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Sulla vita ed il suo mistero

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1
Constantin
Constantin
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Sulla vita ed il suo mistero.


L'evoluzione non ha scopo.
L'idea stessa di scopo è mediocre, frutto di uno stereotipo comune, che riduce tutto a "merce" da vendere o da comprare: è la logica della piazza del mercato.
L'esistenza è puro gioco, non ha interessi ; è una cosa viva, non è un lavoro. Ma, nonostante questo, spesso, si  pensa sempre e soltanto in  termini economici, si ragiona in funzione del mercato, nel senso che tutto deve avere uno scopo.
Può servire la meditazione? A cosa potrebbe servire se meditassimo sul mistero dell'esistenza?
La gente pensa che la meditazione nasconda in se stessa un fine.
Non è così, non c'è alcun fine.
La meditazione è fine a se stessa; non esiste alcuno scopo al di la di questo.
A che cosa serve l'amore?
L'amore è un fine per qualcos'altro, oppure è fine a se stesso?
Il termine "scopo" implica divisione, divisione tra il mezzo ed il fine.
A cosa servono gli alberi verdi, a cosa serve il canto di un uccello, a cosa serve il sorgere del sole, a cosa serve una notte piena di stelle.
Che scopo ha tutto questo?
Se si potesse ragionare in termini di utilità l'esistenza sarebbe qualcosa di  utilmente abnorme.
E la domanda potrebbe non avere mai fine.
Se dici " X è il fine", sorge la domanda : " E a che serve X ?" .
In questo modo si può andare avanti all'infinito.
Non esiste uno scopo... e meno male ( per questo la vita sembra più bella).
Si racconta che un giorno un giornalista, in vena di facezie, chiese a Pablo Picasso : " A che servono i tuoi quadri?" Ed egli rispose " Perchè non vai in giardino e chiedi ad una rosa a che cosa serve?
Perchè non vai da un uccello che canta e gli chiedi - a che scopo?-
Fai la stessa domanda al sole o alla luna.
Perchè ti preoccupi di me?
Se una rosa può fiorire senza una ragione, perchè io non posso dipingere?
Mi piace dipingere, e questo è tutto."
Ma la nostra mente è mediocre siamo portati sempre a pensare in termini di utilità.
Lo scopo sottintende sempre un qualcosa di utile, lo scopo implica fare questo in cambio di quello. E a causa di questa ossessione sempre tesa a un fine, non si fa mai nulla con totalità, non si può, perchè non interessa fare alcunchè in quanto fine a se stesso. Lo scopo è sempre presente.
Dipingi per vendere i tuoi quadri e guadagnare soldi.
In questo caso il quadro non può avere alcun valore, è impossibile: mentre dipingi non riuscirai a lasciarti andare. Il tuo pensiero costante sarà: "Quanto guadagnerò? Sarà possibile venderlo? Chi potrei contattare? Come posso farmi della buona pubblicita? E nello stesso tempo stai dipingendo...
Il lavoro potrebbe riuscire tecnicamente perfetto, ma non sarà mai arte.
Non sei un artista, tantomeno un creatore.
Il vero artista scompare nella sua arte.
Mentre dipinge, il vero artista, non esiste; si trova in uno stato di dissolvimento, è totalmente assente.
Il dipinto accade di per sè. Non lo sta producendo l'artista; egli non è colui che agisce.
In questo modo prende vita un'opera d'arte.
Se verrà venduto o no quel quadro, è un fatto secondario: non è questo il fine, l'idea non esisteva neppure nella mente del pittore.
Anche il pittore ha bisogno di mangiare e quindi lo venderà, ma è un'altra cosa.
Non era questo lo scopo del quadro: egli non pensava al pane ed al companatico mentre dipingeva.
Se ci pensava non è un pittore, è un commerciante di quadri, un affarista.
C'è una bella differenza fra un tecnico ed un  artista; il tecnico lavora con la prospettiva di uno scopo mentre l'artista non ha un fine, la sua è arte fine a sè stessa.
La vita ed il suo mistero: alla fine sono io ( come uomo) lo scopo dell'intera evoluzione?
Prova a chiederlo ad un pappagallo. Forse pensa di essere lo scopo dell'evoluzione.
Guarda come sono verdi i pappagalli, con il loro becco rosso.
Non sono bellissimi? Guarda che ali splendide, consentono loro di volare, giocare con i raggi del sole, e cantano... di certo pensano di essere lo scopo dell'intera evoluzione.
Restando nel mondo animale guardiamo un simbolo di potenza, guardiamo un leone.
Di certo un leone pensa di essere lo scopo dell'esistenza.
Non pensa assolutamente che sia l'uomo ad esserlo.
Se i leoni avessero una bibbia ci sarebbe  scritto: dio fece il leone a sua immagine e somiglianza.
L'uomo è ben misero di fronte ad un leone, non ha l'energia o la forza di un leone, non possiede l'abilità di un'aquila, che vola altissima e per distanze sconfinate, non ha la bellezza nè il profumo di un fiore.
Che cos' ha l'uomo per pensare di essere lo scopo dell'evoluzione?
Cosa può farlo credere che un dio lo abbia creato tanto speciale?
E' un ragionamento di puro egoismo, è la via dell'ego che pretende di essere lo scopo dell'intera evoluzione.
Si deve arrivare ad abbandonare qualsiasi forna di pensiero egoistico.
Non esiste scopo, nè uomo, nè uccelli, nè animali.
Non esiste scopo, non esiste una meta.
L'esistenza non è orientata verso qualcosa. La vita è pura, non ha scopo. La vita è la vita.
La vita è energia che gode di esistere.
Come un bimbo che salta, balla, strilla e urla... se gli chiedi a che scopo, il bimbo resterà sorpreso per la tua domanda, una domanda così stupida perchè saltare ballare e strillare sono più che sufficienti, cosa altro dovrebbe occorrere?
Ma quando il bimbo diventa grande, cresce, si scorda questa dimensione.
Inizi a fare cose solo se ti pagano, solo se ne hai un riscontro. E così continuerai a farti domande perchè cercherai di star sempre meglio ( crederai di star sempre meglio), domade sul perchè e sullo scopo di fare o meno una cosa : perchè lo faccio? a che scopo?.
Non canti come il bimbo se non c'è un motivo, non balli, non ami, non dipingi, non crei niente di niente, e per quale motivo dovresti farlo se non ne hai un riscontro, se non c'è una ricompensa?
Sembra che i soldi siano il fine. I maledetti soldi.
Maledetti perchè tu te ne andrai e i soldi resteranno.
E quelle banconote, se potessero pensare direbbero: "Noi eravamo lo scopo di quest'uomo. Ora noi siamo qui e lui se n' è andato. Di certo la venuta di quest'uomo serviva per metterci insieme, per quale altro motivo altrimenti?".
No, non esiste affatto uno scopo: comprenderlo implica essere liberi, questa comprensione fa capire il mistero che è nella vita.
L'uomo che vive del tutto privo di scopi, l'uomo che vive come se la sua vita fosse una bella passeggiata al parco il mattino presto, senza una meta, quell'uomo ha capito il mistero della vita.
Completamente.

