Il bambino dipinto sul muro
Era il tramonto e mamma Gerda disse alla figlia:- Vila, vai bel bosco a cogliere un pò di mirtilli: potremo fare un'ottima marmellata.
Vila prese il cestello e rispose:- certo mamma vado.
Uscì e la mamma dall'uscio le gridò:- fà presto e torna prima del buio- E guardò la sua bella bambina allontanarsi lungo il pendio.
La donna scosse il capo, poi mormorò tra sé "che strana creatura questa mia Vila, Sempre malinconica; mai che le veda un sorriso sul faccino. Mah! Forse è troppo sola".
Rientrò e mise legna sul fuoco poi si mise seduta accanto al tavolo ingombro di verdura e pesce salato per preparare la cena. E col pensiero tornò al tempo felice quando suo marito era vivo, lavorava al cantiere e guadagnava bene. Poi era morto di una brutta malattia ed ella rimasta sola con la piccola Vila era venuta a vivere nella casa di legno al limitare del bosco. Per vivere doveva andare tutti i giorni al di là del monte, in casa di una ricca vedova a fare la serva, e la sera tornava a casa dove Vila l'attendeva. Che cosa faceva tutto il giorno la sua bimba? Ecco, Vila sognava, e per questo non sorrideva; sognava ed attendeva...
Mamma Gerda mise la pentola sul fuoco e buttando dentro nell'acqua una manciata di sale vi lasciò cadere alcune lacrime.
Vila intanto vagava per il bosco in cerca di mirtilli. Finalmente tra un gruppo di snelle betulle , vide un cespuglio tutto scintillante di frutti. Si accostò e mentre staccava piccoli grappoli di bacche, udì una vocina sottile sottile: - Perchè mi porti via i mirtilli? Vila guardò attorno, ma non vide assolutamente nulla. Ricominciò a prendere altri frutti, ma la vocina disse ancora: - Insomma vuoi smetterla di cogliere i miei mirtilli?
Sbalordita chiese : - Ma chi è che parla?
.- Oh bella! - disse la voce. - Io.
:- Ma dove sei?- Chiese Vila,
:-Qui sotto il cespuglio.
Vila si chinò, una mano piccolissima sollevava un ramo del cespuglio e da sotto le foglie spuntava il faccino di un furbo vecchietto con un buffo cappuccio in testa e una bella barba bianca, lunga, lunga che si confondeva con i fili d'erba.Divertita, Vila chiese:- Chi sei?
L'omino si presentò con un bell'inchino. :- Sono Elgar - disse- il nano di questo bosco.
:- ma sei proprio un nano vero?
:- E cosa credi che sia?
:- non riesco a credere a cio che vedo. Posso toccarti?
:- Ma certamente.E allora Vila allungò la mano e accarezzò quel piccolo volto, la morbida barba, l'abituccio e scoppiò in una bella risata, ma tanto gaia e sonora che anche il nano si mise a ridere. Poi cessata l'allegria, Vila disse :- Ahh... come è bello ridere! Non sapevo fosse così piacevole.Ma come - chiese il nano stupefatto- una ragazzina come te non sa cosa significhi ridere?
:- Eh.. no caro Elgar, sono sempre sola in casa.
Il nano fece un salto ed esclamò: - Ho capito! tu sei Vila la figlia di mamma Gerda. Ti conosco, ora ricordo. E' un pò di tempo che manco da questi luoghi e tu sei tanto cresciuta e sei diventata una bella ragazzina.
Dimmi cosa ti piacerebbe avere per non sentirti più sola?
Vila si pose a sedere e disse con voce dolce :- vorrei... un fratellino.
Il nano restò perplesso, poi disse:- sarebbe difficile per la tua mamma trovare un altro bambino... Mah.. vedrò. Sai, può darsi che mi venga un'idea. Intanto sarebbe bene tu tornassi, perchè comincia a calare il sole e tra poco sarà buio.
:- E' vero ma devo raccogliere un pò di mirtilli...
:- Vieni con me: ti farò vedere i più bei mirtilli di tutta la regione.
Elgar si mosse su quelle corte gambette e Vila, tutta sorridente ed emozionata per l'avventura, lo seguì fino ad un cespuglio
di meravigliosi mirtilli.
:- Ecco disse il nano :- puoi coglierne quanti ne vuoi.
Vila si chinò ed in un batter d'occhio riempì il cestello. Poi ringrazio il nano del bosco :- Di niente, cara Vila, di niente, ribattè Elgar. Non dire alla mamma del nostro incontro, per ora, potrebbe anche non crederti. Addio!
e scomparve in un cespuglio..............
