LA BRUTTA NOTTE DI ROSS O'HARA
Ross O'Hara era l'uomo più importante di Cork, e sarebbe stato anche un buon uomo, serio o faceto, secondo le circostanze, se non avesse dimostrato in ogni occasione troppa simpatia per i boccali di "poteen" il potente whisky irlandese che la vedova Cassidy, proprietaria dell'unica osteria, gli metteva davanti senza economia.
Dopo i primi boccali Ross O'Hara diventava ciarliero, poi cominciava a dire spacconate, infine diventava tutto rosso e si arrabbiava.
Anche quella sera nell'osteria c'era gran ressa di bevitori, ma O'Hara li superava tutti quanti e sembrava che il suo stomaco fosse un pozzo senza fondo.
Intorno a lui erano tutti allegri, dal giovane Merry al grosso David; e poichè sapevano che tra non molto Ross O'Hara avrebbe iniziato a fare lo spaccone con gran divertimento di tutti, ognuno cercava di farlo bere sempre di piùimpresa nella quale non incontrava certo troppa difficoltà.
La vedova Cassidy, tutta indaffarata, continuava a riempire i boccali e correva da un tavolo all'altro portando i bicchieri colmi e ritirando quelli vuoti.
Tra poco le viuzze del paese sarebbero state invase da ubriachi che cantavano a squaciagola, mentre nelle case le mogli arrabbiate, avrebbero rimproverato aspramente i mariti. Ma gli affari per lei andavano a gonfie vele, perciò non si preoccupava molto delle conseguenze.
Intanto Ross O'Hara, tracannato il suo sesto o settimo boccale, aveva già cominciato le solite vanterie: da quella di strozzare il padron di casa se gli avesse chiesto i soldi della pigione, all'altra di buttare il grosso David dall'alto di Hungry Height, la Cima della Fame.
Tutti applaudivanoe lo aizzavano ridendo, ma alla successiva vanteria di Ross O'Hara un improvviso silenzio si diffuse fra i bevitori, alcuni dei quali già dormivano con la testa sulla panca, mentre Ross aveva incrociato le braccia e li fissava tutti con un altero sguardo di sfida.
Si, la vanteria era un pò troppo forte. O'Hara aveva nientemeno affermato che se avesse incontrato la Deathwalth l'avrebbe afferrata per i capelli, disarcionata dalla sua demoniaca cavalcatura e trascinata al cimitero, perchè là, e soltanto là doveva rimanere.
La Deathwalth è la morte: chi non lo sa?
Nessuno l'aveva mai vista, ma tante leggende la raffiguravano così, e chi l'incontrava sarebbe morto di paura.
Ma il massiccio Ross non ne aveva paura; anzi, diceva e ripeteva che se avesse incontrato la Deathwalth l'avrebbe trascinata per i capelli fino in mezzo al cimitero.
O'Hara guardava con una certa soddisfazione le facce sbigottite dei suoi compagni d'osteria e quella un pò spaventata della vedova Cassidy; ma Roy Ragger che forse era meno brillo degli altri, esclamò:
:- Ebbene, io vorrei proprio vederti prendere per i capelli la Deathwalth!
:-Se vuoi vedermi, seguimi, perchè io vado a cercarla subito- replicò Ross, battendo un pugno sul tavolo.
Roy Ragger fece una smorfia poi disse :-Non ho voglia di seguiti perchè sto bene qui; ma tu vacci subito e poi torna qui a riferire. E' appunto mezzanotte, e ti sarà facile incontrare la Deathwalth che, a quanto si dice, va in giro a quest'ora.
A quelle parole le risate dei beoni salirono sino al soffitto, perchè parve a tutti che Ross fosse leggermente impallidito; ma si riprese subito, e urlò con tutto il fiato che aveva in gola: -E io e poi torno, mandria di beoni!
Si diresse verso la porta dondolando come un salice al vento, e non gli fu facile infilare l'uscita.
Ma finalmente riuscì, e non appena fuori si appoggiò pesantemente al muro perchè gli girava la testa e non riusciva ad orizzontarsi.
Poi, poco a poco, all'aria fresca della notte, cominciò a ragionare un pò, e si sentì molto pentito per quella bravata.
Cosa diamine gli era saltato in mente? Prendere per i capelli la Deathwalth?
