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Un racconto

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Akasha
Akasha
Viandante Residente
Viandante Residente
Da qualche mese ho un blog: iraccontidiakasha.blogspot.com
Mi piace scrivere racconti, un po' per pura passione, un po' per cercare di esternare molti miei pensieri che, mia colpa, non riesco a tirare fuori a voce.
Questo spazio é per me uno stimolo a scrivere; cosa che, per pura inerzia, prima non facevo con regolarità. Da quando ho iniziato mi sento meglio, molte preoccupazioni che avevo sono scomparse, o quasi. Scrivere é per me un modo di liberarmi, di tenere la testa impegnata e ragionare con un ottica differente.
Non ho la presunzione di diventare un Hemingway al femminile, questo no. Però mi piacerebbe sapere cosa pensa chi legge i miei scritti, e dato che sul blog nessuno ha ancora commentato alcunché, vi lascio qui un mio racconto.
Vorrei che me lo criticaste, per capire dove sbaglio e cosa potrei fare per migliorarmi. Vi ringrazio in anticipo.

2
Akasha
Akasha
Viandante Residente
Viandante Residente
L'ultimo raggio di sole.


A occhi chiusi, rannicchiata sulla sedia a dondolo, Lucia si muoveva avanti e indietro da diverse ore. Il legno scuro, ormai usurato dal tempo, scricchiolava minaccioso sotto il suo peso.
Mentre la donna si cullava nell'oscurità del salotto, l'ultimo raggio di sole irradiava la cornice d'argento, posta sul tavolino di fronte a lei.
In quello scatto la sua piccola Chiara indossava la vestina bianca della prima comunione; sui lunghi capelli dorati portava una coroncina di margherite bianche, ed in viso, il sorriso più bello che le avesse mai visto. Era felice quel giorno: regina della festa, volteggiava spensierata su e giù per la casa, mostrando orgogliosa i regali ricevuti e riempendo l'aria con le sue gioiose risate. Le sentiva anche in quel momento, provenire dalla strada chiusa al traffico. I ragazzi del vicinato si riunivano ogni pomeriggio dopo la scuola, per giocare a palla o saltare dentro le caselle quadrate, tracciate col gesso sull'asfalto. Lì vicino c'era anche un campo incolto, pieno di erbacce, nel quale si divertivano a giocare a nascondino o inventare storie avventurose nelle quali i protagonisti erano proprio loro. Sempre diretti da Giorgio il quale, nonostante fosse il più piccolo, veniva considerato l'anima del gruppo, quello che qualsiasi cosa facesse tutti seguivano ciecamente. Si rincorrevano fino al tramonto, quando la madre del piccolo "capo", affacciata alla finestra del bagno, gridava a tutti di ritornarsene a casa. Pochi istanti dopo una marea di ragazzetti urlanti si dileguava, ognuno verso la propria abitazione, dimenticandosi degli altri. Allora, sentito il richiamo, tutte le mamme, quasi contemporaneamente, aprivano il portone aspettando i propri figli. Lucia spalancò gli occhi, bloccando di colpo la sedia. Dalla finestra non entrava più nemmeno un filo di luce. Sentì il richiamo e la cacofonia che si avvicinava sempre più; svelta, corse ad aprire la porta, gli occhi in lacrime. Tra i volti dei figli che si precipitavano a riabbracciare la loro madre cercò quello di Chiara. Lo trovò dall'altro lato della strada, in una foto segnaletica ormai sbiadita dal tempo,attaccata al palo della luce. Chiuse piano la porta, risprofondando nell'oscurità, triste, ma con la speranza nel cuore di poter, un giorno, riabbracciare il suo piccolo raggio di sole.



Ultima modifica di Akasha il Sab 25 Giu 2011 - 15:46 - modificato 1 volta.

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xmanx
xmanx
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Ottima la descrizione del contesto. Dell'ambiente. Dell'atmosfera. Delle luci. Del movimento.
Si percepisce l'ambiente e la dinamicità dei personaggi. Come si muovono.
La scena "esterna" è ben descritta. Se ne percepiscono i particolari. Una descrizione molto "filmica".

