Questa mattina la casa si è svegliata presto, molto prima del solito. La padrona in sottoveste, gli occhi ancora gonfi dal sonno ed i capelli arruffati tenuti fermi da una pinza verde, continua a pestare gli zoccoli andando avanti e indietro da una stanza all'altra. Questo suo ritmo frenetico, che la fa muovere quasi in automatico, come se stesse seguendo un percorso prestabilito, mi da l'idea che sia sotto ipnosi. Non sarà mica colpa di quel mago della TV? Quello che riesce a far tenere le dita incrociate fino a quando non lo dice lui?..mah!
Io comunque provo a farmi notare, non si sa mai che riesca a svegliarla. Le salto sui piedi, le giro attorno, mi aggrappo alla stoffa che scende sulle sue gambe bianche, ma niente: non mi vede, non mi sente. Continua ad andare avanti e indietro, le braccia cariche di asciugamani, vestiti e beauty case. Che non sappia dove metterli? Beh, in effetti non mi pare che questa sia l'ora giusta per fare grandi pulizie. Il sole non si vede ancora all'orizzonte: lo so perché dalla veranda mi godo il primo raggio della giornata, e quando mi sono svegliato era buio pesto. Sarebbe ancora ora di dormire, ma già che son sveglio non sarebbe male far colazione. Se solo la padrona mi degnasse di uno sguardo! No, impossibile. Magari è sonnambula; di sicuro sta ancora dormendo e neanche se n'è accorta. Intanto anche il padrone si è alzato, facendo il suo ingresso nella zona giorno con un sonoro sbadiglio.
Strizza gli occhi, accecato dalle luci artificiali. Pure io, che dormivo beato sul mio cuscino rosso dentro la scatola da scarpe, ho fatto fatica a capire che era già l'ora della sveglia, ma almeno mi son svegliato di buon umore. La padrona invece sembra piuttosto alterata quando il suo uomo, con voce impasta, le chiede se ha fatto il caffè.
Lei gli si ferma di fronte. La scena appare comica:
Lui, alto e magrissimo, con due stuzzicadenti che vengono fuori dai pantaloncini corti e con una testa precocemente grigia che lo rende quasi spettrale; lei, una piccola palletta tonda con una massa indomabile di capelli viola mirtillo.
Lui, dal costante sguardo inespressivo tipico di chi non gliene frega niente di nulla; lei, che se qualcosa non va come dice, inizia a cambiare colore in volto, e Dio ce ne scampi!
Certo che fa paura a vederla così... Ecco qua. Ora solleva il viso per guardarlo dritto in faccia, e con voce stridula e sguardo infuocato gli dice che il caffè può anche prepararselo da solo dato che non ha altro da fare. Poi si volta di scatto, perdendo la metà di quello che aveva tra le braccia ,e riprende a riempire borse e valigie, continuando a far schioccare gli zoccoli per tutta la casa lasciando luci accese in ogni stanza.
Lui, rimasto immobile per tre interminabili secondi, le sopracciglia aggrottate dallo stupore, sembra svegliarsi definitivamente quando gli abbaio contro.
Finalmente qualcuno che si degna di considerarmi! Una carezza sulla pancia per me e una in testa per se. E che ci vuole per essere felici? Magari un biscotto...eccolo! Bravo padrone. Così, mentre lui armeggia con la napoletana, io mi piazzo nella mia bella alcova a sgranocchiare a più non posso. Peccato che il biscotto è già finito...quasi quasi vado a farmene dare un altro.
Nell'aria comincia a sentirsi il profumo inebriante di quella strana bevanda dai poteri magici. Eh, sì. Il padrone, che in fondo non è poi così menefreghista, con una tazza fumante in mano si avvicina alla padrona, intenta a chiudere una valigia ribelle. Lui, con due dita le dà una pacca sulla spalla e, appena prima che se lo mangiasse vivo, la donna si accorge di ciò che le sta porgendo. Si guardano con la coda dell'occhio, si danno due scherzose gomitate e alla fine fanno pace con un sorriso. Umani! Chi li capisce é bravo. Meglio così però, almeno non se la prendono con me.
Ora sembra che la padrona abbia finito di raccogliere ogni cosa: ha poggiato tutto accanto alla porta d'ingresso e se ne va in camera sua. Io intanto continuo a domandarmi perché diamine abbiano dovuto riempire tutte quelle borse, così, di primo mattino. Forse buttano le cose vecchie e vogliono portarle da basso prima che passi il netturbino... no! Troppo tardi.