Chi mai prende per i capelli la morte? Che idiota era stato a sputar fuori quella vanteria, mentre già gli tremavano le gambe al solo pensiero di incontrarla.
Stava quasi per tornare indietro e avvertire i compagni che aveva semplicemente scherzato, ma si fermò.
Che cosa avrebbero detto i compagni? Lo avrebbero beffeggiato a non finire deridendolo per le sue spacconate, uguali soltanto al sua vigliaccheria.
E Ross O'Hara non sarebbe stato più per nessuno l'uomo più importante del paese; anzi, i ragazzi stessi si sarebbero fatti beffe di lui e l'avrebbero seguito motteggiando.
Il freddo notturno ora gli aveva dissipato quasi del tutto i fumi dell'alcool, e poteva ragionare con grande lucidità.
Ritornare indietro e confessare ai compagni di aver scherzato era impossibilre e cercare a quell'ora la Deathwalth lo era ancor di più.
"Infine, che bisogno ho io di incontrare veramente la morte?" " potrò sempre raccontare di averla incontrata, anche se non è vero. Nessuno mi segue e nessuno lo saprà mai! " "Meglio che me ne vada a casa".
Presa questa decisione, ridivenne allegro e si incamminò verso il centro del paese fischiettando.
La notte era profonda, il silenzio assoluto, quando raggiunse il centro del villaggio, dato che l'osteria della vedova Cassidy, era fuori porta, lo trovò addormentato e muto come un villaggio disabitato: case nere, finestre spente, nessuno per strada. Fra i comignoli, una luna velata e sinistra, che diradava a mala pena l'oscurità.
Ross O'Hara fu quasi impressionato da quel silenzio e da quella immobilità, ma si riprese subito " meno male che tra poco sono a casa mia" pensò. "mi è andata proprio bene".
Ma per quanto camminasse, non riusciva mai a raggiungere quella benedetta casa. Anzi, assisteva ad uno strano fenomeno: gli sembrava che tutte le case fossero uguali, tutte le porte uguali, tutte le finestre uguali. E uguali anche strade e piazze; per quanto continuasse a camminare gli sembrava di trovarsi sempre nello stesso posto.
" Ma dov'è la mia casa?" iniziò a borbottare. Stà a vedere che con questo freddo sarò costretto a passare la notte al riparo di un albero!"
Mentre brontolava così, a un tratto udì risuonare alle spalle una sghignazzata stridula, così improvvisa e sinistra che gli fece l'effetto di una doccia d'acqua gelata, e per poco non cadde stecchito.
Si volse e non vide nessuno. Allora gridò :- Chi ride? Chi ride in questa notte buia?
Nessuno gli rispose. Le case tutte uguali, con le finestre e le porte tutte uguali, si ergevano intorno a lui senza nè un lumicino, nè il minimo sentore di vita che le animasse e indicasse che erano abitate.
:-per San Colum- urlò ancora Ross. :- chi si permette di ridere? Non vedo nessuno qui intorno!
Silenzio... le tenebre sembravano compatte come una materia solida, e Ross suo malgrado affrettò il passo, per sottrarsi in qualche modo a quell'ambiente e a quella voce che gli metteva paura.
Era convinto ormai di essere vittima di una stregoneria e, suo malgrado cominciò a correre e correre fino a quando non si trovò in aperta campagna.
Anche là la notte incombeva, ma allo scialbo chiarore lunare si vedeva la rugiada gelata scintillare sui campi e sui boschi in minutissimi cristalli splendenti.
Ma anche là, lo raggiunse la risata stridula, che sembrava trasvolare nell'aria, mentre Ross correva sempre più urlando:
Chi ride? Chi ride in questa notte buia?
Alla fine si accorse di essere arrivato quasi al fiume; al di là si ergeva la Cima della Fame, la Hungry Height cupa e frastagliata come una macchia nera.
Il fiume spalancava la sua voragine buida dove le acque correnti precipitavano minacciose e un vecchio ponte lo scavalcava. Ross si arrestò di colpo.
"Fossi matto ad attraversare quel ponte" pensò, perchè aveva ricordato che del ponte fatto con pietre si narravano cose paurose e diaboliche a base di spettri e demoni.
Si girò per voltarsi indietro ma dovette arrestarsi; dietro di lui era improvvisamente sorta una muraglia nera e levigata che gli impediva ogni fuga.
