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Il cervello e i discorsi dei politici

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Faust
Faust
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
La politica è un terreno scivoloso in cui tutto e il contrario di tutto viene detto e fatto. Come è possibile? Forse la psicologia ci spiega oggi il perchè: non ascoltiamo i discorsi dei politici o, meglio, se anche li ascoltiamo, non ne registriamo il contenuto. Lo afferma uno studio recentemente condotto da un team di psicologi delle università australiane di Monash, del Queensland e di Groningen che si è focalizzato su ciò che accade nel cervello dei votanti quando leggono i discorsi dei loro leader politici.
I ricercatori hanno formato un team di 40 volontari scelti tra persone fortemente di destra o di sinistra e hanno chiesto loro di leggere e valutare una serie di frasi attribuite a noti leader delle due parti politiche ma, in realtà, preparate a tavolino dagli scienziati stessi. Durante il test i volontari sono stati sottoposti a risonanza magnetica per immagini per verificare quanto e come ciascuna affermazione venisse elaborata dal cervello. Dall’analisi dei risultati è emerso che frasi identiche venivano valutate come fortemente ispirazionali solo se attribuite al leader della propria parte politica.
Non solo: le risonanze avrebbero confermato che le affermazioni del proprio politico attivano maggiormente il cervello di chi le legge. Le stesse aree si attiverebbero anche durante la lettura di frasi poco positive attribuite al leader della fazione opposta.
Insomma, sembra proprio che il nostro cervello si accenda in maniera selettiva per sottolineare gli aspetti positivi nei discorsi dei nostro politici preferiti e tutti quelli negativi nelle parole degli avversari

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paolo iovine
paolo iovine
Viandante Mitico
Viandante Mitico
embè ? E' ovvio. Hitler amava spesso dire il massimo è appena sufficiente; se la stessa frase la attribuisci a Gandhi, è chiaro che assume tutt' altro significato.

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