Erik il Grande.
Già da molti anni, dopo le migrazioni degli abitanti della terra di Norge, l' Iceland era diventata un regno forte e popoloso, e sopra tutta la grande isola regnava Erik Roede, detto Erik il Grande per le sue gesta di forte guerriero e le sue coraggiose navigazioni su tutti i mari del Nord.
Al di là degli orizzonti bianchi della grande isola, narravano le leggende, vi erano mari caldi e isole verdi in cui vivevano gli dei, in una specie di paradiso terrestre.
E così profonda era la credenza che nel cuore di Erik l'esistenza di un'altra terra al di là dei mari conosciuti, a poco a poco, aveva acquistato sapore di certezza.
Tutte le sere restava lunghe e lunghe ore a rimirare l'orizzonte, quasi volesse scorgere così ciò che si celava al di là di esso.
Un giorno Erik radunò, nella sala grande della sua abitazione tutti gli Half, ossia i capi dell'isola, e disse: - Amici, questa notte ho visto passare per il cielo uno stormo di albatri neri come la tenebra e in mezzo ad essi ve ne era uno bianco come l'alba. Ho mirato a quello con una freccia e l'ho colpito. Quando l'ho raccolto, ho visto che portava nel becco un ramoscello d'erba sconosciuta, verdissima e profumata come il vento che viene dal mare dell'occidente. E siccome gli albatri venivano di là, ho capito che una terra meravigliosa deve esistere oltre il "Mare dei cigni", cioè oltre quel mare che noi solchiamo da tanti anni, ma dal quale non siamo mai usciti. Così ho deciso di andare alla ricerca di quelle terre dalle quali, sono sicuro, potremo trarre nuove ricchezze per il nostro popolo e maggior gloria per le nostre imprese. Costruiremo così cinque nuovi drakar, più grandi e più forti degli attuali e partiremo non appena saranno varati. Per mesi e mesi la pianura intorno al grande accampamento risuonò come un immenso cantiere e quando venne il giorno del varo, tutto il popolo dell'Iceland si riversò sulle sponde dell'oceano per assistervi.
E immenso fu l'entusiasmo della folla dinanzi allo spettacolo delle cinque grandi navi dall'alta prua, ornata dal drago cornuto , dalle murate piene di scudi e dalle grandi vele nel cui centro sempre ardeva il fuoco, il simbolo di Odino, dio delle tempeste.
A un cenno di Erik tutti, uomini, donne, ragazzi, si attaccarono alle gomene e, fra urla selvagge di incitamento e il suono dei potenti corni da battaglia, le navi furono trascinate nel mare.
Il giorno seguente re Erik, lasciata la cura del regno al giovane figlio Leif, s'imbarcò sulla nave e, a un suo cenno le nuove imbarcazioni si mossero, mentre dalle rive il popolo entusiasta salutava il suo re che salpava verso l'ignoto.
Per giorni e giorni i cinque drakar di Erik navigarono in un susseguirsi di albe e tramonti, di sole e di tenebre.
Gli uomini sono stanchi, ma il loro capo non lascia tregua ai rematori, ai velatori, a tutti gli equipaggi poichè da molti indizi sente che è pieno di speranze.
Ha visto strani uccelli bianchi volare bassi sulle onde, erbe chiare galleggiare sulle acque profonde e pesci argentei passare a banchi fitti sotto le trasparenze marine, e tutto questo glia ha fatto capire che la terra è vicina.
Finalmente un chiarore si diffonde da oriente e all'orizzonte si profila una maestosa catena di montagne coperte di neve, sorgenti dalle verdi ombre di immense foreste e una distesa di grandi praterie.
Erik esulta e grida:
- Terra! Terra! Uomini, guardate!
Tutto l'equipaggio accorre e agli occhi attoniti di ognuno appare la nuova terra in tutta la sua magnificenza.
Quando approdarono e re Erik mise piede sulla costa, rimirando tutto quel verde splendore, disse:
-Questa è la terra degli dei. La chiameremo Green-Land e qui resteremo finché avremo scoperto cosa ospiti.
Detto questo, furono scaricate le tende e le vettovaglie e gli uomini si accamparono.
Dopo di che una pattuglia capeggiata dal re si avventurò verso l'interno per esplorare la nuova terra.
Mandrie immense di animali simili a renne o alci, ma mai visti prima i quali, non avendo mai conosciuto l'uomo, guardavano quei nuovi esseri con grandi occhi mansueti.
E ancor di più fu lo stupore quando la pattuglia ritornò all'accampamento, dietro ad Erik veniva un nugolo di quadrupedi curiosi e vivaci.
