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L'estetica dell' Assurdo

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NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
L’assurdo è qualcosa che si sente, ma che è difficile concettualizzare poichè in questa impossibilità consiste la sua essenza. L’assurdo si manifesta come esistente, come cosa che è, attraverso il suo eco e i suoi effetti .
Ma nonostante tale presenza sia ineludibile, razionalmente può essere compreso unicamente come un conto che non torna. Pur limitandosi semplicemente ad esistere, esso costituisce quindi uno dei principali problemi di orientamento esistenziale per l’essere umano. L’assurdo costituisce un entità indipendente e non riducibile all’entità uomo, in quanto più vasta e totale. L’intera esistenza dell’uomo si gioca al suo interno come tentativo di ritagliare al suo interno un percorso di senso.
Eppure l’assurdo è una scoperta relativamente recente, almeno a livello filosofico e ancor più a livello letterario. Perché diventasse concepibile l’idea di assurdo come residuo di non senso ineliminabile occorreva infatti che crollassero alcuni dei pilastri di controllo concettuale che sorreggevano l’antica visione del mondo. Ciò accadde quando la protezione del dio creatore venne a crollare, quando la certezza di una struttura sociale intoccabile si incrinò, quando emerse l’idea di individuo liberò di autodeterminarsi, quando si fece strada l’idea di mondo interiore e di inconscio poi…. e tante altre cose.
Fù allora che l’idea di grottesco (ciò che deforma un ordine esistente) divenne assurdo (non ordine).
L’assurdo divenne non a caso l’emblema della nostra condizione umana. L’uomo è colui che è collocato in un entità più vasta di se stesso,che sfugge alle sue logiche controllanti vivendo nello scacco di questa sudditanza. La sudditanza dell’uomo al tutto non è cioè sudditanza ad un ordine, condizione che interpreterebbe le sue esigenze fondamentali,. Ma alla non concepibilità di un ordine. L’assurdo è quindi l’esistenza stessa che si qualifica come scacco di bisogni fondamentali in cerca di appagamento.
Sembrerebbe una brutta cosa, ed in effetti bella non è ma di certo ha un grade potenziale estetico e non a caso divenne arte e letteratura.
Mi vengono in mente Camus, Pirandello e Beckett…. ma ce ne saranno altri che non conosco.
Sono filosofi, scrittori e commediografi… e qualche volta più di una di queste cose.

Camus
L’assurdo è il concetto essenziale e la verità prima
Pirandello
Oh, signore, lei sa bene che la vita è piena d'infinite
assurdità, le quali sfacciatamente non han neppure bisogno di parer verosimili; perchè sono vere.
Beckett
Che cosa so del destino dell'uomo? Potrei dirvi di più a proposito dei ravanelli.


Sarà perchè l'assurdo ha avuto un ruolo centrale e formativo nella mia vita, o forse sarà perchè da qualche giorno non vi rompevo le palle...
ma mi è venuto da scrivere questo.

Mi piacerebbe ascoltare le vostre riflessioni sull'assurdo e sull'assurdo letterario...
e sopratutto sapere se
per voi l'assurdo è bello, e in cosa consiste tale bellezza....
.... e cambia l'esistenza e il racconto dell'esistenza il rapporto con l'assurdo



Vi lascio anche qusta frase

Per ottenere l'impossibile, si deve pensare l'assurdo;
guardare dove tutti hanno già guardato, ma vedere quello
che nessuno ha visto


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fantasma76
fantasma76
Viandante Storico
Viandante Storico
« La reductio ad absurdum, tanto amata da Euclide, è una delle più belle armi di un matematico. È un gambetto molto più raffinato di qualsiasi gambetto degli scacchi: un giocatore di scacchi può offrire in sacrificio un pedone o anche qualche altro pezzo, ma il matematico offre la partita. »

(G. H. Hardy, Apologia di un matematico, Garzanti)

La dimostrazione per assurdo (per cui si usa anche la locuzione latina reductio ad absurdum), nota anche come "ragionamento per assurdo", è un tipo di argomentazione logica in cui si assume temporaneamente un'ipotesi, si giunge ad una conclusione assurda, e quindi si dimostra che l'assunto originale deve essere errato.
http://it.wikipedia.org/wiki/Dimostrazione_per_assurdo

3
PorceDi
PorceDi
Viandante Storico
Viandante Storico
A rigore non si dimostra nemmeno che l'assunto contrario è giusto, ma solo che non contraddice quella prova.
Infatti di tutti i metodi dimostrativi in matematica, quello per assurdo è il più debole.

E comunque tutto ciò è assurdo.
Blackburne poteva offrire in sacrificio un pedone e anche molti altri pezzi, ma vinceva l'intera partita.

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Pazza_di_Acerra
Pazza_di_Acerra
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
PorceDi ha scritto:A rigore non si dimostra nemmeno che l'assunto contrario è giusto, ma solo che non contraddice quella prova.
Infatti di tutti i metodi dimostrativi in matematica, quello per assurdo è il più debole.

