L’8 settembre scorso il Parlamento Europeo, dopo due anni di dibattito e un’infinità di correzioni, ha purtroppo votato il testo della nuova Direttiva Europea n. 63/2010 in materia di sperimentazione animale che andrà a modificare l’attuale Direttiva Europea n.609/86. Tutte le iniziative portate avanti dall’OIPA e da molte altre associazioni animaliste nel corso degli ultimi anni non hanno impedito alla potentissima lobby vivisettoria di indirizzare le scelte politiche per ottenere maggiore libertà e minori restrizioni nel ricorso al modello animale.
Nonostante infatti nei 24 anni intercorsi tra la precedente Direttiva e quella attuale siano cambiate molte cose sia dal punto di vista dell’opinione pubblica, sia in campo scientifico grazie ai progressi dei metodi alternativi alla vivisezione, il nuovo testo ha completamente disatteso le aspettative dei cittadini europei che in un sondaggio si erano espressi contro la sperimentazione sugli animali ed in favore di una loro maggiore difesa. La prima versione del testo proposto dalla Commissione europea nel novembre 2008 conteneva elementi innovativi e migliorativi rispetto al vigente, ma nel corso dei mesi è stato modificato e corretto, trasformandosi in una proposta notevolmente peggiorativa in ottica di tutela e benessere degli animali da laboratorio. Quella emanata a Strasburgo è di fatto una legge a misura di vivisettore che non pone nuovi limiti rilevanti e indebolisce quelli preesistenti.
Del tutto accantonati i metodi sostitutivi, via libera all'uso di animali in via di estinzione, alla cattura di scimmie allo stato selvatico, alla possibilità di effettuare in deroga procedure che comportano alti e prolungati livelli di dolore, all'uso di cani e gatti randagi (in Italia è comunque vietato dalla Legge 281/91 sul randagismo), all'utilizzo delle cavie per più esperimenti, nonché grande libertà nella creazione di animali transgenici. Passi avanti? Solo formali e ricchi di scappatoie, come l’obbligo di chiedere autorizzazione per eseguire esperimenti in cui la sofferenza risulta moderata, salvo poi stabilire che il vivisettore che non riceverà risposta entro 40 giorni potrà comunque procedere, o il divieto dell’utilizzo di scimmie antropomorfe, tranne che in casi particolari stabiliti a discrezione del ricercatore.
A partire dal 9 novembre 2010 gli Stati Membri dell’Unione Europea avranno due anni di tempo per recepire la nuova Direttiva e trasformarla in Decreto legislativo, di conseguenza è ancora possibile lottare per cambiare la sorte di migliaia di animali e sensibilizzare l’opinione pubblica. Il recepimento nazionale deve rappresentare la base su cui costruire un profondo cambiamento dello scenario nazionale e internazionale della ricerca scientifica e del riconoscimento della vita umana e animale che deve tenere conto degli enormi progressi scientifici raggiunti e della crescente presa di coscienza dell’opinione pubblica su questa tematica.
Per evidenti ragioni economico-politiche e culturali non è al momento possibile proporre un’abolizione totale della vivisezione, tuttavia il percorso per raggiungere questo importante obiettivo passa anche attraverso la proposta di modifiche che renderebbero la Direttiva Europea migliore, sia da un punto di vista della ricerca in senso lato, sia dal punto di vista del benessere degli animali.
A questo scopo l’OIPA lancia una petizione affinché il Parlamento Italiano inasprisca le norme che regolano gli esperimenti, non concedendo deroghe che di fatto rendono nulli i provvedimenti restrittivi.
In particolare verrà chiesto che non ci siano deroghe al:
divieto di utilizzare animali per scopi didattici;
divieto di utilizzo di animali prelevati allo stato selvatico e di animali randagi (quest’ultimo già previsto dall’attuale normativa italiana);
divieto di utilizzare animali in via di estinzione a fini sperimentali;
divieto di riutilizzo dello stesso animale per fini sperimentali;
divieto di utilizzare animali per la ricerca finalizzata alla conservazione della specie.
E che ci sia invece un obbligo all’utilizzo dell’anestesia locale per tutte le procedure sperimentali e che vengano incentivati economicamente e imposti per legge i metodi scientifici sostitutivi che non implichino l’utilizzo di animali.
Verrà inoltre chiesto che le maggiori associazioni animaliste, al momento non menzionate nella Direttiva, siano rappresentate e coinvolte nelle ispezioni ai laboratori di ricerca, nelle commissioni per la valutazione etica al fine di concedere le autorizzazioni a svolgere i progetti di sperimentazione animale, nell’organismo permanente di esame etico e nel comitato nazionale per l’etica e il benessere degli animali.
La petizione proposta dall’OIPA è solo l’atto materiale di quello che dovrebbe essere intrinseco in ogni essere senziente, la consapevolezza di non essere l’unico con il diritto di esistere e che la propria esistenza non può essere considerata migliore o più importante di quella di un’altra specie. L’uomo nel corso della sua vita si è arrogato il diritto di dominare e usufruire a proprio piacimento degli altri animali che popolano questo nostro pianeta, dimenticandosi che in principio siamo nati tutti uguali pur nelle differenze proprie di ogni specie: è ora di ricordarselo!
Firma la petizione on line alla pagina http://www.oipaitalia.com/public/vivisezione/petizione.php
Info sulla nuova campagna OIPA contro la vivisezione alla pagina http://www.oipaitalia.com/vivisezione/modificalegge.html