Sento già la sirena del camion che si sta avvicinando. Il fastidiosissimo "BIP BIP" continuo, che resta in testa anche quando se n'è andato, non lascia dubbi. E infatti, ecco pure la luce dei lampeggianti che s'insinua attraverso la finestra aperta. E se anche questo dettaglio non bastasse, di certo le imprecazioni dei netturbini ed il suono metallico dei cassonetti buttati a terra possono dirsi assai rivelatrici. A volte mi domando come mai odino tanto questo mestiere...non so cosa darei per poter stare in mezzo a tutto quel ben di Dio!
I padroni stanno poggiando borse a valige nell'ingresso; non credo che faranno in tempo a portarle giù: ecco infatti lo stridere dei bracci meccanici che sollevano e ribaltano nel rimorchio i cassonetti carichi di spazzatura, proprio sotto casa nostra. Pazienza. Vuol dire che ci riproveranno domani, anche se i due non sembrano essersene neanche accorti. Anzi, dalla porta socchiusa del bagno arriva il fischiettio allegro del padrone che si rade, mentre la padrona, che nel frattempo si è levata gli zoccoli, amorevolmente va a svegliare il piccolo di casa.
Il bimbo, mezzo addormentato, ingurgita senza storie il biberon colmo di latte al cioccolato e, ancora tra le braccia di morfeo viene spogliato del suo pigiamino, lavato e rivestito con un tipico abbigliamento estivo: calzoncino a righe bianche e blu, canottierina bianca e cappellino alla marinara. Così pronto, e ancora dormiente, viene adagiato nel suo personale seggiolino, accanto a borse e valige di fronte alla porta. Avranno mica strane intenzioni?!
Mah, vedo che ora entrambi i padroni si sono ripresi dalla sveglia prematura, sono sorridenti ed anche il loro viso sembra diverso, più giovane direi. Merito dell'aria mattutina?
Comunque, lui è già pronto e dopo essersi caricato sulle spalle tutto ciò che era stato accatastato con cura, esce di casa richiudendosi la porta alle spalle. Per fortuna il piccolo é ancora lì. Chissà che intenzioni avranno...
Lei lo segue poco dopo: devo dire che adesso mi appare veramente bella, con quel suo vestitino giallo tutto svolazzante, ed i capelli mossi e sciolti che le cadono sulle spalle. E come se non bastasse, passando lascia dietro di se una scia profumata che sa di pesche mature: fantastica! Non resisto, devo saltarle addosso!
Le vado sui piedi scalzi e inizio a leccarle le dita ancora umide, e lei...finalmente si accorge di me! Mi regala un bel sorriso prendendomi in braccio, mi gratta dietro l'orecchio (FANTASTICO) ed infine mi bacia sulla nuca. Ah, quanto è bella e buona la mia padrona...
Ora però fa' una cosa un pò strana, che non mi spiego bene.
Da sotto la poltrona ha preso la mia scatola e la porta in veranda, sistemandola accanto alla lavatrice. Fortuna che è spenta...odio quando si agita tutta e produce quel gran fracasso!
Poi, prende due strani barattoli trasparenti, con una sorta di piatto nella parte inferiore, e li mette sotto un tavolo. Io mi avvicino per vedere meglio, e con sorpresa mi accorgo che il primo contiene dell'acqua mentre l'altro è pieno di quelle crocchette marroncine e verdi che mi piacciono tanto...sarà giorno di festa, forse? Io ne approfitto subito; ma guarda, appena ne mangio una ne scende subito un altra: ma che invenzione straordinaria! Sarà lo stesso per l'acqua? Vediamo, no. Forse se lecco quella pallina argentata... ma si! E poi dicono che i cani sono stupidi...
Intanto il padrone è risalito a mani vuote, strano, ero sicuro che il camion della spazzatura fosse già passato...evidentemente mi sbagliavo. Avrà lasciato tutto sul marciapiede, in attesa che venga ritirato.
E adesso che succede? Perché mi state lasciando qui fuori? Non vorrete mica mollarmi così? Niente, non mi ascoltano. Mi hanno rinchiuso in veranda e se ne escono tranquilli, dando due passate di chiave alla porta d'ingresso.
Ecco qua! Ogni volta è sempre la stessa storia: loro escono ed io ad annoiarmi in casa. Fortuna che ho il mio amico di gomma. Ciao gattino...ti strapazzo un po'?!
Ma guarda, finalmente il primo raggio di sole che entra dalla vetrata. Almeno riesco a vedere meglio e...tu pensa, abbiamo ospiti.
