All'uomo non è concessa la scelta del nascere e neppure quella di sfuggire al morire, ma non gli è stata sottratta la possibilità, estrema certamente, di decidere quando andarsene e perché. Non possiamo rifiutare la nostra nascita ma, per inversione, possiamo decidere se è il momento di anticipare la vita nel chiedere alla morte di donarci la possibilità di uscire dalla sofferenza di una vita che si è resa insopportabile. L'ostinazione con la quale le gerarchie ecclesiastiche esigono sia la volontà celeste a soffiare sul fuoco del dolore è più insopportabile dello stesso dolore, e ancora meno compassionevole. Nessuno, che confidi nella opportunità concessa dal vivere, può attribuire alla volontà spirituale che ha lasciato l'uomo libero di essere libero, la cattiveria nelle sue intenzioni.
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