"sono davvero vittima di una stregoneria" si disse ancora sospirando. " ma sono io che me la sono voluta, sono in ballo e devo ballare".
Un forte tremito lo scuoteva tutto.
E fu cosè che come spinto da una forza misteriosa superò il ponte e arrivato dall'altra parte salì faticosamente l'erta dell'Hungry-Height, tragicamente scura, tra uno stormire di fronde che si aprivano mandando ombre sinistre.
E quando fu in cima, si vide davanti il cancello del cimitero, proprio il posto dove aveva promesso di cacciare la Deathwalt, e guardò tra le sbarre le pietre sepolcrali che biancheggiavano alla luce della luna, come fossero state di sale, di cristallo, di gesso.
Ross O'Hara restò a guardare passandosi nervosamente la mano tra i capelli. Era arrivato al cancello del cimiteroe a mezzanotte per di più. Nessun
irlandese, probabilmente , aveva mai fatto questo!
"Fin qui sono arrivato" borbottò fra sè. E se la Deathwalth non si fa vedere, posso anche tornarmene indietro".
Ma in quel momento si sentì battere su una spalla da una mano lunga e ossuta, ... si volse trasalendo e vide la Deathwalt! Non poteva essere che lei, quella figura avvolta in un velo nero, il suo volto era un teschio, e dietro quel teschio si intravedeva una capigliatura dalla consistenza e color della stoppa.
Ross mandò un urlo strozzato, poi cadde in ginocchio e sussurrò :- perdonami, signora Deathwalth! Io sono un vecchio, pazzo, ubriacone, che non sapeva quello che diceva.... Io... Io...
Non riusciva a parlare, dalla sua bocca uscivano solo ansimi terrorizzati.
Ma la Deathwalth, rise forte e rise ancora con un orribile risata di denti che sbattevano.
Poi con una voce che sembrava uscire dalle viscere della terra disse:
:- Non sei un vecchio pazzo Ross, ma un uomo corraggioso che ha fatto ciò che nessun irlandese avrebbe fatto. E io voglio che tu mantenga la tua parola: prendimi per i capelli e trascinami nel cimitero. Io poi, ti farò vedere ciò che nessun uomo al mondo ha mai veduto.-
Ross si rialzò lentamente, spalancando gli occhi per lo stupore. Protese la mano tremante verso quei capelli stopposi e li afferrò. Si trascinò dietro la Deathwalth, oltre il cancello del cimitero, fra le tombe che biancheggiavano al lume della luna, e la gettò sopra una pietra sepolcrale; quindi si fermò e respirò come avesse compiuto uno sforzo sovrumano.
La morte rise con il solito ghigno sbattendo quei denti.
:- Bravo Ross, sei il più audace irlandese che abbia mai incontrato. Adesso vieni con me: ti mostrerò il Regno dei Morti.
Sebbene Ross fosse l'uomo più audace, o più scriteriato d'Irlanda, non lo era abbastanza per accettare l'invito.
:- Ahh, no! - urlò. - E' già troppo quello che mi è capitato!.
:-Hai paura forse?
:-No solo spavento!
:- E come potrai, allora, raccontare a quelli di Cork che mi hai presa per i capelli?
:-Non mi importa niente di quelli di Cork! per me possono pensare quello che vogliono!
:-Non vuoi vedere dunque le luci della vita?
:-Le luci della vita?- borbottò Ross:- Che cosa sono?
:-Sono le luci che ogni essere vivente possiede nell'aldilà. Durano finchè dura la loro vita.
:-C'è anche la mia luce?
:-Naturalmente, c'è anche la tua!
-E...-chiese Ross incerto- potrei vederla?
:-Certo, ma devi venire con me.
Ross esitò un momento, ma la curiosità era troppo forte. La luce della sua vita! Quanto sarebbe durata? La cosa lo interessava troppo e decise.
:-Vengo!- disse con voce spavalda.
La Deathwalth si mosse fluttuando tra le tombe, verso il fondo del cimitero.
Presso il muro di cinta c'era una tombadiroccata con una scaletta che sprofondava sottoterra. Al termine, una porta di ferro si aprì silenziosamente e i due entrarono in una grande caverna tutta costellata di lumicini accesi. Alcuni erano vividi e splendenti, altri smorti e vacillanti, altri infine fumosi e tremuli come sul punto di spegnersi. Erano tanto numerosi che si perdevano tra le tenebre dell'enorme caverna.