Una lunga fila di formiche intente a fare avanti e indietro da una crepa sul muro. Mi sa che mi ci diverto un po'... Tutta ginnastica: mi sfuggono ma almeno faccio moto! Caspita: sono proprio instancabili! Chissà da quanto è che corro dietro loro. Direi che forse è ora di fare una pausa, ho un certo languorino...
Ma i padroni che fanno? Mi sa che oggi se la stanno prendendo comoda... uffa, che noia: non so più cosa fare. Magari posso approfittarne per riposarmi un po'...giusto una pennichella sul mio cuscino preferito. Ecco, perfetto, già mi si chiudono gli occhi.
Strano che quei due (tre con la piccola pulce) non siano ancora rientrati. Fuori il sole comincia ad abbassarsi, magari aspettano ancora che il netturbino passi a ritirare la loro spazzatura...mi ripeto: Umani, chi li capisce è bravo!
Ma io non starò certo ad aspettarli. Ho mangiato, bevuto...ed anche fatto i miei bisogni sul foglio di giornale.
Ora sono stanco. Ecco, silenzio, pace, sonno. Buio.
Hmhh, che dormita...ma che succede? cos'è questo rumore? Ma si, lo riconosco! Questo è proprio il suono del camion della spazzatura! I miei padroni devono essere giù che aspettano che ritirino tutto. Basta, io non posso più aspettare. Vado da loro: mi mancano tantissimo! Ma come faccio?
Ah, ecco, ci sono: un salto sul cesto della biancheria; da lì, sulla lavatrice, occhio che scivolo; e poi il tavolino, ecco sono di fronte alla finestra. Fortuna che è aperta! Un ultimo salto e...wow!
Senti un po' che aria fresca, quasi pungente. Mi viene da chiudere gli occhi ma resisto. Il suono della sirena del camion qui è più forte, ed i lampeggianti danno fastidio. La pressione della forza di gravità mi fa allargare le zampe e mi rigira, mettendomi con la schiena rivolta in basso. Nelle altre case le luci sono tutte spente, vedo le finestre aperte, ne ho contate cinque.
Con una zampata in aria riesco a rimettermi a pancia in giù; la luce del camion si sta già allontanando, ma grazie a quella dei lampioni vedo lo stesso l'asfalto che si avvicina.
Tra un attimo rivedrò i miei padroni: chissà come saranno felici di rivedermi dopo la lunga giornata appena trascorsa; di sicuro mi riempiranno di coccole e non mi lasceranno mai più, solo così a lungo. Ma ecco, è fatta. Sono arrivato.
Io comunque provo a farmi notare, non si sa mai che riesca a svegliarla. Le salto sui piedi, le giro attorno, mi aggrappo alla stoffa che scende sulle sue gambe bianche, ma niente: non mi vede, non mi sente. Continua ad andare avanti e indietro, le braccia cariche di asciugamani, vestiti e beauty case. Che non sappia dove metterli? Beh, in effetti non mi pare che questa sia l'ora giusta per fare grandi pulizie. Il sole non si vede ancora all'orizzonte: lo so perché dalla veranda mi godo il primo raggio della giornata, e quando mi sono svegliato era buio pesto. Sarebbe ancora ora di dormire, ma già che son sveglio non sarebbe male far colazione. Se solo la padrona mi degnasse di uno sguardo! No, impossibile. Magari è sonnambula; di sicuro sta ancora dormendo e neanche se n'è accorta. Intanto anche il padrone si è alzato, facendo il suo ingresso nella zona giorno con un sonoro sbadiglio.
Strizza gli occhi, accecato dalle luci artificiali. Pure io, che dormivo beato sul mio cuscino rosso dentro la scatola da scarpe, ho fatto fatica a capire che era già l'ora della sveglia, ma almeno mi son svegliato di buon umore. La padrona invece sembra piuttosto alterata quando il suo uomo, con voce impasta, le chiede se ha fatto il caffè.
Lei gli si ferma di fronte. La scena appare comica:
Lui, alto e magrissimo, con due stuzzicadenti che vengono fuori dai pantaloncini corti e con una testa precocemente grigia che lo rende quasi spettrale; lei, una piccola palletta tonda con una massa indomabile di capelli viola mirtillo.
Lui, dal costante sguardo inespressivo tipico di chi non gliene frega niente di nulla; lei, che se qualcosa non va come dice, inizia a cambiare colore in volto, e Dio ce ne scampi!