E comunque tutto ciò è assurdo.
Blackburne poteva offrire in sacrificio un pedone e anche molti altri pezzi, ma vinceva l'intera partita.
Poi è arrivato Lasker, grande matematico e sommo giocatore, e per Blackburne è finita la pacchia...

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PorceDi
PorceDi
Viandante Storico
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Ecco perché poi si è dato al bere.

6
purplebunny
purplebunny
Viandante Storico
Viandante Storico
L'assurdo è il piccolo particolare insopprimibile che rovina il piano meticolosamente ordito nel tentativo di razionalizzare l'esistente. Oppure è lo squarcio oltre la siepe che rivela uno specchio deformante sulla curiosità di conoscere. Oppure è un rompicapo da cui non esiste strategia di fuga.
E' una beffa rigorosa e ineludibile.

In quanto contemplazione senza possibilità di comprensione, per quanto mi riguarda l'assurdo è assurdamente bello.

Forse, ma solo forse, l'unica dimostrazione logico matematica dell'assurdo sono i teoremi di incompletezza di Goedel (che non ricordo come si fa la o con la umlaut).

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fantasma76
fantasma76
Viandante Storico
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A — Dovresti rispettare le credenze di C, perché tutte le credenze sono di uguale validità e non si possono rigettare.
B — Che ne dici della credenza di D? (Dove D crede qualcosa che è considerato errato dalla maggior parte delle persone, il fatto che il mondo sia piatto).
A — Penso sia giusto rigettare la credenza di D.
B — Se è giusto rigettare la credenza di D, allora non è vero che nessuna credenza può essere rigettata.

Perciò, posso rigettare la credenza di C se posso dare ragioni che suggeriscono che anch'essa è scorretta.
Avevo messo l'assurdo matematico, per indicare che l'assurdo serve più che altro per dimostrare qualcosa.

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purplebunny
purplebunny
Viandante Storico
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fantasma76 ha scritto:Avevo messo l'assurdo matematico, per indicare che l'assurdo serve più che altro per dimostrare qualcosa.

Avevo capito, sìsì, e so cosa sia la dimostrazione per assurdo, ovviamente, ma non rispondevo a te in particolare, con Goedel, infatti parlavo di dimostrazione dell'assurdo logico-matematica (ma ovviamente non è così, è solo quello che secondome più ci si avvicina, in logica), non di una dimostrazione per assurdo. BeautyfulSuina

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fantasma76
fantasma76
Viandante Storico
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Ho solo voluto precisare, visto che dopo la mia risposta 3 persone hanno iniziato a parlare di matematica.

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NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
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scratch Vabbeh... possiamo riportare il discorso su un piano filosofico blaterante che di cose numeriche non capisco molto?

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purplebunny
purplebunny
Viandante Storico
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NinfaEco ha scritto: scratch Vabbeh... possiamo riportare il discorso su un piano filosofico blaterante che di cose numeriche non capisco molto?

Uffa, io l'avevo fatto, almeno credo (apparte l'ultima riga) Linguino

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PorceDi
PorceDi
Viandante Storico
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purplebunny ha scritto:Forse, ma solo forse, l'unica dimostrazione logico matematica dell'assurdo sono i teoremi di incompletezza di Goedel (che non ricordo come si fa la o con la umlaut).
Ecco fatto: Gödel.

NinfaEco ha scritto: scratch Vabbeh... possiamo riportare il discorso su un piano filosofico blaterante che di cose numeriche non capisco molto?
Nelle dimostrazioni di Gödel non c'è neanche un numero.
E guai se ci fosse, direbbe Popper.

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Aleister
Aleister
Viandante Storico
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NinfaEco ha scritto: scratch Vabbeh... possiamo riportare il discorso su un piano filosofico blaterante che di cose numeriche non capisco molto?
Un grande autore dimenticato Giuseppe Rensi aveva elaborato una impossibile filosofia dell'assurdo, come confutazione scettica di ogni ideologia o sistema che pretendano di esorcizzare le antinomie in cui consiste la vita. "Tutta la storia procede per assurdi. L'illusione del razionalista è quella che, contemplando egli la storia, in senso retrogrado, dal punto in cui egli si trova all'indietro, contemplando la storia già fatta, e scorgendovi dappertutto la concatenazione causale che certo v'è, fantastica che proprio quella concatenazione causale vi fosse già prima, preesistesse potenzialmente all'accadere effettivo, cosicché l'accedere effettivo non potesse aver luogo che secondo quella concatenazione, cosicché la logica e la ragione lo obbligassero previamente a svolgersi soltanto secondo quella; mentre qualunque altro svolgimento l'accadere avesse preso, avrebbe presentato la medesima concatenazione causale. Così il razionalista dimostra dottamente che per logica e ragione la storia doveva svolgersi appunto come si è svolta". La filosofia giustifica le contraddizioni affermando che lo stesso processo della vita e dello spirito si articola in un sistema dialettico all'interno del quale non vanno considerati il male ed il negativo, ma solo il loro contrario. E tuttavia il processo dello spirito ha sempre fuori di sé il suo punto di arrivo, sicché la razionalità ed il bene diventano un dover essere che, nello stesso momento in cui sta per acquistare le qualità dell'essere perde quelle della razionalità e del bene. Si giunge, così, al capovolgimento della formula hegeliana: per il Rensi il reale è irrazionale ed il razionale è irreale.

