brano di presentazione del libro "non è un cambio di stagione"
"Da alcuni anni, ogni mattina il mondo si sveglia sotto la minaccia di una nuova apocalisse. Per gli ecologisti è rappresentata dal cambiamento climatico. Governi, celebrità, organismi internazionali, grandi corporation, piccole ong, si sono lanciate nella lotta contro il cambiamento. Non è un cambio di stagione è un viaggio in nove diversi paesi – Brasile, Nigeria, Niger, Marocco, Mongolia, Australia, Filippine, isole Marshall, Stati Uniti – che stanno soffrendo maggiormente la minaccia climatica. Ma è, soprattutto, una riflessione affilata, uno sguardo provocatorio sulle contraddizioni dell’ecologismo esasperato, dell’ambientalismo che si fa business, del principio che si fa moda. È il mondo degli ecololò che Caparrós smaschera con ironia e intelligenza ridando la parola agli ultimi della terra e accompagnandoci ai confini del mondo. E lo fa proponendo un genere misto, una cronaca che pensa, un saggio che racconta."
Sicuramente un bel libro, arguto ben scritto, mi fido, anche furbo, certo è molto facile sparare sull'autoambulanza ossia dire quelle verità conclamate che mettono daccordo tutti. Ossia in un mondo globalizzato con uno (o tre miliardi a seconda delle stime) di persone che rischiano la morte per fame e sete, coloro che si preoccupano di qualcosa di più della sopravvivenza personale sono fighetti ricchi del cazzo (xmanx direbbe parrucconi fascio-stalinisti nel suo bel gergo populista qualunquista) che seguono una moda: gli ecololò.
Leggendo il libro forse (spero) verranno evidenziati dei distinguo, spero non faccia di tutta l'erba un fascio, come fanno i fasci quando regolarmente citano quell'unica frase di Pasolini ad ogni scontro fra manifestanti e polizia, ma ci sono tanti animalisti che non sono anilolò, ci sono tanti ecologisti che non sono ecololò, che come bambini di favela vivono sui rifiuti e, fare riciclaggio, ragionare su una società che non sia di solo consumo, il pensare ad alternative ecologiste, sono solo modi per sopravvivere, per migliorare la propria scarsa qualità della vita, per andare avanti. Io non sono un ecololò, è tutta la vita che sono contro gli sprechi, riutilizzo, riciclo, reinvento per sentirmi io recuperato, per giocare e per non vivere in un mondo di rifiuti. Ad esempio con la carta e la colla si fa la cartapesta e dalle maschere di carnevale ai plastici per le macchinine, la cartapesta è eccezionale.
Il rifiuto è una parola con molti significati, rifiuto è un no, un due di picche (quanti!), rifiuto è un mucchio di polistirolo e piatti e bicchieri di plastica abbandonati in un parco, rifiuto di cedere, mi rifiuto.
Io non sono un ecololò, recuperare rifiuti è solo rifiutarsi di considerare rifiuto quello che ha perso il proprio scopo primario, infatti non credo neppure ai "rifiuti della società" e recupero quello che la gente butta via, una discarica è una miniera a cielo aperto, se non fosse che puzza ed inquina sarebbe una cosa bella, comunque è solo un altro modo di considerare la ricchezza, un contenitore di shampoo vuoto può diventare altro e saper vedere e sapere realizzare quelle che sono le sue potenzialità è creatività e abilità artigiana, non moda.