Verità e menzogne
Milioni di persone che aderiscono alla tradizione fideistica giudaico-cristiana credono in un solo Dio, creatore dell'universo.
Inoltre, credono che le donne e gli uomini di quello che il Nuovo Testamento chiama "il mondo" voltarono le spalle al loro Creatore.
In tal modo il peccato fece il suo ingresso nel mondo.
Dio, tuttavia, lo amava a tal punto da inviare il suo figlio unigenito. Questo figlio di Dio preesistente al creato entrò nella storia degli uomini divenendo di carne ed ossa.
E' interessante il fatto che i resoconti neotestamentari di questo evento non si aprano tutti con il medesimo tono nel riferire gli inizi della narrazione; solo Giovanni afferma a chiare lettere la preesistenza di Gesù.
Il vangelo di Marco non lascia intendere che Gesù fosse l'incarnazione di un figlio preesistente mentre Matteo e Luca parlano di nascita, come risultato comunque dell'intervento di Dio.
Quindi solo il vangelo di Giovanni presenta l'ingresso di Gesù nella storia dell'uomo come l'incarnazione della parola di Dio (il Verbo) che esisteva prima del tempo.
Per tutto il Nuovo Testamento, da Paolo a Marco, da Matteo a Luca, fino a Giovanni e a documenti meno noti come la prima lettera di Pietro e la lettera di Giacomo, un insieme convergente di narrazioni ci racconta come Gesù di Nazareth offrì all'umanità la possibilità di tornare in unione con dio, all'insegna della pace e dell'amore, alla fine della storia dell'uomo.
Nello sviluppare la concezione ebraica della storia, i cristiani credono che Dio in principio creò le cose in modo perfetto, e che quello stesso ordine e quella stessa bellezza verranno ripristinati alla fine dei tempi.
Ma il periodo "intermedio", tra la beatitudine originaria narrata nel libro della genesi e la promessa di futura beatitudine richiamata in tutto il vecchio ed il nuovo Testamento, è stato comunque trasformato.
Secondo il Nuovo Testamento ed il resto dei documenti successivi, la morte e la resurrezione di Gesù hanno generato una "nuova creazione".
Gli esseri umani non dovranno più attendere la fine dei tempi per vedere il "restaurarsi" dell'ordine divino. A causa della morte e della resurrezione di Gesù, una primizia di vita e di libertà la si può scorgere nella comunità cristiana. La sperimentazione del battesimo nel Cristo Gesù e l'adesione ad una comunità improntata alla fede precedono le "promesse" di Dio; i credenti, dunque, vivono nella gioiosa tensione tra il dono dell'adesso, generato dalla vita, dagli insegnamenti, dalla morte e dalla resurrezione di Gesù e la speranza imperitura riposa nella promessa divina di beatitudine finale.
Esistono, naturalmente, molte varianti a questa affermazione centrale della fede cristiana.
Nel senso migliore della parola "storia", questa storia cristiana è fonte di fede, amore e speranza per milioni di persone.
Ma non tutti la pensano così. Una schiera di seri studiosi, molti dei quali lavorano in importanti istituzioni accademiche, alcune delle quali nate sulla meditazione della storia del cristianesimo, si sono messi all'opera per demolirla.
Gli sforzi a minare la tradizione cristiana e dimostrarne la falsità non è una novità né una cosa facile ad applicarsi. Importante è la loro base accademica.
Da qualche decina d'anni (forse più) negli Stati Uniti d'America, il "Jesus Seminar" sta cercando di individuare un metodo scientifico che stabilisca, sulla base di rigorosi criteri accademici, una versione dei fatti sulla persona, sul messaggio, sulla morte e sulla resurrezione di Gesù.
La storia del cristianesimo si basa sui vangeli, secondo gli studiosi di cui sopra, tali documenti (i vangeli) sono stati così influenzati dalle costruzioni teologiche della chiesa delle origini che sono praticamente e totalmente inservibili ed inaffidabili.
Vi e' un vangelo del tutto diverso dagli altri noto come "fonte" ed è quello di Tomaso composto nel II secolo.
Dunque, i vangeli, come li conoscono i fedeli cristiani, dovrebbero essere messi da parte per individuare lo sviluppo storico del vangelo di Tomaso, le sue tendenze teologiche e la comunità che lo produsse.
Il vangelo di Tomaso, riflette le tendenze gnostiche del II secolo, nondimeno viene ritenuto storicamente più fondato di Matteo, Marco, Luca e Giovanni, tutti composti tra il 70 ed il 100 d.C. e basati su tradizioni precedenti.
L'opera di Dio attraverso Gesù, così come viene riferita nella tradizione evangelica, va quindi accantonata.
Cosa fece veramente Gesù e cosa accadde veramente alla sua morte? Nel momento della sua morte ( ammettendo l'esistenza stessa di un uomo chiamato Gesù e figlio di Dio ).
Esiste addirittura una grandissima biblioteca degli gnostici nell'alto Egitto, in una località denominata Nag Hammadi.
Lo gnosticismo è comunque una varietà di cristianesimo che è fiorito in variegate forme dal II al IV secolo, quindi da li, una vasta gamma di interpretazioni della vicenda di Cristo, come è stata imposta dalla chiesa cristiana dalle autorità ecclesiastiche e da quelle imperiali.
In poche parole, per almeno 2000 anni, i cristiani sono stati trattati come funghi coltivati in serra, al buio e alimentati con materiali di scarto.
Nonostante ogni cosa è comunque da ammettere che siano esistite diverse espressioni della fede cristiana che hanno dato vita a generazioni di credenti e dobbiamo infine accettare il fatto che nessun particolare "sistema" teologico o ecclesiale può esaurire la storia del cristianesimo (così come esiste).
