From Romeo and Juliet, atto terzo, scena seconda.
By William Shakespeare
L'orto dei Capuleti
GIULIETTA: Galoppate veloci, cavalli dai piedi di fuoco, alle case del sole.
Un cocchiere come Fetonte vi avrebbe già spinti a frustate verso l'Occidente e già avrebbe riportata qui la fosca notte. Stendi le tue dense cortine, notte propizia all'amore, a chiudere le palpebre del giorno fuggitivo; così volerà il mio Romeo tra queste braccia, non visto e non fermato da nessuno. A illuminare i riti amorosi degli amanti, basta la luce della loro bellezza; chè se l'amore è cieco, la notte è il suo elemento. Scendi, notte cortese, sobria matrona vestita di nero...Vieni, notte gentile, vieni amorosa notte dalle nere ciglia; portami il mio Romeo; e se un giorno dovrà morire, prendilo e frantumalo in tante stelline; e ne sarà la faccia del cielo così ridente e bella, che il creato non avrà più occhi che per la notte e si scorderà di adorare lo splendore del sole...
By William Shakespeare
L'orto dei Capuleti
GIULIETTA: Galoppate veloci, cavalli dai piedi di fuoco, alle case del sole.
Un cocchiere come Fetonte vi avrebbe già spinti a frustate verso l'Occidente e già avrebbe riportata qui la fosca notte. Stendi le tue dense cortine, notte propizia all'amore, a chiudere le palpebre del giorno fuggitivo; così volerà il mio Romeo tra queste braccia, non visto e non fermato da nessuno. A illuminare i riti amorosi degli amanti, basta la luce della loro bellezza; chè se l'amore è cieco, la notte è il suo elemento. Scendi, notte cortese, sobria matrona vestita di nero...Vieni, notte gentile, vieni amorosa notte dalle nere ciglia; portami il mio Romeo; e se un giorno dovrà morire, prendilo e frantumalo in tante stelline; e ne sarà la faccia del cielo così ridente e bella, che il creato non avrà più occhi che per la notte e si scorderà di adorare lo splendore del sole...