Certo che fa paura a vederla così... Ecco qua. Ora solleva il viso per guardarlo dritto in faccia, e con voce stridula e sguardo infuocato gli dice che il caffè può anche prepararselo da solo dato che non ha altro da fare. Poi si volta di scatto, perdendo la metà di quello che aveva tra le braccia ,e riprende a riempire borse e valigie, continuando a far schioccare gli zoccoli per tutta la casa lasciando luci accese in ogni stanza.
Lui, rimasto immobile per tre interminabili secondi, le sopracciglia aggrottate dallo stupore, sembra svegliarsi definitivamente quando gli abbaio contro.
Finalmente qualcuno che si degna di considerarmi! Una carezza sulla pancia per me e una in testa per se. E che ci vuole per essere felici? Magari un biscotto...eccolo! Bravo padrone. Così, mentre lui armeggia con la napoletana, io mi piazzo nella mia bella alcova a sgranocchiare a più non posso. Peccato che il biscotto è già finito...quasi quasi vado a farmene dare un altro.
Nell'aria comincia a sentirsi il profumo inebriante di quella strana bevanda dai poteri magici. Eh, sì. Il padrone, che in fondo non è poi così menefreghista, con una tazza fumante in mano si avvicina alla padrona, intenta a chiudere una valigia ribelle. Lui, con due dita le dà una pacca sulla spalla e, appena prima che se lo mangiasse vivo, la donna si accorge di ciò che le sta porgendo. Si guardano con la coda dell'occhio, si danno due scherzose gomitate e alla fine fanno pace con un sorriso. Umani! Chi li capisce é bravo. Meglio così però, almeno non se la prendono con me.
Ora sembra che la padrona abbia finito di raccogliere ogni cosa: ha poggiato tutto accanto alla porta d'ingresso e se ne va in camera sua. Io intanto continuo a domandarmi perché diamine abbiano dovuto riempire tutte quelle borse, così, di primo mattino. Forse buttano le cose vecchie e vogliono portarle da basso prima che passi il netturbino... no! Troppo tardi.
Sento già la sirena del camion che si sta avvicinando. Il fastidiosissimo "BIP BIP" continuo, che resta in testa anche quando se n'è andato, non lascia dubbi. E infatti, ecco pure la luce dei lampeggianti che s'insinua attraverso la finestra aperta. E se anche questo dettaglio non bastasse, di certo le imprecazioni dei netturbini ed il suono metallico dei cassonetti buttati a terra possono dirsi assai rivelatrici. A volte mi domando come mai odino tanto questo mestiere...non so cosa darei per poter stare in mezzo a tutto quel ben di Dio!
I padroni stanno poggiando borse a valige nell'ingresso; non credo che faranno in tempo a portarle giù: ecco infatti lo stridere dei bracci meccanici che sollevano e ribaltano nel rimorchio i cassonetti carichi di spazzatura, proprio sotto casa nostra. Pazienza. Vuol dire che ci riproveranno domani, anche se i due non sembrano essersene neanche accorti. Anzi, dalla porta socchiusa del bagno arriva il fischiettio allegro del padrone che si rade, mentre la padrona, che nel frattempo si è levata gli zoccoli, amorevolmente va a svegliare il piccolo di casa.
Il bimbo, mezzo addormentato, ingurgita senza storie il biberon colmo di latte al cioccolato e, ancora tra le braccia di morfeo viene spogliato del suo pigiamino, lavato e rivestito con un tipico abbigliamento estivo: calzoncino a righe bianche e blu, canottierina bianca e cappellino alla marinara. Così pronto, e ancora dormiente, viene adagiato nel suo personale seggiolino, accanto a borse e valige di fronte alla porta. Avranno mica strane intenzioni?!
Mah, vedo che ora entrambi i padroni si sono ripresi dalla sveglia prematura, sono sorridenti ed anche il loro viso sembra diverso, più giovane direi. Merito dell'aria mattutina?
Comunque, lui è già pronto e dopo essersi caricato sulle spalle tutto ciò che era stato accatastato con cura, esce di casa richiudendosi la porta alle spalle. Per fortuna il piccolo é ancora lì. Chissà che intenzioni avranno...
Lei lo segue poco dopo: devo dire che adesso mi appare veramente bella, con quel suo vestitino giallo tutto svolazzante, ed i capelli mossi e sciolti che le cadono sulle spalle. E come se non bastasse, passando lascia dietro di se una scia profumata che sa di pesche mature: fantastica! Non resisto, devo saltarle addosso!
