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la censura e il cinema

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BigBossStigazzi
BigBossStigazzi
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Ultimamente sto leggendo due libri interessanti, uno è il dizionario della censura nel cinema di Jean-Luc Douin e l'altro è Dispersi - guida ai film che non vi fanno vedere.
Il primo è un dizionario e parla della censura, di regime, della chiesa, degli intellettuali ortodossi e dei mediocri benpensanti, il secondo inizia dicendo "la censura non centra nulla...Nessuno ha lanciato una fatwa o una scomunica...sono lì sugli scaffali dell'entertainment globalizzato eppure da 10 anni nessun distributore ne acquista i diritti per commercializzarli....
Ebbene questa per me è una forma atroce di censura quando vengono prodotti nel mondo 25000 nuovi films all'anno, di questi meno di 500 arrivano sul mercato italiano, eliminato il centinaio girato in Italia ci accorgiamo di poter vedere meno del 2% della produzione mondiale...se non è censura cos'è?

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Blasel
Blasel
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Il discorso e' meno semplicistico di come lo poni, caro Big, quindi vediamo di analizzare insieme i motivi.

1) Un distributore non e' ne' un'opera pia ne' un Onlus e, quindi deve poter prevedere un guadagno da tale distribuzione.

2) In Italia, tranne rarissimi casi di pellicole proiettate nei cineforum, gli esercenti non sono propensi alla proiezione di film in lingua originale, magari anche sottotitolati, per cui, il distributore, dovra' sobbarcarsi anche i costi (non indifferenti) del doppiaggio ed e' ovvio che potra' farlo solo per quelli che possono garantirgli un adeguato rientro dei costi.

3) Dei, da te menzionati, 25mila titoli annui, quanti possono interessare almeno 10mila persone? Perche' e' tale il numero minimo di spettatori che richiede una 'piccola' distruibuzione.

4) Oggi, tramite il web si possono acquistare film da scaricare, ma non solo, si possono acquistare i DVD presenti nei listini di tutti i distributori mondiali, naturalmente sempre in lingua originale, sempre che siano presenti.

Ad esempio io sto cercando di procurarmi il DVD di un film (Big Fish, che ha il medesimo titolo del film di Tim Burton, ma e' antecedente. E' una commedia di Stefan Schwartz del 1997, edito in Italia nel 1998) che e' attualmente fuori catalogo, ma ci riusciro'.

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BigBossStigazzi
BigBossStigazzi
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
m i spiace ma non sono daccordo, sempre disponibile a rendere più articolato il mio incipit, manon è per nulla semplicistico e mi riferisco ai "gatekeepers" citati da Fragasso nel suo libro "sotto la notizia niente", la censura peggiore viene fatta proprio da insulsi ed illetterati guardiani del cancello che decidono quale notizia può essere pubblicata, non in base a norme precise dettate dal potere, ma in base ad una consuetudine banalotta, i distributori non doppiano e distribuiscono i films non perchè non ne trarrebbero guadagno, ma perchè si basano sul "solo quello che ha già avuto successo può averlo" contribuendo ad abbassare il livello culturale del pubblico producendo infiniti sequel, prequel, spin off ecc per ribadire il concetto ti cito qualche autore famoso che ha un suo pubblico di fans che avrebbero sicuramente ripagato la spesa...
atom egoyan
leos carax
michel gondry
steven sodebergh
todd solondz
gregg araki
jean luc godard
peter greenaway
harmony korine
park chan wook
gus van sant


solo per dire qualche regista famoso le cui ultime opere non sono arrivate in italia

4
Blasel
Blasel
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Non che non sia d'accordo sulla stolidita' dei distributori (in special modo quelli 'grossi', come ad esempio Medusa...), ma ho fatto presente un altro aspetto che, a mio parere, avevi trascurato e sottovalutato.

E' vero che grazie all'immigrazione, anche la nostra nazione sta divenendo multietnica, ma, in generale, questi immigrati non vanno al cinema e non ci andrebbero neanche se arrivassero pellicole dsa paesi loro. Mi riferisco a coloro che accettano quei lavori che gli italiani non sono piu' disponibili ad eseguire per pessima retribuzione ed altro. Al massimo, quelli nord-africani in special modo, hanno la parabola per la ricezione dei loro programmi TV via satellite.

Posso dirti che da oltre 20 anni, nella zona della stazione centrale di Napoli, ci sono venditori stranieri che nei loro chioschi vendono films originali dei loro paesi, prima in VHS, oggi in DVD e posso anche dirti che non sarei in grado di dirne i titoli perche' (ovviamente) scritti con caratteri a me incomprensibili.

La TV, quando con tale definizione s'identificata soltanto la RAI, aveva validi contenuti. Oggi che e' divenuta una TV commerciale, programma le stesse cose delle concorrenti anche (sopratutto) per vendere spazi pubblicitari ed ecco che abbiamo squallide programmazioni.
Lo stesso procedimento lo abbiamo con produttori e distributori cinematografici.
Quante volte, grazie ad un improvviso ed eclatante successo di un attore, un regista, si sono andati a 'scovare' delle pellicole precedenti di anni, inedite in Italia ed immesse con gran clamore pubblicitario in riferimento al film di successo?
Ti cito un solo esempio per tutti che mi viene in memoria :"Mystic pizza" del 1988 che segna l'esordio cinematografico di Matt Demon e la prima parte di co-protagonista di Julia Roberts, passo' 'quasi' inosservato nelle sale, ma dato il successo del 1989 di "Fiori d'acciaio" ed il successivo (1990) "Pretty woman", fece si' che le sale riproponessero e con gran battage pubblicitario "Mystic pizza"...