Era il tramonto e mamma Gerda disse alla figlia:- Vila, vai bel bosco a cogliere un pò di mirtilli: potremo fare un'ottima marmellata.
Vila prese il cestello e rispose:- certo mamma vado.
Uscì e la mamma dall'uscio le gridò:- fà presto e torna prima del buio- E guardò la sua bella bambina allontanarsi lungo il pendio.
La donna scosse il capo, poi mormorò tra sé "che strana creatura questa mia Vila, Sempre malinconica; mai che le veda un sorriso sul faccino. Mah! Forse è troppo sola".
Rientrò e mise legna sul fuoco poi si mise seduta accanto al tavolo ingombro di verdura e pesce salato per preparare la cena. E col pensiero tornò al tempo felice quando suo marito era vivo, lavorava al cantiere e guadagnava bene. Poi era morto di una brutta malattia ed ella rimasta sola con la piccola Vila era venuta a vivere nella casa di legno al limitare del bosco. Per vivere doveva andare tutti i giorni al di là del monte, in casa di una ricca vedova a fare la serva, e la sera tornava a casa dove Vila l'attendeva. Che cosa faceva tutto il giorno la sua bimba? Ecco, Vila sognava, e per questo non sorrideva; sognava ed attendeva...
Mamma Gerda mise la pentola sul fuoco e buttando dentro nell'acqua una manciata di sale vi lasciò cadere alcune lacrime.
Vila intanto vagava per il bosco in cerca di mirtilli. Finalmente tra un gruppo di snelle betulle , vide un cespuglio tutto scintillante di frutti. Si accostò e mentre staccava piccoli grappoli di bacche, udì una vocina sottile sottile: - Perchè mi porti via i mirtilli? Vila guardò attorno, ma non vide assolutamente nulla. Ricominciò a prendere altri frutti, ma la vocina disse ancora: - Insomma vuoi smetterla di cogliere i miei mirtilli?
Sbalordita chiese : - Ma chi è che parla?
.- Oh bella! - disse la voce. - Io.
:- Ma dove sei?- Chiese Vila,
:-Qui sotto il cespuglio.
Vila si chinò, una mano piccolissima sollevava un ramo del cespuglio e da sotto le foglie spuntava il faccino di un furbo vecchietto con un buffo cappuccio in testa e una bella barba bianca, lunga, lunga che si confondeva con i fili d'erba.Divertita, Vila chiese:- Chi sei?
L'omino si presentò con un bell'inchino. :- Sono Elgar - disse- il nano di questo bosco.
:- ma sei proprio un nano vero?
:- E cosa credi che sia?
:- non riesco a credere a cio che vedo. Posso toccarti?
:- Ma certamente.E allora Vila allungò la mano e accarezzò quel piccolo volto, la morbida barba, l'abituccio e scoppiò in una bella risata, ma tanto gaia e sonora che anche il nano si mise a ridere. Poi cessata l'allegria, Vila disse :- Ahh... come è bello ridere! Non sapevo fosse così piacevole.Ma come - chiese il nano stupefatto- una ragazzina come te non sa cosa significhi ridere?
:- Eh.. no caro Elgar, sono sempre sola in casa.
Il nano fece un salto ed esclamò: - Ho capito! tu sei Vila la figlia di mamma Gerda. Ti conosco, ora ricordo. E' un pò di tempo che manco da questi luoghi e tu sei tanto cresciuta e sei diventata una bella ragazzina.
Dimmi cosa ti piacerebbe avere per non sentirti più sola?
Vila si pose a sedere e disse con voce dolce :- vorrei... un fratellino.
Il nano restò perplesso, poi disse:- sarebbe difficile per la tua mamma trovare un altro bambino... Mah.. vedrò. Sai, può darsi che mi venga un'idea. Intanto sarebbe bene tu tornassi, perchè comincia a calare il sole e tra poco sarà buio.
:- E' vero ma devo raccogliere un pò di mirtilli...
:- Vieni con me: ti farò vedere i più bei mirtilli di tutta la regione.
Elgar si mosse su quelle corte gambette e Vila, tutta sorridente ed emozionata per l'avventura, lo seguì fino ad un cespuglio
di meravigliosi mirtilli.
:- Ecco disse il nano :- puoi coglierne quanti ne vuoi.
Vila si chinò ed in un batter d'occhio riempì il cestello. Poi ringrazio il nano del bosco :- Di niente, cara Vila, di niente, ribattè Elgar. Non dire alla mamma del nostro incontro, per ora, potrebbe anche non crederti. Addio!
e scomparve in un cespuglio..............