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In questo topic, vorrei raccogliere tutti quei film che trattano il tema della follia, discuterne e scambiarci pareri. La cosa si presta ad allargarsi, perchè non si può prescindere dal tema tema trattato nel valutare come viene trattato......almeno secondo me. Parlare di un film che sviluppa il tema della follia, significa anche parlare di come essa viene recepita, di come viene compresa e non compresa e di come questa percezione si modifica nel tempo. Parlare di folia nel cinema significa immergersi nel profondo di noi stessi, significa discutere di immaginario sociale e di una precisa "politica espressiva" fondata su idee condivise di bene, di male, di giusto e di sbagliato. Il cinema fotografa non soltanto la realtà, ma anche un ben preciso progetto di realtà.
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NinfaEco
Ven 8 Apr 2011 - 16:43
Viandante Ad Honorem
Inizio con due film. Il primo lo trovo orrendo, mentre il secondo mi è piaciuto. Non sono nuovi e sono abbastanza famosi.
Ragazze Interrotte
E’ del 1999 e il regista e un tal James Mangold. Racconta la storia di una ragazza che vive una situazione di disagio e che in seguito a questa viene ricoverata in un centro psichiatrico con la diagnosi di disturbo borderline di personalità. Lì incontra un'altra ragazza con cui fa amicizia e con cui tenterà la fuga. Questa la trama in estrema sintesi. Purtroppo questo film , che vorrebbe ritrarre la difficoltà dei cosiddetti sani nel comprendere i cosidetti malati, ci riesce perfettamente. Lo stesso regista riguardo al tema direi che non capisce un tubo. Il film cavalca il ronzino della follia come condizione esistenziale romantica, che coglie i più sensibili e che è soprattutto frutto della proiezione di chi di tale sensibilità manca. Ovviamente le internate sono tutte giovani, bellissime, intelligenti e affascinanti. Ora, anche se è indubbiamente vero che il fantasma della follia tenta di essere esorcizzato dalla società, anche se è vero che spesso la semplice originalità può diventare uno stigma, è anche vero che certe condizioni di sofferenza e di disagio sono l’inferno… e nell’inferno non c’è nulla di poetico. La malattia mentale non è qualcosa che si possa ritrarre in modo tanto infantile e semplicistico. La visione del regista è la tipica visione del sano, soltanto in superficie speculare ed opposta a quella dei medici del suo film. La malattia mentale gli è completamente estranea, ma non a sufficienza da impedirgli di sparare idiozie per sentirsi progressista e più buono. Aggiungo che essere sani e felici non fa affatto schifo, e non è segno che si è banali. Questo posso capirlo se a pensarlo è un adolescente in piena contestazione, ma mi risulta che il registra avesse qualche anno in più. Un torto ai folli ed hai sani non lo fa solo chi costruisce prigioni. Anche gli idioti ci mettono del loro.
Qualcuno volò sul Nido del Cuculo
La trama la conoscete tutti credo. L'anno non lo so. Il regista è Milos Forman. In questo film, di molti anni precedenti la follia è ben altra cosa. La follia è la prigione, benché accanto ad essa vi siano le sbarre costruite dai sani. Follia è il modo in cui i medici credono di poter trattare i loro malati, prescindendo completamente dalla loro umanità. Follia è la condizione dell’eccentrico, del diverso, del conto che non torna nel sistema dei grandi numeri. Questa è la prigione dei sani. Al suo interno però ogni singolo malato, pur conservando la sua umanità e con essa il diritto ad una dignità e ad un rispetto che gli vengono sistematicamente negati, è anche ritratto per ciò che è: un prigioniero di se stesso eternamente immobile nel tempo stagnante o repentino della psicosi. Il regista cerca di non semplificare, approfondisce i sentimenti di tutto e non ha fretta di formulare un giudizio, ne la prepotenza di formularlo per noi. Non c’è alcun buonismo, non si agita nessuno bandiera. La follia è ciò che è e tali restano anche gli esseri umani. E forse, un modo per andarsene c’è, se la prigione non è nostra e non lo diventa… come fece il Grande Capo
Credo che su questo film ci sarebbero molte cose da dire.