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BigBossStigazzi
BigBossStigazzi
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
sì ok ma registi di culto come quelli che ho citato perchè non vengono circuitati neppure nei cinema d'essay?

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Blasel
Blasel
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BIGbossSTIGAZZI ha scritto:sì ok ma registi di culto come quelli che ho citato perchè non vengono circuitati neppure nei cinema d'essay?

Io non so dove vivi tu e quindi non posso risponderti, non conoscendo la situazione attuale, anche perche', essendo ipoudente, non vado ne' a cinema, ne' a teatro da oltre 20 anni.

Ho sopperito a tale mia necessita', da allora, con il mio H.T. con uno schermo da 2,2m. di base che mi da una visione da 100" sia in 16 : che in 2 : 35, ovviamente maggiore in 4 : 3. L'audio o riesco a captarlo con apposite cuffie oppure mi arrangio con i sottotitoli.

Da ragazzo c'erano 14 citta' italiane capo-zona, ovvero quelle do dove partiva la distribuzione regionale e Napoli, ove risiedo era una di queste. Cio' nonostante, moltissimi films non arrivavano nella mia citta' ed io sopperivo acquistando giornalmente un quotidiano romano e se c'era un film di mio interesse prendevo il treno e lo andavo a vedere ad oltre 220Km. dalla mia citta'.

Una trentina d'anni fa, nel leggere i titoli in programmazione, rilevai che in un cinema che, in generale, proiettava films erotici, davano "Gli amori di una bionda". Certo che il gestore, ingannato dal titolo, credesse trattarsi di un film del suo solito repertorio, mi recai aguardare le plance ed anch'esse, con i corpi disegnati, potevano trarre in inganno..., come realmente fecero con gli ignari spettatori che rumorosamente contestarono lo spettacolo.

Si tratta dell'ultimo film, rigorosamente in b/n girato da Milos Forman, nel 1965, nella sua Cecoslovacchia, prima di emigrare negli U.S.A.

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BigBossStigazzi
BigBossStigazzi
Viandante Ad Honorem
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ok spiacente per il tuo non andare al cinema, perchè penso che la fruizione casalinga e quella pubblica FOSSERO diverse...uso il tempo passato perchè le multisale hanno ucciso il cinema, non esistono più le sale di prima, seconda terza ed infima visione e quindi i titoli si sono ridotti, oggi c'è solo la prima visione e da 100-150 titoli presenti contemporaneamente sul territorio nazionale siamo passati ad una ventina, le poltrone sono sempre più baccelli atti a limitare il contatto con il vicino, la musica surround altissima ha reso impossibile portare bimbi piccoli e reso l'esperienza sonora quasi fastidiosa eliminando la possibilità di scambiarsi commenti durante la proiezione, non esiste più il cinema all'aperto che permetteva il recupero di rassegne atipiche o capolavori del passato (casablanca o 2001 visti sul grande schermo sono un'altra cosa, oppure la città vuota di occhi bianchi sul pianeta terra o la testa della statua della libertà rovinata in spiaggia nel finale de il pianeta delle scimmie... anche le sedie di legno del cinema parrocchiale, i tendaggi pesanti... il cinema come luogo buio e misterioso che si schiudeva alla magia delle luci danzanti sono un ricordo del passato con i neon delle uscite di emergenza, il proiezionista alcolizzato che si addormentava lasciando pause innaturalmente lunghe dopo che il fotogramma era bruciato sono inconvenienti che non accadono più ma davano il sapore di una esperienza diversa da tutto il resto oggi ACCENDONO PERFINO LE LUCI PRIMA CHE SIANO FINITI I TITOLI DI CODA! Ti assicuro caro Blasel io amo il cinema ma faccio sempre più fatica ad andarci perchè ora il luogo fisico stesso è segno di tempi perfezionisti ma poveri di magia

qusto solo per il contenitore cinema, per i contenuti...

che molte multisala siano Medusa, quindi anche produttori e dstributori RIDUCE IL CONTRADDITTORIO per cui è più semplice impedire che i films indigesti non passino...

oltre che il numero delle pellicole si è ridotta la varietà dei generi,
i contenuti stessi delle pellicole si sono sclerotizzati riducendo tutta la filmografia italiana a mocciate e a manuali d'amore e quella usa a supereroi e remake tarantiniani o torture porn dei trsh cult di genere italiani anni 70...

la censura ad esempio è anche nelle menti dei registi, sapendo che i produttori non hanno le palle di rischiare, non considerano neppure più dei progetti atipici, oggi un nichetti o un moretti non inizierebbero neppure, neppure un Leone o un Margheriti, nessun Herzog oggi potrebbe iniziare con "Anche i nani hanno cominciato da piccoli" non potrebbe esistere un Rolf De Heer italiano...i registi italiani storici sono bolliti da anni...gente come oyzpetec sarebbe da fargli perdere la cittadinanza... bah mi fermo và, tanto non cambia nulla

