Oggi è la giornata mondiale del Ricordo, nel quale noi giovani terrestri festeggiamo la fatica che abbiamo dovuto fare per riuscire a dimenticare un inglorioso passato. Non è facile festeggiare una morte, ma è quello che fa la vita nuova quando esce allo scoperto delle proprie possibilità.
Oggi non si consumano dolci e non si fanno proclami, si è sommessi nel ricordare.
È vietato accendere fuochi, perché è con le fiamme che la fine è arrivata.
Non si possono elevare altari, perché è nei Templi che la guerra è stata santificata.
Si può parlare, ma non dibattere né fare propaganda. È attraverso di essa che i popoli si sono odiati.
Oggi si canta e si balla per modo di dire, perché le radiazioni ci hanno tolto le braccia e le gambe, e le urla di dolore s'infrangono sui denti coi quali pizzichiamo le corde della sorte.
Oggi noi ragazzi sopravvissuti ci rifiutiamo di strisciare e non saltelliamo sui glutei, perché non vogliamo si evochi tristezza e felicità.
Forse dovremmo gioire di qualcosa?
Abbiamo un orizzonte di consapevolezza più largo di quello che recintava l'antica umanità, ma è perché non ci sono più gli alberi a occuparne le estremità, e non abbiamo estremità per piantarne di nuovi, e i germogli seccano presto come le nostre recriminazioni.
Oggi è la giornata mondiale del Ricordo, perché la nostra immaginazione non riesce a scorgere un futuro diverso da quello che ci darà la possibilità di uscire da questo rifugio, dove ci stiamo nutrendo dei nostri fratelli.
Oggi non si consumano dolci e non si fanno proclami, si è sommessi nel ricordare.
È vietato accendere fuochi, perché è con le fiamme che la fine è arrivata.
Non si possono elevare altari, perché è nei Templi che la guerra è stata santificata.
Si può parlare, ma non dibattere né fare propaganda. È attraverso di essa che i popoli si sono odiati.
Oggi si canta e si balla per modo di dire, perché le radiazioni ci hanno tolto le braccia e le gambe, e le urla di dolore s'infrangono sui denti coi quali pizzichiamo le corde della sorte.
Oggi noi ragazzi sopravvissuti ci rifiutiamo di strisciare e non saltelliamo sui glutei, perché non vogliamo si evochi tristezza e felicità.
Forse dovremmo gioire di qualcosa?
Abbiamo un orizzonte di consapevolezza più largo di quello che recintava l'antica umanità, ma è perché non ci sono più gli alberi a occuparne le estremità, e non abbiamo estremità per piantarne di nuovi, e i germogli seccano presto come le nostre recriminazioni.
Oggi è la giornata mondiale del Ricordo, perché la nostra immaginazione non riesce a scorgere un futuro diverso da quello che ci darà la possibilità di uscire da questo rifugio, dove ci stiamo nutrendo dei nostri fratelli.