Due enormi stanzoni, divisi da una porta a vetri, occupavano l'ala del Paradiso celeste riservata al ripristino degli equilibri spezzati. Era questa una zona di confine che congiungeva il Paradiso all'inferno. Non ci sono sistemi chiusi, nell'universo, che è una specie di laboratorio dove una moltitudine di vasi comunicanti si ostacolano a vicenda, ognuno di essi cercando di riempirsi più di quelli attigui. Come tutti immagineranno in questi non luoghi il tempo è sbarazzino, e non obbedisce allo spazio se non quando gli conviene, e in queste due enormi stanze era il venerdì che spazio e tempo si accordavano, tra loro, in modo comprensibile agli umani. Di venerdì si replicava, sempre simile a se stessa, la festa della vendetta innocente. Era questa una trovata brillante del Bene che consentiva al male di redimersi. Ne avrebbe fatto volentieri a meno, ma il Bene, per natura, era costretto da se stesso a fare del bene. Da parte sua il male, non essendo assoluto, doveva sottomettersi alla possibilità di redenzione. Ne avrebbe fatto volentieri a meno perché il male, per sua natura, era costretto da se stesso a fare del male. Nemmeno il Bene era assoluto, ma la sua maggiore prossimità alla centralità dell'esistenza, che stava dentro la "Non esistenza", lo avvantaggiava parecchio.
Questo venerdì l'essere luminoso, che nella vita terrestre si era chiamato Ghandi, e un altro essere lucente che aveva vivificato il corpo di Martin Luther King, si sarebbero presi delle soddisfazioni col porgere, ai loro assassini, la possibilità di un sincero pentimento.
Nella stanza vicina altri due esseri, portatori di una luce diversa da quella che illuminava le loro vittime, quella che emana dal fuoco che brucia, si disposero nella postura tipica di chi chiede perdono: in ginocchio sui ceci. Piegarono quindi la testa nei buchi predisposti nella la parete che stava di fronte e ci infilarono il capo. Intanto, dall'altra parte, Ghandi e Luther King prendevano confidenza col peso delle palle di stoffa pressata, le stesse usate nelle giostre terrestri per il tiro ai barattoli, che sarebbero servite al pregiato scopo.
Poco più in là Ratzinger e Berlusconi se la ridacchiavano sussultando, perché il venerdì precedente era toccato a loro pentirsi, e l'avevano fatto dopo solo tre tiri di freccette di carta... lanciate con l'elastico, a spese della delusione di sessanta milioni di anime che avevano già preso la mira.
Questo venerdì l'essere luminoso, che nella vita terrestre si era chiamato Ghandi, e un altro essere lucente che aveva vivificato il corpo di Martin Luther King, si sarebbero presi delle soddisfazioni col porgere, ai loro assassini, la possibilità di un sincero pentimento.
Nella stanza vicina altri due esseri, portatori di una luce diversa da quella che illuminava le loro vittime, quella che emana dal fuoco che brucia, si disposero nella postura tipica di chi chiede perdono: in ginocchio sui ceci. Piegarono quindi la testa nei buchi predisposti nella la parete che stava di fronte e ci infilarono il capo. Intanto, dall'altra parte, Ghandi e Luther King prendevano confidenza col peso delle palle di stoffa pressata, le stesse usate nelle giostre terrestri per il tiro ai barattoli, che sarebbero servite al pregiato scopo.
Poco più in là Ratzinger e Berlusconi se la ridacchiavano sussultando, perché il venerdì precedente era toccato a loro pentirsi, e l'avevano fatto dopo solo tre tiri di freccette di carta... lanciate con l'elastico, a spese della delusione di sessanta milioni di anime che avevano già preso la mira.