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Blasel
Blasel
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@ Big, mi piace questa discussione e non so quanto possa interessare altri, comunque la continuo nel topic.
Frequento un forum che tratta solo AudioVideo ed e' anche quello con il maggior numero d'iscritti in Italia. Nella sezione delle NEWS, piu' di una settimana fa, la direzione (solo lei e' abilitata ad editare in tale sezione) ha annunciato che la RAI aveva 'censurato', non mandandolo in onda, il trailer di "Silvio forever" in uscita il 25 marzo.
In genere, le notizie di quella sezione, quando riguardano titoli di film, al massimo tirano due pagine d'interventi (max una quarantina di post...), per questo film, invece, si e' arrivati a ben 6 pagine (ad ieri).....
I 'berluscones boy' che portavano ad esempio le recensioni de "Il Giornale" o di "Libero" che stroncavano completamente la pellicola e assicuravano che il film non era stato gradito da nessuno, questo molti giorni prima del 25 marzo, giorno in cui e' stato distribuito nelle sale...
Sempre i 'b.b.' asseriscono che il non mandare in onda un trailer non e' una forma di censura....1

Adesso ti mostro la 'sala' del mio amico Mimmo, la mia e' piu' piccola di dimensioni (ma non di schermo) ed ha un solo divano a 4 posti e due poltrone (fisse), anzicche' le tre file di poltrone cinematografiche ed anche minor elettronica perche', per quanto curato, non m'interessa un 'super audio'.

la censura e il cinema Fronta10

la censura e il cinema 100ux10

la censura e il cinema H0ln10

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BigBossStigazzi
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Viandante Ad Honorem
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beh proprio quel che si dice "il cinema a casa tua"!
Fantastico comunque la dimensione sociale?
Ti faccio un esempio anni fa in un cinema di bologna vidi il più brutto film che abbia mai visto in generale di Bigas luna con la valeria marini mi sembra si chiamasse "prosciutto prosciutto"... beh dopo dieci minuti tutti i pochi spettatori sbuffavano e facevano commenti a voce alta fra l'ilarità generale, è stato un evento divertentissimo con quanto era brutto il film, questo vedendo una ciofega da soli resta solo la fregatura!

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Blasel
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Non sempre sono solo a vedere il grande schermo (oltre 1.100 ore annue) ed in special modo quando vedo dei films. L'aggeggio che ti mostro ora, contiene 8 HDD da 2T ognuno, quindi capaci di contenere 30 films in BD senza compressione, abbinato al Popcorn hour C 200 mi da la possibilita' di poter immediatamente scegliere in una biblioteca di oltre 200 titoli immediati, il film da vedere.

la censura e il cinema Ts859010

Se, e quando vuoi, vorrai essere mio ospite, un bel film lo potremo vedere insieme...

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BigBossStigazzi
BigBossStigazzi
Viandante Ad Honorem
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ti ringrazio molto, sarebbe bello anche vedere che film guardi, io faccio lo speleologo, ossia affondo nel trash immelmandomi tutto, ma ogni tanto trovo un diamante nato dal letame (parafrasando De Andrè) come i film italiani di genere fino agli anni 70 che hanno insegnato la cinematografia a tutto il mondo (Lenza,Freda, Margheriti, Deodato, Bava, Fulci e Co.)

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Blasel
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Basta che non citi Matarazzo...., anche se, nel suo e per 'quel' genere era un maestro.

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BigBossStigazzi
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Viandante Ad Honorem
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nel senso di "catene"? ed amedeo nazzari?
pesantissimo devo dire che mi attira quanto merola e i film un jeans una maglietta...ho detto trash ma ho anch'io i miei limiti!

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purplebunny
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Viandante Storico
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blasel ha scritto:Ad esempio io sto cercando di procurarmi il DVD di un film (Big Fish, che ha il medesimo titolo del film di Tim Burton, ma e' antecedente. E' una commedia di Stefan Schwartz del 1997, edito in Italia nel 1998) che e' attualmente fuori catalogo, ma ci riusciro'.

Il titolo originale del film è Shooting Fish. In Inghilterra puoi procurarti il dvd originale per 4,49 euro (su Play.com, sito affidabile, almeno io lo uso da anni senza mai problemi, con vantaaggio di NON avere spese di spedizione).
Unico problema è che l'audio è solo in inglese senza sottotitoli, un peccato, che di solito i dvd inglesi hanno i sottotitoli almeno in inglese.
http://www.play.com/DVD/DVD/4-/91616/Shooting-Fish/Product.html?searchtype=r2alldvd&searchsource=0&searchstring=shooting+fish&urlrefer=search&strefer=r2alldvd&searchfilters=s{shooting+fish}%2bc{57}%2b


BIGbossSTIGAZZI ha scritto:(...) ti cito qualche autore famoso che ha un suo pubblico di fans che avrebbero sicuramente ripagato la spesa... (...)solo per dire qualche regista famoso le cui ultime opere non sono arrivate in italia

Gli ultimi film di alcuni dei registi che citi però guarda che sono arrivati o arriveranno in Italia!
Questo non per dire che la distribuzione in Italia funziona, tutt'altro!!!!!, ma solo per amor di precisione. BeautyfulSuina

atom egoyan

Chloe - Tra seduzione e inganno, è uscito nelle sale. Proprio un brutto film, tra l'altro, secondome.

michel gondry

L'ultimo suo film, The Green Hornet, è da poco uscito nelle sale.

steven sodebergh

The Informant è uscito.

todd solondz

L'ultimo suo film, Life During Wartime, è uscito con il titolo Perdona e dimentica.

gregg araki

Kaboom effettivamente non è ancora uscito, ma è stato acquistato dal distributore BIM - doveva uscire a inizio anno, ma è stato rimandato, mi sa. Prima o poi uscirà, però.

gus van sant

Milk e i suoi film precedenti sono usciti, non mi sembra che da Milk abbia ancora fatto più nulla.

