Bruno Voce
Nel Ced dove lavoravo io, ma in un altro ufficio, c'era Bruno Voce, che poi andò a Prato, si arricchì e non l'ho visto più.
Quasi ogni giorno alla fine degli anni settanta, veniva nel mio ufficio e vi rimaneva un poco. Senza un apparente motivo, senza parlare. Si sedeva in una delle poltroncine per gli ospiti o, se queste erano occupate rimaneva alla finestra a guardare fuori. Cinque minuti, a volte dieci, raramente di più. Poi andava via, e spesso non lo rivedevo fino al giorno dopo.
Non so perché, ma ero contento che venisse.
Prima di partire per Prato fece una festa per amici e colleghi. Ma a me riservò un saluto speciale. Mi trovò un momento da solo e presso a poco mi disse:
" Sono venuto spesso nel tuo ufficio, quand'ero arrabbiato per qualcosa. Sono venuto nella certezza che tu mi avresti aiutato, se fossi scoppiato. Sono venuto anche quando pensavo che se tu avessi avuto bisogno di me avrei saputo darti una mano. Non hai fatto mai nulla per me, e non è mai capitato che io dovessi fare qualcosa per te. Ma da oggi mi sentirò più solo e fragile."
In quel tempo Bruno ed io vivevamo la stessa spiritualità, ma ognuno per conto suo, e fra noi non abbiamo mai parlato di Dio.
Come faccio a spiegare questo a quei testoni del forum?
Lucio Musto 1 dicembre 2005 parole 232
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Nel Ced dove lavoravo io, ma in un altro ufficio, c'era Bruno Voce, che poi andò a Prato, si arricchì e non l'ho visto più.
Quasi ogni giorno alla fine degli anni settanta, veniva nel mio ufficio e vi rimaneva un poco. Senza un apparente motivo, senza parlare. Si sedeva in una delle poltroncine per gli ospiti o, se queste erano occupate rimaneva alla finestra a guardare fuori. Cinque minuti, a volte dieci, raramente di più. Poi andava via, e spesso non lo rivedevo fino al giorno dopo.
Non so perché, ma ero contento che venisse.
Prima di partire per Prato fece una festa per amici e colleghi. Ma a me riservò un saluto speciale. Mi trovò un momento da solo e presso a poco mi disse:
" Sono venuto spesso nel tuo ufficio, quand'ero arrabbiato per qualcosa. Sono venuto nella certezza che tu mi avresti aiutato, se fossi scoppiato. Sono venuto anche quando pensavo che se tu avessi avuto bisogno di me avrei saputo darti una mano. Non hai fatto mai nulla per me, e non è mai capitato che io dovessi fare qualcosa per te. Ma da oggi mi sentirò più solo e fragile."
In quel tempo Bruno ed io vivevamo la stessa spiritualità, ma ognuno per conto suo, e fra noi non abbiamo mai parlato di Dio.
Come faccio a spiegare questo a quei testoni del forum?
Lucio Musto 1 dicembre 2005 parole 232
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