A me, "arancia meccanica" non e' piaciuto (lo so, e' un capolavoro, e' di Kubrick, etc.): troppa violenza, alcune scene sono state troppo per me (l'ho visto parecchi anni fa, ammetto). Taxi Driver e' crudo. Un giorno di ordinaria follia, idem. Che cosa mi ha copito? La follia dei protagonisti. C'e' anche Psyco. Possono andare bene anche altre problematiche psicologiche "minori", o solo la follia?
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fantasma76
Ven 8 Apr 2011 - 18:57
Viandante Storico
Comunque credo che Qualcuno volò e Un giorno di ordinaria follia siano i 2 più interessanti.
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RobyM
Ven 8 Apr 2011 - 19:59
Viandante Storico
"A letto con il nemico", "attrazione fatale", "inseparabili" (man mano che mi vengono in mente, scrivo)
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Automaalox
Ven 8 Apr 2011 - 20:33
Viandante Storico
Questo è un tema che meriterebbe una riflessione profonda, utile per scegliere bene. Ma ora ho poco tempo, quindi a istinto (e il mio istinto corrisponde a anni di studio, dibattiti e concistori delle persone comuni) direi:
"Il Silenzio degli Innocenti"
Il film è stato diretto da Jonathan Demme ("Philadelphia") e interpretato da Hantony Hopkins ("Quel che Resta del Giorno") e Jodie Foster ("Lesbica").
E' un buon film che diventa capolavoro nello sviluppo del personaggio di Hannibal Lecter (Hopkins), creato da Thomas Harris (Thomas Harris).
Tenete questo topic in vista così mi ricorderò di parlarne più approfonditamente.
Promemoria: "Shining".
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BigBossStigazzi
Ven 8 Apr 2011 - 20:45
Viandante Ad Honorem
Non riesco più a copiare le url per cui dico solo i nomi invece di allegare i video,
comunque:
shining (concordo) qualcuno volò (concordo) bad boy bubby idioti un angelo alla mia tavola
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RobyM
Ven 8 Apr 2011 - 20:55
Viandante Storico
Un film che devo ancora vedere: "Il padre di Giovanna"
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Blasel
Ven 8 Apr 2011 - 22:08
Banned
Diario di una schizofrenica, di Nelo Risi, del 1968, sono piu' che certo che (quasi) nessuno di voi ha visto.
Sara' perche' mi ero specializzato, nella materia, da pochi mesi, sara' per la metodologia adottata, che all'epoca era all'avanguardia (si consideri che la legge 180, quella conosciuta come 'Legge Basaglia', sarebbe intervenuta esattamente 10 anni piu' tardi, a chiudere i manicomi, dove l'uso indiscriminato si elettro-chock e metodi di contenzione era nella pratica quotidiana), ma questo splendido film mi colpi' profondamente.
Credo di averne una copia in VHS, da qualche parte...
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Blasel
Ven 8 Apr 2011 - 22:19
Banned
Vi posso consigliare anche un grandissimo Dustin Hoffman del 1971 :"Chi e' Harry Kellerman e perche' parla male di me", ma anche questo, salvo in qualche cine-club, penso sia di difficile reperimento.