Le vado sui piedi scalzi e inizio a leccarle le dita ancora umide, e lei...finalmente si accorge di me! Mi regala un bel sorriso prendendomi in braccio, mi gratta dietro l'orecchio (FANTASTICO) ed infine mi bacia sulla nuca. Ah, quanto è bella e buona la mia padrona...
Ora però fa' una cosa un pò strana, che non mi spiego bene.
Da sotto la poltrona ha preso la mia scatola e la porta in veranda, sistemandola accanto alla lavatrice. Fortuna che è spenta...odio quando si agita tutta e produce quel gran fracasso!
Poi, prende due strani barattoli trasparenti, con una sorta di piatto nella parte inferiore, e li mette sotto un tavolo. Io mi avvicino per vedere meglio, e con sorpresa mi accorgo che il primo contiene dell'acqua mentre l'altro è pieno di quelle crocchette marroncine e verdi che mi piacciono tanto...sarà giorno di festa, forse? Io ne approfitto subito; ma guarda, appena ne mangio una ne scende subito un altra: ma che invenzione straordinaria! Sarà lo stesso per l'acqua? Vediamo, no. Forse se lecco quella pallina argentata... ma si! E poi dicono che i cani sono stupidi...
Intanto il padrone è risalito a mani vuote, strano, ero sicuro che il camion della spazzatura fosse già passato...evidentemente mi sbagliavo. Avrà lasciato tutto sul marciapiede, in attesa che venga ritirato.
E adesso che succede? Perché mi state lasciando qui fuori? Non vorrete mica mollarmi così? Niente, non mi ascoltano. Mi hanno rinchiuso in veranda e se ne escono tranquilli, dando due passate di chiave alla porta d'ingresso.
Ecco qua! Ogni volta è sempre la stessa storia: loro escono ed io ad annoiarmi in casa. Fortuna che ho il mio amico di gomma. Ciao gattino...ti strapazzo un po'?!
Ma guarda, finalmente il primo raggio di sole che entra dalla vetrata. Almeno riesco a vedere meglio e...tu pensa, abbiamo ospiti.
Una lunga fila di formiche intente a fare avanti e indietro da una crepa sul muro. Mi sa che mi ci diverto un po'... Tutta ginnastica: mi sfuggono ma almeno faccio moto! Caspita: sono proprio instancabili! Chissà da quanto è che corro dietro loro. Direi che forse è ora di fare una pausa, ho un certo languorino...
Ma i padroni che fanno? Mi sa che oggi se la stanno prendendo comoda... uffa, che noia: non so più cosa fare. Magari posso approfittarne per riposarmi un po'...giusto una pennichella sul mio cuscino preferito. Ecco, perfetto, già mi si chiudono gli occhi.
Strano che quei due (tre con la piccola pulce) non siano ancora rientrati. Fuori il sole comincia ad abbassarsi, magari aspettano ancora che il netturbino passi a ritirare la loro spazzatura...mi ripeto: Umani, chi li capisce è bravo!
Ma io non starò certo ad aspettarli. Ho mangiato, bevuto...ed anche fatto i miei bisogni sul foglio di giornale.
Ora sono stanco. Ecco, silenzio, pace, sonno. Buio.
Hmhh, che dormita...ma che succede? cos'è questo rumore? Ma si, lo riconosco! Questo è proprio il suono del camion della spazzatura! I miei padroni devono essere giù che aspettano che ritirino tutto. Basta, io non posso più aspettare. Vado da loro: mi mancano tantissimo! Ma come faccio?
Ah, ecco, ci sono: un salto sul cesto della biancheria; da lì, sulla lavatrice, occhio che scivolo; e poi il tavolino, ecco sono di fronte alla finestra. Fortuna che è aperta! Un ultimo salto e...wow!
Senti un po' che aria fresca, quasi pungente. Mi viene da chiudere gli occhi ma resisto. Il suono della sirena del camion qui è più forte, ed i lampeggianti danno fastidio. La pressione della forza di gravità mi fa allargare le zampe e mi rigira, mettendomi con la schiena rivolta in basso. Nelle altre case le luci sono tutte spente, vedo le finestre aperte, ne ho contate cinque.
Con una zampata in aria riesco a rimettermi a pancia in giù; la luce del camion si sta già allontanando, ma grazie a quella dei lampioni vedo lo stesso l'asfalto che si avvicina.
Tra un attimo rivedrò i miei padroni: chissà come saranno felici di rivedermi dopo la lunga giornata appena trascorsa; di sicuro mi riempiranno di coccole e non mi lasceranno mai più, solo così a lungo. Ma ecco, è fatta. Sono arrivato.