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Blasel
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purplebunny ha scritto:
Il titolo originale del film è Shooting Fish. In Inghilterra puoi procurarti il dvd originale per 4,49 euro (su Play.com, sito affidabile, almeno io lo uso da anni senza mai problemi, con vantaaggio di NON avere spese di spedizione).
Unico problema è che l'audio è solo in inglese senza sottotitoli, un peccato, che di solito i dvd inglesi hanno i sottotitoli almeno in inglese.
http://www.play.com/DVD/DVD/4-/91616/Shooting-Fish/Product.html?searchtype=r2alldvd&searchsource=0&searchstring=shooting+fish&urlrefer=search&strefer=r2alldvd&searchfilters=s{shooting+fish}%2bc{57}%2b


Grazie, provvedo a contattarli. Per me l'audio originale (inglese) non sarebbe un problema, se almeno fosse valido, certo che i sottotitoli mi aiuterebbero.




purplebunny ha scritto:

Gli ultimi film di alcuni dei registi che citi però guarda che sono arrivati o arriveranno in Italia!


Chloe - Tra seduzione e inganno, è uscito nelle sale. Proprio un brutto film, tra l'altro, secondome.

michel gondry

L'ultimo suo film, The Green Hornet, è da poco uscito nelle sale.

steven sodebergh

The Informant è uscito.

todd solondz

L'ultimo suo film, Life During Wartime, è uscito con il titolo Perdona e dimentica.

gregg araki

Kaboom effettivamente non è ancora uscito, ma è stato acquistato dal distributore BIM - doveva uscire a inizio anno, ma è stato rimandato, mi sa. Prima o poi uscirà, però.

gus van sant

Milk e i suoi film precedenti sono usciti, non mi sembra che da Milk abbia ancora fatto più nulla.



Chloe, non solo e' uscito, ma quuesto mese era in programmazione su Sky

The Informant, confermo ch'e' uscito, l'ho anche visto

Perdona e dimentica so che e' uscito, ma non l'ho visto

Anche Milk e' stato a lungo programmato su Sky, con uno splendido Sean Penn

Degli altri citati, non ho notizie.

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purplebunny
purplebunny
Viandante Storico
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La questione distribuzione in Italia è assai complessa e secondome avete ragione entrambi.
Per vie traverse lavorative conosco un minimo il meccanismo e secondome posso dire che:
- da un lato è vero che in Italia arrivano pochissimi film rispetto al totale prodotto, e soprattutto che arrivano per la quasi totalità da Hollywood (con qualche eccezione per Francia e altri, pochi, paesi europei), mentre al di fuori di quel mercato c'è un mondo intero che l'Italia proprio non conosce.
- dall'altro è vero che quei pochi tentativi da parte di pochi distributori illuminati di discostarsi da questa linea di condotta sono stati dei disastri commerciali quasi sempre completi (con poche, fortunate eccezioni, che però non giustificano investimenti e inversioni di rotta su larga scala).

Se la cosa finisse qui, avrebbe in un certo senso "più ragione" blasel. Perché un distributore dovrebbe investire tanti soldi (acquistare i diritti del film, spendere in doppiaggio, spendere per fare le pellicole, foraggiare i circuiti cinema, fare pubblicità, etc.) per poi avere scarsissimo ritorno?

Il fatto è che la prima asserzione (in Italia arrivano pochissimi film) andrebbe integrata. In Italia arrivano pochissimi film e la maggior parte sono riempitivi. Ossia arrivano una marea di film "inutili".
Mi spiego meglio: spesso il meccanismo di compravendita dei film funziona "a pacchetti". Il venditore dei diritti fa più o meno questo discorso: "Ti piace il film X? Se compri anche i film Y, Z, N, M (di cui magari non ti frega nulla) abbasso un po' il prezzo generale e tu ti ritrovi con una serie di film a basso costo con cui puoi rientrare nei costi". Questo fa sì che per 1 film il distributore magari si ritrovi con 5 o più film, che magari manco ha mai visto o che comunque non erano una priorità. I soldi spesi per quei 5 film (che andranno comunque doppiati, pubblicizzati, etc.), non potranno essere investiti in altri film cui magari in linea teorica era interessato.
A questo si deve aggiungere che capita i film siano comprati a scatola chiusa. Basta il nome di un attore/attrice o un trailer per convincere a comprare un film.

Quindi l'Italia si ritrova con tantissimi film scelti poco oculatamente per un meccanismo di mercato stringente.
A questo si devono aggiungere ulteriori problemi. Il sistema distributivo nelle sale è un oligopolio di fatto. Le uscite dei film sono blindate per i titoli che contano delle major, e i piccoli film non hanno alcuna possibilità di guadagnare, a meno di rarissimi casi fortunati. Questo perché 1) le grandi sale sono in mano alle stesse persone 2) il ciclo di vita di un film nelle sale è sempre più breve, quindi funzionano solo i film che fanno incasso subito - mentre quelli che abbisognerebbero del passaparola per partire, finiscono subito fuori dal mercato.

E c'è sempre il problema dei costi. Portare un film in Italia non significa pagare solo i diritti, ma iniziare una serie di costi anche molto ingenti cui poi si deve rientrare. E nicchie molto piccole di mercato non ingenerano i necessari indotti.