2
Arwen
Arwen
Viandante Storico
Viandante Storico
La vita ed il suo mistero: alla fine sono io ( come uomo) lo scopo dell'intera evoluzione?
Prova a chiederlo ad un pappagallo. Forse pensa di essere lo scopo dell'evoluzione.
Guarda come sono verdi i pappagalli, con il loro becco rosso.
Non sono bellissimi? Guarda che ali splendide, consentono loro di volare, giocare con i raggi del sole, e cantano... di certo pensano di essere lo scopo dell'intera evoluzione.
Restando nel mondo animale guardiamo un simbolo di potenza, guardiamo un leone.
Di certo un leone pensa di essere lo scopo dell'esistenza.
Non pensa assolutamente che sia l'uomo ad esserlo.
Se i leoni avessero una bibbia ci sarebbe  scritto: dio fece il leone a sua immagine e somiglianza.


L'uomo è ben misero di fronte ad un leone, non ha l'energia o la forza di un leone, non possiede l'abilità di un'aquila, che vola altissima e per distanze sconfinate, non ha la bellezza nè il profumo di un fiore.
Che cos' ha l'uomo per pensare di essere lo scopo dell'evoluzione?
Cosa può farlo credere che un dio lo abbia creato tanto speciale?
E' un ragionamento di puro egoismo, è la via dell'ego che pretende di essere lo scopo dell'intera evoluzione.
Si deve arrivare ad abbandonare qualsiasi forna di pensiero egoistico.
Non esiste scopo, nè uomo, nè uccelli, nè animali.
Non esiste scopo, non esiste una meta.
L'esistenza non è orientata verso qualcosa. La vita è pura, non ha scopo. La vita è la vita.
La vita è energia che gode di esistere.