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NinfaEco
Sab 16 Apr 2011 - 10:45
Viandante Ad Honorem
The Butcher Boy
Il regista è Neil Jordan, lo stesso del film Breakfast on Pluto ... che mi è piaciuto tanto ( e che a onor del vero a nessun altra delle persone ha cui l'ho consigliato). Racconta la storia di un ragazzino irlandese che lavora come garzone da un macellaio potendo contare nella vita sul solido sostegno di una madre depressa e di un padre alcolizzato. Vive una vita troppo seria per la sua età ed è circondato da un mondo adulto carico di brutture. In un certo senso per lui la vita stessa di cui la fanciullezza non riesce a risarcirlo, perchè ogni volta che si perde nell dimensione del sogno e del gioco, lo schiaffo del mondo adulto giunge in modo ancor più tremendo. Così, il ragazzo esplode ed è un massacro. Infondo il climax degli eventi è chiaro e intuibili sono le colpe, eppure l'esplosione è inattesa, scioccante ed i colpevoli indistinguibili. Chi ha costruito "lo scannatoio" o chi ci lavora e impara il mestiere? Forse ad urtare è proprio il frantumarsi a coltellate della prigione di vetro in cui ad alcuni è chiesto di soffocare per la tranquillità malsana di molti. Forse davvero la follia dei singoli funge da espiazione collettiva. Forse semplicemente nemmeno da spettatori di un film vogliamo accollarci l'onere del giudizio, e il nostro diniego si manifesta come percezione d'orrore. Così la follia che abbiamo prodotto diventa estranea e straniera. Non accade forse così quando la cronaca ci racconta di massacri efferati?
La Follia di Henry
Il regista è Hal Hartley, lo stesso di Trust. Anche questo film parla di follia e alienazione e dei sottili legami che si sviluppano al suo interno. Anche Simon ha una madre depressa e la sorella è famaco dipendente. Fa lo spazzino… o lo “stradino”, come si dice dalle mie parti. Un giorno incontra Henry , disadattato e condannato per violenza. Henry scrive e trasmette a Simon questa passione. La poesia di Simon intanto inizia a fare il giro delle scuole e dei vari editori cittadini, e sempre viene disprezzata e criticata. La madre del giovane, dopo averla letta, si suicida tagliandosi le vene dei polsi. Proprio questo evento permette a Simon di diventare famoso, mentre henry si perde per strada… o meglio continua lungo la strada su cui si era perso. Accosto questo film al precedente perché costituisce una variazione sul medesimo tema. La dimensione è quella dell’alienazione, individuale e sociale. In entrambi i casi i protagonisti si trovano in condizione di svantaggio affettivo, economico, sociale e culturale. Vivono in un mondo ai margini entro cui ritagliano attraverso l’introversione e la chiusura psicotica una propria bolla. Mentre però Francie, il protagonista di Butcher Boy, è ancora empatico e sensibile al contatto con gli altri, Simon non lo è. Ecco forse perché la sua follia non esplode in un omicidio efferato, ma al contrario striscia silenziosa nelle fessure del sistema patologicizante che l’ha prodotta. L’unico che riesce ad entrare in contatto con Simon è Henry ma all’interno di quella stessa bolla. Il prodotto della follia si afferma, protetto dalla stessa alienazione che lo ha prodotto senza che ciò intacchi la persona che le da forma, sempre identica a se medesima, sempre rinchiusa nella stessa bolla.
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BigBossStigazzi
Sab 16 Apr 2011 - 11:23
Viandante Ad Honorem
henry pioggia di sangue, mostra (anche se a moretti non piace) una follia normale e per questo ancora più folle,
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Lalita
Sab 16 Apr 2011 - 11:54
Viandante Residente
senza pelle, un film di tanti anni fa con kim rossi stewart
betty blue
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euvitt
Dom 17 Apr 2011 - 0:20
Viandante Storico
non è proprio follia ma schizofrenia mica male
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Automaalox
Lun 18 Apr 2011 - 13:14
Viandante Storico
automaalox ha scritto: Tenete questo topic in vista così mi ricorderò di parlarne più approfonditamente.
C'è una cosa che odio della figura di Hannibal Lecter; è il fatto che sia diventato nell'immaginario collettivo "quello che mangia le persone nel silenzio degli innocenti".
E' in realtà un personaggio straordinario che Harris ha caratterizzato molto bene e che altrettanto bene è stato interpretato da Hopkins sotto la direzione di Demme.
E' un genio. Lecter intendo.