Il problema allora non è solo di distribuzione (a monte) ma anche di fruizione (a valle). In Italia il pubblico non è "educato" a un certo tipo di cinema. E intendo il largo pubblico, non il pugno di cinefili che commercialmente purtroppo non serve. Ma è un serpente che si morde la coda, in una corsa al ribasso. Come può infatti il pubblico educarsi, se i film non sono distribuiti? Ma come possono i distributori importare i film, se poi i rari casi che importano non rientrano economicamente?

Qalche possibilità ci sarebbe forse, ma è un problema strutturale non indifferente...

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purplebunny
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Viandante Storico
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blasel ha scritto:Grazie, provvedo a contattarli. Per me l'audio originale (inglese) non sarebbe un problema, se almeno fosse valido, certo che i sottotitoli mi aiuterebbero.

Non è specificato che tipo di audio sia, 5.1 o cosa, però essendo un film del 1997 temo sarà un semplice stereo 2.0.
La maggior parte dei dvd inglesi hanno di solito i sottotitoli in inglese. Questo però sembra di no, purtroppo.

La versione regione 1 (statunitense) del film, che però costa 7,59 euro ed è venduta da venditori esterni, non direttamente da Play.com, sembra avere i sottotitoli (in inglese e spagnolo). Però devi avere un lettore di dvd multiregione che possa cioè leggere tutte le altre regioni oltre la 2 (quella europea --- alla faccia della globalizzazione, che c'è ma è solo in un senso).
http://www.play.com/DVD/Region_1/4-/1311/Shooting-Fish/Product.html?ptsl=1&ob=Price&fb=0&searchtype=r2alldvd&searchsource=0&searchstring=shooting+fish&urlrefer=search&strefer=r2alldvd&searchfilters=s{shooting+fish}%2bc{57}%2b




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Blasel
Blasel
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@ Grazie Purple, be' avendo sempre risolto i problemi di standard e di codifica sui supporti, sia magnetici che digitali, fin dai tempi del VHS con VCR che registra e riproduce nei 9 standard mondiali (lo sapevi che sono 9? Quelli ufficiali) e quelli di riproduzione anti-copia con il T.B.C. (che non e' la sigla della patologia tubercolotica, bensì l'acronimo di Time Base Corrector che, appunto by-passa questa protezione), non potevo non avere un riproduttgore DVD che, tramite telecomando, si adeguasse alle varie (sono 5) regioni mondiali.
Comunque grazie, non potevi sapere che.... ne mastico un po'.....

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BigBossStigazzi
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Viandante Ad Honorem
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BIGbossSTIGAZZI ha scritto:(...) ti cito qualche autore famoso che ha un suo pubblico di fans che avrebbero sicuramente ripagato la spesa... (...)solo per dire qualche regista famoso le cui ultime opere non sono arrivate in italia

Gli ultimi film di alcuni dei registi che citi però guarda che sono arrivati o arriveranno in Italia!
Questo non per dire che la distribuzione in Italia funziona, tutt'altro!!!!!, ma solo per amor di precisione. BeautyfulSuina

atom egoyan

Chloe - Tra seduzione e inganno, è uscito nelle sale. Proprio un brutto film, tra l'altro, secondome.

michel gondry

L'ultimo suo film, The Green Hornet, è da poco uscito nelle sale.

steven sodebergh

The Informant è uscito.

todd solondz

L'ultimo suo film, Life During Wartime, è uscito con il titolo Perdona e dimentica.

gregg araki

Kaboom effettivamente non è ancora uscito, ma è stato acquistato dal distributore BIM - doveva uscire a inizio anno, ma è stato rimandato, mi sa. Prima o poi uscirà, però.

gus van sant

Milk e i suoi film precedenti sono usciti, non mi sembra che da Milk abbia ancora fatto più nulla. [/quote]


ciao coniglietta viola sei una rompina come me nel senso che fai la punta ai chiodi!
Comunque hai ragione non sono necessariamente gli ULTIMI FILM degli autori e vado a specificare:

atom egoyan mi riferivo ad adoration del 2008 si trova in dvd (infatti io non dico che non si possano vedere in assoluto, ma al cinema)

gondry "Tokyo!" del 2008 l'episodio "interior design"

sodeberg "the girlfriend experience" del 2009

solondz "storytelling" 2001

araki "smiley face" 2007

gus van sant "jerry" 2002

...poi devo dar ragione a Blasel che le ragioni sono più economiche che altro, si tratta di film lenti o noiosi per un pubblico impreparato, ma questo non vuol dire che non sia censura:

Mi spiego se produttori, distributori e gestori delle sale puntano solo su cose che son sicuri di vendere bene si ha una visione del film solo dal punto di vista del prodotto commerciale, mentre è un prodotto CULTURALE significa che come l'opera o il balletto o il teatro hanno bisogno di sostegni economici perchè se andassimo solo con il pubblico sparirebbe l'80% della cultura italiana, la stessa cosa deve valere per il cinema, ma non finanziare film italiani brutti fatti da figli parenti e lecchini di politici ma finanziare l'uscita e la circolazione di ogni prodotto culturale, film compresi...la cultura si insegna, invece delle stronzate dei vanzina degli oyzpetec dei muccino bisogna sia creare occasioni di VISIONI PUBBLICHE al di fuori dei circuiti cinematografici (proiezioni in piazze e auditorium) sia incentivare la circolazione dei film in quanto prodotti della cultura, altrimenti è ancora una volta censura, la censura dell'ignoranza soddisfatta di sè e dei propri cinepanettoni

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purplebunny
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Viandante Storico
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BIGbossSTIGAZZI ha scritto:ciao coniglietta viola sei una rompina come me nel senso che fai la punta ai chiodi!