Si nota poco, pero', lo scenario interiore. La descrizione di cio' che si muove dentro alla figura chiave del racconto. A volte è necessario portare il focus...la telecamera...dietro gli occhi del protagonista. Oltre a descrivere la scena da un punto di osservazione esterno, occorre poi "entrare" nella mente del personaggio chiave e svelarne i pensieri, le sensazioni, le emozioni. Cio' che vede e come lo vede. E, quindi, descrivere come si muove lo stato d'animo del protagonista in relazione al muoversi della scena esterna.

Questa pero' è anche la parte più difficile. Perchè per descrivere cio' che si muove dentro il protagonista, occorre viverlo. E occorre rivelarlo. E svelarlo. Cosa assai difficile.

4
Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Io non sono un buon critico letterario.
Perché non ho il mestiere, perché mi lascio trascinare dal fatto, più che dallo stile.

Del poco che leggo so dire: mi piace, non mi piace, l'ho capito, non mi dice niente... e quasi nulla più.

Per il tuo racconto sono sostanzialmente d'accordo con xmanx. Gradevole, avvincente, sciolto, originale.

Due appunti: uno tecnico, uno concettuale.
tecnico: usa il ritorno a capo, distanzia i concetti. Il racconto ne guadagna in leggibilità.
concettuale: fai bene a non marcare il gap temporale fra la scena "solo ricordata" e la scena madre, ma il lettore deve avvertirlo lo stesso, altrimenti (come è capitato a me) è costretto a tornare indietro a rileggere "cosa mi sono perso?"... scadendo così la drammaticità della scena.
Giocare quindi sull'interpunzione o, più efficace ma più pericoloso e difficile, giocando sui tempi: un improvviso presente quando si racconta al passato può essere stridente, anche se di molto effetto. Magari scivolare su un paio di frasi all'imperfetto, prima...

comunque complimenti.

In questo forum manca un accettabile impegno letterario. Era ora che qualcuno si desse una smossa!

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Akasha
Akasha
Viandante Residente
Viandante Residente
@ xmanx
Ti ringrazio per i complimenti e per l'ottimo consiglio che proverò a fare mio. Un racconto 335944

@ Lucio
Grazie di cuore anche a te; avevo veramente bisogno di una critica esterna. Di solito amici e parenti dicono che é tutto molto bello, cosa che può far sicuramente piacere, ma che alla resa dei conti non aiuta a crescere. Spero di riuscire a migliorarmi. Un racconto 494023241

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Massimo Vaj
Massimo Vaj
Viandante Storico
Viandante Storico
Benché non sia una regola fissata una volta per tutte, la "D" detta eufonica sarebbe opportuno usarla solo quando la vocale finale di una parola è ripetuta dalla parola che la segue. Tu ne fai un uso intenso che non aiuta l'armonia dell'insieme..
Verso la settima riga c'è un errore di battitura da correggere: riempendo l'aria con le sua gioiose risate
Evita di credere che un intenso uso del punto e virgola distanzi il buono dal cattivo scrivere.
Il racconto è struggente e ben scritto, non banale, e dice che scrivere è una tua inclinazione che non dovrà essere raddrizzata, come è in uso fare quando si vogliono correggere difetti caratteriali in persone che hanno il vezzo di ribellarsi alla malvagità ;°) ciao

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BigBossStigazzi
BigBossStigazzi
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
si legge, è molto di più di quello che si possa dire di tanta parte della letteratura riconosciuta, io apprezzo altri generi, ma non importa, solo una cosa mi stona, una frase, quando dici "sempre supervisionati dal carismatico giorgio....." non mi piace, non scorre, manca di musicalità a mio parere beninteso che non sono maestro di niente, ma visto che mi è capitato di narrare racconti e fiabe anche davanti ad un piccolo pubblico ti dirò, la lingua italiana è molto musicale e quando uno legge anche in silenzio è come sentisse la propria voce declamare in testa, leggi sempre a voce alta quello che scrivi, così capirai se il discorso scorre e se non deve scorrere perchè tu vuoi che lì si rallenti o si arrivi ad un altro passo, non deve essere casuale, ma devi diventare padrona del fluire del tuo discorso

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Akasha
Akasha
Viandante Residente
Viandante Residente
@Massimo Vaj
Apprezzo il consiglio ( e grazie per la correzione )

@BIGboss
In effetti hai ragione per la frase che hai citato ( l'ho modificata: dimmi se così pensi che possa andare ) e mi ha commosso la prima frase che hai scritto... ora ho un po' più coraggio nel far leggere i miei scritti...

