Frederic Leighton: “Il giardino delle Esperidi”, 1892, National Museums Liverpool
Di questo pittore e scultore inglese della corrente artistica preraffaellita ne ho già parlato in un altro topic dove ho presentato due suoi noti dipinti: “Actea, la ninfa sulla spiaggia” e “Il pescatore e la sirena”.
Le Esperidi erano ninfe d’incerta genealogia ed incerto è pure il loro numero.
I nomi delle Esperidi principali sono: Egle, Aretusa, Esperetusa (o Esperia) ed Eritea. Esse vivevano nell'estremo Occidente del mondo, e lì possedevano un meraviglioso giardino con un prezioso albero che dava mele d'oro, dono di Gea (la Terra) per le nozze di Zeus con Era (Giunone). I pomi aurei simboleggiano la fecondità e l’amore.
Per non farli cogliere dalle Esperidi dall’amabile canto, Era ordinò al serpente Ladone dalle cento teste di vigilare, stando costantemente arrotolato attorno al tronco dell'albero.
La leggenda delle Esperidi è descritta per la prima volta da Esiodo nella sua “Teogonia”.
Le figurazioni più antiche delle Esperidi giunte fino a noi sono sui vasi attici a figure rosse del V secolo a.C..
Le mele d'oro e il serpente Ladone sono gli attributi distintivi delle Esperidi, figurate come graziose fanciulle che il più delle volte compaiono in numero di tre. Rappresentate generalmente vestite, a differenza delle tre Grazie.