Ci si prova BeautyfulSuina

Comunque hai ragione non sono necessariamente gli ULTIMI FILM degli autori e vado a specificare:

Ah, ok! Be' certo succede che vengano "saltati" film di certi autori anche molto conosciuti. A volte è una scelta consapevole, altre una "svista" che poi non viene recuperata perché passano troppi anni e i film "vecchi" hanno meno possibilità di venire recuperati.

...poi devo dar ragione a Blasel che le ragioni sono più economiche che altro, si tratta di film lenti o noiosi per un pubblico impreparato, ma questo non vuol dire che non sia censura:

Mi spiego se produttori, distributori e gestori delle sale puntano solo su cose che son sicuri di vendere bene si ha una visione del film solo dal punto di vista del prodotto commerciale, mentre è un prodotto CULTURALE significa che come l'opera o il balletto o il teatro hanno bisogno di sostegni economici perchè se andassimo solo con il pubblico sparirebbe l'80% della cultura italiana, la stessa cosa deve valere per il cinema, ma non finanziare film italiani brutti fatti da figli parenti e lecchini di politici ma finanziare l'uscita e la circolazione di ogni prodotto culturale, film compresi...la cultura si insegna, invece delle stronzate dei vanzina degli oyzpetec dei muccino bisogna sia creare occasioni di VISIONI PUBBLICHE al di fuori dei circuiti cinematografici (proiezioni in piazze e auditorium) sia incentivare la circolazione dei film in quanto prodotti della cultura, altrimenti è ancora una volta censura, la censura dell'ignoranza soddisfatta di sè e dei propri cinepanettoni

Non sono tanto d'accordo.
Se i film meno commerciali dovessero aspettare i finanziamenti pubblici, ci sarebbe comunque una forma di censura nel momento della scelta, perché comunque non ci sarebbero materialmente i soldi per importare tutto, anche ammesso ci fosse un governo sensibile sull'argomento. Inoltre se poi questi film non interessano nessuno perché non c'è un pubblico con la sensibilità adatta a guardarli, i film resterebbero comunque invisibili e non visti. Ci sono tanti festival e mostre di cinema in Italia che proiettano film invisibili in altro modo, e sono quasi sempre festival e mostre finanziati in tutto o in parte da amministrazione pubblica, cui poi però non partecipa "nessuno" (ossia una parte minima del potenziale della popolazione).
Secondome i film devono reggersi da soli sul piano commerciale, e perché anche i film "meno commerciali" possano farcela, dovrebbe esserci un cambiamento di sistema, delle aziende che lavorano nel campo dell'entertainment e al contempo, dall'altra parte della barricata, del pubblico. E' in questi due settori che dovrebbe operare l'azione pubblica, non spendendo soldi in modo diretto a fondo perduto, ma aiutando aziende e pubblico a rompere quel circolo al ribasso di cui parlavo nel messaggio precedente che si è instaurato. Le aziende con meccanismi tali da garantire, almeno inzialmente, delle forme di guadagno quando investono oculatamente in prodotti che esulano dalle solite rotte (=Hollywood. Per la verità alcuni percorsi in tal senso esistono già, finanziamenti ad esempio per chi fa circolare film europei, ma sono evidentemente poco produttivi). Il pubblico con una migliore educazione al cinema (ma in un paese in cui a malapena è riconosciuta l'utilità dell'educazione musicale, la strada è moooooolto lunga).


Tutto questo prescinde dal fatto che il problema vero sta a monte, nel sistema di diritti su base nazionale (sistema che rimane ancora ai dazi ottocenteschi), ormai anacronistico, per il cinema come per tutto il resto, e nel sistema perverso del doppiaggio (un costo inutile cui siamo sottoposti fin da piccoli come lavaggio culturale -- per me sarebbero da doppiare solo quei prodotti destinati a bambini in età prescolare, che ancora non sanno leggere con sufficiente velocità, ma anche in quel caso esporli a lingue diverse non sarebbe che salutare).
Se si togliessero i dazi nazionali e il doppiaggio i film sarebbero liberi di circolare su base globale stando da soli sulle loro gambe. Un produttore finanzia un film, include i sottotitoli dei mercati che gli interessano, e gestisce la penetrazione nei singoli paesi. Ma per arrivare a questo c'è ancora di strada da percorrerne, perché adesso come adesso solo le grandi major hollywoodiane avrebbero la forza di far penetrare i loro prodotti capillarmente in tutto il mondo, mentre gli indipendenti verrebbero schiacciati da costi ancora troppo alti. Se però internet diventasse, invece che la cassa di risonanza della pirateria e dell'illegalità (perché adesso quello è), un vero strumento per diffondere cultura, le cose forse potrebbero... evolvere.

