beat generation (vivevano per strada, non solo chi condivideva il movimento beat, ma gli artisti stessi). Poi il movimento degli hippies degli anni 60(con i loro valori) e poi tutti quanti quelli che non accettano questa società occidentale e la sfuggono con l'uso di droga e alcol... (e vivono nelle stazioni, sotto i portici o sotto i ponti, i cavalcavia..) o quelli che fuggono ancora via da tutto, entrano in comunità di monaci in Oriente, o si rifugiano nella preghiera come fece San Francesco, li trovi in Toscana, in Umbria, alto Lazio, o nella solitaria meditazione e vivono da eremiti in India, lo fanno in tanti: ragazzi e non..., sono tutti ( da considerare ) barboni? diversi? ...
Sono scelte di vita, hai ragione Arwen.
Constantin ha scritto:Arwen ha scritto:Tiziana, il cellulare non è sempre esistito.
Ti potranno sembrare inverosimi ma non c'è bisogno di fuggire in Africa o scappare lontano, eppure esistono casi in cui qualcuno per scelta decide per un motivo o un altro di mollare tutto e ridursi a vivere da clochard, tutto il giorno seduto sulla panchina all'interno di un supermercato, rendendosi utile per racimolare qualcosa da mangiare e andare a dormire su una panchina poco lontano, uno di questi lo conosce mio figlio.
Cosa faccia scattare una reazione simile di rifiuto verso tutto e una vita "normale" non si sa a parte il tradimento subito come dicevo, magari c'è dell'altro che non possiamo sapere, sta di fatto che vive come un "barbone" senza tetto e lì lo conosco tutti, gli danno qualcosa, perchè un tempo ci lavorava ma ha volontariamente mollato lavoro e famiglia, tutto.
P.S. non ha un cellulare
La scelta di vivere al di fuori della società esiste da sempre. Comunque voglio fare solo due \ tre esempi che troviamo nel corso degli ultimi 50 anni (anno più, anno meno): tutti i poeti, scrittori, artisti ( J. Kerouac, Carr, Allen Ginsberg, William Burroughs, Gregory Corso, Neal Cassady, G. Snyder, Norman Mailer, ecc. ecc. ) e tutte le migliaia di ragazzi "on the road" della beat generation (vivevano per strada, non solo chi condivideva il movimento beat, ma gli artisti stessi). Poi il movimento degli hippies degli anni 60(con i loro valori) e poi tutti quanti quelli che non accettano questa società occidentale e la sfuggono con l'uso di droga e alcol... (e vivono nelle stazioni, sotto i portici o sotto i ponti, i cavalcavia..) o quelli che fuggono ancora via da tutto, entrano in comunità di monaci in Oriente, o si rifugiano nella preghiera come fece San Francesco, li trovi in Toscana, in Umbria, alto Lazio, o nella solitaria meditazione e vivono da eremiti in India, lo fanno in tanti: ragazzi e non..., sono tutti ( da considerare ) barboni? diversi? ...
Sono scelte di vita, hai ragione Arwen.
Arwen ha scritto:Constantin ha scritto:Arwen ha scritto:Tiziana, il cellulare non è sempre esistito.
Ti potranno sembrare inverosimi ma non c'è bisogno di fuggire in Africa o scappare lontano, eppure esistono casi in cui qualcuno per scelta decide per un motivo o un altro di mollare tutto e ridursi a vivere da clochard, tutto il giorno seduto sulla panchina all'interno di un supermercato, rendendosi utile per racimolare qualcosa da mangiare e andare a dormire su una panchina poco lontano, uno di questi lo conosce mio figlio.
Cosa faccia scattare una reazione simile di rifiuto verso tutto e una vita "normale" non si sa a parte il tradimento subito come dicevo, magari c'è dell'altro che non possiamo sapere, sta di fatto che vive come un "barbone" senza tetto e lì lo conosco tutti, gli danno qualcosa, perchè un tempo ci lavorava ma ha volontariamente mollato lavoro e famiglia, tutto.