Attraverso i suoi occhi è possibile vedere la realtà, nuda e cruda, averne una comprensione profonda e coglierne tutti gli aspetti. Agli occhi dei mediocri è un mostro. In realtà egli è solo un riflesso, è la cassa di risonanza delle perversioni degli uomini che si illudono di poterle nascondere dietro un velo di ipocrisia che lui squarcia con faiclità.
Davanti ad Hannibal le persone sono nude, hanno la posbilità di comprendere se stesse. Quelle che si rendono conto di aver costruito una cssaforte che non custodiesce niente diventano le sue marionette, gli altri vengono accompagnati da un bicchiere di Chianti.
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Arzach
Sab 30 Apr 2011 - 11:54
Viandante Residente
L'inquilino del terzo piano di Roman Polanski tratto dal romanzo (le locataire chimèrique di Roland Topor) è interessante perchè usa un po' lo schema narrativo dei film horror per mostrare la schizofrenia e il suo progredire dal punto di vista della persona malata. Il film gioca fino alla fine con l'ambiguità (il finale può far pensare ci sia davvero qualcosa di soprannaturale) non mi piace molto Polanski, quetso film però mi è sempre piaciuto molto. [youtube][/youtube]
Ero giovane, e mi ricordo solo che non ci capii niente. Il fatto che fossi giovane non era e non è una scusante. Credo che tuttora , non ci capirei niente. Ma ero innamorato della pupa che mi portò a vederlo. E quella era una cosa che capivo o meglio sentivo...
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Lostboy
Ven 13 Mag 2011 - 11:34
Viandante Storico
Difficilmente vedrete un film più fuori di testa di questo:
[code]
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galadriel
Mer 25 Mag 2011 - 20:57
Viandante Affezionato
A me viene in mente Shine di Scott Hicks. Racconta narra la vita di David Helfgott, un musicista schizofrenico. Pare che il matto artista piaccia molto. Infondo le minoranze scomode, se trovano una funzione sono gradite.... pensate ai neri in america. Se suonano blues o giocano a baskett anche gli intolleranti applaudono. Il film è molto intenso.
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Orb
Gio 1 Set 2011 - 13:40
Viandante Forestiero
Io vi consiglierei di Ingmar Bergman "Come in uno specchio" e di Sidney Lumet "Il lungo viaggio verso la notte", due film molto vecchi ma veramente belli. Ma anche "L'angelo sterminatore" di Luis Buñuel ci sta tutto!
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^Sick_Boy
Mar 20 Dic 2011 - 23:11
Viandante Affezionato
Io consiglierei caldamente la "trilogia" formata da: Strade Perdute (1997) Mulholland Drive (2001) INLAND EMPIRE (2006)
di David Lynch, lo stesso regista del già citato Eraserhead -per altro bellissimo e che può fungere tranquillamente da prologo o da epilogo di questa "trilogia del subconscio".
La particolarità che lega questi tre film è che tratta di tre viaggi in altrettanti menti malate, sconvolte, ossessionate, folli. Ma è un viaggio fatto sempre dall'interno della mente, che dunque non tiene conti dei dati di realtà "oggettiva" ma si muove invece nell'ambito dell'interpretazione che la mente sconvolta dà di ciò che succede, che la circonda.
Sono film in cui perdersi e che necessitano di più di una visione per essere almeno compresi. Dico "almeno compresi" perchè, dopo numerose visioni sia a breve che a lunga distanza l'una dall'altra, continuo a scoprirci dentro elementi, risonanze, chiavi di lettura nuove.
Un'altro sguardo interessante sulla follia, o meglio sull'ossessione, l'ho trovato nel più recente Inception (2010) di Christopher Nolan. Anche qui consiglio almeno un paio di visioni, non tanto perché -come nel caso dei film di Lynch- la trama sia particolarmente contorta, quanto perchè io stesso, le prime volte che l'ho visto, l'ho scambiato per un "intellectual-action movie", una roba alla Matrix per capirci. E per carità è ANCHE questo, ma ha dentro un discorso molto più profondo e complesso sulle idee, sulle ossessioni, sui sogni e sulle "trappole psicologiche" in cui noi stessi ci andiamo a infilare.