Non credo che noi( l'uomo per intenderci) siamo lo scopo dell'intera evoluzione ma siamo solo "un granello dell'Universo", una delle tante delle forme viventi che si sono susseguite sin dall'origine della vita.
Probabilmente quella più evoluta rispetto ad altre, in un "breve lasso di tempo" rispetto ai dinosauri per fare un esempio, che è niente se paragonato ai milioni di anni del nostro pianeta.
Non credo che gli animali, pur avendo un cervello, ragionino come gli umani probabilmente le domande che ti stai ponendo tu, un leone manco se le fa, la sua priorità è la sopravvivenza, quindi procurarsi cibo e riprodursi per perpetrare la specie.
Anche l'uomo è soggetto a leggi di Natura per cui "obbedisce" per istinto a queste leggi, quale la sopravvivenza, quindi soddisfazione di una serie di bisogni primari e secondari dal momento che siamo la specie più evoluta mentalmente anche in termini di pensiero e ragionamento, linguaggio ecc.
La specie dominante, rispetto ad altri del regno animale.
Quindi a mio parere noi siamo solo un anello di una catena,  non lo scopo dell'esistenza, il perchè, lo scopo dell'esistenza dell'Universo credo non lo sappia nessuno, sappiamo che è soggetto a leggi di fisica quantistica,  però possiamo dare uno scopo alla nostra esistenza, che secondo me significa dargli un senso e non limitarci a semplice sopravvivenza.

Secondo la filosofia dello yoga, la meta è la morte,cioè lo scopo finale... si nasce e si muore il ciclo dell'esistenza e le rinascite...fino alla liberazione definitiva e unione con il Dio, con l'Energia Universale.
Ecco mi piace la tua frase finale: la vita è energia.

3
Constantin
Constantin
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Certo Arw, se hai letto con attenzione, anche io non considero assolutamente l'uomo "lo scopo dell'intera evoluzione". Come potrei?
Non siamo esseri privilegiati. Assolutamente. Se Dio esistesse, saremo per lui solo delle marionette. Lontanissimi della sua natura, dalla sua essenza.
Nente di più.
Per me l'uomo puro è nell'assenza dello scopo, è questo il fine ed il mistero (della vita) che viene svelato.
E' in effetti una filosofia di vita.
Se c'è un disegno, come io credo, si tratta di un disegno di fluida energia.
Ci viene dai 4 elementali.
E' la legge di tutte le cose.

4
Arwen
Arwen
Viandante Storico
Viandante Storico
Constantin ti ho letto inizio a sorridere, non è una critica, ho solo preso una parte del tuo discorso che trovo interessante per potermi agganciare e dire come la penso io, credo che almeno parzialmente concordiamo. sorriso

Non capisco invece cosa vuol dire "uomo puro" è nell'assenza dello scopo.
Se per scopo intendi una meta finale individuale da raggiungere quella secondo me è la morte, cioè il ciclo di vita che inizia con la nascita e termina con la morte.

Lo scopo dell'esistenza umana in generale c'è, secondo la fisica quantistica noi (esseri umani) siamo un mucchio di particelle che seguono leggi quantistiche, il cui scopo é  procreare, per la perennità/sopravvivenza del genere e contribuire alla "perennità/sopravvivenza" della "Vita"  (nel senso di "Natura vivente in generale".

Scopo della vita (dell'uomo come per ogni essere vivente) é  la "perennità", o, meglio la sopravvivenza del "genere" (uomini, merluzzi, vegetali, licheni, zanzare, amebe, leoni....).
Più in generale per  "la vita" é il  suo mantenersi, questo per quanto riguarda in generale lo scopo assoluto della vita.


Il singolo individuo invece è individuale diverso per l'uomo o per esempio il lievito. Il lievito deve solo moltiplicarsi,l'uomo, in virtù del suo cervello, ha una piramide di bisogni da soddisfare. Il lievito ha solo (pensiamo) il primo livello (riprodursi) l'uomo invece una piramide di bisogni fondamentali  necessari per rispondere alla "legge di natura" cioè mangiare bere etc...per procreare).
L'uomo (per soddisfare alla "scopo generale dell'esistenza") deve essere "sociale", quindi sviluppare attività legate alla vita sociale e relazionale, ne deriva che ogni uomo si fa una ragione/scopo/finalità tutta sua.

