Quando, nel 1871, l'incendio delle Tuileries ridusse in cenere la biblioteca privata di Napoleone III, l'imperatore rimase per settimane in preda ad una cupa disperazione.Poteva sembrare più che logico, dato che le fiamme avevano divorato opere di valore inestimabile, eppure non era questo ad angosciare il sovrano: era la perdita dei dossiers segreti riguardanti il conte Saint-Germain, che egli si era fatto consegnare dalla polizia al fine di studiarli e sviscerarne il contenuto.
Napoleone III era un fervente cultore di magia: che cosa intendesse ricavare dall'esame di quei documenti non mi è noto.
Tutti sanno però (storia), che rimase fortemente impressionato dall'avvenimento, tanto da attribuirlo ad un ritorno del misterioso personaggio, che, provocando l'incendio, avrebbe inteso distruggere inquietanti tracce della sua vita e della sua attività.
L'imperatore dovette ricordare con un brivido le dichiarazioni a lui attribuite, sei anni dopo la sua morte "ufficiale", dal barone Linden e da Rudolf Graffer : " "Addio, amici miei. Io mi ritiro nell'Himalaya, tornerò tra 85 anni."
Si era allora nel 1790. Che Saint-Germain, temendo la scoperta di qualcosa che gli stava molto a cuore, fosse tornato con anni di anticipo sul tempo previsto?
Napoleone III lo pensò di certo; da anni era tormentato da incubi in cui 'alchimista aveva gran parte : visioni di paesaggi fantastici, di montagne d'oro, di scheletri e rovine attraverso cui passava imperturbabile una figura nera. Rege e capanne dove lo sconosciuto bussava.
L'ebreo errante? l'oscuro viaggiatore del tempo, le cui imprese affascinarono l'imperatore francese?
Ma chi fu, nella realtà, il conte Joseph di Saint-Germaine? Visse dal 1700 al 1780 circa, questo avventuriero (misterioso) e curatore di di scienze occulte fu alla corte di Luigi XV, di Caterina II di Russia, di Carlo d'Assia; Cagliostro si diceva suo discepolo.
Di origine incerta a tutti fu presentato da qualcun altro. Avendo, probabilmente letto molto ed avendo ottima memoria, Saint-Germain asseriva di ricordarsi delle sue esistenze anteriori: aveva conosciuto Omero, Cristo, gli apostoli e descriveva dettagliatamente i luoghi dove li aveva incontrati. Uno dei tanti amici ad averlo presentato fu il Maresciallo Belle-Isle, anche lui alchimista, ucciso in battaglia, bruciate tutte le sue carte.
Della su morte non c'è, tuttavia, chi non è affetto sicuro, chi afferma di averlo incontrato in varie epoche, fino a giorni attuali.
Per quanto concerne Saint - Germain, dicevo, la provenienza è avvolta nel mistero, non se ne è mai potuta far luce.
Era conosciuto in europa con i nomi più diversi, poteva essere tanto francese, quanto tedesco, tanto italiano, come spagnolo.
Se domandavano quale fosse la terra che gli aveva dato i natali, rispondeva con affermazioni sibilline " Signori, io sono di un Paese che per sovrani non ha mai avuto uomini di origine straniera", oppure ho CCC anni nella mia storia, ne ho CC per i miei anici, ne ho L dove si beve, ne ho XXV con Iside.
Saint- Germain viene sempre descritto come un uomo di 40\50 anni, un segretario di una delegazione danese, certo Morin, che già aveva avuto occasione di incontrarlo 25 anni prima asserì " ma quest'uomo non è invecchiato di un giorno dalla prima volta che ci siamo visti !!! "
Una esponente di teosofia, Annie Besant, afferma nel suo libro The Nasters che Christian Rosencreutz, fondatore dell'ordine "Rosacroce", il nostro amico riapparve dapprima come "monaco Robert", se 16° come fFrancis Bacone e nel 18° come conte di Saint- Germain.
Mi vi sono altri 100 episodi in cui fu riconosciuto, anche da persone del popolo, in Belgio, poi a Venezia.
Na voi siete in diavolo disse un giorno una pescivendola che giurava di averlo già visto a Venezia tantissimi anni prima e lei era bambina.
"Per carità, signora, pregò il conte, non pronunciate mai questo nome davanti a me! "
Ed ecco al fine 2 chicche: l'abate bibliotecario vaticano autore del " Dictionnaire des sciences occultes", il conte si sarebbe trovato il 25 agosto 1837 a Sceaux presso una certa Madame Mairan (spiritista) e si faceva chiamare marchese Kergouet.
E l'ultima, più recente, 1939 , un aviatore americano il cui aereo si era schiantato nei pressi di un monastero tibetano raccontò al suo ritorno in patria che, fra i monaci che lo curavano ve ne era uno vestito in foggia europea, "Sono il conte Saint-Germain e presto tornerò in Europa".
E ora Chiudo, ma chi sono questi alchimisti?
Gli americani, i tedeschi, gli italiani compravano a peso d'oro tutti manoscritti relativi all'alchimia.
Ma per quale motivo: per trasformare piombo o metalli meno nobilii in oro?, per la radice di mandragola, l'homunculus o l'elisir della vita eterna?
O voler rassomigliare a un Dio?