La Deathwalth disse a Ross O'Hara :- Ecco, queste sono le luci della vita. Ogni mortale ne ha una.
:-il mio lume dov'è?
:-vieni... e te lo mostrerò.
Andarono avanti fra tutte quelle luci e Ross notava che ogni tanto qualcuna si spegneva mentre altre si accendevano.
:- Accade quando qualcuno muore e qualcuno nasce. Il mondo è fatto così disse la Deathwalth .
:-E il mio... balbetto Ross, il mio lume dov'è?
:-Eccolo.
Ross guardò e trasse un lungo e profondo sospiro: La Morte gli indicava un grosso lume splendente di luce viva, forte e senza tremiti. Esclamò:
:- meno male! se non sbaglio avrò una vita molto lunga.
:-Si, ammise la Deathwalth ma spetta a te mantenere vivo quel lume.
:-A me? E cosa posso farci io?
._Ecco vedi- disse la morte prendendo da un incavo della roccia un' ampolla piena di "poteen" io verso sul tuo lume qualche goccia di liquore: la fiamma per un pò scintilla vivace, ma poi illanguidisce e sbiadisce.
:-fermati- urlò Ross afferrando la mano ossuta- :- Perchè hai versato del "poteen " sul mio lume? vedi che ha perduto vivacità?
:- non l'ho versato io- rise la morte. Quelle gocce sono la razione di "poteen" che hai bevuto questa sera all'osteria.
Più tu berrai e più il tuo lume diverrà fievole.
:- io non berrò mai più!
: Ma davvero?
:-Lo prometto!
Ebbene disse la Deathwalth, allora ti regalo quest'ampolla che contiene tanto alcool da spegnere in modo definitivo la tua luce. E' l'alcool che tu potresti bere ma hai promesso di non bere più.
Questo è il mio dono in premio del tuo coraggio- disse la Deathwalt.
E Ross prese l'ampollatra le mani come contenesse del potentissimo veleno.
:-Adesso vai, sta per sorgere l'alba.
Guidò Ross fino alla scaletta e lo salutò.
:-Addio, ci rivedreno, questo è sicuro, ma se prima o dopo dipende da te. Ora debbo versare altro "poteen" sul lume della vita degli altri bevitori. E scomparve.
Ross riuscì ad uscire dal cimitero e ad attraversare il ponte.
Le gambe gli tremavano, era sorto il sole, e chi lo vedeva diceva "guardate quell'ubriacone di Ross, guardate come traballa" e scuotevano la testa.
La sera dopo, tutti aspettavano Ross all'osteria e lo accolsero con urla e risate: L'ostessa venne a servigli il solito boccale di "poteen". Ma con sorpresa di tutti, Ross disse:- porta via quel veleno, voglio vivere a lungo io!
Il grosso David scoppiò a ridere :- da quando in qua il "poteen" accorcia la vita?
Allora Ross O'Hara raccontò tutta la sua avventura.
Il giovane Merry fece una smorfia. :- Ci consideri dei creduloni?
Ross tolse di tasca l'ampolla e la mostrò.
:-L'ho avuta dalla Deathwalth - disse- contiene tutto l'alcool che avrei potuto bere in avvenire e che invece non berrò!.
Tutti risero a crepapelle. La vedova Cassidy afferrò con impeto l'ampolla: - E tu vuoi farmi credere che questo piccolo recipiente contiente le centinaia di pinte che ti berrai in avvenire?
Capovolse l'ampolla e il poteen iniziò a sgorgare, ma non erano poche gocce bensì un fiotto trasparente ed aromatico che non finiva più. Dilagò sul tavolo, cadde a terra, uscì dalla porta, corse lungo la strade.
Sedie e tavoli iniziarono a galleggiare, gli avventori e l'ostessaimmersi nel liquore furono trascinati fuori.
:- è una stregoneria balbettava il giovane Merry, come è possibile che un uomo possa bere tanto!
E fu così che alla fine tutti seppero che il bere tantissimo wisky spegne quel lumicino.
La moglie di Ross fu finalmente felice. L'ostessa dopo lo spavento, cambiò attività e divenne un'ortolana e Cork fu per sempre famoso in tutta l'Irlanda come l'unico paese dove gli Irlandesi non bevevano ubriacandosi e stranamente vivevano più a lungo.