Quello che tu chiami energia è la spinta vitale che ci porta a vivere e perpetrarci secondo quella che possiamo definire legge di Natura.

5
Constantin
Constantin
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Ti posto solo questa frase che ho scritto e che definisce lo scopo :
Non esiste scopo, non esiste una meta.
L'esistenza non è orientata verso qualcosa. La vita è pura, non ha scopo. La vita è la vita.
La vita è energia che gode di esistere.

E' un modo di interpretare l'esistenza.
Nella meditazione cerco una mia spiritualità.
E' la maniera più idonea per allontanarmi dalla materia e cercare quel super-io che è dentro di noi.
Solo questo.
Poi, come ti ho detto, credo negli elementi cosmici.
Credo che in ognuno di noi ci sia una parte di universalità.
Ogni cosa ha un suo perchè, viene da sola, senza scopo alcuno.

6
Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
L'ipotesi è affascinante, e condotta con molto garbo, per giunta. Bravi!

Resta solo un dubbio, facile a riscontrare nella vita organica, ma chissà se in una scala per noi
incomprensibile non interessi l'intero universo?.

Il dubbio è questo. Se lo scopo non esiste e non c'è un fine, perché la vita, da due miliardi di anni ad oggi ha seguito un continuo progresso monotòno? dal più semplice al più complesso, e non è mai tornata indietro nella sua linea generale, anche se con innumerevoli locali ripensamenti?

7
Constantin
Constantin
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
... vedi Lucio, è che noi ci soffermiamo troppo e sempre sull'uomo. Voglio dire che ogni cosa che pensiamo viene rapportata all'uomo.
Non penso sia un giusto punto di partenza.
Immagino... (credo) che l'incipit sia qualcosa di estremamente diverso dal progredire in un mono-tòno irreversibile.
L'universo è davvero iniziato?
La teoria dell'immane esplosione primordiale è esatta?
Verrebbe spontaneo rispondere che è  si . La nostra mente ha bisogno di un inizio, uno sviluppo e una fine come affermazioni del fatto che noi stiamo esistendo.
Ogni livello di intensità viene accettato come un fatto.
Ma se si parte dal presupposto che invece niente inizia e niente finisce, la conseguenza è che la nascita non è un evento chiaro e ben definito, ma solo uno specifico tipo di intensità (tensione evolutiva), così come lo sono: maturità e morte.
Si viene a scoprire (quasi con certezza) che l'universo potrebbe non essere mai iniziato in quanto già esisteva, non finirà mai, ma che è passato, sta passando e passerà, attraverso infinite fluttuazioni di intensità.
L'universo stesso è il carro di ogni intensità.
Se noi ci salissimo a bordo potremmo viaggiare attraverso cambiamenti senza fine.
Perchè tutto già arriva.
Ogni cosa esiste con un proprio disegno nelle infinite equazioni.
In questa visione non può esistere uno scopo e una definizione.
Solo l'accettazione di un dato di fatto.

8
Arwen
Arwen
Viandante Storico
Viandante Storico

Constantin ha scritto:Ti posto solo questa frase che ho scritto e che definisce lo scopo :
Non esiste scopo, non esiste una meta.
L'esistenza non è orientata verso qualcosa. La vita è pura, non ha scopo. La vita è la vita.
La vita è energia che gode di esistere.

E' un modo di interpretare l'esistenza.
Nella meditazione cerco una mia spiritualità.
E' la maniera più idonea per allontanarmi dalla materia e cercare quel super-io che è dentro di noi.
Solo questo.
Poi, come ti ho detto, credo negli elementi cosmici.
Credo che in ognuno di noi ci sia una parte di universalità.
Ogni cosa ha un suo perchè, viene da sola, senza scopo alcuno.
La vita è la vita, su questa frase sono pienamente d'accordo, che goda mi sembra poco probabile, come può godere se il godimento, il piacere è legato alla condizione di essere umano?
Anche se guardiano al conteso generale e universale di energia noi consideriamo la vita secondo i nostro ragionamento di condizione umana e le nostre conoscenze attuali.

