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Del piacere dello spettatore

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Mago_Merlino
Mago_Merlino
Viandante Residente
Viandante Residente
Il piacere estetico è strano.
Singolare perché, spiega Kant e molti dopo di lui, è disinteressato.
Cioè, alla fine, è un piacere che non piace.
Ma se non è un piacere, che piacere è?
La soluzione sta proprio in questo: il gusto implicato nell'esperienza estetica non è riferito a qualcosa che si mangi.
Al contrario, mangiarsi qualcosa o qualcuno, sia pure con gli occhi, è segno infallibile di interesse.
Lo spettatore guarda il quadro e ne gode senza mangiarlo, senza nutrirsene.
Ora, come funziona questo piacere? come nasce un piacere senza appagamento? come si mantiene? com'è che lo condividiamo?
L'uomo ha iniziato presto a godere nel dipingere, ed altri a godere nel guardare il suoi lavori.
Perchè? cosa piace?

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Gèca
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Viandante Storico
Viandante Storico
Mago_Merlino ha scritto:Lo spettatore guarda il quadro e ne gode senza mangiarlo, senza nutrirsene.

Non mi sento d'accordo con quest'affermazione.
Non è un nutrimento di cui, prima di avvertirlo, sentivi la mancanza.
In questo senso non è qualcosa che sostenta avendo un peso e comportando determinate scelte consapevoli.

Ad esempio puoi non aver mai la voglia di andare in giro per musei,
ma può accadere che, camminando per Roma, qualcosa ti attragga, anche qualcosa di molto poco monumentale o "sfacciato" come la bellezza di una basilica, la maestosità del Colosseo ... in questo caso ciò che prima non avvertivi proprio come necessario per te, può risolversi in una scoperta e nel desiderio di vivere ancora quell'esperienza.

Ora, come funziona questo piacere? come nasce un piacere senza appagamento?

Per me è sempre stato un piacere appagante, soprattutto per l'inaspettato che porta con sè;
l'arte ha la capacità di farci scoprire cose di noi che avevamo sul fondo, su cui non avevamo ragionato;
ed il fatto che questa interazione si affini e ci affini col tempo
per me vale molto moltissimo.

come si mantiene?


In maniera naturale e soggettiva.

com'è che lo condividiamo?

Parlandone con semplicità e senza cercare di voler convincere l'altro della nostra sensazione,
ma trovando il modo di accomunare le nostre e quelle altrui.

L'uomo ha iniziato presto a godere nel dipingere, ed altri a godere nel guardare il suoi lavori.

La pittura è comunicazione,
l'arte è comunicazione.
Nelle grotte di Lascaux è dipinta la storia di chi solo così raccontava la propria giornata;
sui vasi greci torna la vita dell'uomo, gli dei, il mito;

non vi era all'inizio, suppongo, il piacere di dipingere, ma la necessità di raccontare;

Perchè? cosa piace?

Il fatto che la pittura e la storia dell'uomo siano inscindibili,
così come i piccoli oggetti manifatturieri;
piace ritrovarsi nei disegni di un altro
e sorprendersi del fatto che abbia capito qualcosa di noi che non sapevamo raccontare.

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Jester
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Viandante Storico
Viandante Storico
A me piace molto la visione di Schopenhauer...il contemplante e il contemplato formano un tutt'uno armonioso...non consideriamo piú nelle cose il dove, il quando, la causa, e lo scopo, ma unicamente e soltanto che cosa sono... lasciamo che l'intera nostra coscienza si riempia della serena contemplazione dell'oggetto naturale che ci sta davanti e ci perdiamo totalmente in questo oggetto, dimenticando la nostra individualità e diventando puri soggetti di conoscenza liberi dalla volontà, dal dolore, dal tempo, dal condizionamento degli altri.

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