Arwen ha scritto: silena ha scritto:L'ho finito a gran fatica, perché la tematica del progressivo degrado di un condominio mi è parsa assurda: i rifiuti che vi rimangono, il fatto che i condomini non vadano a fare la spesa in altri posti oppure che abbandonino il lavoro. Anche se si tratta di fantascienza, vi deve essere un minimo di credibilità.
In effetti il progressivo degrado di un edificio lussuoso sembra veramente assurdo ma poniamo che l'edificio non sia altro che una città vista in verticale, le città possono andare incontro a degrado, esistono realtà in cui città sono divise in quartieri degradati da un lato e quartieri benestanti lussuosi da un altro, bande rivali, nell'America latina soprattutto esempi di criminalità ed aberrazioni al limite dell'inciviltà esistono, dove gli abitanti fanno parte di clan e dove avvengono episodi di violenza inaudita all'interno e fuori non trapela o comunque è difficile entrare anche da parte delle forze dell'ordine.
Il vivere a stretto contatto con una moltitudine di persone come nei condomini a volte può portare ad episodi di dispetti e reazioni violente certo non a questi livelli, qui sembrano clan di superstiti di una qualche guerra o cataclisma nucleare ritornati all'età delle caverne che si lasciano guidare dagli istinti primordiali che coincide con il voluto lento isolamento dal mondo esterno.
Nel romanzo vien da domandarsi come mai gli abitanti non riescano ad uscirne, a sottrarsi e a non farsi coinvolgere.
Ho pensato la stessa cosa, è un analisi di una società chiusa volutamente per scelta dei condomini, che si svolge in verticale invece che in orizzontale. Quartieri degradati e accumoli di immondizia si vedono anche nella realtà, come è anche reale il fatto che se in una palazzina si comincia a rompere qualcosa senza ripararlo subito, pian piano la palazzina viene vandalizzata in crescendo.
Prendete un quartiere di periferia, che dico di periferia, diciamo un quartiere in cintura di una grande città. Isolato, ci arriva un unica via.
Costruite condomìnii:
-edilizia popolare disoccupati, operai, immigrati, casalinghe, bassa scolarizzazione (li chiameremo "quelli delle case verdi")
-edilizia residenziale di proprietà di operai, qualcuno specializzato, impiegati, commercianti, piccoli microimprenditori (li chiameremo "quelli delle case blu")
-edilizia residenziale si proprietà di impiegati, professionisti... (li chiameremo "quelli delle case rosse"
Sicuramente si creano delle dinamiche come quelle riportate nel libro, ripeto, non così estreme, ma la questione "territorio" si avvertirà, eccome.
Es. i bambini, "quelli delle case rosse" non possono giocare ai giardinetti di "quelli delle case verdi" e viceversa.