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Magonzo
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purplebunny ha scritto:Tutto questo prescinde dal fatto che il problema vero sta a monte, nel sistema di diritti su base nazionale (sistema che rimane ancora ai dazi ottocenteschi), ormai anacronistico, per il cinema come per tutto il resto, e nel sistema perverso del doppiaggio (un costo inutile cui siamo sottoposti fin da piccoli come lavaggio culturale -- per me sarebbero da doppiare solo quei prodotti destinati a bambini in età prescolare, che ancora non sanno leggere con sufficiente velocità, ma anche in quel caso esporli a lingue diverse non sarebbe che salutare).
Se si togliessero i dazi nazionali e il doppiaggio i film sarebbero liberi di circolare su base globale stando da soli sulle loro gambe. Un produttore finanzia un film, include i sottotitoli dei mercati che gli interessano, e gestisce la penetrazione nei singoli paesi. Ma per arrivare a questo c'è ancora di strada da percorrerne, perché adesso come adesso solo le grandi major hollywoodiane avrebbero la forza di far penetrare i loro prodotti capillarmente in tutto il mondo, mentre gli indipendenti verrebbero schiacciati da costi ancora troppo alti. Se però internet diventasse, invece che la cassa di risonanza della pirateria e dell'illegalità (perché adesso quello è), un vero strumento per diffondere cultura, le cose forse potrebbero... evolvere.

poveri doppiatori (e doppiatrici), attori di teatro che si pagano terza e quata settimana coi turni... la censura e il cinema 78315

a parte queste valutazioni, è difficile fare valutazioni di mercato sui consumi culturali sulla base di una finzione di coeteris paribus per ipotizzare scenari di mercato depurati dalla pirateria, ecc... e lo stesso vale anche per la musica ed altro;

sotto il profilo della remunerazione dell'opera dell'ingegno, non vedo altra praticabile strada dell'accordo tra enti di riscossione (siae, biem, stemra, riia, gema, etc...) e providers, anche se poi sorgerebbero problemi sulla redistribuzione di quegli utili;

il vero guaio dei consumi culturali oggi, è che la digitalizzazione ha smantellato le istituzioni che operavano da filtro-culturale e orientamento, in parallelo alla perdita di centralità culturale dei movimenti di opinione del mondo occidentale e la relativa perdita sostanziale di appeal identitario dei consumi culturali;
in breve, oggi ti archivi un film o un album perché lo scarichi gratis, ma se dovessi pagare non te ne importerebbe nulla, anche perché difficimente potresti orientarti su cosa ha effettivamente un valore tale da giustificare anche solo il pagamento di una cifra simbolica;

il mondo digitale può essere una gran conqueista e anche un gran risparmio per l'ambiente, ma implica un mismatch rispetto all'istinto di accumulazione che anima i consumi della società industriale.

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Blasel
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Magonzo ha scritto:poveri doppiatori (e doppiatrici), attori di teatro che si pagano terza e quata settimana coi turni...





Poveri italiani che non hanno mai imparato una lingua straniera, inglese o francese su tutte, andando al cinema, cosi come avviene in tutte le altre nazioni.

A questo proposito desidero ricordare che l'Academy Award (Oscar) assegna il premio, che noi chiamiamo impropriamente 'film straniero' al film 'in lingua originale' (ovvero diversa dall'inglese)



Magonzo ha scritto:
il vero guaio dei consumi culturali oggi, è che la digitalizzazione ha smantellato le istituzioni che operavano da filtro-culturale e orientamento, in parallelo alla perdita di centralità culturale dei movimenti di opinione del mondo occidentale e la relativa perdita sostanziale di appeal identitario dei consumi culturali;
in breve, oggi ti archivi un film o un album perché lo scarichi gratis, ma se dovessi pagare non te ne importerebbe nulla, anche perché difficimente potresti orientarti su cosa ha effettivamente un valore tale da giustificare anche solo il pagamento di una cifra simbolica;




Giovinotto : guarda che io 'scarico' ma pago e profumatamente, quello che voglio vedere. Ti sia ben chiaro che noleggiare un BD da Blockbuster costa 4,90€ ma se ne noleggi 10, il costo scende a 3€ ognuno, ebbene io pago di piu' per scaricare da CinemaNow (ovviamente in lingua originale), ma ho dei titoli che non trovo sul mercato italiano.








P.S. ed O.T. : Ma e' cosi difficile, per alcuni di voi, quotare soltanto cio' cui si desidera rispondere? Vedo post che hanno almeno 8 quote e riquote integrali....

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Magonzo
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blasel ha scritto:
Magonzo ha scritto:poveri doppiatori (e doppiatrici), attori di teatro che si pagano terza e quata settimana coi turni...





Poveri italiani che non hanno mai imparato una lingua straniera, inglese o francese su tutte, andando al cinema, cosi come avviene in tutte le altre nazioni.

A questo proposito desidero ricordare che l'Academy Award (Oscar) assegna il premio, che noi chiamiamo impropriamente 'film straniero' al film 'in lingua originale' (ovvero diversa dall'inglese)