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Rupa Lauste
Rupa Lauste
Viandante Storico
Viandante Storico
La storia, perciò, altro non è che un continuo voler uscire dal presente, poiché esso è assurdo e cattivo. Si può dire, insomma, che vi è storia perché per sfuggire all'assurdo e al male presenti gli uomini tendono ad una razionalità e ad un bene che si offrono a loro nell'avvenire. La critica del Rensi a qualsiasi filosofia che si fondi sul presupposto di una processualità mai compiuta, sta nel fatto che essa, automaticamente, priva il presente di ogni senso, perché lo proietta in un futuro mai realizzato e mai realizzabile, con il risultato che la realtà appare assurda. La genesi delle contraddizioni è spiegata dal Rensi secondo una duplice prospettiva. Per la prima, che potremmo definire storica e che richiama sia certe analisi del Rousseau, sia quel pessimismo che nel Leopardi è stato appunto definito "storico", la realtà è diventata irrazionale con il sorgere della ragione. Per l'animale non esistono l'rrazionalità, la crudeltà, l'ingiustizia, l'imperfezione delle cose, ma, quando la scimmia si accorse di saper ragionare commise l'enorme pazzia di separarsi dalla vita naturale e di opporsi ad essa. La ragione creò tutto il male e l'assurdo, costituendo, infine, la pazzia, in quanto dalla stessa natura si sollevò ed emerse il nembo delle contraddizioni, degli assurdi, delle incomprensibilità, del male, del peccato, delle ingiustizie, insomma degli eterni problemi di carattere spirituale e sociale. Solo eliminando questa deviazione dalla natura che fu la ragione, e ridiventando animale, l'uomo potrebbe far sparire tutto il male, l'assurdo nello stesso nulla in cui essi si trovavano prima dell'avvento della ragione. Per la seconda è la visione del reale caratterizzata dalla singolarità a generare le contraddizioni. L'uomo è, infatti, misura di tutte le cose, sicché risulta essere vero quel che a ciascuno appare tale. Inoltre le cose vengono percepite nella loro fenomenicità e particolarità, non nella loro essenza. Ogni ragione, ogni mente, chiusa nel proprio universo spirituale, riscontra in ogni altra una non-ragione. Per poter affermare che le diverse menti ineriscono ad una sola ragione, esse dovrebbero essere assolutamente d'accordo: è questa la condizione necessaria perché si possa dire che qualcosa è conosciuto con validità assoluta, ossia è razionale. Ma poiché le nostre menti divergono su tutte le questioni la ragione non c'é, cosí come, nel divergere dei nostri orologi non c'è piú l'ora esatta. Non esiste la ragione, ma solo le ragioni. Già Pascal aveva sostenuto che la mente umana, proprio per l'impossibilità di trovare dei punti fermi di riferimento, si rifugia alla fine nello scetticismo. Tempo e spazio sono le condizioni dell'esistenza dell'assurdo, perché è solo grazie ad essi che realtà si configura come molteplice. Nello spazio si vedono le cose una accanto all'altra, mentre nel tempo esse si sentono venire una dopo l'altra. Se ogni movimento e accadimento cessassero, scomparirebbe del tutto il tempo: tempo e vita, tempo e storia sono, perciò, la stessa cosa. Tempo e male sono due facce della stessa medaglia, in quanto uno suppone e richiama necessariamente l'altro: il tempo altro non è che l'eterna ed inutile fuga dal male eternamente presente. Ogni presente si precipita sempre verso l'avvenire, perché in esso manca qualcosa che ci dovrebbe essere, proprio perché il presente, la realtà è nel male. Il tempo è, perciò, la categoria dell'irrazionale e del male: infatti se si fosse nel bene, non ci sarebbe piú tempo. Proprio perché storia e tempo sono l'eterna fuga dall'eterno presente dell'assurdo e del male, la storia altro non è che il permanere nell'assurdo e nel male, ed essa si pone sempre come novità e ripetizione: «Ripetizione ed assurdo. Assurdo perché ripetizione, ripetizione perché eternità d'assurdo. Tale il concetto della storia che il senso di storicità, nella sua piú moderna acutizzazione ed intensificazione ci ribadisce» Lo spazio è il mezzo mediante il quale possono esistere le cose e le parti diverse in luogo dell'assoluto identico, il modo attraverso il quale l'Uno può diventare Piú, dar fuori in parti, in cose diverse l'una dall'altra che, in quanto tali, si contraddicono a vicenda. L'Uno rappresenta la ragione ed il nulla; i Piú cioè il mondo, sono l'assurdo e la realtà L'essere, la realtà non è che il manifestarsi delle cose, il loro essere percepibili o conoscibili, perciò ciò che si sottrae alla percettibilità e non ne possiede gli elementi, non possiede neppure la realtà e, quindi, non esiste. Ciò che esiste, ciò che è, è costituito da elementi percepibili, spaziali, temporali, estesi, cioé materiali. Affermare che esiste qualcosa che non ha tali caratteristiche è solo un non-senso.

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