Ross O'Hara era l'uomo più importante di Cork, e sarebbe stato anche un buon uomo, serio o faceto, secondo le circostanze, se non avesse dimostrato in ogni occasione troppa simpatia per i boccali di "poteen" il potente whisky irlandese che la vedova Cassidy, proprietaria dell'unica osteria, gli metteva davanti senza economia.
Dopo i primi boccali Ross O'Hara diventava ciarliero, poi cominciava a dire spacconate, infine diventava tutto rosso e si arrabbiava.
Anche quella sera nell'osteria c'era gran ressa di bevitori, ma O'Hara li superava tutti quanti e sembrava che il suo stomaco fosse un pozzo senza fondo.
Intorno a lui erano tutti allegri, dal giovane Merry al grosso David; e poichè sapevano che tra non molto Ross O'Hara avrebbe iniziato a fare lo spaccone con gran divertimento di tutti, ognuno cercava di farlo bere sempre di piùimpresa nella quale non incontrava certo troppa difficoltà.
La vedova Cassidy, tutta indaffarata, continuava a riempire i boccali e correva da un tavolo all'altro portando i bicchieri colmi e ritirando quelli vuoti.
Tra poco le viuzze del paese sarebbero state invase da ubriachi che cantavano a squaciagola, mentre nelle case le mogli arrabbiate, avrebbero rimproverato aspramente i mariti. Ma gli affari per lei andavano a gonfie vele, perciò non si preoccupava molto delle conseguenze.
Intanto Ross O'Hara, tracannato il suo sesto o settimo boccale, aveva già cominciato le solite vanterie: da quella di strozzare il padron di casa se gli avesse chiesto i soldi della pigione, all'altra di buttare il grosso David dall'alto di Hungry Height, la Cima della Fame.
Tutti applaudivanoe lo aizzavano ridendo, ma alla successiva vanteria di Ross O'Hara un improvviso silenzio si diffuse fra i bevitori, alcuni dei quali già dormivano con la testa sulla panca, mentre Ross aveva incrociato le braccia e li fissava tutti con un altero sguardo di sfida.
Si, la vanteria era un pò troppo forte. O'Hara aveva nientemeno affermato che se avesse incontrato la Deathwalth l'avrebbe afferrata per i capelli, disarcionata dalla sua demoniaca cavalcatura e trascinata al cimitero, perchè là, e soltanto là doveva rimanere.
La Deathwalth è la morte: chi non lo sa?
Nessuno l'aveva mai vista, ma tante leggende la raffiguravano così, e chi l'incontrava sarebbe morto di paura.
Ma il massiccio Ross non ne aveva paura; anzi, diceva e ripeteva che se avesse incontrato la Deathwalth l'avrebbe trascinata per i capelli fino in mezzo al cimitero.
O'Hara guardava con una certa soddisfazione le facce sbigottite dei suoi compagni d'osteria e quella un pò spaventata della vedova Cassidy; ma Roy Ragger che forse era meno brillo degli altri, esclamò:
:- Ebbene, io vorrei proprio vederti prendere per i capelli la Deathwalth!
:-Se vuoi vedermi, seguimi, perchè io vado a cercarla subito- replicò Ross, battendo un pugno sul tavolo.
Roy Ragger fece una smorfia poi disse :-Non ho voglia di seguiti perchè sto bene qui; ma tu vacci subito e poi torna qui a riferire. E' appunto mezzanotte, e ti sarà facile incontrare la Deathwalth che, a quanto si dice, va in giro a quest'ora.
A quelle parole le risate dei beoni salirono sino al soffitto, perchè parve a tutti che Ross fosse leggermente impallidito; ma si riprese subito, e urlò con tutto il fiato che aveva in gola: -E io e poi torno, mandria di beoni!
Si diresse verso la porta dondolando come un salice al vento, e non gli fu facile infilare l'uscita.
Ma finalmente riuscì, e non appena fuori si appoggiò pesantemente al muro perchè gli girava la testa e non riusciva ad orizzontarsi.
Poi, poco a poco, all'aria fresca della notte, cominciò a ragionare un pò, e si sentì molto pentito per quella bravata.
Cosa diamine gli era saltato in mente? Prendere per i capelli la Deathwalth?