P.S. non ha un cellulare
La scelta di vivere al di fuori della società esiste da sempre. Comunque voglio fare solo due \ tre esempi che troviamo nel corso degli ultimi 50 anni (anno più, anno meno): tutti i poeti, scrittori, artisti ( J. Kerouac, Carr, Allen Ginsberg, William Burroughs, Gregory Corso, Neal Cassady, G. Snyder, Norman Mailer, ecc. ecc. ) e tutte le migliaia di ragazzi "on the road" della beat generation (vivevano per strada, non solo chi condivideva il movimento beat, ma gli artisti stessi). Poi il movimento degli hippies degli anni 60(con i loro valori) e poi tutti quanti quelli che non accettano questa società occidentale e la sfuggono con l'uso di droga e alcol... (e vivono nelle stazioni, sotto i portici o sotto i ponti, i cavalcavia..) o quelli che fuggono ancora via da tutto, entrano in comunità di monaci in Oriente, o si rifugiano nella preghiera come fece San Francesco, li trovi in Toscana, in Umbria, alto Lazio, o nella solitaria meditazione e vivono da eremiti in India, lo fanno in tanti: ragazzi e non..., sono tutti ( da considerare ) barboni? diversi? ...
Sono scelte di vita, hai ragione Arwen.
Non ho detto che vivere al di fuori della società corrisponda sempre ad una vita da "barboni" Constantin.
Gli esempi che fai tu sono diversi dal mio.
Se non sbaglio i movimenti hippies che non accettavano questa società si organizzavano in gruppi, non vivevano soli, e credo che la droga girasse così come chi decide di mollare tutto per entrare in un convento o monastero buddhista, entra in una comunità organizzata dove ci sono regole, non fai quello che vuoi anche se fuggi dalla società occidentale con usi e costumi. Idem chi entra in convento segue regole di una comunità, non prendi e vai in giro, ti sposti da un convento all'altro a tuo piacimento, entri a far parte di un ordine.
Sono scelte di vita sempre, quando si decide di allontanarsi da una società che impone regole che vanno strette, non piacciono o si condividono e se non non si è costretti dalle avversità o da qualcuno che ti manipola.
Constantin ha scritto:... sto pensando che probabilmente parlo (meglio- scrivo) arabo. I miei post sul thread parlano dei "diversi", categoria nella quale includo i "barboni" ( volenti o nolenti).
Mi soffermo solo una scheggia di secondo sul movimento hippie.
tiziana parla di drug culture, ma credi ci fosse solo quello? Il loro ideale di pace e libertà era in sintonia con il " distruggiamo le armi- fate l'amore, non la guerra -" (furono uno dei più grandi movimenti pacifisti\ non violenti). Se ricordi la storia c'era in atto la guerra del Vietnam. La ricerca della libertà era, inoltre, il significato del loro stile di vita. Questo movimento toccò particolarmente l'opinione pubblica, la musica di molti artisti - festival di Woodstock, 3 days of peace, love and music - del 1969, e i tanti film che seguirono. Avevano ereditato i valori culturali della Beat Generation, che li aveva preceduti ( e di cui dicevo ) creando una controcultura con proprie comunità che ascoltavano musica alternativa, abbracciavano la rivoluzione sessuale e anche l'uso di stupefacenti come gli allucinogeni e la marijuana ( gli artisti parlano che in questo modo si allarga la coscienza, lo stesso dicono gli sciamani ...)
Sempre meglio che gli attuali "serragli" per tossicodipendenti della super civilizzata Svizzera. O far finta di non vedere i ragazzi che si bucano nelle stazioni... ( hai letto il libro o visto il film " I ragazzi dello zoo di Berlino"? Non son mica cambiate tanto le cose...)