Milioni di persone che aderiscono alla tradizione fideistica giudaico-cristiana credono in un solo Dio, creatore dell'universo.
Inoltre, credono che le donne e gli uomini di quello che il Nuovo Testamento chiama "il mondo" voltarono le spalle al loro Creatore.
In tal modo il peccato fece il suo ingresso nel mondo.
Dio, tuttavia, lo amava a tal punto da inviare il suo figlio unigenito. Questo figlio di Dio preesistente al creato entrò nella storia degli uomini divenendo di carne ed ossa.
E' interessante il fatto che i resoconti neotestamentari di questo evento non si aprano tutti con il medesimo tono nel riferire gli inizi della narrazione; solo Giovanni afferma a chiare lettere la preesistenza di Gesù.
Il vangelo di Marco non lascia intendere che Gesù fosse l'incarnazione di un figlio preesistente mentre Matteo e Luca parlano di nascita, come risultato comunque dell'intervento di Dio.
Quindi solo il vangelo di Giovanni presenta l'ingresso di Gesù nella storia dell'uomo come l'incarnazione della parola di Dio (il Verbo) che esisteva prima del tempo.
Per tutto il Nuovo Testamento, da Paolo a Marco, da Matteo a Luca, fino a Giovanni e a documenti meno noti come la prima lettera di Pietro e la lettera di Giacomo, un insieme convergente di narrazioni ci racconta come Gesù di Nazareth offrì all'umanità la possibilità di tornare in unione con dio, all'insegna della pace e dell'amore, alla fine della storia dell'uomo.
Nello sviluppare la concezione ebraica della storia, i cristiani credono che Dio in principio creò le cose in modo perfetto, e che quello stesso ordine e quella stessa bellezza verranno ripristinati alla fine dei tempi.
Ma il periodo "intermedio", tra la beatitudine originaria narrata nel libro della genesi e la promessa di futura beatitudine richiamata in tutto il vecchio ed il nuovo Testamento, è stato comunque trasformato.
Secondo il Nuovo Testamento ed il resto dei documenti successivi, la morte e la resurrezione di Gesù hanno generato una "nuova creazione".
Gli esseri umani non dovranno più attendere la fine dei tempi per vedere il "restaurarsi" dell'ordine divino. A causa della morte e della resurrezione di Gesù, una primizia di vita e di libertà la si può scorgere nella comunità cristiana. La sperimentazione del battesimo nel Cristo Gesù e l'adesione ad una comunità improntata alla fede precedono le "promesse" di Dio; i credenti, dunque, vivono nella gioiosa tensione tra il dono dell'adesso, generato dalla vita, dagli insegnamenti, dalla morte e dalla resurrezione di Gesù e la speranza imperitura riposa nella promessa divina di beatitudine finale.
Esistono, naturalmente, molte varianti a questa affermazione centrale della fede cristiana.
Nel senso migliore della parola "storia", questa storia cristiana è fonte di fede, amore e speranza per milioni di persone.
Ma non tutti la pensano così. Una schiera di seri studiosi, molti dei quali lavorano in importanti istituzioni accademiche, alcune delle quali nate sulla meditazione della storia del cristianesimo, si sono messi all'opera per demolirla.
Gli sforzi a minare la tradizione cristiana e dimostrarne la falsità non è una novità né una cosa facile ad applicarsi. Importante è la loro base accademica.
Da qualche decina d'anni (forse più) negli Stati Uniti d'America, il "Jesus Seminar" sta cercando di individuare un metodo scientifico che stabilisca, sulla base di rigorosi criteri accademici, una versione dei fatti sulla persona, sul messaggio, sulla morte e sulla resurrezione di Gesù.
La storia del cristianesimo si basa sui vangeli, secondo gli studiosi di cui sopra, tali documenti (i vangeli) sono stati così influenzati dalle costruzioni teologiche della chiesa delle origini che sono praticamente e totalmente inservibili ed inaffidabili.
Vi e' un vangelo del tutto diverso dagli altri noto come "fonte" ed è quello di Tomaso composto nel II secolo.
Dunque, i vangeli, come li conoscono i fedeli cristiani, dovrebbero essere messi da parte per individuare lo sviluppo storico del vangelo di Tomaso, le sue tendenze teologiche e la comunità che lo produsse.
Il vangelo di Tomaso, riflette le tendenze gnostiche del II secolo, nondimeno viene ritenuto storicamente più fondato di Matteo, Marco, Luca e Giovanni, tutti composti tra il 70 ed il 100 d.C. e basati su tradizioni precedenti.
L'opera di Dio attraverso Gesù, così come viene riferita nella tradizione evangelica, va quindi accantonata.
Cosa fece veramente Gesù e cosa accadde veramente alla sua morte? Nel momento della sua morte ( ammettendo l'esistenza stessa di un uomo chiamato Gesù e figlio di Dio ).
Esiste addirittura una grandissima biblioteca degli gnostici nell'alto Egitto, in una località denominata Nag Hammadi.
Lo gnosticismo è comunque una varietà di cristianesimo che è fiorito in variegate forme dal II al IV secolo, quindi da li, una vasta gamma di interpretazioni della vicenda di Cristo, come è stata imposta dalla chiesa cristiana dalle autorità ecclesiastiche e da quelle imperiali.
In poche parole, per almeno 2000 anni, i cristiani sono stati trattati come funghi coltivati in serra, al buio e alimentati con materiali di scarto.
Nonostante ogni cosa è comunque da ammettere che siano esistite diverse espressioni della fede cristiana che hanno dato vita a generazioni di credenti e dobbiamo infine accettare il fatto che nessun particolare "sistema" teologico o ecclesiale può esaurire la storia del cristianesimo (così come esiste).