Chi mai prende per i capelli la morte? Che idiota era stato a sputar fuori quella vanteria, mentre già gli tremavano le gambe al solo pensiero di incontrarla.
Stava quasi per tornare indietro e avvertire i compagni che aveva semplicemente scherzato, ma si fermò.
Che cosa avrebbero detto i compagni? Lo avrebbero beffeggiato a non finire deridendolo per le sue spacconate, uguali soltanto al sua vigliaccheria.
E Ross O'Hara non sarebbe stato più per nessuno l'uomo più importante del paese; anzi, i ragazzi stessi si sarebbero fatti beffe di lui e l'avrebbero seguito motteggiando.
Il freddo notturno ora gli aveva dissipato quasi del tutto i fumi dell'alcool, e poteva ragionare con grande lucidità.
Ritornare indietro e confessare ai compagni di aver scherzato era impossibilre e cercare a quell'ora la Deathwalth lo era ancor di più.
"Infine, che bisogno ho io di incontrare veramente la morte?" " potrò sempre raccontare di averla incontrata, anche se non è vero. Nessuno mi segue e nessuno lo saprà mai! " "Meglio che me ne vada a casa".
Presa questa decisione, ridivenne allegro e si incamminò verso il centro del paese fischiettando.
La notte era profonda, il silenzio assoluto, quando raggiunse il centro del villaggio, dato che l'osteria della vedova Cassidy, era fuori porta, lo trovò addormentato e muto come un villaggio disabitato: case nere, finestre spente, nessuno per strada. Fra i comignoli, una luna velata e sinistra, che diradava a mala pena l'oscurità.
Ross O'Hara fu quasi impressionato da quel silenzio e da quella immobilità, ma si riprese subito " meno male che tra poco sono a casa mia" pensò. "mi è andata proprio bene".
Ma per quanto camminasse, non riusciva mai a raggiungere quella benedetta casa. Anzi, assisteva ad uno strano fenomeno: gli sembrava che tutte le case fossero uguali, tutte le porte uguali, tutte le finestre uguali. E uguali anche strade e piazze; per quanto continuasse a camminare gli sembrava di trovarsi sempre nello stesso posto.
" Ma dov'è la mia casa?" iniziò a borbottare. Stà a vedere che con questo freddo sarò costretto a passare la notte al riparo di un albero!"
Mentre brontolava così, a un tratto udì risuonare alle spalle una sghignazzata stridula, così improvvisa e sinistra che gli fece l'effetto di una doccia d'acqua gelata, e per poco non cadde stecchito.
Si volse e non vide nessuno. Allora gridò :- Chi ride? Chi ride in questa notte buia?
Nessuno gli rispose. Le case tutte uguali, con le finestre e le porte tutte uguali, si ergevano intorno a lui senza nè un lumicino, nè il minimo sentore di vita che le animasse e indicasse che erano abitate.
:-per San Colum- urlò ancora Ross. :- chi si permette di ridere? Non vedo nessuno qui intorno!
Silenzio... le tenebre sembravano compatte come una materia solida, e Ross suo malgrado affrettò il passo, per sottrarsi in qualche modo a quell'ambiente e a quella voce che gli metteva paura.
Era convinto ormai di essere vittima di una stregoneria e, suo malgrado cominciò a correre e correre fino a quando non si trovò in aperta campagna.
Anche là la notte incombeva, ma allo scialbo chiarore lunare si vedeva la rugiada gelata scintillare sui campi e sui boschi in minutissimi cristalli splendenti.
Ma anche là, lo raggiunse la risata stridula, che sembrava trasvolare nell'aria, mentre Ross correva sempre più urlando:
Chi ride? Chi ride in questa notte buia?
Alla fine si accorse di essere arrivato quasi al fiume; al di là si ergeva la Cima della Fame, la Hungry Height cupa e frastagliata come una macchia nera.
Il fiume spalancava la sua voragine buida dove le acque correnti precipitavano minacciose e un vecchio ponte lo scavalcava. Ross si arrestò di colpo.
"Fossi matto ad attraversare quel ponte" pensò, perchè aveva ricordato che del ponte fatto con pietre si narravano cose paurose e diaboliche a base di spettri e demoni.
Si girò per voltarsi indietro ma dovette arrestarsi; dietro di lui era improvvisamente sorta una muraglia nera e levigata che gli impediva ogni fuga.
