AA
Stamattina mi sono svegliato, un po’ più tardi del solito, con la certezza in testa di essere un ubriacone… pardon!, scusate, non si dice! Ora si chiamano AA, alcolisti anonimi, quelli che si ubriacano alla sera.
Se poi in auto si fanno beccare dalla stradale e perdono punti come fessi, li chiamano pure interisti, ma non so perché.
Comunque io ieri sera qualche goccio di troppo l’ho bevuto davvero e mi sono svegliato con questa fissa.
L’ho detto a Paola e lei subito mi ha consigliato di andare alla locale sede dell’AA.
Chissà per quale caso strano, lei ricordava pure a mente l’indirizzo, e me l’ha dato.
Nel pomeriggio sono andato.
L’elegante palazzina neoclassica, come si usava nel fascismo, accuratamente ristrutturata e circondata dal curatissimo giardinetto all’italiana, non ha proprio nulla di Anonimo, anzi sembra messa lì, fra le altre villette più dimesse, giusto per farsi notare, ma forse quelli dentro Anonimi lo sono davvero.
Infatti nessuno chiede il mio nome e non vengo presentato ai quindici o più presenti nel salotto.
Metà uomini, metà donne, tutti eleganti e signorili, compassati e… sobri. Gente coi soldi, mi dico, e senza problemi. Ma mi sbaglio.
Ognuno racconta i fatti suoi, senza vergogna e dicendo ogni cosa. Anche quelle cose che non si dicono, non so se mi spiego.
E tutti hanno motivi gravissimi per essere Alcolisti Anonimi incalliti e recidivi!... Traumi infantili, violenze subite e fatte, incredibili delusioni d’amore, epici fallimenti e perdite di somme immense al gioco…
Dopo un’ora di chiacchiere mi sono convinto che questi signori le loro storie se le inventano, e giocano fra loro a chi le spara più grosse ed incredibili.
Io bevo si, e mi ubriaco. Ma mica dico tante balle come quelli! Bevo, perché mi piace, bevo di più quando Paola fa la stronza e mi fa arrabbiare che non vuol fare all’amore perché bevendo mi calmo prima, ed anche perché mi sembra una specie di sfogo… ma poi basta!
Questi qui fanno una tragedia per ogni bottiglia!...
Me ne vado, và, e torno a bere.
Così quando torno a casa bello pieno, dico a Paola che da quegli amichetti suoi ci sono pure andato, ma mi hanno fatto un po’ schifo ed ho preferito per compagno il mio solito fedele bicchiere dell’osteria.
Così, per una volta siamo pari: lo stronzo lo fo io, e chi s’incazza è lei!
Lucio Musto 23 giugno 2005 parole 396
Stamattina mi sono svegliato, un po’ più tardi del solito, con la certezza in testa di essere un ubriacone… pardon!, scusate, non si dice! Ora si chiamano AA, alcolisti anonimi, quelli che si ubriacano alla sera.
Se poi in auto si fanno beccare dalla stradale e perdono punti come fessi, li chiamano pure interisti, ma non so perché.
Comunque io ieri sera qualche goccio di troppo l’ho bevuto davvero e mi sono svegliato con questa fissa.
L’ho detto a Paola e lei subito mi ha consigliato di andare alla locale sede dell’AA.
Chissà per quale caso strano, lei ricordava pure a mente l’indirizzo, e me l’ha dato.
Nel pomeriggio sono andato.
L’elegante palazzina neoclassica, come si usava nel fascismo, accuratamente ristrutturata e circondata dal curatissimo giardinetto all’italiana, non ha proprio nulla di Anonimo, anzi sembra messa lì, fra le altre villette più dimesse, giusto per farsi notare, ma forse quelli dentro Anonimi lo sono davvero.
Infatti nessuno chiede il mio nome e non vengo presentato ai quindici o più presenti nel salotto.
Metà uomini, metà donne, tutti eleganti e signorili, compassati e… sobri. Gente coi soldi, mi dico, e senza problemi. Ma mi sbaglio.
Ognuno racconta i fatti suoi, senza vergogna e dicendo ogni cosa. Anche quelle cose che non si dicono, non so se mi spiego.
E tutti hanno motivi gravissimi per essere Alcolisti Anonimi incalliti e recidivi!... Traumi infantili, violenze subite e fatte, incredibili delusioni d’amore, epici fallimenti e perdite di somme immense al gioco…
Dopo un’ora di chiacchiere mi sono convinto che questi signori le loro storie se le inventano, e giocano fra loro a chi le spara più grosse ed incredibili.
Io bevo si, e mi ubriaco. Ma mica dico tante balle come quelli! Bevo, perché mi piace, bevo di più quando Paola fa la stronza e mi fa arrabbiare che non vuol fare all’amore perché bevendo mi calmo prima, ed anche perché mi sembra una specie di sfogo… ma poi basta!
Questi qui fanno una tragedia per ogni bottiglia!...
Me ne vado, và, e torno a bere.
Così quando torno a casa bello pieno, dico a Paola che da quegli amichetti suoi ci sono pure andato, ma mi hanno fatto un po’ schifo ed ho preferito per compagno il mio solito fedele bicchiere dell’osteria.
Così, per una volta siamo pari: lo stronzo lo fo io, e chi s’incazza è lei!
Lucio Musto 23 giugno 2005 parole 396