Erik ordinò che si catturassero alcuni maschi, quelli più grossi, per la carne, ma che si rispettassero invece, femmine e cuccioli, e così fu fatto. ********
Già da molti anni, dopo le migrazioni degli abitanti della terra di Norge, l' Iceland era diventata un regno forte e popoloso, e sopra tutta la grande isola regnava Erik Roede, detto Erik il Grande per le sue gesta di forte guerriero e le sue coraggiose navigazioni su tutti i mari del Nord.
Al di là degli orizzonti bianchi della grande isola, narravano le leggende, vi erano mari caldi e isole verdi in cui vivevano gli dei, in una specie di paradiso terrestre.
E così profonda era la credenza che nel cuore di Erik l'esistenza di un'altra terra al di là dei mari conosciuti, a poco a poco, aveva acquistato sapore di certezza.
Tutte le sere restava lunghe e lunghe ore a rimirare l'orizzonte, quasi volesse scorgere così ciò che si celava al di là di esso.
Un giorno Erik radunò, nella sala grande della sua abitazione tutti gli Half, ossia i capi dell'isola, e disse: - Amici, questa notte ho visto passare per il cielo uno stormo di albatri neri come la tenebra e in mezzo ad essi ve ne era uno bianco come l'alba. Ho mirato a quello con una freccia e l'ho colpito. Quando l'ho raccolto, ho visto che portava nel becco un ramoscello d'erba sconosciuta, verdissima e profumata come il vento che viene dal mare dell'occidente. E siccome gli albatri venivano di là, ho capito che una terra meravigliosa deve esistere oltre il "Mare dei cigni", cioè oltre quel mare che noi solchiamo da tanti anni, ma dal quale non siamo mai usciti. Così ho deciso di andare alla ricerca di quelle terre dalle quali, sono sicuro, potremo trarre nuove ricchezze per il nostro popolo e maggior gloria per le nostre imprese. Costruiremo così cinque nuovi drakar, più grandi e più forti degli attuali e partiremo non appena saranno varati. Per mesi e mesi la pianura intorno al grande accampamento risuonò come un immenso cantiere e quando venne il giorno del varo, tutto il popolo dell'Iceland si riversò sulle sponde dell'oceano per assistervi.
E immenso fu l'entusiasmo della folla dinanzi allo spettacolo delle cinque grandi navi dall'alta prua, ornata dal drago cornuto , dalle murate piene di scudi e dalle grandi vele nel cui centro sempre ardeva il fuoco, il simbolo di Odino, dio delle tempeste.
A un cenno di Erik tutti, uomini, donne, ragazzi, si attaccarono alle gomene e, fra urla selvagge di incitamento e il suono dei potenti corni da battaglia, le navi furono trascinate nel mare.
Il giorno seguente re Erik, lasciata la cura del regno al giovane figlio Leif, s'imbarcò sulla nave e, a un suo cenno le nuove imbarcazioni si mossero, mentre dalle rive il popolo entusiasta salutava il suo re che salpava verso l'ignoto.
Per giorni e giorni i cinque drakar di Erik navigarono in un susseguirsi di albe e tramonti, di sole e di tenebre.
Gli uomini sono stanchi, ma il loro capo non lascia tregua ai rematori, ai velatori, a tutti gli equipaggi poichè da molti indizi sente che è pieno di speranze.
Ha visto strani uccelli bianchi volare bassi sulle onde, erbe chiare galleggiare sulle acque profonde e pesci argentei passare a banchi fitti sotto le trasparenze marine, e tutto questo glia ha fatto capire che la terra è vicina.
Finalmente un chiarore si diffonde da oriente e all'orizzonte si profila una maestosa catena di montagne coperte di neve, sorgenti dalle verdi ombre di immense foreste e una distesa di grandi praterie.
Erik esulta e grida:
- Terra! Terra! Uomini, guardate!
Tutto l'equipaggio accorre e agli occhi attoniti di ognuno appare la nuova terra in tutta la sua magnificenza.
Quando approdarono e re Erik mise piede sulla costa, rimirando tutto quel verde splendore, disse:
-Questa è la terra degli dei. La chiameremo Green-Land e qui resteremo finché avremo scoperto cosa ospiti.
Detto questo, furono scaricate le tende e le vettovaglie e gli uomini si accamparono.
Dopo di che una pattuglia capeggiata dal re si avventurò verso l'interno per esplorare la nuova terra.
Mandrie immense di animali simili a renne o alci, ma mai visti prima i quali, non avendo mai conosciuto l'uomo, guardavano quei nuovi esseri con grandi occhi mansueti.
E ancor di più fu lo stupore quando la pattuglia ritornò all'accampamento, dietro ad Erik veniva un nugolo di quadrupedi curiosi e vivaci.
Erik ordinò che si catturassero alcuni maschi, quelli più grossi, per la carne, ma che si rispettassero invece, femmine e cuccioli, e così fu fatto. ********