IL PASCOLO DELLA VITA
A seguire, le basi d'una forma spirituale ben poco conosciuta, vorrei parlarvi oggi del Sugo della Vita.
Si favoleggiava una volta d'una strana, sensibile lucerna che, alimentandosi di sangue, segnasse il confine e il tempo della vita. Un rossastro, malinconico faro il quale, nel riverbero cangiante delle sue ombre, proiettava il destino (col suo seguito di patimenti e di felicità) che quel liquido, sensitivo come un alito del fato, riusciva, inesplicabilmente, a segnalare.
Dicono che del sangue umano suole costruirsi una lampada che si chiama la lucerna della vita e della morte, che io stimo favolosa. Questa lampada o lucerna accesa, una volta arde continuamente finchè quell'uomo, del cui sangue si erige, porta lo spirito vitale. E nel medesimo punto che egli spira il suo spirito, esso ancora nello stesso punto si estingue.
Nel caso in cui, la fiamma sia piena di luce e levata, tranquilla ed immota, quell'uomo non patisce cosa alcuna la quale gli sia grave al corpo o allo spirito.
Ma se la si vede, altrimenti, sorgere con uno scintillare più depresso o nebuloso o languido, è indizio di tristezza, d'ansietà e d'altri effetti dentro di lui.
Il sangue che silenzioso arde, in un clima sospeso d'incomprensibile prodigio, ora in una luce immota e luminosa, ora in un alone annebbiato e languente, è il segno leggendario più sottile e iquietante, ma anche la proiezione più diretta e inequivoca che annoda fantasticamente il sangue alla vita, alle sue passioni, ai suoi turbamenti.
E' il padre di tutti gli umori, la vita e la salute sono strettamente legate alla sua qualità e alla sua purezza.
Azzardo l'ipotesi dell'incipit : parallelo al sangue umano, ma con un contenuto miracoloso illimitato, il sangue del divino sovrasta la salvezza e la salute degli uomini. Nell'incerto confine fra astratto e concreto, tra l'allegorico e il letterale, si attribuiscono a passi scritturali, interpretazioni estensive ed arbitrarie che si risolvono quasi in chiave di greve naturalismo.
Medicina infallibile e certissima, che ogni morbo incurabile e ogni ferita mortale di corpo e spirito risana se con vero credo è applicata.
In un fitto intreccio di pregiudizi, di credenze spirituali, di pratiche mediche, il sangue, Sugo della Vita, si carica di significati magici, richiami mistici, pratiche e sogni alchimistici. Nell'orrore-attrazione per il sangue effuso la nostra società celebra le sue ansie di salvazione e le sue brame incerte di una punizione. E proprio sul confine del sangue, sul filo rosso tra puro ed impuro, che si rappresenta l'inesausto dramma fra sacro e profano, fra la storia del divino e storia dell'umano.
Queste interpretazioni favolose del sangue offrono più di un motivo di riflessione: la necessità dell'uomo d'oggi di ritrovare una misura del tempo, un ritmo di lavoro che batta all'unisono con lo scorrere del suo sangue e con il metabolismo del pianeta-uomo.
A seguire, le basi d'una forma spirituale ben poco conosciuta, vorrei parlarvi oggi del Sugo della Vita.
Si favoleggiava una volta d'una strana, sensibile lucerna che, alimentandosi di sangue, segnasse il confine e il tempo della vita. Un rossastro, malinconico faro il quale, nel riverbero cangiante delle sue ombre, proiettava il destino (col suo seguito di patimenti e di felicità) che quel liquido, sensitivo come un alito del fato, riusciva, inesplicabilmente, a segnalare.
Dicono che del sangue umano suole costruirsi una lampada che si chiama la lucerna della vita e della morte, che io stimo favolosa. Questa lampada o lucerna accesa, una volta arde continuamente finchè quell'uomo, del cui sangue si erige, porta lo spirito vitale. E nel medesimo punto che egli spira il suo spirito, esso ancora nello stesso punto si estingue.
Nel caso in cui, la fiamma sia piena di luce e levata, tranquilla ed immota, quell'uomo non patisce cosa alcuna la quale gli sia grave al corpo o allo spirito.
Ma se la si vede, altrimenti, sorgere con uno scintillare più depresso o nebuloso o languido, è indizio di tristezza, d'ansietà e d'altri effetti dentro di lui.
Il sangue che silenzioso arde, in un clima sospeso d'incomprensibile prodigio, ora in una luce immota e luminosa, ora in un alone annebbiato e languente, è il segno leggendario più sottile e iquietante, ma anche la proiezione più diretta e inequivoca che annoda fantasticamente il sangue alla vita, alle sue passioni, ai suoi turbamenti.
E' il padre di tutti gli umori, la vita e la salute sono strettamente legate alla sua qualità e alla sua purezza.
Azzardo l'ipotesi dell'incipit : parallelo al sangue umano, ma con un contenuto miracoloso illimitato, il sangue del divino sovrasta la salvezza e la salute degli uomini. Nell'incerto confine fra astratto e concreto, tra l'allegorico e il letterale, si attribuiscono a passi scritturali, interpretazioni estensive ed arbitrarie che si risolvono quasi in chiave di greve naturalismo.
Medicina infallibile e certissima, che ogni morbo incurabile e ogni ferita mortale di corpo e spirito risana se con vero credo è applicata.
In un fitto intreccio di pregiudizi, di credenze spirituali, di pratiche mediche, il sangue, Sugo della Vita, si carica di significati magici, richiami mistici, pratiche e sogni alchimistici. Nell'orrore-attrazione per il sangue effuso la nostra società celebra le sue ansie di salvazione e le sue brame incerte di una punizione. E proprio sul confine del sangue, sul filo rosso tra puro ed impuro, che si rappresenta l'inesausto dramma fra sacro e profano, fra la storia del divino e storia dell'umano.
Queste interpretazioni favolose del sangue offrono più di un motivo di riflessione: la necessità dell'uomo d'oggi di ritrovare una misura del tempo, un ritmo di lavoro che batta all'unisono con lo scorrere del suo sangue e con il metabolismo del pianeta-uomo.