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La mia India

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1
marimba
marimba
Direttore del Corriere della Pera
Direttore del Corriere della Pera
La mia India è fatta di colori.
I colori gialli e rossi dei pappagallini sul tetto del tempio dorato di Amritsar,
il colore viola delle sottanone dei guardiani del tempio, con quelle
lunghe barbe bianche e le lance, il colore dorato delle guglie dei
templi, e quello arancione dei tramonti sul Gange.


La mia India è fatta di odori.
Da quello del dolce del sandalo a quello acre dell'incenso, a quello disgustoso dei morti bruciati a Benares.
L'odore delle spezie, del charas, del chapati ancora caldo, della pioggia che non smette mai. E quello di ferro acido dei treni,
mescolato all'odore dell'uomo e di quanto lo circonda...


La mia India è fatta di sapori.

Quello del curry, dello zenzero, della canna da zucchero masticata, del
riso scotto e scondito, delle salsine pestifere e rivitalizzanti. Il
sapore fresco del lime, quello gelido del lassi, quello rovente del ciai.


La mia India è fatta di suoni e di rumori.

Da quello degli alberi squassati dai monsoni a quello delle musiche e
delle nenie che provengono di notte dai templi, dalle campanelle agli
incitamenti dei guidatori degli autobus, al cicaleccio degli asili di
campagna agli insopportabili clacson di Bombay. Le voci dei mercati, il ronzio dei ventilatori, il sibilo del vapore. Il silenzio della mente.


La mia India è fatta di caldo.
Di quel caldo insopportabile come una morsa, avvolgente, opprimente,
appiccicoso, asfissiante. Che si fa amare solo alla sera, quando si
puo' tirare tardi a chiacchierare su di una veranda, bevendo te' e
fumando bidi, o dormire su di un charpai all'aperto sotto le stelle.

Ma soprattutto è fatta di volti.
Tristi, allegri, senza denti, vaiolosi, scostanti, ingenui.Volti di
persone appiccicose, avide, generose, infantili, ciniche, rassegnate.
Di occhi stupiti di bambini, di occhiate invidiosi di adulti, di
sguardi liquidi di sadu e di miti e amichevoli espressioni di vecchi.


Che altro?
Di sofferenza, di fatica, di estasi, di sollievo, di notti gelate nel
deserto, di caldi risvegli sotto la condanna dell'alba, di paura, di
stupore... Di corse pazzesche negli scooter di Delhi
, di lunghi tragitti sul tetto degli autobus,
di folle fitte e colorate, di elefanti in mezzo alla strada. di perdita del senso della realtà, di
calma, di dialogo con se stessi, di desiderio di restare e di paura di farlo.

E di terribile struggente nostalgia.

2
NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Stupendo.
Ho sempre desiderato andarci.
Non sai quanto.
Ma da turista che scopre, non che ruba....

.... qualche immagine nella bisaccia c'è? imbarazzo

3
Bumble-bee
Bumble-bee
Viandante Storico
Viandante Storico
Pur non essendo mai stato in India, condivido con marimba queste poche cose dato che più volte mi capita di avere a che fare con equipaggi composti da indiani e pakistani :

La mia India è fatta di odori.
L'odore delle spezie, del chapati ancora caldo...

La mia India è fatta di odori.
Quello del curry, dello zenzero... del riso scotto e scondito, delle salsine pestifere e rivitalizzanti...

Ma soprattutto è fatta di volti.
Tristi, allegri, senza denti, ingenui.Volti di persone appiccicose, avide, generose, infantili, ciniche...
Di occhi stupiti di bambini, di occhiate invidiosi di adulti...



Ultima modifica di Bumble-bee il Lun 2 Ago 2010 - 22:04 - modificato 1 volta.

4
Zadig
Zadig
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Mi associo alla richiesta foto.

E poi credo che l'India sia fatta di povertà... ma di povertà dignitosa, quella che non è neanche più tale.

5
marimba
marimba
Direttore del Corriere della Pera
Direttore del Corriere della Pera
Le foto ci sono, ma cartacee perchè il viaggio è di una decina di anni fa. Dovrei scannarle, ma non so usare bene lo scannatoio. Ci proverò.

Se Sbavig spera però in una foto mia, se la scorda. Comunque, in India non ci sono solo poveri. C'è un'ampia classe media, e diversi ultraricchi.

6
Zadig
Zadig
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
no, non speravo in una tua foto: volevo rifarmi gli occhi con qualcosa di bello, mica farmi del male.

Però Sbavig mi piace, sisi.

7
NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
@Marimba

Lo so.
Ho avuto allievi indiani che erano analfabeti, ed altri dottori.
Tutti della zona del punjab....
.... non so se ci sei passata......
La cosa stupenda era come ciò tra di loro non creasse alcuna barrirera, a differenza di quanto accadrebbe qui.
Invece c'era una certa diffidenza fra Singh e Kumar, che sono due etnie diverse ( tutti gli uomini hanno lo stesso cognome senza essere parenti e le donne lo stesso diverso, due per etnia insomma).... non so perchè però.... mai capito....