"sono davvero vittima di una stregoneria" si disse ancora sospirando. " ma sono io che me la sono voluta, sono in ballo e devo ballare".
Un forte tremito lo scuoteva tutto.
E fu cosè che come spinto da una forza misteriosa superò il ponte e arrivato dall'altra parte salì faticosamente l'erta dell'Hungry-Height, tragicamente scura, tra uno stormire di fronde che si aprivano mandando ombre sinistre.
E quando fu in cima, si vide davanti il cancello del cimitero, proprio il posto dove aveva promesso di cacciare la Deathwalt, e guardò tra le sbarre le pietre sepolcrali che biancheggiavano alla luce della luna, come fossero state di sale, di cristallo, di gesso.
Ross O'Hara restò a guardare passandosi nervosamente la mano tra i capelli. Era arrivato al cancello del cimiteroe a mezzanotte per di più. Nessun
irlandese, probabilmente , aveva mai fatto questo!
"Fin qui sono arrivato" borbottò fra sè. E se la Deathwalth non si fa vedere, posso anche tornarmene indietro".
Ma in quel momento si sentì battere su una spalla da una mano lunga e ossuta, ... si volse trasalendo e vide la Deathwalt! Non poteva essere che lei, quella figura avvolta in un velo nero, il suo volto era un teschio, e dietro quel teschio si intravedeva una capigliatura dalla consistenza e color della stoppa.
Ross mandò un urlo strozzato, poi cadde in ginocchio e sussurrò :- perdonami, signora Deathwalth! Io sono un vecchio, pazzo, ubriacone, che non sapeva quello che diceva.... Io... Io...
Non riusciva a parlare, dalla sua bocca uscivano solo ansimi terrorizzati.
Ma la Deathwalth, rise forte e rise ancora con un orribile risata di denti che sbattevano.
Poi con una voce che sembrava uscire dalle viscere della terra disse:
:- Non sei un vecchio pazzo Ross, ma un uomo corraggioso che ha fatto ciò che nessun irlandese avrebbe fatto. E io voglio che tu mantenga la tua parola: prendimi per i capelli e trascinami nel cimitero. Io poi, ti farò vedere ciò che nessun uomo al mondo ha mai veduto.-
Ross si rialzò lentamente, spalancando gli occhi per lo stupore. Protese la mano tremante verso quei capelli stopposi e li afferrò. Si trascinò dietro la Deathwalth, oltre il cancello del cimitero, fra le tombe che biancheggiavano al lume della luna, e la gettò sopra una pietra sepolcrale; quindi si fermò e respirò come avesse compiuto uno sforzo sovrumano.
La morte rise con il solito ghigno sbattendo quei denti.
:- Bravo Ross, sei il più audace irlandese che abbia mai incontrato. Adesso vieni con me: ti mostrerò il Regno dei Morti.
Sebbene Ross fosse l'uomo più audace, o più scriteriato d'Irlanda, non lo era abbastanza per accettare l'invito.
:- Ahh, no! - urlò. - E' già troppo quello che mi è capitato!.
:-Hai paura forse?
:-No solo spavento!
:- E come potrai, allora, raccontare a quelli di Cork che mi hai presa per i capelli?
:-Non mi importa niente di quelli di Cork! per me possono pensare quello che vogliono!
:-Non vuoi vedere dunque le luci della vita?
:-Le luci della vita?- borbottò Ross:- Che cosa sono?
:-Sono le luci che ogni essere vivente possiede nell'aldilà. Durano finchè dura la loro vita.
:-C'è anche la mia luce?
:-Naturalmente, c'è anche la tua!
-E...-chiese Ross incerto- potrei vederla?
:-Certo, ma devi venire con me.
Ross esitò un momento, ma la curiosità era troppo forte. La luce della sua vita! Quanto sarebbe durata? La cosa lo interessava troppo e decise.
:-Vengo!- disse con voce spavalda.
La Deathwalth si mosse fluttuando tra le tombe, verso il fondo del cimitero.
Presso il muro di cinta c'era una tombadiroccata con una scaletta che sprofondava sottoterra. Al termine, una porta di ferro si aprì silenziosamente e i due entrarono in una grande caverna tutta costellata di lumicini accesi. Alcuni erano vividi e splendenti, altri smorti e vacillanti, altri infine fumosi e tremuli come sul punto di spegnersi. Erano tanto numerosi che si perdevano tra le tenebre dell'enorme caverna.