9
Arwen
Arwen
Viandante Storico
Viandante Storico

Lucio Musto ha scritto:L'ipotesi è affascinante, e condotta con molto garbo, per giunta.   Bravi!

Resta solo un dubbio, facile a riscontrare nella vita organica, ma chissà se in una scala per noi
incomprensibile non interessi l'intero universo?.

Il dubbio è questo.   Se lo scopo non esiste e non c'è un fine, perché la vita, da due miliardi di anni ad oggi ha seguito un continuo progresso monotòno? dal più semplice al più complesso, e non è mai tornata indietro nella sua linea generale, anche se con innumerevoli locali ripensamenti?
Ci sono domande che ancora non trovano risposte, almeno dalla scienza.

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Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem

Arwen ha scritto:
Lucio Musto ha scritto:L'ipotesi è affascinante, e condotta con molto garbo, per giunta.   Bravi!

Resta solo un dubbio, facile a riscontrare nella vita organica, ma chissà se in una scala per noi
incomprensibile non interessi l'intero universo?.

Il dubbio è questo.   Se lo scopo non esiste e non c'è un fine, perché la vita, da due miliardi di anni ad oggi ha seguito un continuo progresso monotòno? dal più semplice al più complesso, e non è mai tornata indietro nella sua linea generale, anche se con innumerevoli locali ripensamenti?
Ci sono domande che ancora non trovano risposte, almeno dalla scienza.

Già, ed è appunto per questo che gli scienziati (o i pragmatici o altri gruppi di simili sapienti) quando parlano seriamente non danno risposte definitive, ma si mantengono sul dubitativo.

11
Arwen
Arwen
Viandante Storico
Viandante Storico
Infatti si può essere certi solo di ciò che è dimostrabile.

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Constantin
Constantin
Viandante Ad Honorem
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Arwen trovo strano che tu dica così.
Tu che pratichi yoga e meditazione trascendentale.
L'indimostrabile è palese esistenza. Esiste.
Comunque, l'indimostrabile diviene dimostrabile. (Ma non è certezza, non ha niente a che farci).
L'indimostrabile è ciò che può intendersi in una duplice accezione: Ostensiva - che mostra l'esistenza dell'indimostrabile così ponendo ed esibendo un problema .
Transitiva - che dimostra la transitorietà ( e quindi la natura contingente ) di ogni indimostrabilità che è relativa e circoscritta al sistema ( o problema) di cui l'oggetto indimostrabile fa parte.
Può essere superata, consentendo la dimostrazione dell'oggetto indimostrabile, ampliando il linguaggio e gli strumenti del sistema cui si fa riferimento.
Se superato l'indimostrabile intercettato nel sistema, mediante l'ampliamento del medesimo sistema, avremo un nuovo indimostrabile che a sua volta potrà essere dimostrato, e questo grazie ad un ulteriore ampliamento del sistema ( di valutazione) ... e via così.
Il sistema si trasformerà ogni volta sino a che ogni cosa diverrà inevitabilmente dimostrabile.
Da qui la permanente provvisorietà (ossimoro veritatis) dell'indimostrabile: l'indimostrabilità non termina mai, ma ogni oggetto che ne risulti affetto può essere dimostrato.

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Arwen
Arwen
Viandante Storico
Viandante Storico
Perdonami Constantin ma sono ignorante in materia quindi non capisco cosa intendi con il tuo discorso e quando dici che  "l'indimostrabile diventa dimostrabile", a cosa ti riferisci in particolare, forse se mi fai degli esempi potrei comprendere. sorriso

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Constantin
Constantin
Viandante Ad Honorem
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Arwen ha scritto:Perdonami Constantin ma sono ignorante in materia quindi non capisco cosa intendi con il tuo discorso e quando dici che  "l'indimostrabile diventa dimostrabile", a cosa ti riferisci in particolare, forse se mi fai degli esempi potrei comprendere. sorriso

Perdonami tu Arw, stavo parlando in termini "esoterici" e comunque non è indispensabile che qualcuno mi capisca.
Alle volte non mi capisco nemmeno io. sorriso

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Arwen
Arwen
Viandante Storico
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inizio a sorridere vabbè allora se non ti capisci manco tu...però io avevo piacere a capirti inizio a sorridere

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