Questa tesi non mi trova d'accordo per due motivi fondamentali: uno riguarda la possibilità psicologica dell'ateismo, l'altro la colpevolezza morale.
La possibilità psicologica dell'ateismo è fondata sul fatto che può essere oggetto di dubbi o di negazione di tutto ciò che non è immediatamente evidente. Ora, Dio non è immediatamente evidente nè all'occhio della ragione, nè a quello della fede.
Gli autori che negano una possibilità psicologica dell'ateismo sono tendenzialmente ontologisti, cioè pongono Dio come oggetto di una prima linea ed evidenza umana. Dio è mistero per l'uomo. Per questo può sorgere e di fatto sorge l'ateismo.
Per quanto riguarda la responsabilità morale dell'ateo, secondo alcuni, sarebbe sempre colpevole del suo ateismo.
Si può rispondere che si tratta di guardare ai motivi reali per cui un uomo è ateo.
Qui bisogna tener conto della concreta situazione storica dell'uomo, dei diversi livelli di coscienza riflessa e l'inconscio, le scelte profonde, quelle che sono legate alle pulsioni ed alla opzione radicale della volontà e dell'intelletto di fronte ai valori.
Secondo altri autori, l'uomo che nega Dio, avendone avuta un'adeguata conoscenza, è colpevole; l'ateo che nega Dio, non avendone avuta un'adeguata conoscenza (sostenendo che , oggi, dato il massiccio ateismo culturale e di massa, è sempre più facile) non solo non è colpevole, ma può essere uno pseudoateo, che (probabilmente) nel profondo aderisce al vero Dio.
Forse, meglio di molti farisei pseudoreligiosi.
In altre parole se uno vuole conoscere l'ateismo di oggi dovrebbe conoscere anche la teologia filosofica.
E si deve conoscere la storia. Dio, l'occhio di Dio.
Allora, per quanto detto più sopra, solo Dio può dire chi è veramente ateo e chi è responsabile del suo ateismo?
Indubbiamente i mali che esistono nel mondo, che portano a negare la bontà e l'onnipotenza di un dio, che viene divinizzato, alla fine portano anche a divinizzare la natura e la libertà dell'uomo. Il mistero del male con la sua ontologia esistenziale, in modo originale e polemico verso altre opinioni sono di soluzione tomistica.( "sebbene la verità della fede cristiana superi la capacità della ragione, tuttavia i princìpi naturali della ragione non possono essere in contrasto con codesta verità.")
Quanto alla tematica dell'idolatria del mondano (naturale e storica) che può sfociare nell'ateismo ha un significato che si inserisce a proprio agio nell'ateismo contemporaneo : ateismo umanistico e ateismo politico.
L'ateismo è un fenomeno di massa, che investe tutta la cultura, in ogni suo aspetto, crea un nuovo umanesimo, libero dalla schiavitù della religione. Stati e partiti si sono spesso professati radicalmente atei, anzi atiteisti.
Ma quali sono le colpe di un credente di fronte all'ateismo? quali le responsabilità dei credenti nel la crescita dell'ateismo umanistico contemporaneo.
Questa tematica storico-politica dell'ateismo, della sua metafisica o ontologia esistenziale, affrontando anche con accuratezza il tema dello psedoateismo; collegando tutto ciò a quello di una psedo- religione è certamente un tema importante\inquietante da affrontare e che forse non riguarda solo l'intelletto umano.
Ci sono ragioni filosofiche, razionali\irrazionali di una fede, una scelta ed un'opzione radicale di tutta la persona.
Infine, credo, che per comprendere l'ateismo contemporaneo (o meno) si devono tenere presenti le caratteristiche profonde dell'umanesimo contemporaneo, le radici di un ateismo politico e la presenza sempre più massiccia di una coscienza individuale scevra di simboli inerenti un umanesimo antropocentrico.