8
marimba
marimba
Direttore del Corriere della Pera
Direttore del Corriere della Pera
NinfaEco ha scritto:@Marimba

Lo so.
Ho avuto allievi indiani che erano analfabeti, ed altri dottori.
Tutti della zona del punjab....
.... non so se ci sei passata......
La cosa stupenda era come ciò tra di loro non creasse alcuna barrirera, a differenza di quanto accadrebbe qui.
Invece c'era una certa diffidenza fra Singh e Kumar, che sono due etnie diverse ( tutti gli uomini hanno lo stesso cognome senza essere parenti e le donne lo stesso diverso, due per etnia insomma).... non so perchè però.... mai capito....
Ho parlato appunto di Amritsar, che è la capitale del Punjab, e del suo favoloso tempio d'oro, da cui provengono musiche e nenie e dove ti viene offerta una specie di ricottina dolce su di una foglia di fico. Puoi anche mangiare e dormirci dentro gratuitamente come pellegrino... Sul nudo pavimento, ovviamente. Ma siamo nella terra dei fachiri...
I Sikh hanno tutti lo stesso cognome, e percio' si considerano tutti fratelli e hanno fra loro una solidarietà che noi chiameremmo lobby. Sulle donne non so molto, ma le sikh italiane hanno un comportamento simile a quello degli uomini.

9
NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
chiarimento: quelli che portando il cognome Singh ( scritto proprio così sul passaporto) sono dunque Sikh? scratch

10
marimba
marimba
Direttore del Corriere della Pera
Direttore del Corriere della Pera
Tutti i sikh si chiamano Singh. E probabilmente quasi tutti i Singh sono sikh. Non è escluso che ci siano Singh non sikh, dal momento che la parola significa leone.

11
Massimo Vaj
Massimo Vaj
Viandante Storico
Viandante Storico
Ci andavo ogni volta che passavo da Amritzar, lì ci si può stare, a patto che non si fumi, tre notti di seguito alla volta, come ospiti. Si mangia gratis e i Sikh sono amabili, anche quando con un colpo di lancia ti fanno volar via lo spinello che distrattamente stringi ancora tra le dita mentre stai entrando nel tempio. Adoro il Daal e il lassì di latte di bufala. Amritzar è una delle più belle città indiane, anche se i Sikh, o almeno una grossa parte di loro, è priva di interessi diversi dal commercio. Quelli che si salvano sfiorano la santità. Io amo l'India, dove ho soggiornato, in tutto, quasi due anni, dal Kashmire a Goa. Più a sud non mi sono spinto a causa del fatto che la volta in cui mi ci sono fermato più a lungo, quasi un anno di fila, ero senza soldi e vivacchiavo alla meno peggio spacciando hashish ai turisti, quindi viaggiavo solo a scopo commerciale (diciamo così). In un anno mi sono schioppato centomila chilometri, tra camion stop, pulman e qualche treno. Ho scritto un racconto su un paio di giorni epici, quella volta passati a Swayambhu, vicino a Kathmandù, in Nepal, che forse vi farò leggere.

12
marimba
marimba
Direttore del Corriere della Pera
Direttore del Corriere della Pera
*

Allora conoscerai Pashupatinat, Baktipur... Ci arrivavo in bicicletta da Katmandu.. un'atmosfera magica. Anche quando sulle rive del Bagmati bruciavano i morti, e i bambini approfittavano del fumo per far salire ancora più in alto i loro aquiloni... la morte che alimenta la vita, si direbbe...

Se hai voglia parla delle tue impressioni. Ame farebbe piacere. La mia India 104708

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Massimo Vaj
Massimo Vaj
Viandante Storico
Viandante Storico
Sono stato due volte in galera, a Kathmandu, in due viaggi lontani tra loro nove anni. La prima volta perché ho preso per il collo un poliziotto in borghese del Foreign Office, che aveva deciso di espellermi dal regno a causa della convinzione che tutti gli italiani fossero dei porta rogne, e la seconda perché avevo addosso un pezzo di non modica quantità di charas. Io amo i nepalesi, nonostante non siano accomodanti come gli indiani. Ho, comunque, sempre avuto un brutto carattere incline a menare le mani, e non riesco a dar loro tutti i torti. Sarei anche generoso, ma in mezzo alle risse non si nota... sadness

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marimba
marimba
Direttore del Corriere della Pera
Direttore del Corriere della Pera
Si vede che la convinzione dei nepalesi non era del tutto infondata... La mia India 104708

Anche a me e al mio amico è capitato di essere arrestati a Bamian dai talebani per futili motivi. Ce la siamo cavata con cinque dollari a testa...

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Massimo Vaj
Massimo Vaj
Viandante Storico
Viandante Storico
L'Afghanistan è stata una delle mie mete predilette, per ragioni che non sto a dire, quasi tutte concentrate a Mazar i Sharif, ma è nella Tribal area che i miei ricordi rifiutano ancora di essere sepolti. Ho cominciato a scriverci sopra una cronaca delle volte che ci sono stato, fermandomi anche venti giorni di fila, durante l'invasione russa dell'Afghanistan, nel 1982. Io parlavo un po' di Urdu, imparato a Peshawar da un pakistano al quale davo lezioni d'inglese. Si chiamava Kalik Dad, ed era mio shadikartaum (amico).

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marimba
marimba
Direttore del Corriere della Pera
Direttore del Corriere della Pera
*

Il mio ricordo più bello è a Band-i amir, dove ci sono cinque laghi uno sotto l'altro in cascata. E poi ovviamente i Budda, ora distrutti... Ci ho persino camminato dentro, perchè all'interno vi erano dei cunicoli e delle stanze dova stavano i monaci buddist.
Dai, pubblica le tue memorie. O qui, o in qualche articoletto sul Corriere della Pera!

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Massimo Vaj
Massimo Vaj
Viandante Storico
Viandante Storico
Quel raccontino è di quattordici pagine e più che memorie sono incubi. Pensa che si riferisce ai due giorni più belli che ho passato in quel disastrato anno della mia vita.
Te lo metto nei racconti

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