Giovinotto : guarda che io 'scarico' ma pago e profumatamente, quello che voglio vedere. Ti sia ben chiaro che noleggiare un BD da Blockbuster costa 4,90€ ma se ne noleggi 10, il costo scende a 3€ ognuno, ebbene io pago di piu' per scaricare da CinemaNow (ovviamente in lingua originale), ma ho dei titoli che non trovo sul mercato italiano.
le inclinazioni personali hanno purtroppo scarso riscontro in termini di statistica economica; la domanda di prodotti desunta dall'attività di downloading pirata falsa moltissimo la percezione del mercato, e questo - giovinotto la censura e il cinema 700819 - è un problema che si pose anche nel Congresso US al momento di discutere la McClelland Act del 1972 contro la pirateria musicale e introdurre una levee sui blank tapes, nastri vergine, per indennizzare gli ipotetici artisti e publishers deprivati delle loro royalties;

già oggi paghiamo una quota sui supporti scrivibili, anche se non è affatto detto che questi vengano usati per immagazzinarvi dati tutelati dalla disciplina dell'opera del diritto d'autore, e la stessa SIAE nell'ultimo decennio ha mostrato un grande affanno nel far rispettare una disciplina che presenta innumerevoli falle concettuali e procedurali dovute alle rapidissime evoluzioni della tecnologia; ometto dettagli tecnici per non annoiare, ma il problema della tutela della proprietà intelletuale nell'era digitale e relativi risvolti economici non si esaurisce nella prassi di acquisto del privato cittadino, quand'anche virtuoso;

quanto alle lingue, non posso che essere d'accordo, ache se affrontare in questo 3d i limiti culturali delle nostre classi dirigenti e le relative politiche, sembra eccessivo.

24
Blasel
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@ Magonzo : anche se sono d'accordo che vengano rispettati i diritti degli autori, non sono d'accordo con la politica commerciale ed economica che, sui diritti d'autore, fanno la maggior parte dei produttori.

Se non esistessero i ricettatori, in pratica i furti diminuirebbero del 90%, restando attivi quelli dei cleptomani.

Cosi, quelle aziende che non speculano vergognosamente sui diritti acquisiti, sono le meno piratate.

Adesso devo fermarmi perche' stiamo andando O.T., magari apriamo altri thread sugli argomenti che abbiamo toccato, il doppiaggio i9n primis.

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purplebunny
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Magonzo ha scritto:poveri doppiatori (e doppiatrici), attori di teatro che si pagano terza e quata settimana coi turni... la censura e il cinema 78315

Ai tempi del cinema muto in molti paesi i film erano narrati da persone specializzate che seguivano le proiezioni e interpretavano la storia in modo creativo (specialmente in Asia, in Giappone ad esempio si chiamavano "benshi", uomini parlanti). Queste figure professionali potevano diventare anche molto popolari, e spesso decretare il successo dei film che seguivano. Con i film sonori la categoria dei narratori è scomparsa. Poveri narratori.
Il discorso è assimilabile.
Forse, e solo forse, i doppiatori hanno avuto una funzione, al pari della televisione, nell'unificare l'italico idioma. Ma quella funzione (ammesso ci sia mai stata) è esaurita, ora sono un anacronismo, che oltretutto spesso deturpa, e a volte sconvolge, i film.


a parte queste valutazioni, è difficile fare valutazioni di mercato sui consumi culturali sulla base di una finzione di coeteris paribus per ipotizzare scenari di mercato depurati dalla pirateria, ecc... e lo stesso vale anche per la musica ed altro;

Sarebbe però da distinguere tra pirateria (lucro sulla ridistribuzione di copie) e non rispetto del diritto d'autore, perché mi sembrano due cose assai diverse - entrambe presenti prima di internet, la seconda senza dubbio acuitasi e dilagata dalla nascita dei programmi p2p.
Non ipotizzavo comunque una depurazione della pirateria (né della condivisione illegale di materiali protetti da copyright tramite reti p2p). Ormai il fenomeno esiste - e la colpa sta quasi tutta nell'inadeguatezza e impreparazione delle grandi case di distribuzione, che hanno cercato di arginare con modalità anacronistiche un qualcosa che, se colto per tempo, avrebbe potuto trasformarsi invece in enormi potenzialità.
In ogni caso ora potrebbe esserci un adeguamento e un ridimensionamento se finalmente ci fosse una seria politica da parte delle case di distribuzione. Non per imbrigliare il mercato in qualcosa che non esiste più, come è stato fatto e continua a essere fatto, ma per reindirizzarlo verso la legalità.

sotto il profilo della remunerazione dell'opera dell'ingegno, non vedo altra praticabile strada dell'accordo tra enti di riscossione (siae, biem, stemra, riia, gema, etc...) e providers, anche se poi sorgerebbero problemi sulla redistribuzione di quegli utili;

Si potrebbe iniziare con il nuclearizzare la Siae, o più propriamente riorganizzarla dalle fondamenta. Pensare di affrontare l'era digitale con un'istituzione fascista (che opera secondo diramazioni che si potrebbero definire mafiose, concettualmente) è come sperare di fare ricami su tessuto con dei rametti di un albero di fico.

il vero guaio dei consumi culturali oggi, è che la digitalizzazione ha smantellato le istituzioni che operavano da filtro-culturale e orientamento, in parallelo alla perdita di centralità culturale dei movimenti di opinione del mondo occidentale e la relativa perdita sostanziale di appeal identitario dei consumi culturali;
in breve, oggi ti archivi un film o un album perché lo scarichi gratis, ma se dovessi pagare non te ne importerebbe nulla, anche perché difficimente potresti orientarti su cosa ha effettivamente un valore tale da giustificare anche solo il pagamento di una cifra simbolica;

il mondo digitale può essere una gran conqueista e anche un gran risparmio per l'ambiente, ma implica un mismatch rispetto all'istinto di accumulazione che anima i consumi della società industriale.

Concordo, assolutamente. Ma non è bloccando il mercato, la diffusione e la ricerca dei prodotti culturali (il metodo appunto ottocentesco e novecentesco dei balzelli, dei dazi, delle dogane, della frammentazione) che è risolvibile la situazione. Non più.

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