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BigBossStigazzi
BigBossStigazzi
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
dal mio angolino è molto meglio ora (qui ci stava un emoticon con sorriso normale ma ho solo sorrisi scemi) ciao

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Akasha
Akasha
Viandante Residente
Viandante Residente
va bene lo stesso, grazie. Un racconto 4029765856

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daughterofthemoon
daughterofthemoon
Viandante Storico
Viandante Storico
Akasha ha scritto:va bene lo stesso, grazie. Un racconto 4029765856
Dovresti prendere il posto dei personaggi così da provare le emozioni che descrivi.
Comunque,l'ho trovato molto carino.Complimenti.

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Massimo Vaj
Massimo Vaj
Viandante Storico
Viandante Storico
Che significa la banalità del dire: Dovresti prendere il posto dei personaggi così da provare le emozioni che descrivi.?
È ovvio che chi scrive si debba mettere nei panni dei personaggi descritti, mica entrano da soli nella storia, ma fanno il loro ingresso dopo che l'autore si è immedesimato in loro. Non potrebbe essere altrimenti. È una critica che ricorda i telefilm di serie C dove il poliziotto si sforza di pensare come l'assassino e il bello è che ci riesce pure diventando, in questo modo, scemo come quello... :D

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daughterofthemoon
daughterofthemoon
Viandante Storico
Viandante Storico
Massimo Vaj ha scritto:Che significa la banalità del dire: Dovresti prendere il posto dei personaggi così da provare le emozioni che descrivi.?
È ovvio che chi scrive si debba mettere nei panni dei personaggi descritti, mica entrano da soli nella storia, ma fanno il loro ingresso dopo che l'autore si è immedesimato in loro. Non potrebbe essere altrimenti. È una critica che ricorda i telefilm di serie C dove il poliziotto si sforza di pensare come l'assassino e il bello è che ci riesce pure diventando, in questo modo, scemo come quello... :D
grazie per avermi dato della scema!!!

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Massimo Vaj
Massimo Vaj
Viandante Storico
Viandante Storico
È il poliziotto che è scemo, non tu. A te ho detto altre cose. Dovresti immedesimarti in me per sapere cosa ho detto... Un racconto 2504199820

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daughterofthemoon
daughterofthemoon
Viandante Storico
Viandante Storico
Massimo Vaj ha scritto:
Che significa la banalità del dire: Dovresti prendere il posto dei personaggi così da provare le emozioni che descrivi.?
È ovvio che chi scrive si debba mettere nei panni dei personaggi descritti, mica entrano da soli nella storia, ma fanno il loro ingresso dopo che l'autore si è immedesimato in loro.

Dovresti rileggere attentamente questa frase che hai scritto perché è proprio in questa frase che mi dai della scema,
mentre io non ho fatto altro che precisare quello non ho letto.

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Massimo Vaj
Massimo Vaj
Viandante Storico
Viandante Storico
Non ti ho dato della scema, ho solo detto che la storia dell'immedesimarsi nei personaggi è banale, oltre che senza senso e fotocopiata dalla cinematografia, perché immedesimarsi significa identificarsi nell'altro, e nessuna identificazione potrà mai rendere un individuo uguale, ma nemmeno simile, a un'altra persona. Quando lo scrittore crea un personaggio non ha necessità di identificarsi in lui perché, avendolo creato, sa esattamente come è fatto. Quando, invece, vuole che abbia caratteristiche che gli sono sconosciute, perché estranee al modo di essere dell'autore, allora ogni tentativo di identificazione sarà illusorio per l'assenza delle basi date dall'aver sperimentato e vissuto quelle caratteristiche.

