Il tempo poi ha continuato a fluire col suo insensato procedere stando fermo, e io mi sono rassegnato al destino inglorioso del parlare per niente a menti così trasandate da non sentire neppure il bisogno di sapere che la loro potenzialità consisteva nel non volersi porre questioni di alcun genere.
Oggi continuo a parlare al vento dell'impostura elevata ad arte eccelsa, e mi diverto a osservare i creativi modi nei quali il mio dire non è compreso. Ho scoperto di essere io l'allievo e loro i maestri; sì, perché sono tre le vie del conoscere: c'è quella che attraversa lande sconosciute guardandosi intorno; quell'altra che sa già tutto, ma in modo sbagliato e si occupa di buttare a mare gli errori; e infine l'ultima, la mia, quella data dal considerare la disperazione degli altri come fosse la mia, alla quale, però, partecipo come uditore senza soffrire alcuna pena, come quando si va all'acquario a osservare i colori dei pesci valutandoli non per la loro bellezza, ma per i cambiamenti che il friggere imprimerà loro...