Vivere da "diversi" è molto spesso l'equivalente di essere definiti dei "barboni" da chi la pensa in modo (molto) lineare, (se non hai il sedere di diventare famoso), dalla classe borghese , o anche semplicemente da chi (avendo una vita superprogrammata che la fa sentire in pace col mondo) ha paura di fare delle scelte.
Mi sembra anche a me di parlar arabotiziana ha scritto:Arwen ha scritto:Constantin ha scritto:Arwen ha scritto:Tiziana, il cellulare non è sempre esistito.
Ti potranno sembrare inverosimi ma non c'è bisogno di fuggire in Africa o scappare lontano, eppure esistono casi in cui qualcuno per scelta decide per un motivo o un altro di mollare tutto e ridursi a vivere da clochard, tutto il giorno seduto sulla panchina all'interno di un supermercato, rendendosi utile per racimolare qualcosa da mangiare e andare a dormire su una panchina poco lontano, uno di questi lo conosce mio figlio.
Cosa faccia scattare una reazione simile di rifiuto verso tutto e una vita "normale" non si sa a parte il tradimento subito come dicevo, magari c'è dell'altro che non possiamo sapere, sta di fatto che vive come un "barbone" senza tetto e lì lo conosco tutti, gli danno qualcosa, perchè un tempo ci lavorava ma ha volontariamente mollato lavoro e famiglia, tutto.
P.S. non ha un cellulare
La scelta di vivere al di fuori della società esiste da sempre. Comunque voglio fare solo due \ tre esempi che troviamo nel corso degli ultimi 50 anni (anno più, anno meno): tutti i poeti, scrittori, artisti ( J. Kerouac, Carr, Allen Ginsberg, William Burroughs, Gregory Corso, Neal Cassady, G. Snyder, Norman Mailer, ecc. ecc. ) e tutte le migliaia di ragazzi "on the road" della beat generation (vivevano per strada, non solo chi condivideva il movimento beat, ma gli artisti stessi). Poi il movimento degli hippies degli anni 60(con i loro valori) e poi tutti quanti quelli che non accettano questa società occidentale e la sfuggono con l'uso di droga e alcol... (e vivono nelle stazioni, sotto i portici o sotto i ponti, i cavalcavia..) o quelli che fuggono ancora via da tutto, entrano in comunità di monaci in Oriente, o si rifugiano nella preghiera come fece San Francesco, li trovi in Toscana, in Umbria, alto Lazio, o nella solitaria meditazione e vivono da eremiti in India, lo fanno in tanti: ragazzi e non..., sono tutti ( da considerare ) barboni? diversi? ...
Sono scelte di vita, hai ragione Arwen.
Non ho detto che vivere al di fuori della società corrisponda sempre ad una vita da "barboni" Constantin.
Gli esempi che fai tu sono diversi dal mio.
Se non sbaglio i movimenti hippies che non accettavano questa società si organizzavano in gruppi, non vivevano soli, e credo che la droga girasse così come chi decide di mollare tutto per entrare in un convento o monastero buddhista, entra in una comunità organizzata dove ci sono regole, non fai quello che vuoi anche se fuggi dalla società occidentale con usi e costumi. Idem chi entra in convento segue regole di una comunità, non prendi e vai in giro, ti sposti da un convento all'altro a tuo piacimento, entri a far parte di un ordine.
Sono scelte di vita sempre, quando si decide di allontanarsi da una società che impone regole che vanno strette, non piacciono o si condividono e se non non si è costretti dalle avversità o da qualcuno che ti manipola.
@ Arwen.
Sì, Arwen, non sempre chi fugge dalla società vive da barbone. Gli hippy degli anni 60 vivevano in comunità dove la droga girava a fiumi, c'era la drug culture, il bad trip, il good trip, poi è ovvio che, chi entra in un monastero buddhista o in un convento, lascia le regole condominiali per osservarne altre, a meno che non si ficchi in una grotta, come fece San Francesco a La Verna, dove ebbe le stimmate. Cmq tutti questi barboni per hobby, di cui tu parli, io, pur facendo volontariato, non li ho visti.
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