La Deathwalth disse a Ross O'Hara :- Ecco, queste sono le luci della vita. Ogni mortale ne ha una.
:-il mio lume dov'è?
:-vieni... e te lo mostrerò.
Andarono avanti fra tutte quelle luci e Ross notava che ogni tanto qualcuna si spegneva mentre altre si accendevano.
:- Accade quando qualcuno muore e qualcuno nasce. Il mondo è fatto così disse la Deathwalth .
:-E il mio... balbetto Ross, il mio lume dov'è?
:-Eccolo.
Ross guardò e trasse un lungo e profondo sospiro: La Morte gli indicava un grosso lume splendente di luce viva, forte e senza tremiti. Esclamò:
:- meno male! se non sbaglio avrò una vita molto lunga.
:-Si, ammise la Deathwalth ma spetta a te mantenere vivo quel lume.
:-A me? E cosa posso farci io?
._Ecco vedi- disse la morte prendendo da un incavo della roccia un' ampolla piena di "poteen" io verso sul tuo lume qualche goccia di liquore: la fiamma per un pò scintilla vivace, ma poi illanguidisce e sbiadisce.
:-fermati- urlò Ross afferrando la mano ossuta- :- Perchè hai versato del "poteen " sul mio lume? vedi che ha perduto vivacità?
:- non l'ho versato io- rise la morte. Quelle gocce sono la razione di "poteen" che hai bevuto questa sera all'osteria.
Più tu berrai e più il tuo lume diverrà fievole.
:- io non berrò mai più!
: Ma davvero?
:-Lo prometto!
Ebbene disse la Deathwalth, allora ti regalo quest'ampolla che contiene tanto alcool da spegnere in modo definitivo la tua luce. E' l'alcool che tu potresti bere ma hai promesso di non bere più.
Questo è il mio dono in premio del tuo coraggio- disse la Deathwalt.
E Ross prese l'ampollatra le mani come contenesse del potentissimo veleno.
:-Adesso vai, sta per sorgere l'alba.
Guidò Ross fino alla scaletta e lo salutò.
:-Addio, ci rivedreno, questo è sicuro, ma se prima o dopo dipende da te. Ora debbo versare altro "poteen" sul lume della vita degli altri bevitori. E scomparve.
Ross riuscì ad uscire dal cimitero e ad attraversare il ponte.
Le gambe gli tremavano, era sorto il sole, e chi lo vedeva diceva "guardate quell'ubriacone di Ross, guardate come traballa" e scuotevano la testa.
La sera dopo, tutti aspettavano Ross all'osteria e lo accolsero con urla e risate: L'ostessa venne a servigli il solito boccale di "poteen". Ma con sorpresa di tutti, Ross disse:- porta via quel veleno, voglio vivere a lungo io!
Il grosso David scoppiò a ridere :- da quando in qua il "poteen" accorcia la vita?
Allora Ross O'Hara raccontò tutta la sua avventura.
Il giovane Merry fece una smorfia. :- Ci consideri dei creduloni?
Ross tolse di tasca l'ampolla e la mostrò.
:-L'ho avuta dalla Deathwalth - disse- contiene tutto l'alcool che avrei potuto bere in avvenire e che invece non berrò!.
Tutti risero a crepapelle. La vedova Cassidy afferrò con impeto l'ampolla: - E tu vuoi farmi credere che questo piccolo recipiente contiente le centinaia di pinte che ti berrai in avvenire?
Capovolse l'ampolla e il poteen iniziò a sgorgare, ma non erano poche gocce bensì un fiotto trasparente ed aromatico che non finiva più. Dilagò sul tavolo, cadde a terra, uscì dalla porta, corse lungo la strade.
Sedie e tavoli iniziarono a galleggiare, gli avventori e l'ostessaimmersi nel liquore furono trascinati fuori.
:- è una stregoneria balbettava il giovane Merry, come è possibile che un uomo possa bere tanto!
E fu così che alla fine tutti seppero che il bere tantissimo wisky spegne quel lumicino.
La moglie di Ross fu finalmente felice. L'ostessa dopo lo spavento, cambiò attività e divenne un'ortolana e Cork fu per sempre famoso in tutta l'Irlanda come l'unico paese dove gli Irlandesi non bevevano ubriacandosi e stranamente vivevano più a lungo.