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daughterofthemoon
daughterofthemoon
Viandante Storico
Viandante Storico
Massimo Vaj ha scritto:Non ti ho dato della scema, ho solo detto che la storia dell'immedesimarsi nei personaggi è banale, oltre che senza senso e fotocopiata dalla cinematografia, perché immedesimarsi significa identificarsi nell'altro, e nessuna identificazione potrà mai rendere un individuo uguale, ma nemmeno simile, a un'altra persona. Quando lo scrittore crea un personaggio non ha necessità di identificarsi in lui perché, avendolo creato, sa esattamente come è fatto. Quando, invece, vuole che abbia caratteristiche che gli sono sconosciute, perché estranee al modo di essere dell'autore, allora ogni tentativo di identificazione sarà illusorio per l'assenza delle basi date dall'aver sperimentato e vissuto quelle caratteristiche.
Il concetto della scrittura si basa sulle proprie emozioni.Come pensi che faccia uno scrittore a creare un personaggio. Se lo inventa,siamo d'accordo su questo, ma come credi che gli dia vita se non trasmettergli delle emozioni che LUI stesso a provato?
Indipendentemente da quelle che sono: rabbia,tristezza,angoscia......come può uno scrittore conoscere simili emozioni se non le ha prima provate?
Ho scritto un racconto,Ralph (non so neanche se l'hai letto). Ho cercato di trasmettere ai personaggi quelle stesse emozioni che IO ho provato mentre li descrivevo.
Per come la vedo,il tuo concetto di scrittori e personaggi è sbagliato. Perché in fin dei conti, i racconti sono delle illusioni e ci fanno sentire parte della storia che stiamo leggendo.

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Akasha
Akasha
Viandante Residente
Viandante Residente
wow, il mio umilissimo racconto ha scatenato un dibattito acceso...comunque, sono d'accordo con Massimo quando dice che volendo dare delle caratteristiche estranee all'esperienza dell'autore stesso è pressoché difficile imedesimarsi, o convincere il lettore,che il personaggio sia reale; a me piace parlare di cose che so, o perlomeno informarmi prima di scrivere. Vorrei anche aggiungere che l'interpretazione della scrittura, proprio perché viene definita arte, è del tutto soggettiva, relativa a chi legge. Ognuno interpreta e vede, ciò che anche la propria esperienza gli suggerisce.

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daughterofthemoon
daughterofthemoon
Viandante Storico
Viandante Storico
Akasha ha scritto:wow, il mio umilissimo racconto ha scatenato un dibattito acceso...comunque, sono d'accordo con Massimo quando dice che volendo dare delle caratteristiche estranee all'esperienza dell'autore stesso è pressoché difficile imedesimarsi, o convincere il lettore,che il personaggio sia reale; a me piace parlare di cose che so, o perlomeno informarmi prima di scrivere. Vorrei anche aggiungere che l'interpretazione della scrittura, proprio perché viene definita arte, è del tutto soggettiva, relativa a chi legge. Ognuno interpreta e vede, ciò che anche la propria esperienza gli suggerisce.
Vedi,è proprio l'esperienza vissuta che ti permette di trasmettere delle emozioni ai tuoi personaggi.
Ti faccio un esempio: prova a tornare indietro nel tempo,a quando eri bambina.
Quali sono stati i tuoi momenti più felici? E quali i più tristi? (bada,non devi spiegarmeli)
E quali emozioni hai provato in quei momenti? Quando hai pensato a questo,prova a trasferire le tue emozioni ad un tuo personaggio e vedrai che prenderà vita. Il tuo racconto non è male ma è privo di emozioni. Capisco che sia semplice, ma forse è proprio perché è semplice che dovresti provare. I miei sono solo consigli o suggerimenti,non esempi da esperta.
Non sono una scrittrice, però,ogni volta che leggo un racconto, ricevo delle emozioni.
Se vuoi,posso darti il titolo di un libro di Stephen King. Una sua biografia che spiega come scrivere un racconto o un romanzo.
Se ti interessa,fammelo sapere. Sarò ben felice di dartelo.

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The Royal
The Royal
Viandante Storico
Viandante Storico

Ciao, Akasha. Ho parlato del tuo stupendo racconto nel topic La poesia il talento e l'analisi, ne Il segno ed il simbolo. Mi sembrava una buona sede. Le mie piu' fervide congratulazioni. cool

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Akasha
Akasha
Viandante Residente
Viandante Residente
The Royal ha scritto:
Ciao, Akasha. Ho parlato del tuo stupendo racconto nel topic La poesia il talento e l'analisi, ne Il segno ed il simbolo. Mi sembrava una buona sede. Le mie piu' fervide congratulazioni. cool

ti ringrazio di cuore...mi sto sforzando di assimilare quanti più suggerimenti possibili. Ho voglia di migliorarmi ed il vostro è un grande aiuto.

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