Come sono belle le creature di Go Nagai quando scendono all’inferno. Quello che ho sempre apprezzato di questo autore la sua assoluta volontà di non emettere sentenze sugli esseri umani ( e non) e l’impossibilità di distinguere tra di essi buoni e cattivi, come accade nelle storie più classiche. La prossimità del bene e del male negli esseri umani (e non), e tra gli esseri umani (e non) genera ambiguità. Nessuna azione è limpida e risolutiva ma la scelta è imprescindibile, e questa qualifica i personaggi, senza disambiguarli. E’ complesso questo da capire per i bambini? Può essere. Ma del resto è una prova che dovranno affrontare, innanzitutto con se stessi. Non è male poterlo fare in compagnia di qualche eroe che gli somigli, che sia anche lui un po’ buono e un po’ cattivo.




In questa storia c’è un personaggio, un demone, e questo demone ha un progetto ben preciso: portare al potere il regno delle tenebre risvegliatosi dal suo millenario letargo e sterminare l’umanità. Per intraprenderlo occorre morte ed il demone guadagna il corpo del ragazzo che uccide potendo scendere in terra. Ma nella vita non accade soltanto ciò che è stato previsto ed è proprio di fronte all’accadere dell’imprevisto che la nostra presenza acquista un senso e diviene davvero nostra… e a quanto pare questo vale anche per i demoni. L’amore trasforma il progetto e qualifica l’esistenza di un demone, in contraddizione con la sua natura ed il suo ruolo. L’unico popolo a cui appartiene una persona libera è se stessa e così la scelta di Devilman non riesce a rendere un Uomo per gli uomini e contemporaneamente lo rende un traditore agli occhi del popolo delle tenebre. Inizia così una nuova guerra, ma questa volta è la sua guerra.
Sembra grande il potere dell’amore. Grande almeno quanto quello dell’odio. E la differenza ha l misura di una scelta. Quante cose si possono fare e non fare di noi stessi scegliendo.

L’anime viene commissionata dalla Todei Daga a Go Nagai con lo scopo di creare un manga che si avvicinasse alla storia del manga Mao Dante. Ma non si può mettere ad un maestro manganaka una storia senza che questa acquisti subito un’esistenza indipendente. Tanto indipendente che la fortissima ambiguità della storia, i temi forti trattati e il suo aspetto orrifico piacciono poco ai committenti ma Go Nagai decise di non cambiarla. Il manga resta come era stato da lui concepito nel 1972, mentre l’anime viene un po’ ammorbidito. Soprattutto nella versione che abbiamo visto noi.