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La stella di mare
Sulle lunghe spiagge bianche del Brasile, dove l'oceano Atlantico viene a raccontare le storie che ha raccolto qua e là, tra l'Europa e l'Africa, qualche volta c'é bufera.
Irato per chissà quale motivo il grande mare innalza cavalloni paurosi, marosi e frangenti giganti coronati di schiume e di spruzzi.
Urlando, di quell'urlo profondo e tremendo che solo l'abisso sa fare, a volte per ore, per tutta la notte, mostri immensi di acqua salata erodono il fondo di sabbia e di ghiaia portando scompiglio.
E strappano ciottoli e piante, e animali, e tutto trascinano e lasciano a terra a mostrare la rabbia e la forza tremenda di potenze sconvolte.
Poi passa. E d'incanto, al mattino, piccole dolci onde sornione si ricorrono baciando la riva; a vederle diresti che scherzano fra loro.
Di tanto recente furore rimangono le tracce. Migliaia, milioni di piccole cose strappate dal mare e gettate a seccare all'asciutto.
Un bimbo cammina. Percorre la riva seguendo le curve disegnate stanotte coi corpi di tanti esserini rubati ai fondali Conchiglie, granchietti, ed alghe di tutti i colori. Va il bambino, ma non passeggia, guarda vigile il suolo. E ad ogni passo si china, raccoglie una stella marina che ancora resiste, che agonizza ma ancor non è morta nel sole che s’alza, e con rapido gesto la lancia nell'acqua. E procede, cercando di fare più in fretta che può.
L’Uomo saggio lo ferma:
«Bambino, - gli fa - ma non vedi quant’é inutile e vuoto il tuo gesto?... Gentile è senz'altro, ché è triste la morte di ogni creatura, per quanto misera e piccola sia... Ma cosa vuoi farci? è nell'ordine di tutte le cose che accada anche questo, come il caldo del sole e la tempesta di ieri… E poi,... ragiona!... guarda bene la spiaggia: é lunga, lunghissima, immensa!... il Sole é già alto e rapido sale. Le piccole stelle marine son tante, milioni, miliardi... quante potrai salvarne tu, raccogliendole una ad una e ributtandole in mare? qualche dozzina? due o tre manciate? sono nulla, nulla... che differenza vuoi che faccia il tuo piccolo impegno? eh? che differenza?...»
Il bimbetto, con fra le dita la piccola nera stellina fremente ancora di un soffio di vita rimane interdetto. Guarda l'Uomo saggio, e non sa bene che dire, non sa cosa capire. Ma è un attimo, poi con rapido gesto della mano lancia la stellina nel mare:
«Per lei, per lei almeno, la differenza la fa, eccome!».
Ecco come non dobbiamo confondere il problema generale con quello del singolo
Lucio Musto 1991 data incerta parole 428
La stella di mare
da un racconto
di Savio Corinaldesi
di Savio Corinaldesi
Sulle lunghe spiagge bianche del Brasile, dove l'oceano Atlantico viene a raccontare le storie che ha raccolto qua e là, tra l'Europa e l'Africa, qualche volta c'é bufera.
Irato per chissà quale motivo il grande mare innalza cavalloni paurosi, marosi e frangenti giganti coronati di schiume e di spruzzi.
Urlando, di quell'urlo profondo e tremendo che solo l'abisso sa fare, a volte per ore, per tutta la notte, mostri immensi di acqua salata erodono il fondo di sabbia e di ghiaia portando scompiglio.
E strappano ciottoli e piante, e animali, e tutto trascinano e lasciano a terra a mostrare la rabbia e la forza tremenda di potenze sconvolte.
Poi passa. E d'incanto, al mattino, piccole dolci onde sornione si ricorrono baciando la riva; a vederle diresti che scherzano fra loro.
Di tanto recente furore rimangono le tracce. Migliaia, milioni di piccole cose strappate dal mare e gettate a seccare all'asciutto.
Un bimbo cammina. Percorre la riva seguendo le curve disegnate stanotte coi corpi di tanti esserini rubati ai fondali Conchiglie, granchietti, ed alghe di tutti i colori. Va il bambino, ma non passeggia, guarda vigile il suolo. E ad ogni passo si china, raccoglie una stella marina che ancora resiste, che agonizza ma ancor non è morta nel sole che s’alza, e con rapido gesto la lancia nell'acqua. E procede, cercando di fare più in fretta che può.
L’Uomo saggio lo ferma:
«Bambino, - gli fa - ma non vedi quant’é inutile e vuoto il tuo gesto?... Gentile è senz'altro, ché è triste la morte di ogni creatura, per quanto misera e piccola sia... Ma cosa vuoi farci? è nell'ordine di tutte le cose che accada anche questo, come il caldo del sole e la tempesta di ieri… E poi,... ragiona!... guarda bene la spiaggia: é lunga, lunghissima, immensa!... il Sole é già alto e rapido sale. Le piccole stelle marine son tante, milioni, miliardi... quante potrai salvarne tu, raccogliendole una ad una e ributtandole in mare? qualche dozzina? due o tre manciate? sono nulla, nulla... che differenza vuoi che faccia il tuo piccolo impegno? eh? che differenza?...»
Il bimbetto, con fra le dita la piccola nera stellina fremente ancora di un soffio di vita rimane interdetto. Guarda l'Uomo saggio, e non sa bene che dire, non sa cosa capire. Ma è un attimo, poi con rapido gesto della mano lancia la stellina nel mare:
«Per lei, per lei almeno, la differenza la fa, eccome!».
Ecco come non dobbiamo confondere il problema generale con quello del singolo
Lucio Musto 1991 data incerta parole 428