E' già la seconda volta - che al momento in cui scrivo corrisponde alla metà delle discussioni che ho aperto - che (ab)uso (di) un titolo nietzschiano. Ma tranquilli, non sono qui per tener banco su un noioso ciarlatano!
Piuttosto vorrei sottoporvi qualche considerazione, partendo (toh!) dalla mia esperienza.
Se mi chiedessero se volessi incontrare qualcuno su questo pianeta, o anche un cd. "personaggio storico", sarei abbastanza indeciso. Indeciso e grossomodo indifferente. Non avrei una preferenza e nemmeno una più o meno ampia cerchia di preferenze.
Questo non significa che non provi particolare stima per qualcuno. Stimo innanzitutto mio padre, ma anche qualche personaggio pubblico, vivo e morto. Credo che molti uomini (e qualche donna) abbiano avuto delle vite straordinarie e delle personalità eccezionali.
Di recente ho avuto la fortuna di incontrare uno dei pochi personaggi pubblici italiani che oggigiorno sono degni della loro notorietà, e in tale sede mi sono fatto autografare tre dei suoi libri. Nessuno era per me. E sebbene anche l'incontro reale non abbia affatto smentito che grande persona e affabile retore egli sia, l'emozione dell'incontro c'era, ma è stata relativa (per inciso, non era un incontro faccia a faccia: lì l'emozione ci sarebbe verosimilmente stata se non altro per l'imbarazzo). Conosco almeno una persona che avrebbe invece dato di matto al posto mio (una delle tre che ha ricevuto l'autografo).
Qual è la questione?
Che impazienza, è presto detto!
I grandi che hanno fatto la storia, in tutti i campi del sapere e dell'agire, sono dei modelli di riferimento per molti. E ispirarsi ai migliori (senza nulla togliere agli altri) non penso sia spregevole.
Per quanto mi riguarda non credo di aver mai avuto un idolo. Ogni essere umano, per quanto stimabile, per me rimane tale, frenando necessariamente sul nascere ogni credenza (ma per quel che mi concerne sarebbe meglio direi "illusione") di una qualche forma di superiorità o trascendenza. Per castrare ancora Nietzsche, per me ogni uomo è umano, troppo umano per poter essere un superuomo.
L'adorazione di un idolo non fa per me. Di modelli di riferimento ne posso avere; di eroi non penso; di divintà assolutamente no.
Prima di diventare il vostro idolo (anagramma di "l'odio" (ma anche, badiate bene, di "òdilo")), vorrei sapere da voi se potete dire altrettanto o se invece avete qualcuno che stimate molto più degli altri, che portate in palmo di mano, che dareste un braccio pur d'incontrare.
Piuttosto vorrei sottoporvi qualche considerazione, partendo (toh!) dalla mia esperienza.
Se mi chiedessero se volessi incontrare qualcuno su questo pianeta, o anche un cd. "personaggio storico", sarei abbastanza indeciso. Indeciso e grossomodo indifferente. Non avrei una preferenza e nemmeno una più o meno ampia cerchia di preferenze.
Questo non significa che non provi particolare stima per qualcuno. Stimo innanzitutto mio padre, ma anche qualche personaggio pubblico, vivo e morto. Credo che molti uomini (e qualche donna) abbiano avuto delle vite straordinarie e delle personalità eccezionali.
Di recente ho avuto la fortuna di incontrare uno dei pochi personaggi pubblici italiani che oggigiorno sono degni della loro notorietà, e in tale sede mi sono fatto autografare tre dei suoi libri. Nessuno era per me. E sebbene anche l'incontro reale non abbia affatto smentito che grande persona e affabile retore egli sia, l'emozione dell'incontro c'era, ma è stata relativa (per inciso, non era un incontro faccia a faccia: lì l'emozione ci sarebbe verosimilmente stata se non altro per l'imbarazzo). Conosco almeno una persona che avrebbe invece dato di matto al posto mio (una delle tre che ha ricevuto l'autografo).
Qual è la questione?
Che impazienza, è presto detto!
I grandi che hanno fatto la storia, in tutti i campi del sapere e dell'agire, sono dei modelli di riferimento per molti. E ispirarsi ai migliori (senza nulla togliere agli altri) non penso sia spregevole.
Per quanto mi riguarda non credo di aver mai avuto un idolo. Ogni essere umano, per quanto stimabile, per me rimane tale, frenando necessariamente sul nascere ogni credenza (ma per quel che mi concerne sarebbe meglio direi "illusione") di una qualche forma di superiorità o trascendenza. Per castrare ancora Nietzsche, per me ogni uomo è umano, troppo umano per poter essere un superuomo.
L'adorazione di un idolo non fa per me. Di modelli di riferimento ne posso avere; di eroi non penso; di divintà assolutamente no.
Prima di diventare il vostro idolo (anagramma di "l'odio" (ma anche, badiate bene, di "òdilo")), vorrei sapere da voi se potete dire altrettanto o se invece avete qualcuno che stimate molto più degli altri, che portate in palmo di mano, che dareste un braccio pur d'incontrare.